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Modello con due paesi, N beni
Consideriamo due paesi, A e B, che producono cinque beni, Come nel modello ricardiano base, abbiamo sempre un solo fattore di produzione, il lavoro. La tabella presenta le produttività del lavoro nella produzione dei cinque beni nei due paesi A ha una superiorità tecnologica nei settori 1,2 3, B nei settori 4 e 5. Per determinare il pattern di scambio dobbiamo introdurre i prezzi. Poniamo che tutte le grandezze nominali, prezzi e salari monetari, siano espresse in euro
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Ricordando la formula del prezzi, P = W/PML, è possibile calcolare i prezzi dei cinque nei due paesi a seconda dei livelli salari prevalenti. Se il salario in A supera il salario in B del 50 per cento (salario A = 9; salario B = 6; 9/6 = 1,5) A riesce a produrre i beni 1 e 2 più a buon mercato di B; B invece produce più a buon mercato i beni 3, 4 e 5. Di conseguenze il paese A esporterà i beni 1 e 2 nel paese B e importerà i beni 3,4 e 5. Se il vantaggio salariale di A aumenta, i salari in A diventano pari a 10, A riesce produrre solo il bene 1 più a buon mercato di B. Di conseguenze il paese A esporterà solo il bene 1 e importerà gli altri quattro
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𝑃 𝑖𝐴 = 𝑊 𝐴 𝑃𝑀𝐿 𝑖𝐴 < 𝑃 𝑖𝐵 = 𝑊 𝐵 𝑃𝑀𝐿 𝑖𝐵
Se A attua una deflazione salariale, i salari scendono a 7, migliora la competitività e può esportare in B i beni 1, 2, 3, e importa i beni 4 e 5. L’effetto di una deflazione salariale all’interno è equivalente all’effetto di una inflazione salariale all’estero: se i salari aumentano nel paese B, A vedrà ridursi i prezzi relativi dei suoi beni. La morale della favola è che ogni paese desidera abbassare i propri salari per rendere le proprie esportazioni più competitive, e nello stesso vede con favore l’aumento dei salari negli altri paesi La regola dello scambio stabilisce che il paese X esporterà un bene i se il suo prezzo, in valuta comune, è inferiore a quello del paese concorrente. In altri termini deve valere la condizione 𝑃 𝑖𝐴 = 𝑊 𝐴 𝑃𝑀𝐿 𝑖𝐴 < 𝑃 𝑖𝐵 = 𝑊 𝐵 𝑃𝑀𝐿 𝑖𝐵 𝑊 𝐴 𝑊 𝐵 < 𝑃𝑀𝐿 𝑖𝐴 𝑃𝑀𝐿 𝑖𝐵 Ogni bene per cui valga questa condizione sarà prodotto ed esportato da A, o perché il divario salario a vantaggio di A è più che compensato dal vantaggio tecnologico o perché lo svantaggio tecnologico è più che compensato da uno svantaggio salariale
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Regola del vantaggio comparato
NOTA: con riferimento ai dati riprodotti nelle tabelle precedenti, vediamo che il bene 1 è quello in cui il paese A presenta il massimo vantaggio comparato, e quindi ci aspettiamo che il paese esporti almeno questo bene. Quindi i salari monetari devono essere tali da non «cancellare» questo vantaggio. Se questo non è così lo scambio non è più possibile.
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Il ruolo del tasso di cambio
… salari in moneta nazionale Supponiamo PMLFi < PMLHi svantaggio tecnologico di F nella produzione di i Un aumento dei salari in H può essere compensato da una svalutazione del tasso di cambio – riduzione di E – in modo da preservare il vantaggio comparato di H nella produzione del bene i Una riduzione dei salari in H è equivalente ad una riduzione di E svalutazione interna contro svalutazione esterna
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Per confrontare i prezzi nei due paesi dobbiamo introdurre il tasso di cambio
Al tasso di cambio R/E = 77, l’Italia esporta in India i beni D ed E e importa i beni A, B, C Se la rupia si deprezza, l’Italia importerà anche il bene D Se l’euro si deprezza, l’Italia esporterà i beni C, D ed E, mentre il bene B non sarà oggetto di scambio
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Modello con due beni, N paesi
L’estensione al caso di due beni, N paesi è immediata e richiede solo un breve accenno La tabella mostra i prezzi, in valuta comune di due beni, X e Y, prodotti in cinque paesi, A, B, C, D ed E Per ogni paese è indicato il prezzo relativo dei due beni, compreso tra 1 e 5. Il paese A presenta il massimo vantaggio di prezzo, il paese E è il più caro per quanto riguarda il bene X e il più a buon mercato per quanto riguarda il bene Y. Il pattern di scambio dipende dal prezzo relativo che si fissa nei mercati internazionali; chiaramente affinché lo scambio sia possibile, il prezzo relativo mondiale deve collocarsi all’interno dell’intervallo dei prezzi prevalenti nei diversi paesi Se il prezzo relativo internazionale è pari a 3, i paesi A e B esporteranno il bene X nei paesi D ed E in cambio del bene Y. Il paese C in questo caso non partecipa allo scambio perché la ragione di scambio internazionale coincide con i suoi prezzi interni. Se il prezzo relativo mondiale fosse pari a 2 il paese A esporterà il bene X in tutti gli altri paesi, ad eccezione di B che non partecipa allo scambio.
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Da che cosa dipende il tasso di cambio
Da che cosa dipende il tasso di cambio? Questo è uno dei temi dell’economia monetaria internazionale e della politica economica internazionale. Qui possiamo osservare che, dato che ipotizziamo che gli scambi internazionali devono essere in equilibrio (valore delle esportazioni = valore delle importazioni) il tasso di cambio dovrebbe collocarsi a quel livello che permette l’equilibrio della bilancia commerciale. Ad esempio – esaminando il caso di cinque beni, 1, 2, 3, 4, 5, e due paesi, A, B, - supponiamo che ad un certo tasso di cambio un paese A esporti i beni 4 e 5 ed importa i beni 1, 2, 3. Se il valore delle importazioni supera quello delle esportazioni la valuta di A tende a deprezzarsi e il paese potrà esportare di più e correggere lo squilibrio commerciale, mentre B vedrà diminuire le propri esportazioni. In definitiva, quando il saldo commerciale sarà in equilibrio conosceremo il tasso di cambio di equilibrio al quale potremo valutare i vantaggi comparati dei diversi paesi. La teoria del tasso di cambio di equilibrio stabilisce che il tasso di cambio di equilibrio è quel tasso che determina un saldo commerciale nullo.
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