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CORSO DI LAUREA ORGANIZZAZIONE e AMMINISTRAZIONE A.A. 2017-2018
PSICOLOGIA DEI GRUPPI E COMUNICAZIONE (9 CFU, h.54) Marina Mura Ricevimento: mercoledì dalle ore alle presso lo studio (n.18, I piano Via Sant’Ignazio 78) o per appuntamento tel Skype: cagliari134
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Obiettivi generali del Corso
conoscenze di base di Psicologia sociale relative alle caratteristiche e dinamiche dei gruppi, con particolare attenzione alla comunicazione in presenza e mediata; capacità di analisi e comprensione di Sé (identità, autostima e comportamento) e di fenomeni sociali gruppali; capacità comunicative in presenza e mediate in setting interpersonali e gruppali frequentati, anche al fine di aumentare il successo accademico abilità riflessive e di auto-regolazione adeguate a sviluppare atteggiamenti pro-sociali, di apertura al cambiamento e di apprendimento continuo (deuteroapprendimento) Abilità/competenze comunicative e relazionali indispensabili nelle professioni direttivo-manageriali
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Prerequisiti cultura generale: livello di diploma di scuola media superiore capacità di interpretare adeguatamente testi a livello universitario abilità comunicative e sociali di un giovane adulto
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Contenuti Introduzione alla prospettiva psicologico-sociale: i paradigmi I gruppi: definizioni e accezioni “macro” e “micro” Gruppi d’appartenenza e identità sociale Il piccolo gruppo psicologico: caratteristiche, dinamiche e funzioni applicative nel mondo del lavoro La leadership I conflitti inter-gruppi, il pregiudizio e la sua riduzione (febbraio-marzo) Comunicazione e cambiamento: aspetti generali Comunicazione e cambiamento: formazione e attitudine al cambiamento Comunicazione nei gruppi in presenza e mediati (i social network): dinamiche, opportunità, criticità (maggio)
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Metodi Didattici L’insegnamento viene erogato seguendo un modello costruttivista: lezioni dialogate (in aula) in modalità interattiva ed esercitativa: lo sviluppo delle conoscenze sarà perseguito presentando i contenuti con l’ausilio di slide che saranno messe a disposizione prima della lezione le abilità e gli atteggiamenti saranno sviluppati con esercitazioni, lavori di gruppo e test, anche on line; segnatevi fatti o situazioni che vi colpiscono e ne discuteremo uno a lezione Nel corso delle lezioni vi saranno simulazioni della prova finale, in genere al termine di ogni blocco tematico
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Frequenza: data la novità della disciplina all’interno del curricolo e la presenza di obiettivi formativi relativi ad abilità e atteggiamenti, la frequenza è auspicata in quanto le esercitazioni saranno parte integrante e fondamentale della possibilità stessa di sviluppare le competenze indicate; chi fosse impossibilitato a frequentare deve concordare un programma di attività con la docente Calendario La didattica erogata si articola in 27 incontri di 2 ore ciascuno Febbraio Marzo Maggio
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Verifica dell'apprendimento
Valutazione e criteri di attribuzione del voto finale: prova scritta strutturata (30 domande a risposta multipla con tre «distrattori» con risposte parzialmente o totalmente false) per l’accertamento delle conoscenze (prova intermedia?) prova orale: per l’accertamento delle capacità di analisi e applicative e comunicativa (padronanza espressiva e del linguaggio specifico; capacità di applicare le conoscenze e di istituire collegamenti tra i vari argomenti del programma) Ogni prova incide per un mezzo rispetto al punteggio finale in trentesimi Volete una prova intermedia?
