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il contributo dell'archeologia
VII La nave antica e le sue strutture: il contributo dell'archeologia sottomarina
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Preveli e Plakias sono due dei ventisei siti dell’isola di Creta ove sono state ritrovate (Strasser, Panagopoulou) amigdale bifacciali acheulane dell’homo erectus databili a prima di 130˙000 anni fa, forse a 700˙000. La più antica testimonianza dell’erectus in Europa si riscontra nel sito di Vallonet in Costa Azzurra (950˙000 anni fa). 24˙000 anni fa a Gorham Cave (Gibilterra) si estinse l’ultimo Neanderthal europeo.
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Il passaggio da erectus a sapiens si data a 100˙000 fa
Il passaggio da erectus a sapiens si data a 100˙000 fa. Creta dista dal Nord Africa ben 240 km. di mare da 5 milioni di anni. Potrebbe essere stata raggiunta dall’Asia minore con traghettamenti da isola ad isola di 24 km. al massimo. Il Mediterraneo scese di 120 m. 24˙000 anni fa. L’Australia fu raggiunta 60˙000 anni fa.
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Syros. Antico Cicladico II a.C. “Vaso a padella” (?) con scena marinara
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Il relitto di Dokos Antico Elladico II 2500/2300 a.C. La scoperta fu effettuata da Peter Throckmorton nel 1975 su un fondale marino limitrofo all'isola greca di Hydra. A circa 15/30 metri di profondità riscontrava diversi vasi in ceramica e resti di un carico navale dell’antico elladico. Stando alla datazione, quello di Dokos è probabilmente il più antico relitto navale finora rinvenuto.
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Il relitto di Dokos. Antico Elladico II 2500/2300 a.C.
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Il relitto di Dokos. Antico Elladico II (2500/2300a.C.)
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Il relitto di Sheytan Deresi (Turchia), rinvenuto nel 1973.
(1600 a.C.)
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Cronaca di un lungo viaggio
L’inizio è stato identificato con l’isola di Thera, la fine con una località occidentale, forse l’Acropoli di Lipari. Thera. Akrotiri. Cronaca di un lungo viaggio per mare che prevede una serie di tappe intermedie. XVII sec. a.C. Atene. Museo ArcheologicoNazionale. Lampughe o caponi
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Relitto miceneo-cipriota di Punta Iria,
Argolide (1200 a.C.). (HIMA 1991/5)
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Relitto miceneo-cipriota di Punta Iria,
(HIMA 1991/5) Relitto miceneo-cipriota di Punta Iria, Argolide (1200 a.C.)
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Seconda metà del III sec. d.C.
Mosaico di Althiburus (Tunisia): catalogo di 25 navi con denominazioni. Seconda metà del III sec. d.C.
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Scafi “cuciti” La nave di Cheope ( a.C.)
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Cairo. Giza. La nave di Cheope (2600-2400 a.C.)
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Imbarcazione funeraria nel 1954 da Kamal el-Mallakh
di Cheope rinvenuta nel 1954 da Kamal el-Mallakh
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Scafo cucito lungo m. 43,63, largo m. 6.
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Restaurato da Hag Ahmed Youssef
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Barca solare destinata alla vita ultraterrena di Cheope in veste di Ra e mai utilizzata (el- Mallakh), come suggerisce la mancanza di vernice e decorazioni. Per altri sarebbe la barca utilizzata per il suo funerale e normalmente da Cheope sul Nilo, come indicano antiche riparazioni. Dritto di poppa Antiche riparazioni e moderni cedimenti della struttura.
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Abydos. Quattordici imbarcazioni della I dinastia. (2950-2775 a.C.)
Gizah. Un’altra imbarcazione funeraria è stata rinvenuta nel In realtà nel complesso funerario di Cheope vi sono ben cinque scafi. Due destinati al re in veste di Horo per controllare le due Terre: la barca a nord per il Basso Egitto, quella a sud per l’Alto Egitto. Le barche a sud della piramide erano invece destinate al re come Ra: una rappresentava la barca del giorno, nella quale il re come dio Sole viaggiava da oriente ad occidente attraverso il cielo. L’altra, della notte, per il viaggio inverso negli inferi per rinascere ogni mattina. La quinta era, o della regina in qualità di Hahor , o, posta a lato della via soprelevata, era la barca dell’ultimo viaggio funerario. Abydos. Quattordici imbarcazioni della I dinastia. ( a.C.)
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Gli scafi greco-arcaici
“cuciti”
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Bon Porté. VI sec. a.C. Marsiglia. VI sec. a.C.
