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Le analisi di bilancio.

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Presentazione sul tema: "Le analisi di bilancio."— Transcript della presentazione:

1 Le analisi di bilancio

2 Gli indici di bilancio sono configurati:
- per dare una interpretazione economica dei fatti aziendali; per individuare i punti di forza e debolezza; - quale strumento utile per gestire adeguatamente la programmazione ed il controllo dell’attività di impresa.

3 Impresa Gli interessi nel bilancio di impresa azionisti
clienti Struttura manageriale Impresa Lavoratori dipendenti concorrenti sindacati Agenzia entrate Enti territoriali Banche, Fornitori Altri intermediari

4 Il sistema delle analisi per indici è individuato dagli:
- Indici di struttura - Indici di equilibrio finanziario di breve e medio termine Indici di redditività

5 Gli indici di equilibrio finanziario di breve termine
attivo corrente Quoziente di disponibilità = passivo corrente L’attivo corrente è definito anche come capitale circolante lordo (CCL) Il CCL è dato dalla somma delle liquidità immediate, delle liquidità differite e delle disponibilità. Tale indice, configurando la relazione tra le attività che per specie scadono nel breve termine con le passività (per specie) esigibili nello stesso periodo temporale, esprime indicativamente il grado di solvibilità a breve termine dell’impresa. In via teorica tale indice dovrebbe essere sempre positivo se si considera che nel CCL parte delle attività esprimono un fabbisogno durevole. Tale quoziente espresso in termini di margini definisce il Capitale circolante netto (CCN): CCN = CCL – passivo corrente ossia CCN = liquidità immediate + liquidità differite + disponibilità – passivo corrente

6 Un CCN > 0 indica che le passività a breve trovano adeguata copertura nelle attività facilmente liquidabili . Un CCN molto positivo può essere espressione di squilibrio quando è originato dalla crescita dei crediti e del magazzino che esprimono difficoltà rispettivamente di incassare i crediti o di vendere; Un CCN < 0 esprime una condizione per cui le passività correnti sono usate per pareggiare le immobilizzazioni nette. In tale contesto le passività correnti sono solo formalmente a breve termine in quanto nell’aspetto sostanziale sono durevoli poiché la richiesta di rimborso delle medesime implica la liquidazione delle attività immobilizzate ossia “il fallimento della impresa”. È opportuno modificare la struttura dell’indebitamento verso una maggiore scadenza media del medesimo. Un’azienda ha una struttura finanziaria equilibrata quando le attività che esprimono sostanzialmente un fabbisogno di breve termine sono pareggiate per genere da fonti finanziarie di breve durata e quando il fabbisogno durevole è pareggiato da fonti distinte dallo stesso vincolo di durata.

7 attivo corrente – disponibilità (magazzino) Quoziente di liquidità = passivo corrente Tale indice espresso in termini di margine è definito come: Margine di tesoreria = liquidità immediate + liquidità differite – passivo corrente Configurando un maggiore grado di liquidabilità dell’attivo tale indice (margine) esprime in misura più appropriato la capacità dell’impresa di far fronte agli impegni finanziari di breve termine. Capitale Circolante Netto Operativo = Differenza fra attività e passività afferenti la gestione tipica corrente (ciclo acquisto-trasformazione-vendita) anche se di durata >12 mesi. Non vi rientrano i debiti v/banche <12 mesi e vi rientrano il fondo tfr e gli acc.ti di natura tipica >12 mesi

8 Un fenomeno gestionale condizionante l’equilibrio finanziario di breve termine è individuato nel ciclo monetario che esprime il numero di giorni che vanno dal pagamento in media dell’acquisto dei fattori produttivi da fornitori all’incasso dei crediti originati dalle vendite di prodotti finiti. Magazzino materie Magazzino prodotti Produzione Vendita Pagamento Incasso Durata del ciclo monetario

9 Ne consegue che il ciclo monetario è definito da: PMI + TMGS - PMP
Dove PMI = periodo medio di incasso dei crediti TMGS = tempo medio di giacenza delle scorte PMP = periodo medio di pagamento dei fornitori crediti verso clienti Il PMI = ricavi di vendita /365 debiti verso fornitori PMP = acquisti /365 magazzino scorte di materie prime scorte di prodotti finiti TMGS = acquisti giornalieri acquisti giornalieri costo del venduto/365 scorte medie di semilavorati % costo del venduto /365