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Testi obbligatori per l’esame
Liciardello, O. (2015). I gruppi. Aspetti epistemologici e ricadute applicative. Milano: FrancoAngeli Riva, G. (2016). I social network. Bologna: Il Mulino Materiali che verranno consigliati e distribuiti durante il Corso e che saranno resi disponibili nella copisteria di via Sant’Ignazio, 78
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Brainstorming
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La nascita della Psicologia
La seconda metà dell’Ottocento segna generalmente l’inizio del cammino scientifico della Psicologia In pieno Positivismo, Wilhem Wundt ( ) inizia lo studio scientifico del comportamento umano 1879: per affermare l’indipendenza della Psicologia dalle Scienze biologiche fonda il primo laboratorio di psicologia sperimentale studia, con una prospettiva elementarista e attraverso l’introspezione, la psicofisiologia dei sensi, i tempi di reazione, la psico-fisica e l’associazione mentale
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La nascita della Psicologia
William James ( ) fonda ad Harvard un laboratorio in cui studia la vita mentale pensieri, sensazioni ed esperienze rendono consapevoli del mondo fisico, esistente nello spazio e nel tempo VITA MENTALE
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Quanti anni ha?
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Un’altra versione…
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Le linee orizzontali sono dritte?
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Quale delle due linee verticali è più lunga?
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Quale dei due cerchi centrali è più grande?
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Conta i pallini neri
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Cosa vedi?
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Cos’è?
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Proviamoci! Regole: Collegare tutti i 9 puntini Usare solo 4 linee
Non staccare la penna dal foglio Proviamoci!
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La soluzione: “uscire” dal quadrato!
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I paradigmi: la Gestalt
Paradigma gestaltico (inizi del 1900) La percezione si realizza per gestalt o “forma” in antitesi agli studi elementaristi wundtiani dimostra che la qualità della gestalt non è la somma degli elementi, ma l’esito delle relazioni tra di essi
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la qualità del percepito (gestalt) è l’esito delle
relazioni tra di essi uno stesso elemento inserito in totalità diverse assume caratteristiche diverse la regola vale per la percezione, l’apprendimento, il ricordo, l’atteggiamento, il ragionamento e l’azione (Kohler, 1947) la realtà è fenomenica o percepita (soggettiva) e non corrisponde a quella fisico-materiale (oggettiva o misurata con strumenti)
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La Gestalt Le capacità neurofisiologiche e le esperienze culturali organizzano il percepito secondo regole (Wertheimer, 1923) rapporti dinamici figura-sfondo gli elementi “vicini”, “somiglianti”, con una “buona continuazione” (si percepiscono come un unico elemento gli elementi in continuità di forma), “chiusi”, “pregnanti” (armonici, simmetrici, semplici) producono gestalt evidenti, coerenti e solide o belle forme
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RELAZIONE FIGURA-SFONDO
GESTALT RELAZIONE FIGURA-SFONDO La dinamica figura-sfondo è prodotta da: il margine individuato da una linea chiusa costituisce una “forma” e la fa emergere dal resto, lo “sfondo” che appare sottostante la figura il colore scuro, la convessità dei margini e una minore grandezza sono capaci di far emergere una figura sullo sfondo L’attenzione indotta dall’interesse e la cultura orientano la dinamica insieme alle caratteristiche della figura
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I paradigmi: il Comportamentismo
Contemporaneamente alla psicologia della Gestalt, nasceva negli USA l’altra grande scuola di psicologia: il Comportamentismo (John Broadus Watson, 1913): un settore delle scienze naturali, sperimentale, che ha lo scopo di prevedere e controllare il comportamento il comportamento è l’insieme delle risposte muscolari e/o ghiandolari, osservabili “intersoggettivamente” la disciplina deve essere ancorata al metodo scientifico quindi rifiutare l’introspezione e il colloquio
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il Comportamentismo l’apprendimento per prova ed errori ed il condizionamento classico sono i precursori del modello comportamentista: l’organismo e la mente sono una scatola nera (black box) non-conoscibile gli unici elementi osservabili sono lo “stimolo” (“S), presente e osservabile nell’ambiente, e la “risposta” (“R”), emessa dall’organismo nella loro associazione: solo tale associazione può essere oggetto di studio.
