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1. Dal fordismo al postfordismo

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Presentazione sul tema: "1. Dal fordismo al postfordismo"— Transcript della presentazione:

1 1. Dal fordismo al postfordismo
Tesi: una trasformazione dei modelli di organizzazione del lavoro implica anche una trasformazione sociale e politica; La transizione: Fordismo-taylorismo (Henry Ford e Frederick Taylor) Postfordismo-toyotismo (Toyota) Possibile critica: gli elementi di continuità tra i due modelli prevalgono su quelli di rottura.

2 2. Il fordismo Eredita parte dei suoi caratteri dal secolo precedente (XIX) ma si sviluppa nella sua forma “classica” in un paese (gli Stati Uniti) e in un settore (l’automobile) che rappresentano i simboli del capitalismo contemporaneo Figlio della Seconda Rivoluzione Industriale ?

3 2.1. Dalla prima alla seconda Rivoluzione industriale
Inghilterra Vapore Carbone Cotone Industria tessile Ferrovia Stati Uniti Elettricità Petrolio Acciaio Industria chimica Automobile, aereo

4 3. Il contesto storico del fordismo
Sviluppo tecnologico, miglioramento delle condizioni di vita, urbanesimo, la “rivoluzione alimentare” (seconda metà del XIX secolo) Nascita dei diritti politici e sociali Conquiste dei lavoratori: assicurazioni contro gli infortuni (Germania, 1883) diminuzione dell’orario di lavoro, divieto del lavoro minorile; Passaggio dallo Stato liberale (minimo) allo Stato sociale

5 Il fordismo e la storia DAL SECOLO BRITANNICO AL SECOLO AMERICANO Gramsci e i “pensionati della storia economica” europea; Soltanto negli Usa, era possibile una razionalizzazione della produzione attraverso la COAZIONE (es. Pinkerton) e CONSENSO (alti salari e propaganda dell’american way of life)

6 Il fordismo e la società
Rigida separazione tra tempo di vita e tempo di lavoro (8/8/8; Gramsci e il proibizionismo USA) “Totale integrazione del proletariato nel rapporto salariale” (Alain Bihr): Scomparsa della produzione domestica (la famiglia come unità di consumo) Imposizione di uno standard medio di consumo Il “salario indiretto” garantito dallo Stato

7 Il fordismo e la «società del lavoro»
La fabbrica: modello per la totalità delle relazioni sociali Dall’organizzazione del lavoro all’organizzazione della società I lavoratori dell’industria come simbolo della «classe operaia» (a dispetto dei numeri)

8 Highland Park (Michigan), 1913
Catena di montaggio Linea di assemblaggio motorizzata che metteva in serie tutte le fasi del processo produttivo Standardizzazione e ripetitività dei compiti Riduzione delle incertezze e cause di disturbo Enorme aumento della produttività FORD MODELLO T

9 Alcuni numeri del modello T
140 assemblatori in una linea lunga 150 piedi (45 metri) Tempo necessario alla produzione di un veicolo: da 12h 30’ a 5h 50’ Operai pagati 5 dollari al giorno (quasi il doppio) per lavorare un’ora in meno, con solo due giorni di formazione! Le prime vetture costavano 850 dollari contro una media di 2/3000 dei concorrenti Prodotti oltre 15 milioni di esemplari fino al 1927 Tra il 1915 e il 1925, metà di tutte le auto in circolazione negli Usa erano Ford modello T

10 I tre principi di Highland Park
Il lavoro deve andare al lavoratore, non viceversa Il lavoro possiede una sequenza ordinata e specifica, tale che ogni attività successiva è la continuazione della precedente Ogni attività può essere scomposta fino alle sue componenti più semplici

11 Il fordismo e i lavoratori
Meglio gli uomini sposati e con figli che i singles; Licenziamenti ad nutum e alto turn over; Sul lavoro gli operai non potevano parlare tra loro; Non si poteva bere neppure fuori dall’orario di lavoro

12 Il fordismo e i sindacati
Investigatori privati per lottare contro 1) la «depravazione alcolica e sessuale»; 2) tentativi di sindacalizzazione. BATTLE OF THE OVERPASS26 MAY 1937

13 Henry Ford “Gli uomini lavorano per due
“Gli americani possono scegliere una Ford del colore che vogliono, purché sia nero” “Gli uomini lavorano per due ragioni: una è la paga, l’altra è la paura di perdere il posto di lavoro” “Tutto ciò che si produce si vende” “Se i prezzi sono abbastanza bassi, si troveranno sempre compratori. Questa è una delle verità elementari del mondo economico”

14 Ford e Keynes “Lo scopo della politica dei 5 dollari per 8 ore al giorno non è solo assicurarsi un atteggiamento cooperativo dei lavoratori relativamente alla disciplina necessaria per l’efficacia del sistema delle linee continue di assemblaggio, ma è anche fornire ai lavoratori un reddito e un tempo libero sufficiente per consumare i prodotti realizzati dalle grandi imprese in quantità crescenti”.

