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PubblicatoAntonina Coppola Modificato 6 anni fa
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Forme di interventi pubblici e privati in materia di beni culturali e paesaggistici
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Molte sono le vie attraverso cui pubblico e privato si incrociano in materia di patrimonio culturale: Interventi pubblici autoritativi Interventi dei privati Forme di collaborazione
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1. Interventi pubblici autoritativi
In alcuni casi lo Stato interviene nei confronti dei privati in virtù del suo potere autoritativo: può procedere all’espropriazione di un bene culturale di proprietà privata se serve a tutelare meglio nell'interesse pubblico; può acquistare in via di prelazione i beni culturali venduti pagando lo stesso prezzo; È automaticamente proprietario delle cose che costituiscono beni culturali ritrovati nel sottosuolo o sui fondali marini.
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2. Interventi dei privati
In alcuni casi un ruolo importante è riconosciuto alla partecipazione dei privati nella valorizzazione, perché si presentano come un’importante risorsa sussidiaria, specialmente in tempi di restrizioni della spesa pubblica. Si tratta delle Donazioni Sponsorizzazioni Fondazioni
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1. Le donazioni In generale la donazione è un contratto col quale un soggetto arricchisce un altro per spirito di liberalità, senza ricevere una controprestazione. Di regola richiede la forma solenne: si fanno nella forma dell'atto pubblico alla presenza di due testimoni sotto pena di nullità. Eccezione per le donazioni di modico valore, per le quali è sufficiente la consegna manuale della cosa mobile/denaro.
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Donazioni per le attività culturali
Decreto legge Valore Cultura n. 91/2013 ha agevolato la diffusione delle donazioni a favore di attività culturali. Il decreto considera “donazione di modico valore nelle attività culturali” quelle fino a euro ha semplificato la procedura purché si dia pubblicità alle donazioni ricevute e ne vengano rendicontati gli impieghi. Decreto legge 83/2014 Art Bonus ha introdotto la deducibilità del 65% delle donazioni devolute per il restauro di beni culturali pubblici. Grazie all’art bonus alla fine del 2015 sono stati raccolti oltre 40 milioni di euro.
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2. Le sponsorizzazioni Il contratto di sponsorizzazione è un contratto atipico, oneroso e a prestazioni corrispettive. Lo sponsor si obbliga a erogare un finanziamento: se lo sponsor si limita a dare denaro la sponsorizzazione si dice pura; se lo sponsor, anziché denaro, fornisce i materiali occorrenti al restauro o vi provvede esso stesso, la sponsorizzazione si dice tecnica; Lo sponsorizzato si obbliga ad associare il nome o il marchio dello sponsor al bene culturale.
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Le sponsorizzazioni Il contratto di sponsorizzazione deve specificare
come viene erogato il contributo come deve essere data visibilità al nome dello sponsor. La funzione del contratto è duplice: consente alla Pubblica amministrazione di acquisire finanziamenti necessari per recuperare o valorizzare i beni culturali, consente allo sponsor di promuovere la propria immagine/nome/marchio attraverso una pubblicità indiretta.
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3. Le FONDAZIONI Le Fondazioni sono enti che ben si prestano per attività legate alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale, anche sotto il profilo gestionale. Nel settore dei beni culturali ne troviamo molte: Fondazioni private (ad es. Fondazione M.I.C) Fondazioni bancarie (ad es. Fondazione Cassa di risparmio)
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a. Le Fondazioni private
Le Fondazioni sono organizzazioni create per la gestione di un patrimonio autonomo destinato a uno scopo non di lucro. Le Fondazioni si costituiscono con atto unilaterale, per donazione o testamento. Con il riconoscimento acquistano PERSONALITA GIURIDICA: questa comporta la perfetta separazione tra il patrimonio dell’ente e quello dei soggetti che vi partecipano.
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F.A.I Il FAI - Fondo Ambiente Italiano è la più importante Fondazione Nazionale senza scopo di lucro che dal 1975 ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano. Il FAI opera per tutelare e valorizzare il patrimonio d'arte e natura italiano, educare e sensibilizzare la collettività, vigilare e intervenire sul territorio.
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b. Fondazioni bancarie Un ruolo importante negli interventi di restauro e riqualificazione del patrimonio culturale o per sostenere importanti iniziative artistiche è rivestito dalle Fondazioni Bancarie. Tali fondazioni sono nate negli anni 90 quando, la legge impose la trasformazione di alcune particolari banche: le Casse di Risparmio e le Banche del Monte. Si trattava di banche che, oltre a svolgere le attività creditizie tradizionali, erano molto attive in vari ambiti umanitari e destinavano una consistente parte dei loro utili ad attività di utilità sociale.