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il Comportamentismo Anche le emozioni sono apprese per associazione S-R: il caso del piccolo Albert, sequenze: Albert giocava solitamente con un topolino senza alcun timore viene associata la presentazione del topolino con un forte rumore che spaventa il bambino il bambino manifesta una grande paura per i topi (apprendimento per condizionamento): il rumore è uno stimolo incondizionato in grado di provocare una risposta diretta di paura verso un oggetto diverso (il bambino è stato condizionato ad avere paura anche del topolino) successivamente a causa del meccanismo di generalizzazione dello stimolo, anche ad altri oggetti aventi simili caratteristiche produrranno in Albert paura
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il Neocomportamentismo
Il più importante tra i comportamentisti, Skinner ( ), inserì la distinzione tra: comportamenti rispondenti, esito di riflessi innati o di condizionamento classico (S-R) comportamenti “operanti”, frutto di associazioni S-R, in cui l’associazione è modulata dal “rinforzo” (Rinforzo-Risposta) Il modello proposto portò ad un fortunato studio di tecniche psicologiche (apprendimento, psicoterapia) di induzione o inibizione di risposte al fine di produrre o controllare i comportamenti che ancora informa diversi campi di ricerca e pratica psicologica
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I paradigmi: la Psicoanalisi (Freud 1856-1939)
La Psicologia è Freud analisi psichica chiamata nel 1896 Psicoanalisi. La prospettiva è totalmente opposta a quella comportamentista: ciò che viene indagato sono i processi psichici come motori del comportamento La psicopatologia e i processi psichici normali, essendo in continuità, mettono in evidenza l’esistenza di forze pulsionali, ovvero l’energia che permette all’individuo di adattarsi alla realtà e che funzionamento secondo due principi: il principio di Piacere; il principio di Realtà
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I paradigmi: la Psicoanalisi (Freud 1856-1939)
L’apparato psichico è strutturato in tre istanze: l’ ES, la dimensione inconscia serbatoio delle pulsioni (sessuali, aggressive, di auto-conservazione, ecc..) energetiche il Super IO, parzialmente inconscio, svolge le funzioni di “censore” (coscienza morale, idealità, auto-osservazione, ecc..) nei confronti dell’ IO l’IO, media tra gli impulsi libidici dell’Es e le istanze censorie del Super Io, così come richiesto dalle esigenze della realtà esterna
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I paradigmi: la Psicoanalisi (Freud 1856-1939)
L’organizzazione psichica individuale: è il frutto della dinamica tra principio del piacere (fronte interno dell’Io, gestito dall’Es) e principio della realtà (fronte esterno dell’Io: le richieste dell’ambiente) può essere interpretata o “ricostruita”, mettendo in luce soprattutto la dinamica della rimozione, attraverso il transfert, le libere associazioni, l’analisi dei sogni, dei lapsus, dei motti di spirito, degli atti mancati La Psicoanalisi non è considerata scientifica perché non-falsificabile
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I paradigmi: il Cognitivismo
Negli anni ’60 del Novecento, psicologi, anche comportamentisti, come Miller, Galanter, Primbram, misero in discussione i modelli comportamentisti rifacendosi alla teoria dell’informazione e alla cibernetica: lo studio deve riguardare i processi cognitivi che avvengono in una mente che funziona come un computer
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I paradigmi: il Cognitivismo
i processi cognitivi sono strutturati per unità TOTE (Test-Operate-Test-Exit) e producono i comportamenti sono costituiti da elaborazioni, immagazzinamenti, recuperi, ecc.. lo psicologo deve cercare di capire il software, o programma, che permette quei processi, senza preoccuparsi di studiare l’hardware, cioè la base fisica (il cervello)
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I paradigmi: la Psicologia culturale
Il padre della Psicologia Sperimentale, Wilhelm Wundt (1832 – 1920), ha messo le basi delle prospettive socio-psicologiche e interpretativo-osservative o culturali con la Völkerpsychologie ( ) o Psicologia dei popoli il laboratorio è adatto agli studi di Psicologia generale il laboratorio non può dare tutte le risposte necessarie agli studi psicologici: la Psicologia Sociale deve avere una base culturale, storica e comparata
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I paradigmi: la Psicologia culturale