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Golfo di Gela, fondazione rodia del 689 a. C
Golfo di Gela, fondazione rodia del 689 a.C., ad opera di Antifemo e Eutimo
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Il primo dei due relitti
arcaici di Gela. V sec. a.C. Cesta di sparto Cinghialetto miniaturistico
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Gela. Il primo dei due relitti arcaici. V sec. a.C.
Operazioni di recupero. Gela. Il primo dei due relitti arcaici. V sec. a.C.
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Nuovo relitto del V sec. a.C.
a Gela
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Gela. Contrada Bufala. Relitto degli inizi del VI sec. a. C
Gela . Contrada Bufala. Relitto degli inizi del VI sec. a. C. con un carico di 39 lingotti di oricalco, lega all’80% rame e 20% zinco, terzo metallo prezioso nell’antichità. Recuperata anche una macina in pietra lavica e una statuetta raffigurante la dea Demetra, alta circa 30 cm. Sono state effettuate analisi con XRF portatile della Thecnology for Quality di Genova.
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Cratere di Aristonotos della metà del VII sec. a.C. Roma.
Musei Capitolini. Pithecusa (Ischia). Cratere dell’ultimo quarto dell’VIII sec. a.C. Antiquarium. Lacco Ameno.
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Piqhkoàssa = Aenaria = Ischia.
...]inoj me epoiese [... Piqhkoàssa = Aenaria = Ischia. Arimoi = etr. scimmia. Homero Inarime dicta; non da p…qoj = orcio ™in arimoij = Aenaria; Ischia è sede dei Cercopi, trasformati da Zeus in scimmie kšrkoj = coda, scimmie con coda = cercopitechi. canguro = Australia
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Mazarron I e II Relitto fenicio - punico arcaico a.C. (1994/2000)
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Mazarron I e II a.C. (1994/2000)
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Mazarron I e II a.C. (1994/2000)
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Mazarron I e II (X. Nieto, 2003)
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La costruzione “a guscio”
Relitto di Monfalcone Relitto di Monfalcone I/III sec. d.C.
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Metodo di costruzione dello scafo
“a guscio” (shell first)
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Il faber navalis Longidieno di Ravenna sgrossa con ascia un’ordinata
per l’inserimento nello scafo.
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Ricostruzione dell’imbarcazione del IV sec. a.C. naufragata a Kyrenia (Cipro), nei pressi del sito del naufragio.
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Sarcofago di Ostia. III sec. d.C. Ny-Carlsberg Glyptothek, Copenaghen
Una delle imbarcazioni del 79 d.C. dagli scivoli di Ercolano .Lunga oltre 9 m, aveva una larghezza di circa 2,20 m. La linea somigliava quindi a quella di un grosso gozzo moderno. Prevedeva la presenza di tre scalmi per lato e poteva quindi essere mossa da tre coppie di remi. Era dotata di un timone esterno a remo che era bloccato alla barca da una cima, che è stata rinvenuta durante lo scavo. Sarcofago di Ostia. III sec. d.C. Ny-Carlsberg Glyptothek, Copenaghen
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Due relitti datati III sec d. C
Due relitti datati III sec d. C. sono affiorati a Ponte della Scafa a quattro metri sotto il livello di campagna, in prossimità dei confini con Ostia Antica. Il sindaco Alemanno ha dichiarato: “Abbiamo fatto i salti mortali per realizzare Ponte della Scafa, ora siamo fermi da diversi mesi perché è stata trovata una nave romana. Stanno là a contemplarsela (gli archeologi, ndr) da mesi, per fare cosa? Portarla in un museo dove mi pare ci siano altre 14 navi romane, che per altro nessuno visita (quelle di Fiumicino, ndr)”. E il presidente del Municipio di competenza, Vizzani, ha rincarato la dose: “È una decisione «stravagante quella della Soprintendenza che tiene bloccata l’opera”.
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La costruzione a scheletro
Relitto Bozburun (fine IX sec. d.C.) Relitto Les Serres X (1350/1400 d.C.)
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Relitto di Serçe Liman (Turchia). Costruzione a scheletro dell’XI sec.
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Scafo a scheletro
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nel 1988 da L. Nocitra e ritrovato nel 2014.
Marsala. Relitto (m. 17 x 4) del XIII sec., rinvenuto nel 1988 da L. Nocitra e ritrovato nel 2014.