10 AUMENTO DEI CREDITI COMMERCIALI CAUSE VALUTAZIONE AUMENTO DELLE VENDITE POSITIVA: se esiste proporzionalità MAGGIORE DILAZIONE AI CLIENTI NEGATIVA: Si è verificata una . difficoltà di collocare sul mercato . la produzione DIFFICOLTA’ DI RECUPERO CREDITI NEGATIVA: Oltre al rischio di perdita . di risorse finanziarie, vi è il rischio di . perdita di redditività (costi nel conto . economico) DIMINUZIONE DEI CREDITI COMMERCIALI CAUSE VALUTAZIONE CONTRAZIONE VENDITE NEGATIVA: Cercare le cause RIDUZIONE DILAZIONE AI CLIENTI POSITIVA: Dimostra un aumento . del potere contrattuale RECUPERO CREDITI POSITIVA: Occorre capire perché i crediti sono rimasti immobilizzati per evitare che si ripeta nel futuro

11 AUMENTO DELLE RIMANENZE
CAUSE VALUTAZIONE AUMENTO DELLA PRODUZIONE POSITIVA: se esiste anche un aumento o delle vendite; NORMALE: se non vi è aumento delle vendite Verificare la rotazione del magazzino DIFFICOLTA’ DI VENDITE NEGATIVA: Accertare le cause della contrazione delle vendite PREVISIONE DI AUMENTO DEI COSTI DELLE FORNITURE PRUDENZIALE: Se non si verifica anche un aumento dei prezzi della produzione la speculazione dello imprenditore si ritorce in danno

12 DIMINUZIONE DELLE RIMANENZE
CAUSE VALUTAZIONE RIDUZIONE PRODUZIONE NEGATIVA: Accertare le cause AUMENTO DELLE VENDITE POSITIVA: Dimostra un aumento della quota di mercato AZZERAMENTO MAGAZ. PRUDENZIALE: La vendita in “blocco” DIMINUZIONE DEBITI COMMERCIALI CAUSE VALUTAZIONE CONTRAZIONE ATTIVITA’ NEGATIVA: Accertare le cause RIDUZIONE DILAZIONE FOR NEGATIVA: Dimostra una riduzione del potere contrattuale PAGAMENTO DEBITI PRUDENZIALE: E’ importante verificare le fonti utilizzate normalmente è sottocosto

13 Equilibrio finanziario di medio termine
debiti complessivi Rapporto di indebitamento = totale passivo Può essere espresso anche come: passività finanziarie Rapporto di indebitamento = posizione finanziaria netta Rapporto di indebitamento = debiti complessivi passività finanziarie Rapporto di indebitamento = o = patrimonio netto patrimonio netto * La posizione finanziaria netta = debiti finanziari – attività liquide – crediti finanziari

14 Margine di struttura = patrimonio netto - Immobilizzazioni nette È utile che tale margine sia positivo In termini di indice si ha : immobilizzazioni nette Indice di copertura delle immobilizzazioni = patrimonio netto Margine di struttura allargato = patrimonio netto + passività consolidate – immobilizzazioni nette È necessario che tale margine sia positivo In termine di indice si ha: patrimonio netto + passività consolidate

15 Un ulteriore indice che esprime la situazione finanziaria di medio termine è dato : Posizione finanziaria netta Margine operativo lordo Un risultato espresso ad es. da 2 indica che il debito può tendenzialmente essere rimborsato in due anni. Maggiore è il valore risultante più critica è la situazione finanziaria. Reddito operativo = indice di copertura degli oneri finanziari Oneri finanziari Tale rapporto esprime la capacità dell’azienda di fronteggiare gli oneri finanziari con la i flussi economici prodotti dalla gestione

16 Gli indici di redditività utile netto ROE (Return on equity) = esprime il tasso di redditività del capitale patrimonio netto proprio Per dare un giudizio sulla “capacità reddituale” dell’azienda il ROE deve * essere confrontato con il rendimento investimenti alternativi con lo stesso grado di rischio * tener conto del “premio per il rischio” in confronto a investimenti non rischiosi * prevedere il compenso per le difficoltà di smobilizzo reddito operativo ROI (Return on investment) = indica il tasso di rendimento capitale medio investito degli investimenti La valutazione ROI è connessa : ai ROI dei concorrenti più rilevanti al Costo medio delle fonti di finanziamento

17 reddito operativo fatturato
ROI = x fatturato capitale medio investito ROI = Ros x turnover ratio

18 IL ROS, A SUA VOLTA, E’ SCOMPONIBILE COSI’
PER SCOPI DI CONTROLLO E’ MOLTO IMPORTANTE L’ANALISI DEL ROI, CHE A SUA VOLTA DIPENDE DAL ROS E DALLA ROTAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO IL ROS, A SUA VOLTA, E’ SCOMPONIBILE COSI’ Ro V- Co Co ROS = = = 1 - V V V Cov Cof ROS = V V dove: Co = Costi Operativi Totali Cov = Costi Operativi Variabili Cof = Costi Operativi Fissi