la Völkerpsychologie: l’individuo ha natura intrinsecamente sociale e, poiché i processi mentali superiori non possono essere studiati sperimentalmente, psicologia individuale sperimentale e psicologia dei popoli devono essere considerate due discipline complementari. oggetto della psicologia sociale deve essere: ciò che gli individui appartenenti ad un popolo realizzano con le loro interazioni (la lingua, i miti, le tradizioni, ecc.) la base delle forme di associazione umana che risiede nella comunità culturale che educa e forma gli individui attraverso il linguaggio (prodotto della società)
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I paradigmi: la Psicologia culturale
Scuola storico culturale (Vygotskij, ) I processi cognitivi sono influenzati dal contesto socio-culturale Sviluppo: appropriazione dei significati della cultura da parte dell’individuo INTERIORIZZAZIONE DI FORME CULTURALI 41
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I paradigmi: la Psicologia culturale
La crisi (Mecacci, 2003) Il processo di moltiplicazione delle prospettive teoriche e degli ambiti di ricerca ha reso evidente la mancanza di unità della Psicologia e si cominciò a parlare di crisi Mecacci sottolinea la presenza di due posizioni: Buhler (1927): la Psicologia per essere Scienza deve mirare alla spiegazione dei fenomeni con metodo sperimentale Vygotskij (1931) si debba fare un’analisi storico-critica dei fondamenti teorici della Psicologia, valutarne i risultati applicativi e costruire un linguaggio proprio
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Analisi di un fatto di cronaca
I paradigmi Analisi di un fatto di cronaca Esercitazione Organizzarsi in coppie o piccoli gruppi di 3-4 Scegliere tra: individuare gli elementi salienti del fatto e riflettere su quale paradigma della Psicologia si è utilizzato scegliere un paradigma della Psicologia e individuare gli elementi salienti del fatto TEMPO: 20’
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I paradigmi: il paradigma delle scienze oggi
Approfondimento Dal sistema alla rete: come «guardare» un’organizzazione Tratto da F. Capra La rete della vita, 1997 Non c’è niente di più pratico di una buona visione complessa dei fenomeni
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Prospettiva complessa o sistemico-ecologica
Teoria generale dei sistemi (Von Bertalanffy, 1969) Teoria dei sistemi complessi (Taylor, 2005)
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Teoria generale dei sistemi (Von Bertalanffy, 1969)
Nella Fisiologia si passa da una prospettiva meccanicistica ad una sistemica sostituendo il concetto di «funzione» con quello di «organizzazione», caratterizzata da una «configurazione» e da «relazioni» «configurazione» e «relazioni» costituiscono uno SCHEMA ovvero una configurazione di relazioni ordinate
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connessioni, relazioni e contesto
Teoria generale dei sistemi (Von Bertalanffy, 1969) Organismi viventi e fenomeni sociali sono SISTEMI (un biochimico stabilì questa relazione e trasse il termine dal greco synestanai o «porre insieme) totalità integrate le cui proprietà essenziali derivano dalle relazioni tra le parti Pensare in maniera sistemica significa stabilire la natura delle «relazioni organizzanti» a tutti i livelli ovvero ragionare in termini di connessioni, relazioni e contesto
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TEORIA GENERALE DEI SISTEMI
Un SISTEMA è l’organizzazione di elementi in INTERDIPENDENZA reciproca Il sistema sopravvive e si sviluppa perché in esso fluiscono MATERIALI - ENERGIE - INFORMAZIONI
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Il sistemi funzionano secondo alcune LEGGI
TEORIA GENERALE DEI SISTEMI Il sistemi funzionano secondo alcune LEGGI L. della TOTALITÀ: il sistema non è la somma delle sue parti, ma è organizzato da interdipendenze per cui qualsiasi variazione minima del sistema modifica il sistema nella sua totalità e forma (modifica la configurazione): la causalità è di tipo circolare non lineare L. della RETROAZIONE: qualsiasi azione sul sistema produce feedback dallo stesso (II legge della termodinamica; entropia) f. positivi: modificano il sistema in modo strutturale, lo cambiano (modificano la configurazione: così funzionano i sistemi aperti – il caos è il massimo di e. positiva) f. negativo: ogni variazione è controllata per riportare il sistema alla situazione precedente (così funzionano i sistema chiusi – l’ordine perfetto è il massimo di e. negativa = morte, blocco di attività e scambi)
