Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
1
30-31 ottobre Didattica generale
2
I concetti fondanti (dal manuale)
L’agire educativo (cap ) Professione educatore (cap ) Progettazione educativa (cap ) Documentazione (cap ) Valutazione (cap )
3
1 Attività per la crescita umana Cos’è
Agire educativo Cos’è Attività per la crescita umana Si esplica attraverso la relazione educativa Corporeità FINI Normalizzazione potenziamento Progettualità Sapere pedagogico Modello educativo 1 Suscitare nel soggetto il desiderio della propria formazione Regolato da
4
Agire educativo Prevede
La sinergia e coerenza progettuale (contesto, soggetto, lavoro educativo) La valorizzazione degli educandi La personalizzazione per lo sviluppo di un empowerment (p.58)
5
2. Professione educatore
Formazione Competenze Ambiti di intervento Contesti di intervento
6
Ambiti della formazione
Tecnico-scientifico: apprendimento riflessivo dalle pratiche per giungere a prestazioni esperte Organizzativo-sociale: traformazione dei contesti di lavoro dove la responsabilità dei singoli è fondamentale Psico-pedagogico: apprendimento autodiretto e libero, cura del sè professionale, tra valorizzazione e contenimento dello stress.
7
La formazione iniziale
L’alternanza: principio e dispositivo Dai « saperi per agire » ai « saperi incarnati » Postura che favorisce il passaggio dall’esperienza all’epistemizzazione dallo studio alla pragmatizzazione Diversi livelli di « situazioni vicarianti » L’orientamento alla scelta professionale
8
La formazione in servizio
La supervisione (spazio-tempo di sospensione dall’agire in contesto). L’auto e la co-formazione Importanza della documentazione Le tecniche per ripercorrere l’azione (intervista di Vermersch, auto-confronto, auto-confronto incrociato) Logiche per ripercorrere l’azione: tra dichiarato e agito, i problemi tipici, il sè in azione in rapporto al contesto/progetto
9
Competenze cliniche Conoscenza profonda del sè per gestire il transfert, controtransfert (p ) Saper narrare e far narrare, lavorare sulle storie di vita Saper progettare interventi di tipo complesso (tra didattica, aspetti psicologici) Etica della formazione Una formazione alla professione attraverso la rielaborazione dell’esperienza.
10
Differenziazione, decentramento distanziamento
Differenziazione: è la scoperta dello style. Scoperta delle diversità che caratterizzano il pensare l’azione tra un soggetto e l’altro. Distanziamento: processo di allontanamento dalla propria esperienza per renderla oggetto di indagine Decentramento: le persone validano criticamente le proprie presupposisizioni per costruire un punto di vista o ne rivedono le presupposizioni per modificare la prospettiva.
11
L’identità professionale
Processi di identificazione e differenziazione Acquisizione di un genre e lo sviluppo dello style Ancorata a processi di socializzazione primaria e secondaria Tra identità attesa, assegnata, desiderata L’identità « possibile »
12
Competenza come mobilitazione
“Mobilizzare non è soltanto ‘utilizzare’ o ‘applicare’, ma anche adattare, differenziare, integrare, generalizzare o specificare, combinare, orchestrare, coordinare, in breve, condurre un insieme di operazioni mentali complesse che, connettendole alle situazioni, trasformano le conoscenze piuttosto che limitarsi a spostarle e trasferirle. La metafora della mobilitazione esprime il fatto che le operazioni mentali sono sempre il prodotto di un incontro, di un’interazione, spesso complessa, tra la situazione e le strutture anteriori del soggetto. (Le Boterf, Perrenoud, Chahay)
13
Le competenze dell’educatore
La competenza è pensiero pratico in azione, quindi situata Si dà agire competente solo in quanto si dà agire riflessivo Essere competenti vuol dire saper dare ragione di ciò che si fa ma anche di come lo si fa Educatori come ricerc-attori impegnati nel migioramento delle pratiche.
14
Le competenze dell’educatore
Fare ricerca, documentarsi Osservare, progettare Sperimentare, agire Narrare, descrivere Confrontarsi, negoziare Documentare e condividere, anche per ricercare Analizzare, riflettere Valutare Modificare , trasformare
15
Le famiglie di situazioni
Saper rilevare dei bisogni (a seconda dell’utente) Saper progettare (in contesto, con altri) Saper analizzare i processi in atto e realizzati Saper documentare Saper valutare Saper riflettere (cosa sto facendo? Perchè lo sto facendo? Come potrei fare meglio?) – scoprire le pedagogie latenti (p. 283) Sapersi autovalutare
16
Competenze cliniche Conoscenza profonda del sè per gestire il transfert, controtransfert (p ) Saper narrare e far narrare, lavorare sulle storie di vita Saper progettare interventi di tipo complesso (tra didattica, aspetti psicologici) Etica della formazione Una formazione alla professione attraverso la rielaborazione dell’esperienza.