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La nascita delle Fondazioni Bancarie
La legge impose a questi particolari banche la separazione dell’attività creditizia, affidata alle Banche (Casse di risparmio/ Banche del Monte), da quella filantropica affidata alle Fondazioni Bancarie, enti no profit con un proprio statuto e propri organi di governo. Attualmente ci sono circa 80 ed nel hanno elargito quasi un miliardo e mezzo di euro in diversi settori tra cui l’arte, il recupero dei beni culturali, lo sviluppo locale.
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Ruolo delle Fondazioni bancarie
Le Fondazioni gestiscono musei, gallerie e siti archeologici. Sono possibili accordi e protocolli d'intesa tra le Fondazioni Bancarie e il Ministero, le Regioni e gli altri enti pubblici territoriali, per coordinare gli interventi e garantire un impiego equilibrato delle risorse finanziarie disponibili.
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3. Forme di collaborazione tra enti pubblici e privati
piani strategici di sviluppo culturale circuiti di eccellenza turistica strumenti della programmazione negoziata distretti culturali
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Forme di collaborazione
Per la valorizzazione dei beni culturali si sviluppano diversi tipi accordi e diverse forme di collaborazione tra soggetti pubblici e privati: piani strategici di sviluppo culturale circuiti di eccellenza turistica programmazione negoziata distretti culturali
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A. Piani strategici di sviluppo culturale
Per la valorizzazione del patrimonio pubblico, lo Stato, le Regioni e gli altri enti pubblici territoriali possono stipulare dei piani strategici di sviluppo culturale su base regionale che coinvolgono anche i soggetti privati, in primo luogo le imprese dei settori produttivi collegati.
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B. Circuiti di eccellenza turistica
In una prospettiva più direttamente turistica è possibile per il Ministero istituire, d’intesa con le Regioni dei i circuiti nazionali di eccellenza turistica e in particolare tra questi, i circuiti “della cultura”, che corrispondono ad itinerari tematici omogenei intorno a particolari beni culturali.
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C. Forme di “programmazione negoziata”
Le diverse forme di collaborazione tra pubblico e privato si concretizzano nei diversi strumenti della programmazione negoziata.
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La programmazione negoziata
La programmazione negoziata è un metodo per regolare problemi di interesse pubblico coinvolgendo i soggetti pubblici e privati, in modo da far convergere le risorse a loro disposizione su interessi comuni. Il ricorso alla programmazione negoziata è un modo per coinvolgere in modo responsabile tutti i soggetti pubblici e privati ascoltandone proposte e progetti trovare una soluzione al problema della carenza di risorse finanziarie pubbliche in cui versano le Amministrazioni che non sono in grado di sostenere i grandi interventi.
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Strumenti Sono strumenti della programmazione negoziata: intese
patti territoriali
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Strumenti INTESE: accordi tra Governo e Regioni per realizzare di un piano pluriennale di interventi al fine di favorire lo sviluppo nel territorio regionale. PATTI TERRITORIALI: accordi tra enti locali, parti sociali, o da altri soggetti pubblici o privati, per l'attuazione di un programma d'interventi per promuovere lo sviluppo locale.
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D. Distretti culturali Per promuovere la valorizzazione del patrimonio culturale la Regione può dar vita ai distretti culturali. I distretti culturali si rifanno in qualche misura, ai Sistemi turistici locali, quali contesti turistici omogenei capaci di promuovere un' offerta integrata di beni. Il distretto culturale è un insieme organizzato di istituzioni, associazioni e imprese che producono un'offerta integrata di beni e servizi culturali legati a un territorio circoscritto, caratterizzato da risorse e da beni culturali di pregio.
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Distretti culturali Il distretto nasce su iniziativa di soggetti che possono essere sia pubblici sia privati. Il riconoscimento compete alla Regione. I promotori devono formulare progetti e iniziative, al cui finanziamento concorre la Regione con risorse proprie o con ulteriori risorse statali e/ o comunitarie. Il fine dichiarato dei distretti è quello di rafforzare le potenzialità culturali dei territori interessati, ma hanno anche una diretta ricaduta sul sistema economico-sociale e sul turismo quale fattore di sviluppo locale e nazionale.
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Distretti culturali Bologna
La Provincia di Bologna (oggi Città Metropolitana) ha attivato nel 2015 la realizzazione dei distrettuali culturali. Il sistema è costituito da sei Distretti: Casalecchio di Reno – Imolese - Montagna – Pianura Est - Pianura Ovest – San Lazzaro, che insieme a Bologna organizzano i servizi e l'attività culturale di 55 Comuni, con 250 istituti culturali e centinaia di associazioni e soggetti locali, offerti a di residenti. La città metropolitana si occupa della programmazione, del coordinamento e della valorizzazione delle attività
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