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Sistema pensionistico
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Forme di pensioni Per pensione usualmente si fa riferimento alla pensione di vecchiaia che sono trasferimenti a favore di coloro che hanno cessato l’attività lavorativa per limiti di età. Esistono però altre forme dipensioni: Pensioni di anzianità o anticipate percepite da coloro che non hanno raggiunto il limite d’età stabilito per legge ma hanno maturato il minimo di contribuzione previsto dalla legge; Pensioni per i superstiti, pagate al coniuge o ai figli superstiti di lavoratori deceduti; Pensioni di invalidità, pagate a soggetti la cui capacità lavorativa si è ridotta per motivi civili o di lavoro; Pensioni sociali, pagate a soggetti che hanno raggiunto una certa età, privi di mezzi di sostentamento, indipendentemente dal fatto che abbiano lavorato.
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Pensioni di vecchiaia Dal punto di vista economico bisogna distinguere tra pensioni a carattere assicurativo e pensioni che hanno carattere di trasferimento di tipo assistenziale (pensione sociale e forme pensionistiche collegate a particolari eventi come guerra, invalidità) In quanto segue analizzeremo solo le pensioni di vecchiaia Dal punto di vista del singolo lavoratore , la pensione di vecchiaia ha la funzione di consentire il trasferimento di parte del proprio reddito dal periodo del lavoro a quello di inattività della vecchiaia. Tale trasferimento, nel caso del sistema pensionistico pubblico, avviene mediante l’imposizione di un risparmio di tipo forzoso che si realizza mediante il prelievo di un’imposta, i contributi sociali, commisurati alla remunerazione unitaria In un’economia di mercato tale funzione può essere realizzata attraverso il risparmio individuale sottoscrivendo una polizza assicurativa privata.
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Ragioni dell’intervento pubblico efficienza
I motivi che giustificano l’intervento pubblico dal lato dell’efficienza hanno una limitata validità; possiamo citarne alcuni: Fallimento dei sistemi assicurativi privati dovuto al rischio inflazione che colpendo tutti i soggetti non può essere assicurato da un’impresa privata; possibilità di creare una forma di assicurazione interegenerazionale: le generazioni colpite da eventi negativi (guerre , grandi inflazioni..) dividono il rischio con le generazioni successive; presenza di esternalità negativa nel caso in cui un gruppo rilevante della società non si mostri sufficientemente previdente per pensare alla propria vecchiaia; tale comportamento potrebbe creare un ambiente degradato dalla miseria e dalla povertà
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Ragioni dell’intervento pubblico equità
Le ragioni più importanti della gestione pubblica dei sistemi pensionistici sono di tipo etico-equitativo e si possono così sintetizzare: La previdenza per la vecchiaia e le forme di tutela dell’invalidità possono essere viste come un bene di merito, ossia uno di quei casi in cui lo stato esercita un ruolo paternalistico nei confronti dei cittadini correggendo comportamenti imprudenti «miopi» come accumulazione di risparmio individuale insufficiente a garantire una pensione; La gestione di un sistema pensionistico pubblico di solito assume la forma del sistema a ripartizione in cui è insito un principio etico di solidarietà tra le generazioni
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Modelli organizzativi del sistema pensionistico sistemi a ripartizione e capitalizzazione
La distinzione più importante è tra sistema a capitalizzazione e sistema a ripartizione Il sistema a capitalizzazione adotta un criterio attuariale simile a quello delle assicurazioni private. Ciascun lavoratore versa contributi, obbligatori o volontari, presso istituti assicurativi o fondi pensionistici, che sono pio impiegati nel mercato finanziario Il montante di questi investimenti finanziano le prestazioni pensionistiche, ossia i contributi di oggi capitalizzati pagano le pensioni di domani; la soluzione è individuale. Il sistema a ripartizione richiede un accordo sociale tra individui che appartengono a diverse generazioni. Sulle retribuzioni di coloro che sono occupati vengono effettuati prelievi che finanziano le pensioni di coloro che nello stesso periodo hanno abbandonato l’attività lavorativa. Questa operazione è socialmentesostenibile solo se si dà ai lavoratori di oggi la garanzia che le loro pensioni saranno finanziate dai lavoratori di domani
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Modelli organizzativi del sistema pensionistica prestazione definita e a contribuzione definita
Una seconda importante caratteristica di un piano pensionistico riguarda il grado di certezza, al momento della sottoscrizione del piano, della misura della contribuzione e della prestazione. Si distinguono, sotto questo profilo, sistemi a prestazione definita (BD) e sistemi a contribuzione definita (CD) Nei sistemi CD i soggetti pagano premi o versanno contributi obbligatori in misura certa e ottengono una prestazione che non è invece definita con certezza nella sua misura. Nei sistemi BD invece le caratteristiche della prestazione sono conosciute sin dal momento in cui il soggetto aderisce al piano pensionistico. I sistemi a capitalizzazione offerti dalle assicurazioni private sono di tipo CD mentre i sistemi a ripartizione sono di tipo BD
