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Università di Napoli Federico II Corso di storia sociale
a.a II semestre La via italiana al nucleare Prof.ssa Elisabetta Bini 5 aprile, 2017
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Da: P. Malanima, Le energie degli italiani. Due secoli di storia, 2013
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I primi passi del programma nucleare italiano
Tradizione nel campo della fisica nucleare (“Ragazzi di Via Panisperna”) 1946: Centro Informazioni Studi ed Esperienze (CISE). Sostenuto da gruppi industriali privati. 1952: Centro Nazionale Ricerche Nucleari (CNRN). Finanziato dallo stato e diretto da Francesco Giordani Idea che l’energia nucleare avrebbe permesso di superare la dipendenza da fonti energetiche estere (questione particolarmente importante per l’Italia).
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Atomi per la pace 1955: accordo bilaterale. Nuove forme di collaborazione USA-Italia, ma anche nuove forme di influenza. L’Italia è uno dei primi paesi a richiedere aiuti agli USA nell’ambito del programma Atomi per la pace. CNRN: richiede acqua pesante e materiale per la fissione, allo scopo di costruire un reattore.
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1955: missione di scienziati italiani a Washington, assieme al Primo ministro Mario Scelba.
Critica al progetto di legge sostenuto da Giordani. John Hall, della Atomic Energy Commission, offre agli italiani uranio arricchito, allo scopo di mantenere l’Italia dipendente da una tecnologia controllata dagli USA. Con l’accordo bilaterale, l’Italia ricevette acqua pesante, uranio arricchito e un reattore di ricerca che venne installato a Ispra.
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Avvio del programma nucleare italiano
Costruzione di tre centrali nucleari: Latina ( ) - UK Garigliano ( ) - GE Trino Vercellese ( ) - Westinghouse Caorso ( ) Realizzazione di vari centri di ricerca legati al nucleare: Ispra (poi Euratom) Casaccia (CNEN) Frascati Saluggia (Fiat, poi Sogin)
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Trino Vercellese Latina Garigliano
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E tuttavia… Sin dall’inizio: divergenze tra gruppi privati e pubblici.
Affermarsi della posizione dell’azienda elettrica Edison, anche grazie al sostegno USA ai gruppi privati. 1955: Giorgio Valerio, Direttore amministrativo della Edison, firma un accordo con la Westinghouse. La Edison fonda la Società Elettronucleare Italiana (SELNI) allo scopo di costruire una centrale nucleare a Trino Vercellese. Ma: opposizione del CNRN, in particolare di Felice Ippolito, Segretario generale del CNRN.
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Il Piemonte nucleare: Trino Vercellese e Saluggia
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Centrale di Trino Vercellese
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Centrale costruita tra il 1961 e il 1964.
Inizia a produrre energia elettrica nel Viene spenta nel 1990, tre anni dopo il referendum del 1987. : gestione della sicurezza del sito. 2000: passaggio alla Sogin (gruppo Fiat), per procedere allo smantellamento della centrale. Dal 2000: processo di smantellamento. Ma dove mettere le scorie?
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Rapporto con il territorio e la popolazione locale
Scelta del sito: legata alla presenza di un corso d’acqua, alla vicinanza a un grande centro industriale come Torino. Ma la storia è molto più complessa. Inizialmente: progetto di costruzione della centrale a Sestri Levante. Opposizione dei politici locali, della popolazione interessata alla pesca e allo sviluppo del turismo attenzione al tema della salute. Trino Vercellese: ruolo dei politici locali (DC) nel sostenere la costruzione di una centrale nucleare nel proprio territorio. Zona definita depressa: scarsamente abitata, ma non del tutto. Contesto sociale ed economico: risicoltura (mondine).
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Saluggia
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Società Ricerche Impianti Nucleari (Sorin), fondata nel 1956
Società Ricerche Impianti Nucleari (Sorin), fondata nel Azionisti: Fiat e Montecatini. Centro di ricerca nucleare e produzione di energia nucleare. Inizialmente: interesse della Fiat ad avere un reattore in grado di rifornire le proprie industrie a Torino. Successivamente: si specializza nel settore medico nucleare. Reattore fornito dagli USA - dalla American Machine and Foundry. Presenza di mano d’opera molto qualificata, anche internazionale, che si muove tra vari siti di ricerca nucleare - italiani ed europei. A livello locale: fascino per la modernità incarnata dall’atomo, ma anche paura.
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Energia per il Mezzogiorno
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Spaghetti radioattivi
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Nazionalizzazione dell’industria elettrica
Fine anni ‘50-primi anni ‘60: dibattito sulla nazionalizzazione dell’industria elettrica. Nesso con la creazione di governi di centro-sinistra (DC, PSI, PSDI). Reazioni da parte USA: Sostegno alla legge; Contro la nazionalizzazione di tutti i settori energetici, voluta dall’ENI.
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Creazione dell’ Ente Nazionale per l’Energia Elettrica (ENEL)
L’ ENEL decide di basarsi sul petrolio, non sull’energia nucleare. Perché? Contesto successivo alla crisi di Cuba, critica del nucleare. Accesso a grandi quantità di petrolio a basso costo. Accordi petroliferi tra USA e Italia, Sostegno del settore petrolchimico italiano (raffinerie)
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“Caso Ippolito” Dopo la creazione dell’ENEL: conflitto tra l’ENEL e il CNEN. 1963: Felice Ippolito viene accusato di illeciti nella gestione del CNEN. 1964: Ippolito viene arrestato. Conseguenze: declino degli investimenti pubblici nel settore nucleare. L’Italia diventa un caso anomalo nel contesto internazionale.
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Conseguenze del “caso Ippolito” sul nucleare italiano
Dipendenza dell’Italia da petrolio e gas importati dall’estero. Declino del CNEN (riduzione dei finanziamenti; i nuovi piani non vengono portati a termini; il personale qualificato lascia il proprio lavoro) Alcuni progetti: Centrale di Montalto di Castro Reattore PEC, Brasimone Centrale di Caorso Collaborazione con Superphénix Nuovi investimenti dopo la crisi petrolifera del 1973. Tuttavia: mancanza di sostegno da parte del governo; difficoltà a livello locale.
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Referendum sul nucleare, 1987
1987: Programma di sviluppo nucleare nazionale viene abbandonato 1990: le centrali nucleari vengono spente. Conseguenza: crescente dipendenza da petrolio e gas importati dall’estero. Monopolio di ENI ed ENEL, nonostante la privatizzazione dei primi anni ‘90.
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