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SIMULAZIONE DI UN CASO AZIENDALE PER OTTENERE IL FIDO BANCARIO

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Presentazione sul tema: "SIMULAZIONE DI UN CASO AZIENDALE PER OTTENERE IL FIDO BANCARIO"— Transcript della presentazione:

1 SIMULAZIONE DI UN CASO AZIENDALE PER OTTENERE IL FIDO BANCARIO
16/09/2018 SIMULAZIONE DI UN CASO AZIENDALE PER OTTENERE IL FIDO BANCARIO Nino Rebaudo

2 RICHIESTA DI CONCESSIONE DI FIDO
Identificazione giuridica dell’impresa affidataria, affidamenti richiesti e relativa motivazione, garanzie offerte di tipo personale (fideiussioni) ed eventualmente reale (pegno su titoli), assetto proprietario, indicazione dell’attività svolta e programmi futuri. Breve relazione sull’attività esercitata, sulle modalità di rimborso del prestito e notizie sui garanti. 16/09/2018

3 Stato patrimoniale Lo Stato patrimoniale deve essere basato sulla riclassificazione secondo il criterio finanziario. I crediti vanno suddivisi in attività liquide differite, se scadenti entro i 12 mesi (al netto del fondo svalutazione) e in immobilizzazioni finanziarie se scadenti oltre i 12 mesi o se si tratta di crediti di dubbia riscossione. Fra i debiti a breve vanno inseriti anche l’utile da distribuire agli azionisti nonché le rate di mutuo e prestito obbligazionario da rimborsare entro il prossimo esercizio. I debiti v/banche vanno separati dagli altri debiti a breve termine, come pure quelli finanziari dagli altri a medio-lungo, per evidenziare i prestiti che l’azienda ha ricevuto. 16/09/2018

4 CONTO ECONOMICO Questo viene presentato nella riclassificazione a valore aggiunto, che evidenzia il reddito operativo, ossia il reddito lordo della gestione caratteristica, valore centrale per il calcolo degli indici economici. Si evidenziano poi alcuni risultati intermedi come il valore aggiunto, che rappresenta il margine lordo garantito dal ricavo delle vendite rispetto al costo delle materie e dei servizi consumati. Il reddito al lordo degli ammortamenti, che permette di vedere come il risultato precedente si riduce per effetto del costo del lavoro. Sottraendo gli ammortamenti e gli altri accantonamenti si determina il reddito operativo; da questo punto in poi la struttura del Conto economico è simile a quella civilistica. 16/09/2018

5 INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI
Nella stessa pagina vanno indicati i conti d’ordine relativi sia a cambiali o ricevute cedute s.b.f. a banche, sia garanzie prestate a terzi; seguono dati relativi all’evoluzione del fatturato, dell’utile e del numero dei dipendenti negli ultimi anni nonché altre informazioni sui crediti e debiti, sulla valutazione delle rimanenze e su aspetti fiscali. 16/09/2018

6 NOTIZIE RELATIVE AGLI IMMOBILI
In un altro prospetto, l’azienda affidataria dovrà fornire alla banca notizie relative agli immobili posseduti, con l’indicazione degli eventuali vincoli gravanti per l’accensione di ipoteche, e gli affidamenti ottenuti da altre banche con l’indicazione del grado di utilizzo. 16/09/2018

7 GLI INDICI Il calcolo degli indici è fondamentale al fine della eventuale concessione del fido. Volendo classificarli avremo gli indici economici: 1) Redditività dei mezzi propri, 2) Redditività del capitale investito; 3) Redditività delle vendite; 4) Tasso di incidenza della gestione non caratteristica; 5) Tasso di autofinanziamento; 6) Costo finanziario dei mezzi di terzi. Indici finanziari-patrimoniali: 1) Rapporto di indebitamento; 2) Dipendenza dal credito bancario a breve termine; 3) Grado di copertura delle immobilizzazioni; 4) Grado di immobilizzo del capitale; 5) Grado di ammortamento complessivo; 6) Quoziente di liquidità; 7) Quoziente di disponibilità. Indici di efficienza: 1) Rotazione del capitale investito; 2) Produttività per dipendente; 3) Incidenza del costo del lavoro; 4) Durata media dei crediti; 5) Durata media dei debiti. 16/09/2018

8 RELAZIONE DELL’UFFICIO FIDI DELLA BANCA
Dopo aver esaminato la richiesta di fido, il Bilancio dell’azienda e calcolato gli indici, l’Ufficio Fidi della banca procede alla redazione della relazione finale e decide se concedere o no il fido. Tale relazione riporta i seguenti elementi: Assunzione di informazioni esterne dalle quali è emersa la correttezza commerciale dell’azienda richiedente e l’assenza di precedenti negativi. Visita allo stabilimento e agli uffici dell’impresa in questione, che ha permesso di appurare una struttura organizzativa piuttosto funzionale: impianti moderni, un sistema informativo-contabile razionale ed efficiente e scorte di magazzino valide. Riclassificazione dell’ultimo bilancio, allegato alla domanda, e calcolo dei più importanti indici, che hanno evidenziato una redditività discreta, una struttura patrimoniale equilibrata e un indebitamento in linea con quello delle imprese similari. Valutazione sulla liquidità tenendo conto delle prospettive del settore e del fatturato. 16/09/2018

9 POLITICA DI CONCESSIONE DEI FINANZIAMENTI
Selezione delle imprese da affidare, in base ai programmi e alle garanzie esibite nonché alla situazione economico-patrimoniale dei soggetti richiedenti, abbandonando la tendenza a utilizzare la concessione del fido come strumento di marketing per conquistare nuovi clienti, che ridurrebbe l’istruttoria fido a una pura formalità. Frazionamento dei rischi, che non è solo un’opportunità ma anche un obbligo in quanto una banca dal 31/12/98 – in virtù di una delibera del CICR e della II Direttiva CEE – non può concedere finanziamenti a un solo “gruppo aziendale” per un importo superiore al 25% del proprio patrimonio. Revisione periodica dei fidi, attraverso un monitoraggio dell’andamento dell’azienda affidata (grado di utilizzo del fido, situazione economica, evoluzione del rischio, ecc.). Tali dati, da riportare su un apposito “schedario fidi” devono permettere alla banca di cogliere tempestivamente i segnali e di adeguare l’entità dei finanziamenti e delle garanzie. 16/09/2018


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