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Implicazione macroecomica dei sistemi pensionistici
Indipendentemente dal sistema organizzativo scelto, la spesa pensionistica per una data economia in un dato periodo di tempo è un trasferimento di risorse a favore di una parte della popolazione, gli anziani, che deve essere prelevato dal valore aggiunto prodotto in quello stesso periodo. La scelta dell’uno o dell’altro sistema determina la definizione dei diritti che i membri della collettività hanno sul prodotto di un dato anno. Con il sistema di capitalizzazione il diritto dei pensionati a disporre di parte del prodotto realizzato quando sono a riposo si fonda sulla proprietà di titoli di credito; il loro sostentamento è, in termini reali, soddisfatto da coloro che hanno in passato preso a prestito il loro risparmio. Con il sistema di ripartizione, invece, il diritto ad una parte del prodotto si basa su una legge dello stato e deve essere finanziato da entrate pubbliche che solitamente sono i contributi sociali. Il sostentamento dei pensionati è soddisfatto dai contribuenti e, data la natura del prelievo, dal fattore lavoro.
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Confronto tra sistemi in un modello a generazioni sovrapposte
Assunzioni del modello: la società ècomposta in ogni periodo solo da due generazioni, i giovani (lavoratori) e gli anziani (pensionati). Ciascun individuo vive per due periodi il primo periodo è dedicato al lavoro, il secondo al riposo. il tasso di interesse reale r (uguale a quello nominale data l’ipotesi di assenza di inflazione) è costante; La popolazione, N, cresce al tasso n per periodo: Nt+1=Nt(1+n) I giovani lavorano e percepiscono un salario relativo all’intera loro vita lavorativa pari a W; la produttività media del lavoro cresce ad un tasso costante u ed il tasso di crescita dei salari reali è pari al tasso di crescita della produttività Wt+1=Wt(1+u) (la quota del reddito che affluisce ai lavoratori è costante); sul salario è effettuato un prelievo (contributo sociale) con aliquota s.
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Confronto tra sistemi in un modello a generazioni sovrapposte
Un primo confronto tra i due sistemi consiste nel verificare quali dei due, a parità di aliquota contributiva, è in grado di fornire una pensione procapite Pt più elevata. Consideriamo il sistema a capitalizzazione. All’inizio del periodo t il monte salari è pari a WtNt da cui viene effettuato un accantonamento pari a sWtNt. Questo accantonamento è impiegato al tasso d’interesse r e garantirà nel periodo t+1 un monte pensioni pari a MP=sWtNt(1+r). La pensione che i giovani nel periodo t potranno godere quando saranno vecchi nel periodo t+1 è
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Confronto tra sistemi in un modello a generazioni sovrapposte
Nel sistema a ripartizione il monte salari nel periodo t+1è direttamente utilizzato per pagare le pensioni dei vecchi esistenti. Il monte pensioni sarà uguale a MP=sWt+1Nt+1 dato che nel periodo t+1 ci sono Nt+1 lavoratori attivi. Tenendo presente che il tasso di crescita della forza lavoro è pari a n e che il tasso di crescita del salario è pari a u, la crescita del prodotto nazionale sarà pari a g=(1+n)(1+u) che può essere approssimato con g=n+u ossia la somma del tasso di crescita della forza lavoro e del tasso di crescita della produttività media del lavoro. La pensione procapite per i vecchi presenti in t+1 è data da
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Confronto tra sistemi in un modello a generazioni sovrapposte
I due sistemi, a parità di aliquota contributiva, garantiscono la stessa pensione procapite, se il tasso d’interesse r è uguale al tasso di crescita del prodotto nazionale g ossia alla somma del tasso di crescita della forza lavoro, dato dal tasso di crescita della popolazione n, e del tasso di crescita della produttività media del lavoro u (se è verificata l’assunzione che il tasso di crescita dei salari è pari al tasso di crescita della produttività): r=g=n+u Se r>n+u , allora il sistema di capitalizzazione garantisce una pensione procapite superiore; Se r<n+u, il sistema di ripartizione garantisce una pensione procapite più elevata
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Fattori di crisi dei sistemi previdenziali sistema a ripartizione
I principali fattori di crisi del sistema a ripartizione sono: shoch esogeno di tipo demografico; il tasso di crescita della forza lavoro n, può ridursi a causa di i) aumento dell’età media e comtemporanea riduzione del tasso di natalità che comportano un aumento del numero dei pensionati sul numero dei giovani; ii) riduzione del tasso di occupazione che comporta una riduzione del numero degli occupati sulla popolazione attiva; shoch esogeno sulla produttività; la riduzione del tasso di crescita dell’economia e quindi della produttività comporta una riduzione el tasso di crescita dei salari u; rischio politico; il governo può modificare le regole di determinazione dei contributi e delle pensioni, per esempio aumentando l’aliquota contributiva e/o riducendo la pensione difronte a difficoltà di far quadrare il bilancio a causa degli shoch esogeni..
