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Il teatro dell’invidia: René Girard legge William Shakespeare

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Presentazione sul tema: "Il teatro dell’invidia: René Girard legge William Shakespeare"— Transcript della presentazione:

1 Il teatro dell’invidia: René Girard legge William Shakespeare
Alfabetizzazione e istruzione in Inghilterra nel XVI e XVII secolo. I bambini di entrambi i sessi andavano a scuola verso i sei anni. Per “scuola” si intendeva qualcosa di molto rudimentale: generalmente un maestro che aveva avuto la licenza per insegnare dal vescovo della zona. A scuola imparavano a leggere sull’hornbook, che conteneva l’alfabeto e il Pater Noster.

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4 Il teatro dell’invidia: René Girard legge William Shakespeare
I maschi imparavano a leggere, scrivere e far di conto, le femmine a leggere cucire e lavorare a maglia. Di fatto, il primo anno si imparava a leggere, dopodiché gran parte dei bambini abbandonava la scuola. A sette anni, un bambino già iniziava a lavorare per aiutare la famiglia.

5 Il teatro dell’invidia: René Girard legge William Shakespeare
A scrivere imparavano in pochi, a far di conto meno ancora: solo quei bambini di un ceto sociale superiore che poi sarebbero andati alla grammar school. Tra il momento in cui si imparava a leggere e quello in cui si imparava a scrivere passavano due anni. Da qui la difficoltà di valutare il grado di alfabetizzazione dell’epoca. Infatti la lettura, diversamente dalla scrittura, non lascia tracce di sé. Già nel Cinquecento esiste un consistente pubblico di lettori.

6 Il teatro dell’invidia: René Girard legge William Shakespeare
Per dare un’idea: tra il 1580 e il 1700 solo l’11% delle donne, il 15% della forza lavoro, il 56% dei commercianti e il 65% dei piccolo proprietary terrier era in grado di firmare con il proprio nome.

7 Il teatro dell’invidia: René Girard legge William Shakespeare
William Caxton stampa il primo libro in inglese (Recuyell of the Historyes of Troye, tradotto da lui stesso dal francese) nel 1473 e nel 1476 inaugura la prima tipografia a Westminster, vent’anni dopo la stampa della prima Bibbia da parte di Gutenberg (1455). Altri seguirono, ad esempio a Oxford, e il successo dell’invenzione della stampa – la conferma del fatto che era easy e cheap – la danno i numeri: nel giro di 50 anni dalla stampa della Bibbia di Gutenberg, furono stampati 20 milioni di libri in 300 diverse città europee.

8 Il teatro dell’invidia: René Girard legge William Shakespeare
Ma il grande artefice della diffusione della stampa in Inghilterra fu Wynken de Worde, assistente di Caxton, che comprese il potenziale economico di libri meno cari e di contenuto più popolare e si trasferì a Londra: dall’Abbazia e dalla Corte alla città. Londra divenne così il centro della produzione libraria in Inghilterra. Un punto essenziale è che sia la Chiesa che le università iniziarono a pubblicare libri ma questo non bastò per controllare o comunque guidare il mercato.

9 Il teatro dell’invidia: René Girard legge William Shakespeare
Cosa si pubblicava? Il primo libro pubblicato da Caxton in Inghilterra furono i Canterbury Tales di Chaucer: Caxton era un uomo d’affari e un letterato che si rivolgeva a un pubblico colto. In generale, in una prima fase la parte del leone è fatta dalla Bibbia e da libri di argomento religioso; ma non passa molto tempo che si afferma una letteratura più popolare: romances, ballate, corantos, almanacchi. Per dare un’idea delle dimensioni del pubblico dei lettori, intorno al 1660 si vendono ogni anno copie, ossia una ogni tre famiglie.

10 Il teatro dell’invidia: René Girard legge William Shakespeare
Due punti per completare il quadro: copyright e censura. Non esiste copyright fino al 1710, e anche dopo sarà rispettato solo in parte: la proprietà intellettuale del libro era di chi lo stampava, non di chi lo scriveva. In altre parole, come oggi con Internet, l’inizio della rivoluzione provocata dalla stampa è caotico. Quanto alla censura, all’epoca considerata più che legittima, era esercitata dalla Stationers’ Company che aveva il dovere di registrare ogni pubblicazione nello Stationers’ Register. La Stationers’ Company era un cartello monopolistico, che usava la censura anche a meri scopi commerciali – per ostacolare l’ingresso nel mercato di nuovi soggetti.


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