19 A LORO VOLTA I 2 TASSI D’INCIDENZA DEI COSTI OPERATIVI SUI RICAVI DI VENDITA DIPENDONO DA:
EFFICIENZA IMPIEGO RISORSE PREZZO ACQUISTO RISORSE PREZZO VENDITA PRODOTTI MIX PRODUTTIVO Cov V ADEGUATEZZA DEI VOLUMI (E DEI RICAVI) RISPETTO ALLA ENTITA’ DELLE RISORSE DI “ CAPACITA’ ” E DI “PROGRAMMA” (E RELATIVI COSTI) Cof V

20 Leva finanziaria RN = RO - OF RN = (CN + D) * ROI - Di
RN = CN * ROI + D * ROI - Di RN = CN * ROI + D (ROI -i) dividendo tutto per CN ROE = ROI + (ROI -i) * D --- CN Ro = Risultato operativo OF = Oneri finanziaria RN = Risultato netto CN = Capitale Netto D = Debiti i = Tasso di onerosità finanziaria “se si considera l’effetto fiscale (t) occorre moltiplicare x (1-t) il secondo membro”

21 Presenza di indebitamento
Assenza di indebitamento Totale CI = CN ROE = ROI Presenza di indebitamento Se ROI > i ROE > ROI…..Effetto leva positivo Se ROI < i ROI > ROE…..Effetto leva negativo L’effetto leva è trasferito dal ROI al ROE in funzione dell’effetto dell’indebitamento

22 Il grado di leva massima da sfruttare dipende da:
- grado di stabilità dei risultati economici e da dinamicità di entrate e uscite - situazione congiunturale prospettica - situazione competitiva - tasso di sviluppo delle vendite - struttura dei costi (leva operativa) vantaggi fiscali In un contesto di leva negativa ( Roi < i) occorre intervenire sulla: GESTIONE OPERATIVA GESTIONE FINANZIARIA Incrementare la utilizzazione * Ricapitalizzare l'azienda; delle risorse produttive, anche * Consolidare il debito a breve; riducendo la capacità produttiva; Rivedere il ciclo produttivo per * Ricorso al leasing per nuovi investimenti; ridurre i costi di produzione; * Rivedere le politiche di gestione Ricorso a forme di credito agevolato dei materiali ( materie prime; e prodotti finiti ) Ridurre la dilazione alla clientela; ;

23 Il Ros indica il tasso di redditività unitario delle vendite Il turnover ratio esprime il numero di volte che il capitale investito rigira per effetto delle vendite. reddito operativo + redditi extra-caratteristici + redditi finanziari ROA (Return on assets) = totale attivo Esprime la redditività complessiva del capitale investito considerando i risultati economici del complesso delle gestioni aziendali

24 E’ possibile instaurare una relazione economica tra ROE e ROI
CI CN V CI RO V RN RO = x x x ossia il ROE è esprimibile in termini di prodotto tra il rapporto di struttura (rapporto di indebitamento), l’indice di redditività del capitale investito (ROI) e il grado di incidenza del risultato netto sul risultato operativo: ROE CI CN ROI RN RO = x x

25 Indici di struttura immobilizzazioni nette
Grado di rigidità del capitale investito = capitale investito capitale circolante lordo Grado di elasticità del capitale investito =

26 sintesi Indici reddituali
ROE Un Cp ROI Reddito Operativo Capitale Investito i Oneri finanziari Debiti finanziari ROS Reddito operativo Vendite Indici produttività Turnover (Pci) Vendite CI RO su dipendenti Reddito operativo Numero medio dipendenti Vendite su dipendenti Vendite Numero medio dipendenti

27 IL ROE E’L’INDICE CHE VIENE APPREZZATO DAGLI AZIONISTI CHE IDEALMENTE”,ATTRAVERSO I MERCATI FINANZIARI,LO CONFRONTANO CON IL COSTO DEL CAPITALE DI RISCHIO (costo opportunità del capitale degli azionisti) Ke Ke = Rf + (Rm - Rf) x β DOVE Rf = RENDIMENTO DI INVESTIMENTI PRIVI DI RISCHIO(ES. TITOLI FREE-RISK COME I BUONI DEL TESORO PLURIENNALI) Rm-Rf = PREMIO MEDIO PER IL RISCHIO RICONOSCIUTO DAL MERCATO FINANZIARIO PER L’INSIEME DEGLI INVESTIMENTI RISCHIOSI(ES. Rm = RENDIMENTO DEI TITOLI MOBILIARI(AZIONI / OBBLIGAZIONI) Β = RISCHIO DELL’INVESTIMENTO IN UNA SPECIFICA AZIENDA(COEFFICIENTE DI RISCHIO SISTEMATICO)