17
L’educatore digitale (cap. 4-8)
Educare all’uso consapevole della rete Cittadinanza digitale: nuovi problemi Cyberbullismo Identità in rete Relazione Partecipazione Videogiochi: tra dipendenza e apprendimento
18
I media nel processo educativo
Si apprende per ripetizione, per esperienza, per imitazione (immedesimazione e relazione empatica) I media come luogo per costruirsi un’identità (narrazioni, rispecchiamento attraverso i feed back…). Cambiamento da una protezione dell’intimità all’estimità, condivisione di tutto Che mantiene la relazione sempre attiva e presente Dove si comunica in un determinato gergo (p. 124)
19
Il caso: il cyberbullismo
La relazione fra bullo e vittima è la risultante di un complesso intreccio tra fattori individuali (disposizioni personali, esperienze precedenti) e fattori sociali (aspettative, ruoli e norme di gruppo). Prevenire Recuperare Lavorare sullo sviluppo dell’empatia Creare dispositivi di educazione ai media Riflettere sulle stereotipie di genere
20
Documentare la professionalizzazione
Il Bilancio di competenze (caratteristiche personali, test, domande a risposta aperta, profilo di competenze, progetto) Il portfolio/e-portfolio delle competenze (fasi di costruzione) Autobiografia ragionata (ricostruzione e rilancio) Intervista di esplicitazione (descrizione dell’attività, recupero della temporalità)
21
Comunità « educante » Quali possono essere? La scuola, la famiglia, le associazioni (scouts, AC…)….. Il potere dei contesti informali Il peer to peer education Le comunità in rete: una comunità reale a tutti gli effetti, pervasiva, ingovernabile Il bisogno di ripensare una cittadinanza negli spazi reali e digitali La crisi è nel tessuto culturale, educativo, formativo, non nella singola istituzione Verso una comunità sociale che si educa
22
Knotworking per la progettualità educativa
Tra il lavoro di rete e il gruppo di lavoro L’intreccio fra relazioni in presenza e on line divengono lo sfondo nel quale matura il progetto educativo, si attiva la devoluzione soggettiva e la sinergia delle agenzie educative Non tutto può essere previsto inizialmente ma sono definite le finalità, la rete iniziale dalla quale prende avvio il progetto Sistema formativo integrato come nuova frontiera dell’educazione (Frabboni, 1989)
23
Disagio sociale Rappresenta una condizione legata a percezioni soggettive di malessere. Il disagio si sente, non necessariamente si vede. Quando assume un valore « importante » incide sulla personale percezione di potenzialità e induce atteggiamenti di critica pesanti verso se stessi È uno stato normale nella pre-adolescenza, nell’adolescenza, ma prosege anche oltre. Sintomi sono un disallineamento tra sentimenti e positività, proiezione nel futuro.
24
La devianza Sono comportamenti devianti quelli che si pongono negativamente rispetto alla norma, sia essa morale, sociale, politica o culturale Devianza inizialmente connessa a soggetti che provengono da contesti sociali degradati (deprivazione, esclusione) Oggi vi è una devianza del ceto medio, giovani incensurati la cui condotta tende ad uniformarsi ad un sistema di illegalità diffusa in un contesto di relativismo morale (relativizzazione dei sistemi di significato) e di crisi della legalità (è connessione per la relazione sociale). Bullismo, ultras, uso di sostanze psicoattive, disagio psichico
25
La marginalità Soggetti che si trovano a vivere al margine di una comunità, di situazioni, non vi è uno stato perenne di marginalità Frammentazione delle esperienze che non consentono di procedere verso un’autoprogettualità, un’identità
26
La differenza: uno sfondo
Ci si forma nelle differenze: far spazio agli altri mentre costruiamo noi stessi Valorizzare le differenze è una postura educativa ineludibile, si tratta di conoscere, di capire Sviluppare un pensiero che sappia ragionare con la differenza e nella differenza Decentramento cognitivo e decentramento affettivo, empatia SCOPO: mettere fuori gioco gli stereotipi, i luoghi comuni che portano alla discriminazione Realizzare comportamenti cooperativi e collaborativi, forme di pensiero aperte alle diversità
27
3. Progettazione educativa
Processo di progettazione Dalle finalità agli obiettivi I dispositivi (contesti, ambienti, persone, tempi) Governare il progetto e la sua coerenza
