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La decisione di migrare
Il caso del Brain Drain e il dibattito in Italia
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Il problema dell’autoselezione
Perché i salari attesi dai migranti differiscono tra individui e paesi? È un problema già incontrato (capitale umano) quando abbiamo esaminato l’effetto delle competenze sul rendimento del lavoro: un insieme di istruzione formale e abilità Nei paesi di origine e destinazione sia per il livello medio dei salari che per la remunerazione delle competenze. Immaginiamo che le competenze siano trasferibili tra paesi e che il salario medio () sia aumentato del rendimento (σ) collegato alle competenze (s) per ogni individuo (i) nei due paesi (p):
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La disuguaglianza connessa alle migrazioni
Il livello delle competenze diversifica pertanto i salari che possono essere molto disuguali se le remunerazioni delle competenze sono elevate o molto compressi se sono basse e quindi riprendendo l’espressione iniziale della decisione di emigrare: La possiamo riscrivere: Quindi ora la decisione di migrare si complica perché tiene conto della differenza nelle competeenze
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L’effetto delle competenze
Abbiamo già visto l’effetto dei differenziali salariali e dei costi sulla decisione migratoria, vediamo ora le competenze, immaginando che i salari medi nel paese di origine e in quello di destinazione siano uguali (migrazioni tra paesi con un livello di sviluppo economico simile): Se il paese di destinazione ha rendimenti delle competenze più elevati: i lavoratori del paese di origine saranno positivamente selezionati Se invece accade il contrario, allora si selezionerà negativamente l’immigrazione e gli individui con minori competenze troveranno più vantaggioso emigrare
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L’effetto delle competenze: saari medi diversi
Se al netto dei costi di migrazione i salari medi nel paese di destinazione sono superiori a quello d’origine, la direzione delle migrazioni non cambia, cambia invece l’intensità della selezione Avviene infatti che quando >0, l’ampiezza delle competenze per cui vi è convenienza ad emigrare aumenta e contemporaneamente diminuisce l’intensità delle competenze o livello medio delle stesse quando , mentre avverrà il contrario con
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L’analisi grafica I σD>σO I<0: Non migrano I>0: Migrano s
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L’impatto di una diminuzione dei redditi medi
Paese origine Paese destinazione I Paese origine σD σO s Selezione positiva Selezione negativa
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Il caso del Brain Drain e l’Italia
Un tema urgente e frequentemente dibattuto in Italia è quello della “fuga di cervelli” (brain drain), intesa come perdita da parte del Paese di capitale umano altamente qualificato, e della simultanea mancanza di brain circulation, cioè del flusso di cervelli da e per l’Italia con benefici importanti per il Paese. L’Italia si trova ad affrontare una duplice sfida: da un lato il preoccupante aumento del livello di qualificazione del capitale umano in uscita dal sistema Paese – in particolare la vera e propria diaspora di personale scientifico e tecnologicamente qualificato – con conseguente danno alla competitività nazionale. Dall’altro lato, vi è la scarsa capacità del sistema Italia di attrarre capitale umano qualificato dal resto del mondo. La perdita di talenti italiani, unita all’incapacità di attrarre cervelli stranieri, penalizza fortemente il Paese nel contesto di un mondo globalizzato che compete sempre più sulla base della conoscenza e dell’innovazione.
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Una definizione Con la locuzione brain drain – concetto meglio noto in Italia con l’espressione “fuga di cervelli” – “si intende definire il fenomeno di abbandono di un Paese a favore di un altro da parte di professionisti o persone con un alto livello di istruzione, generalmente in seguito all’offerta di condizioni migliori di paga o di vita” (Grubel, 1994), in aggiunta a migliori condizioni di attività professionale.
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Caratteristiche del Brain Drain nostrano
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Qual è la dimensione in Italia e quali i problemi?
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Principali destinazioni: USA, F,D,UK
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Le cause
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Lo scarso investimento in R&S
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Quanto ci costa?
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L’impatto economico per l’Italia
Il 10% del PIL italiano!
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Gli italiani vogliono realmente tornare?
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Le politiche: l’incentivo fiscale
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Le politiche di ritorno funzionano?
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Perché le politiche non hanno avuto effetto?
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E più in generale….
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L’incentivo non basta!
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Cosa fanno gli altri paesi?
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E negli altri Paesi?
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In conclusione
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