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«La sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini.»

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Presentazione sul tema: "«La sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini.»"— Transcript della presentazione:

1 «La sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini.»
Frenesia e Potere «La sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini.» L. Sciascia

2 Fin dall’origine della vita vi è una spinta potente che muove l’animale ad andare verso le cose: l’attrazione. La prima forma di attrazione è la chemiotassi. La chemiotassi è la capacità delle cellule, dei batteri e degli altri organismi unicellulari di dirigersi verso uno stimolo chimico.

3 Il bisogno di sopravvivenza, come pure quello della riproduzione passa per l’attrazione.
La spinta aumenta con l’aumentare della carenza, in presenza della quale l’attrazione si trasforma in frenesia e la ricerca subisce il rafforzamento motivazionale.

4 È un po’ la situazione dei predatori.
Gli erbivori non devono rincorrere l’erba e le piante, mentre i carnivori devono mettercela tutta per sopravvivere. È evidente quindi che quando vanno a segno divorano in “preda” ad un piacere compensatorio, la cui soddisfazione ha l’effetto di potenziare l’azione.

5 Inoltre il rafforzamento motivazionale della frenesia va ad inibire la repulsione,
(vedi il predatore che si nutre di carogne), ma anche la paura, confermando l’attrazione forte avventandosi sulle prede senza controllo, divorandole con rapidità, magari ringhiando contro gli eventuali competitori.

6 Ma la volpe o la faina in un pollaio non uccidono una sola preda, ma fanno un macello divorando un po’ qua ed un po’ là, prese dalla frenesia alimentare. La frenesia delle volpi che distruggono il pollaio, può essere vista come il punto di passaggio fra la spinta positiva (= volta solo alla sopravvivenza della specie) e la negativa frenesia.

7 È però questa spinta positiva la causa prima della frenesia sessuale dei ragni e delle mantidi maschi. E anche se questo comportamento costerà loro inevitabilmente la vita, questa frenesia sessuale è però finalizzata all’omeostasi della specie in quanto, dopo l’accoppiamento, la femmina rifiuterà di accoppiarsi con altri maschi.

8 Oltretutto, questo maschio è funzionale alla stessa omeostasi della femmina risultando essere un partner che le fornisce sia spermatozoi sia sostanze nutritive, e quindi, permettendo alla femmina di ridurre i rischi connessi alla ricerca delle prede, il maschio avrà maggiori probabilità di perpetuare i suoi cromosomi.

9 La frenesia della mantide maschio, che si lascia mangiare dalla mantide femmina durante l’accoppiamento, è identica a quella del leone e di tutti gli altri animali che difendono  il proprio harem. L’unica differenza è che la mantide maschio, per possedere in esclusiva una femmina, “trova conveniente” l’essere mangiato dalla femmina (e questo perché le mantidi possono accoppiarsi una sola volta nel corso della loro vita).

10 Nel caso dei leoni, che possono accoppiarsi più volte nel corso della loro vita, la selezione naturale ha trovato più conveniente che il maschio possa rischiare la vita per difendere il proprio harem. È solo per perpetuare i propri cromosomi che il leone passa molto del suo tempo a segnare con l’urina il proprio territorio e rischia continuamente la propria vita contro gli altri leoni per conservare il proprio harem.

11 Il discorso per l’uomo si fa molto più serio e tragico, perché la frenesia si generalizza a tutto il suo stile di vita, quindi all’alimentazione, al possesso, al sesso, al dominio e alle idee.

12 La frenesia alimentare è diventata la causa delle più diffuse malattie nelle società più avanzate.
La frenesia sessuale di tipo prestazionale è il disastro di molte relazioni affettive. La frenesia da possesso e successo è il viatico di tante depressioni. La frenesia da dominio è il pericolo più subdolo di ogni democrazia.

13 E poiché la frenesia è una modalità arcaica di tipo omeostatico, essa influenza e caratterizza ogni comportamento in modo inconscio. Il politico affetto da frenesia di potere, è facilmente corrompibile, perché è frenetico anche nel possesso. Ma si dà il caso che lo sia anche nei suoi comportamenti sessuali.

