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DISTURBI ALIMENTARI
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Anoressia nervosa L'anoressia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dal rifiuto del cibo, che nasce per la paura morbosa di ingrassare e la caparbia volontà di mantenersi sottopeso.
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Non è un disturbo tipico del nostro tempo ma affonda le radici già nel Medioevo, quando molte donne raggiunsero la santità proprio imponendosi un distacco assoluto da ogni bisogno terreno, compreso il cibo. A quel tempo la privazione non aveva fini estetici ma era un tirocinio spirituale e fisico per raggiungere la perfezione interiore. Anche Sissi la bella moglie di Francesco Giuseppe, imperatore d'Austria, molto probabilmente soffriva di anoressia nervosa. L’Anoressia Nervosa e la Bulimia sono diffuse principalmente nei paesi industrializzati. L’ideale della magrezza è esaltato da tutti i mezzi di comunicazione: l’aumento dei casi di Anoressia e Bulimia, negli ultimi anni, va di pari passo con la diffusione di articoli relativi a diete e prodotti dimagranti. L’immagine attuale di donna di successo non è legata tanto al possesso di particolari capacità quanto piuttosto a modelli irreali di donne attraenti e, soprattutto, molto magre.
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Nei maschi l’anoressia è meno frequente, ma negli ultimi anni si è osservato un aumento dei casi anche per il sesso forte. In questo caso la malattia assume una connotazione un po’ diversa, per cui non è tanto importante la magrezza quanto la muscolosità. Il meccanismo però è il medesimo: attraverso il dimagrimento e riduzione del peso si cerca di raggiungere l’ideale di un corpo scolpito.
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Come riconoscerla In presenza di anoressia, le analisi del sangue possono rilevare alterazioni e il metabolismo basale appare decisamente inferiore rispetto alla norma. Un basso peso corporeo, associato alla colorazione giallo-arancio del palmo delle mani e della pianta dei piedi, può essere uno dei pochi sintomi fisici. Alcuni sintomi sono di carattere psicologico: paura morbosa di aumentare di peso, rifiuto ossessivo del cibo o di alcuni tipi di alimenti, come quelli che contengono grassi o zuccheri; alterata percezione corporea. Se il peso corporeo è molto sotto i limiti, vi è magrezza patologica, bassa temperatura corporea, fragilità di unghie e capelli, ipotensione, pelle secca, aspetto debilitato, ecc…, allora parliamo di anoressia conclamata.
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L’anoressica si vede grassa e si dà ad un eccessivo esercizio fisico nel tentativo di bruciare più calorie. Tende a nascondere il problema che ha con il cibo e si sente a disagio quando si trova a mangiare in pubblico o in compagnia di altre persone; fa abuso di lassativi e diuretici, estratti tiroidei o altri preparati per dimagrire, ha senso di sazietà e taglia le pietanze in pezzi piccolissimi e li rigirare nel piatto prima di mangiarli. Nel tentativo di sembrare più magra sceglie soprattutto abiti neri e si taglia i capelli. Spesso arriva ad avere sintomi depressivi e, in alcuni soggetti, si arriva a pensieri suicidi.
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Bulimia Spesso l'anoressia si accompagni ad abbuffate seguite da vomito, in questo si parla di anoressia bulimica o bulimia. La parola “Bulimia” significa fame da bue e questo disturbo, a volte, è l’evoluzione dell’anoressia. I bulimici possono arrivare a mangiare oltre 8 kg di cibo in un giorno e vomitare 60, 70 volte! La caratteristica di questa malattia è proprio l’abbuffarsi per poi liberarsi di tutto tramite il vomito! Non è raro l’uso di diuretici e lassativi e il praticare ginnastica in modo compulsivo.
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Il vero sollievo, però, viene dall’atto del vomitare poichè questo viene visto come un rituale di pulizia, che purifica il corpo e la mente! Dopo il vomito, i ricordi sono confusi, è presente una sorta di oblio, insieme a un senso di vuoto, noia e ansia. Purtroppo questi rituali continui provocano seri danni all’organismo, alcuni dei quali spesso irreversibili. L’acido del vomito corrode i denti tanto da farli accorciare, le pareti delle stomaco vengono letteralmente corrose, come del resto anche l’esofago, e l’immediato risultato sono ulcere e gastriti! Le mani spesso diventano un campo di battaglia, a causa delle cicatrici procurate dai denti, che battono nei soliti punti quando vengono inserite le dita in gola per procurarsi il vomito.