28
Progettualità Promuovere il riconoscimento delle risorse di cui è portatrice la persona e attivare processi per la loro valorizzazione Ampliare e accrescere il bagaglio di risorse personali per dare ai soggetti più possibilità di interagire con la realtà Fare in modo che l’acquisizione di nuove risorse, e la consapevolezza di quelle esistenti, si traformino in possibilità e capacità di azione
29
Modello educativo « un modello rappresenta uno schema di connessione tra una finalità, che costituisce una peculiare interpretazione della problematica educativa, e un insieme di pratiche educative, che acquistano senso e legittimità in relazione ad essa. Sul piano pragmatico, un modello corrisponde ad una scelta educativa determinata e possiede una precisa valenza normativa: è capace di ispirare e guidare la concreta organizzazione dell’esperienza educativa (Baldacci, 2010)
30
4. Documentazione Tipologia Strumenti Obiettivi Destinatari
31
5. Valutazione Valutare l’agire individuale/collettivo
Valutare il progetto e il raggiungimento degli obiettivi Valutare il servizio
32
Valutare il progetto educativo
La rigorosità e appropriatezza delle osservazioni Analisi e riflessione sul percorso Verifica del raggiungimento degli obiettivi Ri-allineamento del progetto educativo in base a nuovi elementi (risorse, risultati…) Rilancio del progetto
33
L’agire competente…riflessivo (proposta di un metodo)
Tappe Domande Guardati indietro Che cosa è accaduto? Dov’ero? Cosa stavo facendo? Che cosa è successo? Che ruolo ho avuto in quello che è successo? Che parte hanno avuto gli altri? Pensa in profondità Perchè gli eventi hanno preso quella piega? Perchè mi sono comportato in quel modo? In che modo il contesto ha influenzato l’esperienza? Le mie esperienze passate hanno inciso sulle reazioni che ho avuto? Come hanno influenzato le mie azioni e ei miei pensieri in quel momento? Impara tu stesso Che cosa ho appreso da quell’esperienza? Come posso migliorare? Cosa è andato bene? Cosa ho fatto bene? Cosa « è andato storto « o non bene come pensavo? In che modo ho contribuito a questo? Organizza le tue prossime tappe Che cosa devo ricordarmi di pensare la prossima volat che incontrerò una situazione analoga? Come posso favorire le condizioni in grado di miglioarre gli apprendimenti futuri e i contesti in cui mi muovo? Se ti capitasse di nuovo cosa faresti di diverso? Come adatterei la mia pratica alla luce della nuova comprensione acquisita?
34
La valutazione dell’équipe
Sensibilizzare e coinvolgere i soggetti e i gruppi di lavoro Autovalutare la qualità del servizio Prevedere una valutazione esterna (EDUVAL) Elaborare i dati raccolti e costruire un report di sintesi Riflettere, fare un bilancio e stendere un rapporto finale di valutazione
35
Approccio integrato alla valutazione
Pellerey 2001 soggettiva Intersog gettiva oggettiva Autovalutazione Analisi dei risultati Osservazione sistemica
36
Portfolio e rubrica Per un sistema che consente l’integrazione fra documentazione e valutazione Il portfolio dell’educatore Il portfolio dell’educando La rubrica:
37
Esempio di una rubrica Dimensione Descrittori Livelli Ancore
Comprensione dei contenuti esplicitati durante il corso Conoscere i contenuti Effettuare collegamenti e stabilire relazioni fra i contenuti Applicare i contenuti ad una situazione I contenuti esplicitati non sono coerenti. I contenuti sono limitati e frammentari. I contenuti sono limitati e completi. I contenuti sono adeguati e completi. Espone contenuti nonpertinenti. Esplicita alcuni elementi dei contenuti richiesti ma in modo frammentario. Esplicita in modo completo una parte dei contenuti richiesti. Esplicita correttamente tutti i contenuti richiesti Criteri: quantitativo, completezza
38
La scala SVANI SOMMARIO SUBSCALE
Tabella 1: ARREDI E MATERIALI A DISPOSIZIONE DEI BAMBINI Tabella 2: CURE DI ROUTINE Tabella 3: ASCOLTARE E PARLARE Tabella 4: ATTIVITA’ DI APPRENDIMENTO Tabella 5: INTERAZIONE Tabella 6: ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’ Tabella 7: BISOGNI DEGLI ADULTI
39
La nuova normativa DECRETO LEGISLATIVO 13 aprile 2017, n. 65
Istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera e), della legge 13 luglio 2015, n (17G00073)
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.