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Fattori di crisi dei sistemi previdenziali sistema a capitalizzazione
I fattori di crisi del sistema a capitalizzazione sono: shock esogeni sul mercato finanziario; il tasso d’interesse reale può subire riduzioni a causa di riduzioni del tasso nominale o aumenti del tasso d’inflazione; Asimmetria informativa tra il risparmiatore ed il gestore dei fondi che può generare comportamenti azzardati o anche fraudolenti (caso della società statunitense Enron)
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Sistema a ripartizione:retributivo e contributivo
I sistemi a ripartizione BD si distinguono in sistema retributivo e contributivo a seconda del criterio utilizzato per definire la pensione sistema retributivo; la misura della pensione è commisurata alla «retribuzione pensionabile» che può essere la retribuzione finale, la media del reddito di tutto il periodo di lavoro o solo degli anni migliiore, indicizzata per tener conto delle variazioni di prezzo. Questo sistema risponde all’obbiettivo di assicurare un tenore di vita simile a quello goduto durante l’attività lavorativa; sistema contributivo; la pensione è collegata all’ammontare dei contributi versati e l’intervento pubblico mira a vincolare i singoli ad un risparmio forzoso durante il periodo dell’attività lavorativa; la remunerazione di tale risparmio, a differenza dei sistemi a capitalizzazione privati, non è determinata dal tasso d’interesse di mercato ma è definita a priori dalla legge ed è quindi garantita dallo stato.
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Patti intergenerazionali
Tutti i sistemi pensionistici pubblici si basano su un patto tra generazioni che lo stato si impegna a garantire e che definisce le modalità con cui i soggetti partecipanti (lavoratori, pensionati, stato) assumono i rischi connessi alle prestazioni pensionistiche. Nei sistemi a ripartizione i trasferimenti di risorse tra generazioni sono determinati dalla differenza tra il tasso di remunerazione dei contributi versati che lo stato garantisce ai pensionati ed il tasso d’interesse reale di mercato; se il tasso di remunerazione dei contributi è superiore a quello di mercato allora è la generazione giovane che trasferisce risorse a quella anziana e viceversa quando la remunerazione riconosciuta sia inferiore al tasso di mercato;
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Patti intergenerazionali sistema a ripartizione BD
Con riguardo ai sistemi a ripartizione a prestazione definita (BD) è possibile distinguere tre tipi possibili di patti intergenerazionali: Tasso di sostituzione fisso (Sf). La pensione è una media della retribuzione pensionabile; questo è il patto previsto dal sistema retributivo. Il rapporto tra monte pensioni e monte salari è costante (P/W=k). Questo tipo di contratto risponde alla necessità di soddisfare il vincolo di carattere macroeconomico tra il complesso dei salari e delle pensioni. Dal punto di vista operativo tale patto implica che, una volta definita una riforma iniziale, periodicamente devono essere fatte verifiche sulla dinamica di tale rapporto e modificati i parametri previdenziali (sistema contributivo). Posizioni relative fisse (Prf). Resta costante il rapporto tra pensione procapite e retribuzioni procapite dei lavoratori al netto dei contributi sociali. Tale patto risponde all’obbiettivo di non modificare le posizioni reddituali relative dei lavoratori e dei pensionati.
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