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Marsala (Sovrintendenza del Mare, 2014)
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Relitto del XV sec. nella Laguna di Alghero
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Le navi da guerra
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Il sistema di onde creato dal passaggio di una nave nell’acqua
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Sperone o tagliamare di Marsala
Rostro di Athlit (Israele). III sec. a.C. Sperone o tagliamare di Marsala
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Cinque relitti di imbarcazioni militari appartenenti alla flotta romana del Reno, perdute nel porto fluviale di Magonza nel dicembre del 406 d.C.
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Primo rostro di Levanzo. III sec. a. C.
“C. Sextio P.F. Q. Salonio Q.F. Sexvir(i) q(uaistores) en (bolum ) probaver(ont) ” (C. Sestio figlio di Publio e Q. Salonio figlio di Quinto, seviri, hanno effettuato il collaudo del rostro). Primo rostro di Levanzo. III sec. a. C.
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Elmo in bronzo tipo Montefortino Secondo rostro di Levanzo a – 79 m.
(giugno 2008). III sec. a. C. Decorazione con rosette Scandaglio in piombo
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Rostro di Acqualadroni (Messina). III sec. a. C.
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Terzo rostro di Levanzo (agosto 2010)
Quinto rostro (2011) Elmi Montefortino Anfore greco italiche del III sec. a.C.
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Settimo rostro di Levanzo, recuperato
con reti a strascico a – 70 m. (2011) Terzo rostro con iscrizione punica: “Possa Baal far penetrare questo nella nave nemica”.
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invertite di magistrati romani e figura di vittoria.
Quarto e sesto rostro con iscrizioni latine invertite di magistrati romani e figura di vittoria. - “M. Populicio L. F. C. Paperio Ti. F. Q(uaistores) P(robaveront)”. Forse due dei quattro Quaestores Classici del 267 a.C. Marco Publicio Malleolo figlio di Lucio console nel 232 a.C., approdando in Corsica col collega M. Emilio Lepido, venne predato di un ricco bottino dai Corsi. Gaio Papirio, ma figlio di Gaio, Matone fu console nel 231 a.C. e venne inviato per vendicare l’affronto, ma inoltrandosi nell’interno con cani feroci, venne sconfitto.
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L’Hercules con il Rov
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Sono stati recuperati finora dieci rostri, ma almeno uno è ancora sul fondo.
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Rostro Egadi 10
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Recupero di un’anfora punica
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Rilievo con trofei navali nell'arco di Orange ,
che venne probabilmente eretto negli anni 20/25 d.C. per commemorare le vittorie di Germanico, morto nell'anno 19.
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La flotta cartaginese era diretta ad approvvigionare Amilcare Barca,
accampato a Valderice e Bonagia. Eserciti cartaginesi Scontro 4 m. a NO di Capo Grosso
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Le ancore di Capo Grosso (Levanzo).
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Marsala. Stagnone con l’isola di Mozia
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Marsala Lilibeo
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Delfino dalle acque albanesi.
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Zona del ritrovamento
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Delphinophoroi menzionate da Tucidide e Diodoro
negli scontri nel 414 a.C. tra Atene e Siracusa. Due navi siracusane furono affondate attirandole in un corridoio di navi armate con “delfini” alla distanza di due pletri attici (m. 29,6 X 2 = 59,2 m.).
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La battaglia navale del 414 a.C. all'interno del porto di Siracusa.
Archimede con gli specchi ustori brucia le navi romane e le affonda con l’artiglio nel 212 a.C.
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Trasporto nel 1439 di due galere ed altri scafi veneti dall’Adige (Rovereto) al Lago di
Garda (Torbole), per circa 20 km tra le montagne passando per il Lago di Loppio, oggi scomparso, con una spesa di ducati.
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Dipinto del Tintoretto nel Palazzo Ducale di Venezia che raffigura la battaglia navale sul lago di Garda.
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Nell'estate del 1962, Enrico Scandurra, un volontario che collaborava col Museo di Storia Naturale di Verona localizzò il relitto, anche se, secondo un articolo del '58 dell'Arena di Verona non spetterebbe a lui il merito del rinvenimento, ma ad un palombaro immersosi per cercare il corpo di un annegato. Il relitto giace ad una profondità compresa tra i 24 ed i 27 metri su un fondale fangoso, a circa 500 metri dal porto moderno di Lazise.
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Una recente rilettura della struttura, confrontata con le informazioni ricavate dalle fonti letterarie, consente dì ipotizzare che il relitto individuato non sia una galea, bensì una fusta, una nave simile alla galea ma di dimensioni minori. Se quest'ipotesi fosse confermata allora la vera galea del Loredan deve essere ancora individuata.