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Tante le cause: familiarità, influenza negativa da
parte di altri componenti familiari e sociali, la sensazione di essere sottoposti a un eccesso di pressione e di aspettativa, essere trascurati dai propri genitori o essere derisi per la propria forma fisica. Per alcune persone, si tratta di una tendenza autodistruttiva che le porta ad alterare il proprio comportamento alimentare. Generalmente sono presenti tratti di personalità caratterizzati da perfezionismo. Si tratta di ragazze ambiziose e con ottimi risultati a scuola, che mostrano un impegno visto spesso come segno di maturità e responsabilità. Quasi sempre questo atteggiamento nasconde bassa autostima e profonda insicurezza ed esprime il timore di non essere accettati dagli altri per quello che si è. IL GIUDIZIO ALTRUI DIVENTA FONDAMENTALE
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Nella nostra società la donna magra rappresenta l’ideale di donna potente, ricca, di successo, attraente e vincente e ciò ha conseguenze devastanti sui comportamenti alimentari di molte adolescenti e sulle persone vulnerabili con tendenza al perfezionismo e con bassa autostima. Ricordiamo a questo proposito la famosa modella Isabelle Caro che nel 2007 si era fatta ritrarre nuda dal celebre fotografo Oliviero Toscani per una campagna di informazione sull’anoressia su grandi cartelloni pubblicitari . Lei stessa dice nella sua biografia “Ho avuto un'infanzia molto complicata, molto difficile, molto dolorosa. La più grande fobia di mia madre era che sarei cresciuta. Trascorreva il suo tempo a prendermi le misure. Mi faceva indossare vestiti di una bambina di 4 anni perché rifiutava che io crescessi.
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Differenze tra anoressia e bulimia
ANORESSIA NERVOSA BULIMIA NERVOSA Il peso rimane sotto la media, costantemente basso Il peso è nella norma, non ci sono differenze di rilievo Compare nella prima giovinezza Compare in età adulta Il soggetto non cerca aiuto quasi mai la persona chiede di essere aiutata spesso Esiste una correlazione con le prime mestruazioni Non esiste nessun rapporto con le mestruazioni La malattia colpisce anche i maschi (meno) L’incidenza è quasi esclusivamente femminile Può essere cronica o acuta la patologia è fluttuante La malattia non deriva da altre patologie Può evolvere da un episodio di anoressia Stato di ansia e stato depressivo Intenzione a farsi del male più uno stato depressivo Se gli interventi sono tempestivi la prognosi è positiva Una buona prognosi in più di metà dei casi
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Sindrome da digiuno Le persone che si sottopongono ad un’alimentazione ridotta, dopo una prima fase caratterizzata da euforia e iperattività, sviluppano una complessa serie di sintomi e segni che coinvolgono aspetti organici, comportamentali e psichici costituendo quella che viene definita come la "sindrome da digiuno" :
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SINTOMI DA DIGIUNO Atteggiamenti nei confronti del cibo:- Preoccupazione per il cibo- Collezione di ricette e libri di cucina- Inusuali abitudini alimentari- Incremento del consumo di caffè, tè, spezie- Occasionale ingestione esagerata di cibo Modificazioni emotive e sociali:- Depressione- Ansia- Irritabilità e rabbia- Labilità emotiva- Episodi psicotici- Cambiamenti di personalità evidenziati dai test psicologici- Isolamento sociale Modificazioni cognitive:- Scarsa concentrazione e capacità logiche e di ragionamento- Apatia Modificazioni fisiche:- Disturbi del sonno- Debolezza- Disturbi gastrointestinali- Ipersensibilità al rumore e alla luce- Ipotermia- Diminuzione del metabolismo basale- Diminuzione dell'interesse sessuale
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CURE Pur essendo queste delle patologie psichiatriche vere e proprie, esse coinvolgono molto profondamente il fisico. Per questa ragione, la cura impone un concomitante intervento psichiatrico e nutrizionale. Il trattamento psichiatrico deve essere integrato dall'inizio con psicofarmaci come gli antidepressivi; essi nella cura della bulimia sono stati efficaci perchè: determinano una riduzione del 50-60% nella frequenza delle abbuffate; riducono la frequenza del vomito con un miglioramento dell’umore e meno preoccupazione per il cibo; l’effetto antidepressivo del farmaco funziona sia nei soggetti depressi che non depressi. Il farmaco non ha efficacia a lungo termine, infatti non elimina quei fattori che portano alla malattia, quindi va integrato con un percorso psicoterapeutico mirato e con l‘aiuto del nutrizionista. Il trattamento è molto prolungato e a volte richiede da 1 a 3 anni di terapia ambulatoriale o in centri specializzati.
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