15 e lo scientific management (1911)
Frederick Taylor e lo scientific management (1911) Selezione scientifica degli operatori Time and motion studies, in cerca dell’ ONE BEST WAY Separazione tra pianificazione, analisi, decisione ed esecuzione Eliminazione di ogni “disturbo”

16 Taylor e i “pigri per natura”
“Ben difficilmente si trova in uno stabilimento un solo operaio, sia egli impiegato a giornata, a cottimo, a contratto, oppure in base a qualunque altro criterio, che non dedichi gran parte del proprio tempo a studiare fino a qual punto egli può rallentare il ritmo di lavoro, dando pur sempre l'impressione di lavorare a un ritmo soddisfacente”. GRAMSCI e i «gorilla ammaestrati»

17 Il fordismo e la fabbrica
Produzione di beni di consumo di massa Scientific management (TAYLOR) + catena di montaggio (FORD) = aumento di produttività Impresa a forte integrazione verticale (controllo diretto da monte a valle della più ampia porzione possibile del processo produttivo) = meno disturbi esterni ma costo elevato

18 4 caratteri del fordismo
La filosofia della CRESCITA: 1. Carattere illimitato del mercato e primato della produzione; 2. ricorso sistematico all'economia di scala; 3. concezione dualistica (conflittuale), della fabbrica e della produzione; 4. Territorializzazione del capitale in una dimensione nazionale.

19 1. Il mercato “infinito” Gli unici limiti sono dettati dalle capacità produttive (tra cui la forza lavoro); L’unico altro limite è dato dal potere d'acquisto (la domanda), ossia è possibile uno squilibrio tra produzione crescente e salari stagnanti (crisi di sovrapproduzione) ma è un limite esterno, rimuovibile.

20 1. Il mercato infinito LA PRODUZIONE PRODUCE IL MERCATO, ovvero:
«tutto ciò che si produce si vende», (Ford). L’offerta predomina sulla domanda Fondamentale è la progettazione del prodotto (su una lunga scala temporale) La razionalità tecnica e pianificatrice della fabbrica può essere estesa e replicata in quell’unità sociale più ampia che è la società (e la politica?)

21 2. L’economia di scala (ovvero, neutralizzare i costi, dilatando i volumi)
Se la quantità è infinita, i costi sono pari a zero! Di qui: il gigantismo degli impianti, la centralizzazione delle operazioni le vaste aree improduttive: scorte e tempi di attesa enormi fino al 20-30% di lavoratori non direttamente impegnati nella produzione FIAT - Mirafiori

22 2. Economia di scala 1. Tempi lunghi dalla progettazione del prodotto alla sua realizzazione Interventi di processo erano in parte sottratti al controllo di produttività 2. Il principio organizzativo della fabbrica fordista era di tipo burocratico-militare: gerarchie aziendali di tipo militare; strutture rigide e piani immodificabili nel breve periodo; modello di decisione autoritario (top-down)

23 3. Concezione dualistica (conflittuale) della produzione
Nella fabbrica si confrontano due entità portatrici di interessi naturalmente contrapposti «Gli uomini lavorano per due ragioni…» (Ford) Gli operai «pigri per natura»: Taylor) L’atto produttivo è l’esito di una lotta (tra il potere di direzione dell’imprenditore e la legittima resistenza del lavoratore)

24 3. Concezione dualistica della produzione
L’analisi di Gramsci in Americanismo e fordismo (22° quaderno dal carcere, 1934) Il fordismo non è solo un modo di produzione di merci, ma il tentativo di creare “un tipo nuovo di lavoratore e di uomo” (vedi il proibizionismo, l’incoraggiamento alla monogamia, il controllo pervasivo di ogni aspetto della vita, incoraggiato da Ford) Fascismo e fordismo come due diverse reazioni (una regressiva, la seconda razionale) delle classi dominanti alla “crisi organica” del capitalismo.

25 4. La territorializzazione del capitale
Il grande stabilimento è vincolato allo spazio, (e dunque il capitale al territorio) >>> Nazionalismo economico Il presidente della GM, Wilson (e Valletta per la Fiat): “Ciò che è bene per la GM, è bene per gli Usa” Lo spazio dell'economia e lo spazio della politica coincidono Industrie nazionali «strategiche» e mercati stranieri da conquistare (dimensione politica del conflitto industriale; redistribuzione delle risorse)

26 E poi... The Seventies! -1971, abbandono di Bretton Woods (1944) , Rapporto sui limiti dello sviluppo (Club di Roma) , crisi petrolifera , politiche di stop dei «paesi di vecchia immigrazione» , fine guerra del Vietnam STAGFLAZIONE (inflazione + disoccupazione) : Thatcher, Reagan e il «Volcker shock»

27 Un passaggio di paradigma?
Dalla filosofia della crescita alla consapevolezza del limite Separazione tra sviluppo e crescita: il capitale deve imparare a svilupparsi SENZA crescere Dal 5% annuo di crescita mondiale (50-70), al 3,4% (80), allo 0,9% (90) nonostante la produttività abbia continuato a crescere al 4% (e alcune realtà come la Cina sono cresciute per anni a un tasso dell’8-10%) Aumento della competizione internazionale (globalizzazione commerciale, produttiva, finanziaria)


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