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Isola di S. Marco in Boccalama (Venezia) con monastero benedettino e due imbarcazioni interrate nel 1328. Una galea di 38 m. e una rascona di 23 m., rinvenute nel 1996/7 e scavate nel 2001.
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Vaticano. Galleria delle Mappe
Vaticano. Galleria delle Mappe. La battaglia di Lepanto (1582) in un affresco del domenicano Egnazio Danti (ex Carlo Pellegrino), commissionato da Gregorio XIII Buoncompagni nel 1580/2, fautore della riforma del calendario, che determinò il salto di data dal 4 al 15 ottobre 1582.
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Le attrezzature nautiche:
Le ancore. Ancore litiche dalla Laguna di Tantura (Israele)
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In alto a sinistra: la più rudimentale
delle ancore litiche. A destra: ipotetica ricostruzione di un raro reperto litico con più fori come ancora per fondali sabbiosi. In basso: semiceppi plumbei e litici inseriti tra assi (disegno di F. Papò, modificato). Ancora litica da Torre Molinazzo (Palermo). Antiquarium di Terrasini.
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Ricostruzione del tutto congetturale di un reperto litico con più fori
rinvenuto occasionalmente sott’acqua e ritenuto un’ancora per fondali sabbiosi. (disegno di F. Papò, modificato).
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Croce di S. Andrea. Attrezzo per la pesca del corallo. Al centro una pietra con fori, assai simile ad un'ancora litica (disegno di M. Galasso)
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Ancora litica con un foro per l'inserimento di un ceppo ligneo.
Museo Archeologico Regionale di Palermo Ancore litiche provenienti dalle coste della Sicilia occidentale Ancora litica con un foro per l'inserimento di un ceppo ligneo.
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Museo di Bodrum. Ancora in terracotta. Palermo, Museo Archeologico Regionale. Ancora in terracotta. Ancora litica con pioli lignei. Un bastone poteva favorire l'abbattimento sul fondale e l'aggancio delle marre (disegno di F. Papò, modificato). Ancora litica con fori per l'inserimento delle marre e di un ceppo ligneo da Dorset (Inghilterra) Riproduzione 2:1 di una imbarcazione preistorica rinvenuta a Dover (Inghilterra) del 1550 a.C.
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Ancora lignea ad uncino della fine del V sec. a. C
Ancora lignea ad uncino della fine del V sec. a.C. dal relitto di Ma'agan Michael (Israele), rinvenuto nel 1988/89 da Elisha Linder. Imbarcazione mercantile orientale (l. 11,50x3,11 m.), scavata da Y. Kahanov. Olbia. Onkos.
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Selinunte Ceppi litici di ancore
infissi nel recinto del santuario di Zeus Meilichios (foto di M. Purpura) Museo Archeologico di Reggio Calabria Ceppi litici di età arcaica (VI-V sec. a.C.) in marmo dell'Imettio Gravisca Ceppo litico d'ancora del mercante egineta Sostrato dedicato ad Apollo tra la fine del VI, inizi del V sec. a.C.
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Il ceppo appare corroso negli strati ricchi di calcite.
Palermo. Città greco-punica di Solunto e secca Formica. Ceppo arcaico in marmo bianco. Il ceppo appare corroso negli strati ricchi di calcite.
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Nomenclatura dell’ancora.
Anfora attica a figure nere (British Museum) della fine del VI sec. a.C. Si noti l’ancora a doppia marra e ceppo, dipinta sullo scudo di uno dei guerrieri.
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Ancora dotata di cicale.
Museo di Bodrum (Alicarnasso). Ancora dotata di cicale. VI a.C./III sec. d.C. (?)
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Ancora lignea con ceppo plumbeo, caratterizzato da una cassetta senza perno di fissaggio al fusto (disegno F. Papò, modificato) Ceppo di piombo senza perno di fissaggio al fusto, ritrovato nei pressi di Genova, Nervi.
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Ancora lignea con ceppo (disegno di F. Papò, modificato)
I tre tipi di cassetta di fissaggio al fusto. Se il legno si è conservato, si può datare l'ancora con il metodo del C 14. Ancora lignea con ceppo mobile in piombo (disegno di F. Papò, modificato)
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Palermo, Museo Archeologico Regionale.
Palermo, Museo Archeologico Regionale. Ceppi plumbei privi di precise indicazioni di rinvenimento (foto di G. Purpura). Ceppo plumbeo deformato per trazione Terrasini, Palermo. Ceppo plumbeo intenzionalmente arcuato.