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TEORIA GENERALE DEI SISTEMI
LEGGI L. della CAPACITÀ DI COSTRUIRE MEMORIA: il sistema riconosce una situazione e vi reagisce in modo prevedibile con risparmio di energia perché ha acquisito informazioni (ha appreso) L. dell’ EQUIFINALITÀ: i dati finali di un sistema non sono prevedibili in modo deterministico (seguono una causalità circolare probabilistica) sulla base delle condizioni di partenza, ovvero da dati di partenza simili si possono produrre stati diversi da dati di partenza diversi si possono ottenere stati finali simili
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Dal sistema alla complessità
Caratteristica fondamentale dell’organizzazione degli organismi viventi formare strutture «annidate» o sistemi dentro sistemi ciascuno /ogni cosa o fenomeno è un tutto e parte di un tutto che lo comprende gli organismi vivono all’interno di sistemi sociali ed ecosistemi in relazione con livelli diversi di complessità e leggi diverse che regolano le relazioni organizzanti
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Paradigma della COMPLESSITÀ
Comprendere la complessità che caratterizza i sistemi, significa focalizzare: l’indissolubilità della relazione primaria tra sistema e ambiente ovvero la relazione biunivoca per la quale il sistema, per sopravvivere, scambia con l’ambiente materiali, informazioni, energia la crucialità della dimensione relazionale, ovvero della rete di interdipendenza tra gli elementi componenti il sistema la centralità dell’attore: il centro, perno, punto di convergenza della rete relazionale sono gli individui che sono sistemi che agiscono intenzionalmente sui e con altri sistemi la crucialità del cambiamento
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Paradigma della COMPLESSITÀ
I sistemi complessi sono caratterizzati dal cambiamento: la sua ineluttabilità è chiara per la relazione sistema-ambiente Il funzionamento dei sistemi complessi avviene nella relazione con un ambiente /contesto il cambiamento è permanente e strategico (i sistemi che non cambiano – entropia negativa- muoiono)
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Paradigma della COMPLESSITÀ
livelli diversi di complessità sono regolati da leggi diverse e diverse sono le relazioni organizzanti ad ogni livello di complessità i fenomeni mostrano proprietà emergenti, ovvero non presenti a livelli più semplici il sapore dello zucchero non è presente negli atomi di carbonio, idrogeno e ossigeno che lo compongono Simboli e linguaggi non sono presenti nella materia grigia cerebrale Le org. internazionali presentano livelli di complessità e proprietà emergenti diverse rispetto a quelle locali
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Paradigma della COMPLESSITÀ «proprietà emergenti»
livelli di maggiore complessità presentano «proprietà emergenti» ovvero non presenti ai livelli meno complessi che costruiscono/modificano forme e relazioni simboli e linguaggi sono proprietà emergenti delle inter-relazioni tra individui all’interno di gruppi sociali e organizzaioni (per es. gli Stati) caratteristiche e dinamiche dei sistemi sono proprietà emergenti delle inter-relazioni /comunicazioni che li producono e regolano
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Paradigma della COMPLESSITÀ «proprietà emergenti»
sezionare/analizzare un organismo/sistema significa distruggerne le «proprietà emergenti» non è possibile capire i sistemi con l’analisi degli elementi componenti: le proprietà delle parti possono essere comprese solo se si colgono le totalità/forme
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Paradigma della COMPLESSITÀ
La Natura è una trama complessa di relazioni in un tutto unificato «Gaia» Tre tipi di sistemi viventi organismi, parti di organismi, comunità di organismi legati da rapporti alimentari ovvero reti di cellule, organi e sistemi di organi in cui i flussi di materia ed energia che li attraversano sono una prosecuzione dei flussi del metabolismo individuale
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Paradigma della COMPLESSITÀ
«Gaia» GLI ECOSISTEMI sono in relazione con i SISTEMI SOCIALI una RETE di interconnessioni e relazioni co scambio di materiali, energia, informazoni
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Paradigma della COMPLESSITÀ
I fenomeni ecologici e sociali devono essere «letti» come RETI di RETI in relazione con gli ECOSISTEMI e i SISTEMI SOCIALI che li comprendono
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