28 L’analisi dello sviluppo aziendale
• Consente di valutare la capacità di crescita dimensionale ed operativa dell’azienda. • I principali indici di sviluppo aziendale sono: –Il tasso di crescita dei ricavi –Il tasso di crescita del reddito operativo –Il tasso di crescita dell’attivo –Il tasso di crescita del patrimonio netto(ed i correlati indice di autofinanziamento e indice di conferimento) Il tasso di crescita del patrimonio netto ΔPN / PN iniz. L’indice misura lo sviluppo dimensionale dell’azienda nel periodo considerato. Il tasso di crescita del patrimonio netto è conseguenza sia della politica di autofinanziamento che di conferimento. Tale indice infatti può essere scomposto nel modo seguente: ΔPN / PNiniz. = [RN –Dividendi) / PN iniz.]+ [ΔCS / PN iniz.] In particolare, si nota che: 1. l’indice di autofinanziamento(RN–Dividendi) / PN iniz. misura la parte di utile netto reinvestito nell’azienda nel periodo considerato; 2. l’indice di conferimentoΔCS / PN iniz.misura il tasso di conferimento; vale a significare l’aumento di capitale sociale per effetto dei conferimenti da parte dei soci (esclusi gli aumenti gratuiti di capitale).

29 L’analisi economico-finanziaria fondata esclusivamente sui predetti equilibri parziali non è però di per sé sufficiente È necessario condurre ulteriori analisi di natura extra-contabile con particolare riferimento ─ al modello di governance ─ al sistema competitivo (concorrenti; dinamiche di mercato; etc.) ─ al sistema di prodotto (tecnologia; bisogni dei consumatori; etc.) ─ al contesto socio-economico in generale Queste analisi non sono meno importanti per formulare un giudizio sulla capacità di produrre ricchezza nel tempo

30 Indici di borsa Dividendo -------------- Prezzo
Il Dividend Yield (Rapporto Dividendo/Prezzo) corrisponde al rapporto tra l' ultimo dividendo per azione corrisposto agli azionisti o annunciato e l'ultimo prezzo dell'azione. Esso è utilizzato come indicatore del rendimento immediato indipendentemente dal corso del titolo azionario.. Non va considerato un indicatore di rendimento di periodo in quanto la remunerazione non è riferita al valore iniziale dell'investimento ma al valore del momento. Non va considerato neanche come un rendimento atteso in quanto tiene conto solo del dividendo ultimo. vedi slides successiva Utili Patrimonio netto rappresenta il rapporto tra il prezzo di mercato di una azione e il patrimonio dell'azienda . Questo valore, detto anche price/book value, esprime quante volte la Borsa valuta una società rispetto ai suoi mezzi propri

31 Il rapporto prezzo/utili (in inglese Price-Earnings (PE) Ratio, P = price = prezzo; E = earnings = utili), è il rapporto fra il prezzo corrente di un'azione al momento del calcolo dell'indicatore, e l’utile atteso per azione che è pari all'ultimo dividendo distribuito dalla società (nell'anno corrente o in anni precedenti) diviso il numero di azioni circolanti in quel periodo. L'ipotesi sottostante è di una crescita dei dividendi tale che il successivo sarà pari almeno al precedente; un aumento delle azioni fra i quali è distribuito il dividendo non dovrebbe erodere l'utile per azione, in quanto la ricapitalizzazione è accompagnata da nuovi investimenti e maggiori utili che dovrebbero seguire l'emissione di nuove azioni. Tale rapporto serve a valutare le quotazioni di un'azione, anche se un giudizio sul corretto valore di un titolo deve tener conto di diversi fattori, come il settore di appartenenza o l'andamento futuro dell'impresa. In settori economici più tradizionali, dove è maggiore la concorrenza e minore la possibilità di ottenere utili di dimensioni elevate, ci si attende che il rapporto prezzo-utili o PE sia basso. In settori innovativi o in settori appena usciti da una situazione di crisi, le attese di utili futuri elevati spinge invece più in alto il PE considerato corretto. Il PE esprime anche il tempo necessario perché gli utili ripaghino il prezzo dell'azione; dopo tale periodo anche una vendita al di sotto del prezzo iniziale (ad esempio se il titolo è in forte calo) è conveniente poiché già dagli utili l'azionista ha realizzato il suo profitto. Se PE è 15, servono 15 anni di utili perché la società ripaghi il prezzo versato con gli utili, nell'ipotesi che vi sia sempre un utile all'anno (società non in perdita); se l'utile è in crescita (es. se vi sono dividendi straordinari), 15 anni è il tempo massimo di ripagamento.


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