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Londra nella letteratura inglese

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Presentazione sul tema: "Londra nella letteratura inglese"— Transcript della presentazione:

1 Londra nella letteratura inglese
IL PROCESSO DI CIVILIZZAZIONE Norbert Elias sostiene che questo processo consiste fondamentalmente in un graduale mutamento dell’equilibrio tra eterocostrizione e autocostrizione individuale. Ciò che accade è un lento e continuo processo di privatizzazione, di scollamento di certi ambiti della vita personale (legati al cibo, al vestiario, al sonno...) dalla sfera della comunicazione sociale tra gli uomini. Compare una paura socialmente instillata, compaiono e si amplificano il senso di disgusto, di vergogna e di pena.

2 Londra nella letteratura inglese
Il testo prende l’avvio dall’esame dei concetti di civiltà e cultura, analizzando la genesi sociale dell’antitesi civiltà e cultura in Germania. Civiltà, innanzitutto, fa rilevare Elias, non ha lo stesso significato in tutte le nazioni occidentali. Esiste una notevole differenza tra l’uso che si fa di questo termine in Inghilterra e in Francia e l’uso che se ne fa invece in Germania. Se nelle prime due lingue, inglese e francese, civiltà esprime l’orgoglio per la propria nazione e per il progresso dell’Occidente e quindi dell’intera umanità, in Germania questa parola ha un valore assai minore, perché il termine tedesco con cui si definisce se stessi e l’orgoglio per le proprie prestazioni è cultura.

3 Londra nella letteratura inglese
Il concetto francese e inglese di civiltà può riferirsi a fatti politici o economici, religiosi o tecnici, morali o sociali. Il termine tedesco cultura si riferisce invece essenzialmente a fatti spirituali, artistici e religiosi, e tende a distinguere nettamente questi ultimi dai fatti politici, economici e sociali.

4 Londra nella letteratura inglese
Il concetto tedesco di cultura sottolinea fortemente le differenze nazionali e le peculiarità dei gruppi, mentre il concetto di civiltà entro certi limiti tende ad attenuare le differenze nazionali tra i popoli. Il concetto tedesco di cultura è inoltre essenzialmente statico (si riferisce a prodotti degli uomini come le opere d’arte, i libri o i sistemi filosofici, che stanno lì “come i fiori nei campi”), mentre il concetto di civilizzazione indica un processo, o quanto meno il risultato di un processo, qualcosa che è in costante mutamento e che quindi progredisce

5 Londra nella letteratura inglese
Quali sono le cause di questa peculiarità tedesca? In Germania, spiega Elias, dopo la guerra dei Trent’anni, il calo demografico e il mostruoso collasso economico la borghesia era povera, e aveva notevoli difficoltà a coltivare l’arte o la letteratura. Nelle corti, dove invece il denaro non mancava, non si parlava il tedesco ma il francese. Il francese era il segno distintivo dei ceti elevati. L’esclusione della borghesia dalla vita politica e da quella aristocratica, il suo isolamento, influenzerà grandemente la letteratura tedesca dell’epoca, che tenderà a mettere in risalto il contrasto tra la superficialità, il cerimoniale, le conversazioni esteriori da un lato e l’introspezione, la profondità dei sentimenti, la dedizione alla lettura e allo studio, la formazione della propria personalità dall’altro (la medesima antitesi tra civiltà e cultura).

6 Londra nella letteratura inglese
La rigorosissima separazione sociale tra nobiltà e borghesia che esiste in Germania, non esiste affatto a questi livelli in Francia. In Francia, addirittura, l’aristocrazia di corte ha invece la tendenza ad assimilare, a “colonizzare” elementi degli altri strati sociali e assorbirli al suo interno. La genesi sociale dell’antitesi tra civiltà e cultura sarà pertanto molto diversa in Francia. Qui civiltà andrà a significare sempre di più affinamento dei costumi, cortesia, buone maniere: quindi un ben determinato modo di comportarsi. Un modo di comportarsi che si delinea in alto, nell’aristocrazia e nella nobiltà, a partire dalla corte, e via via contamina gli altri strati sociali. La borghesia francese, anche quella più critica, non contrappone alla falsa civiltà una civiltà effettiva, non contrappone all’homme civilisé un altro modello di uomo come fa l’intellighenzia tedesca con il suo gebildeter Mensch: gli intellettuali riformisti francesi, a parte poche eccezioni, non fanno altro che assumere, quindi fare propri, i modelli della corte per svilupparli e migliorarli.

7 Londra nella letteratura inglese
La seconda parte del libro, Le buone maniere, ci descrive la civiltà come trasformazione del comportamento umano, una trasformazione lenta e inarrestabile che coinvolge ogni singolo aspetto della vita quotidiana, riguardando prima di tutto il comportamento esteriore, il modo di presentarsi in pubblico (atteggiamento del corpo, gesti, abbigliamento).

8 Londra nella letteratura inglese
Vengono pubblicati saggi e manuali che illustrano nel dettaglio il corretto modo di comportarsi, sia per quanto riguarda la tavola (i galatei), la preparazione, la presentazione e il consumo dei cibi (troviamo così un’interessante storia delle posate, scoprendo ad esempio quanto sia recente l’uso della forchetta, comparsa in un primo momento come oggetto di lusso per gli strati sociali superiori, come mangiare con le mani venga sempre di più considerato disgustoso e da evitare, come il coltello vada maneggiato in maniera da non suscitare la paura di essere aggrediti, come la preparazione della carne vada “relegata dietro le quinte”, per dissociare il più possibile il cibarsi di carne dall’animale morto che stiamo mangiando), sia per quanto riguarda l’igiene personale, non trascurando praticamente nulla.

9 Londra nella letteratura inglese
A poco a poco si viene a costruire un muro invisibile tra le persone, tra i loro corpi, separandoli e respingendoli, un muro che oggi avvertiamo già con il semplice avvicinarci a qualcosa che è entrato in contatto con la bocca o le mani di qualcun altro. Questo muro si manifesta come un sentimento di disgusto alla mera vista di molte funzioni fisiche altrui, oppure come un senso di vergogna al pensiero che le nostre personali funzioni fisiche possano essere esposte alla vista di altri. Si arriva quindi fino al punto di censurare il proprio comportamento non soltanto quando ci si trova in pubblico, ma anche quando ci trova soli e nessuno in realtà può osservarci.


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