14 Variabili attivanti 1) Il dato carenziale (la frenesia è direttamente proporzionale alla carenza, cioè alla quantità di bisogno) 2) Il dato di disponibilità ambientale (la frenesia è direttamente proporzionale alla quantità di stimoli ambientali) 3) Il dato culturale (la frenesia è direttamente proporzionale al consenso culturale e all’atteggiamento individuale)

15 carenza Il patimento della carenza ha un forte potere mnestico, perché collegato alla sopravvivenza. Ogni frenesia ha la sua origine sia nella storia individuale, come nella storia della specie o del gruppo di appartenenza. Rimane scritta nella memoria individuale, in quella genetica ed anche in quella collettiva.

16 Esistono tre tipi di carenza.
Carenza primaria: riguarda i bisogni di sopravvivenza e riproduzione. Carenza secondaria: riguarda i bisogni di affettivi, sociali e di appartenenza. Carenza culturale: riguarda i bisogni di conoscenza, significato e finalità, cioè senso, valore e futuro.

17 Le carenza primaria scatena prevedibilmente la frenesia alimentare, del possesso e del sesso.
Le carenze secondarie scatenano invece le frenesie compensatorie del successo, quelle del controllo e del potere. Le carenze di terzo tipo spingono verso le frenesie ideologiche, le visioni del mondo totalizzanti e le dipendenze dai leader religiosi o politici.

18 Esiste un poter fare che gravita nella possibilità individuale di raggiungere scopi e risultati che vanno ad implementare l’autoefficacia e ciò attiene al sistema dell’azione. La relazione di potere rientra nelle relazioni di cura. In effetti chi occupa un ruolo che sottintende la cura, ha anche il potere di far fare all’interno di una relazione, che può essere filiaca o ostile.

19 Dal punto di vista emotivo il potere rientra nelle motivazioni, le quali a loro volta sono determinate dai bisogni. Perciò dietro ogni poter far fare vi è un bisogno che caratterizza il modo di esercitare il potere. Quando la spinta al potere ha la sua origine nell’attrazione empatica, allora si ha il potere come servizio, mentre quando l’origine non è empatica, ma antifiliaca, ostile, allora il potere si determina come dominio.

20 Il potere che ha la sua origine nell’empatia non è altro che una relazione di cura su scala sociale,
mentre il dominio impone e risponde al bisogno di potenza e di autoesaltazione stimolata dalla frenesia di controllo. E chi ha bisogno di controllare è un insicuro!

21 All’ombra delle categorie di servizio e di dominio è stata scritta gran parte della storia umana.
Il binomio governanti e governati può spiegare in modo immediatamente chiaro l’alternativa radicale: quando i governanti sono al servizio dei governati sì ha la democrazia, mentre quando i governati sono al servizio dei governanti si ha la dittatura nelle sue forme svariate dalle più sottili alle più violente e perverse, secondo i bisogni del despota.

22 Nel concetto di servizio è inclusa la temporaneità e l’idoneità,
infatti in democrazia il potere è esercitato in tempi definiti e in età definite, legati all’effettiva capacità di esercitare efficacemente il servizio alla comunità. I politici di mestiere sono una minaccia alla qualità della democrazia, perché determinano nel tempo legami e connivenze che poco hanno a che fare con il servizio e poggiano le sicurezze della loro vita nell’esercizio del potere.

23 Il potere come servizio è caratterizzato dalla capacità di erogare emozioni positive.
Il leader positivo genera entusiasmo e fiducia, capacità di affrontare insieme le difficoltà ed il dolore, solidarietà, amicizia e collaborazione fra i sottoposti, demanda il potere e crea un clima sereno.

24 Il dominio ha la sua spinta nei bisogni di sicurezza e di potenza, in bisogni di stima ed affetto mancati, in bisogni di autoesaltazione e in quella frenesia del potere la quale genera la motivazione al comando percepito come possibile saturazione e autorealizzazione. Il potere come dominio è caratterizzato dalla capacità di erogare paura e ostilità, paventando nemici e pericoli continui a cui solo il potente sa dare risposta attraverso promesse che non sa se potrà mantenere; eroga tristezza isolando i contrari; gioca sui sensi di colpa dei riottosi etichettandoli come nemici del paese ed utilizza il potere contro chi è contrario.