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Capo Zafferano, Palermo Rinvenimento di un ceppo plumbeo di età greco romana ad oltre trenta metri di profondità (foto di Marcello Vinciguerra). Non è opportuno recuperare antiche ancore, senza prima aver effettuato accurati rilievi. Potrebbe esser rimosso un prezioso indizio relativo all'ubicazione di un relitto o di altre parti dell'ancora. Palo elettrico con ceppo di cemento
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Valletta. Museo Nazionale
Archeologico di Malta. Gerhard Kapitan osserva il più grande ceppo plumbeo finora noto (lunghezza m. 4,20 e di 1860 kg di peso).
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Mensun Bound osserva nei fondali delle Isole Eolie un ceppo con perno plumbeo di fissaggio al fusto.
Caldura. Cefalù. Contromarra plumbea con resti del fusto e delle marre lignee di un'ancora di età greco-romana
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Cefalù, Caldura. Ancora lignea di età greco romana. E' possibile che l'ancora fosse dotata al momento del primo rinvenimento anche del ceppo plumbeo, inconsapevolmente rimosso dai trafugatori, poiché la parte lignea appariva interamente ricoperta dalla sabbia. La frattura che si constata nel fusto sembra trovare tale spiegazione (foto di Alessandro Purpura).
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Cefalù, Caldura. Fusto ligneo d'ancora con colletto plumbeo per l'inserimento di un ceppo, probabilmente di legno. Terrasini, Palermo. Il fusto dell'ancora era stato ricavato da un legno riutilizzato, forse la pala di un remo. Puntale in bronzo di un'ancora greco-romana.
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Tarquinia. Riproduzione ancora. Palermo. Ceppo plumbeo mobile con iscrizione augurale : Euploia (buona traversata) Selinunte. Ceppo plumbeo decorato con astragali.
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Pantelleria. Trenta ancore, quattro anfore e quattro lingotti di piombo sono stati rivenuti a 60 metri di profondità tra Cala Tramontana e Cala Levante.
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Isola di Berlenga (Portogallo). Recupero di ceppi plumbei
Isola di Berlenga (Portogallo). Recupero di ceppi plumbei. Uno di questi ceppi è stato datato tra la fine del V e la metà del IV sec. a.C. in base alle analisi del C 14.
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(Berlenga, Portogallo)
Conimbriga Relitto di Corticais (Berlenga, Portogallo) con anfore Haltern 70. 60 a.C. -70 d.C.)
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D - Età tardo romana e bizantina. E - Età bizantina ed araba.
Evoluzione dell'ancora di ferro A - Età ellenistica e romano repubblicana. B - Età imperiale. C - Età tardo imperiale. D - Età tardo romana e bizantina. E - Età bizantina ed araba.
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relitto bizantino. (foto di A. Purpura).
Montecristo. Ancora in ferro del tipo "a freccia" della fine del IV, inizi del III sec. a.C. Appaiono concrezionate insieme all'ancora alcune ciotole a vernice nera, un vaso di terracotta a bocca larga ed un'anfora greco italica. Cefalù, Caldura. Una delle ancore del relitto bizantino. (foto di A. Purpura).
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Ancora in ferro, rinvenuta dalla Sovr. del Mare nel 2012
a Capo Granitola (Mazara). Taranto. Ancora di ferro di età imperiale. Ancore di ferro di età bizantina da un relitto in Puglia
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Ispica. Relitto bizantino del VI sec. d.C.
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Una delle due ancore del relitto di Gnalic´ della fine del XVI sec
Una delle due ancore del relitto di Gnalic´ della fine del XVI sec. (4,85 e 3,75 m.). Si tratta dell'unico relitto indagato con un carico di mercanzia veneziana della fine del XVI secolo, nel quale vi è una collezione di vetri muranesi sorprendente per quantità e qualità. La scoperta del relitto, giacente su un fondo di m di profondità, venne effettuata nel 1967 da pescatori.
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Ancora in ferro di tipo islamico (VII-XI sec. d.C.)
Ustica, Punta S. Paolo. Ancora in ferro di tipo islamico (VII-XI sec. d.C.) Relitto mercantile Yenikapi 1 , Istambul. Una delle due ancore (X sec.) Trapani, Tonnara di Bonagia La struttura di ferro ed il ceppo di legno delle ancore moderne delle barche della tonnara costituiscono l'estremo capovolgimento di una pratica antica (foto di G. Purpura).
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Tonnara di Bonagia (Trapani)
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