25 Se l’edonia positiva del servizio nasce dal bene e dalla crescita della comunità, che riempiono di significato il fare, non così per il dominio il quale si nutre della fama, del successo e del piacere di dominare il flusso della relazione.

26 Un aspetto fondamentale della perpetuazione del dominio è da ricercare nei meccanismi che attivano l’erogazione della paura all’antagonista. Molti sottoposti scelgono la via della complicità condividendo col potente il compito di impaurire, altri, incapaci di opporsi, si rifugiano in ruoli e compiti gregari.

27 Ma in alcuni l’aggressività del potente sollecita la rabbia e quindi l’opposizione. I dominatori meno avveduti in questo caso aumentano l’erogazione ostile attraverso azioni più forti per inibire la resistenza, altri invece cercano di dislocarla su altri bersagli, perciò si inventano nuovi nemici (i capri espiatori) nei diversi, gli “ebrei”, gli “zingari”, gli “omosessuali”, i confinanti, ecc. I dittatori hanno sempre avuto bisogno di guerre per spostare la rabbia degli oppositori da sé ed indirizzarla su altri bersagli.

28 Dal punto di vista della relazione tanti grandi personaggi della storia che danno il nome a molte nostre vie, che riempiono le nostre piazze con le loro statue non sono altro che delle canaglie o dei predoni. Si sa che la storia viene scritta dai vincitori. Ma se andassimo a sentire le madri, i figli, le spose, i parenti delle vittime delle gesta di questi “grandi”, dovremmo concludere con la frase evangelica che “era meglio per loro che non fossero mai nati”!

29 Nella relazione di potere il governato è chiuso dentro l’orizzonte dell’obbedienza, la quale non è uguale nelle due tipologie. Il tropismo e l’edonia di colui che obbedisce è ben diversa quando il potere si determina come servizio da quando invece è dominio. Il potere come servizio cerca nel governato l’ascolto e la condivisione degli scopi sollecitando la corresponsabilità. Il termine obbedienza dice appunto che l’azione nasce dall’ascoltare (ob-audire) e ciò implica una relazione positiva e non forzata, ed una comunicazione tendenzialmente orizzontale.

30 Nella relazione di dominio l’obbediente è dentro la costrizione della paura, della minaccia e dell’autocensura del sottomesso, perciò la comunicazione è sempre verticale. Ciò non esclude che non vi sia affidamento, perché un capo forte ed autoritario può temporaneamente placare le insicurezze e le paure dei sottoposti ed attenuarne il senso di responsabilità.

31 La leadership democratica generata dal servizio contempla il mandato,
la sostituibilità, la temporaneità e la meritocraticità, mentre il dominatore si ritiene un mandato, un prescelto che in passato si attribuiva discendenza divina o da “sangue blu”, quindi insostituibile, più recentemente vedi gli “uomini della provvidenza”.

32 Questi potenti nel loro delirio di onnipotenza, come ci racconta la storia e la cronaca hanno bisogno soltanto di dominare per sentirsi vivi. È incredibile come tanta umanità abbia seguito e ancora segua ammaliata questi uomini affetti da analfabetismo emotivo e/o patologico. In effetti la loro capacità di presentarsi come unici ed infallibili nei momenti critici della storia può entusiasmare la popolazione, rassicurarla nelle sue paure e presentare dei capri espiatori su cui sfogare incertezze e rabbie.

33 Nella storia pochi potenti sono morti nel loro letto e gli altri vivevano con mille paure d’esser uccisi, avvelenati o minacciati da infinite malattie e contaminazioni. Il loro privato, per quanto se ne sa, era il privato penoso ed imbarazzante di piccoli ed infelici uomini depressi o rabbiosi, oppure degli irrefrenabili egotici. Purtroppo di questi uomini continuano a nascere, e sarà meglio per ognuno acuire la vista ed imparare a difendersi, perché questi si annidano in varie parti del mondo in ogni ambito, anche nella democrazia che tentano di piegare al loro stile e volere con danno per tutti.

34 Vanitas vanitatum et omnia vanitas


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