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Infezione ospedaliera cenni storici

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Presentazione sul tema: "Infezione ospedaliera cenni storici"— Transcript della presentazione:

1 Infezione ospedaliera cenni storici
Nella metà del 1800 I. Semmelweiss e J. Simpson furono i pionieri di una raccolta sistematica dei tassi di infezione ospedaliera: • Semmelweiss dimostrò efficacemente che l’ospedale poteva rappresentare un rischio per i pazienti (le donne che non partorivano in ospedale avevano un rischio di sepsi puerperale ed una mortalità molto più bassa rispetto a quelle che partorivano in ospedale), che tale rischio era di origine infettiva (i patogeni erano trasmessi dai medici e dagli studenti che, prima di assistere le partorienti, effettuavano riscontri autoptici), che tale evento era prevenibile (lavando le mani con cloruro di calcio). • Simpson evidenziò una correlazione diretta tra la mortalità per infezione, dopo amputazione degli arti, e la grandezza dell’ospedale, condizione associata al sovraffollamento, che favoriva la trasmissione delle infezioni da paziente a paziente.

2 Microbiologia delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria
…infezioni ospedaliere, ma oggi più correttamente, correlate all’assistenza sanitaria

3 Definizione di infezione ospedaliera
Per infezione acquisita in Ospedale si definisce un’infezione contratta durante il ricovero in ospedale, che non era manifesta clinicamente né in incubazione al momento dell’ammissione, ma che compare durante o dopo il ricovero e da questo è determinata ( Circolare Ministero Sanità n. 52/1985) Le infezioni nosocomiali, o ospedaliere, sono una delle maggiori cause di morbilità e di mortalità. Una elevata frequenza di infezioni nosocomiali è indice di scarsa qualità del servizio sanitario erogato e genera costi evitabili. Molti fattori contribuiscono a condizionare la frequenza delle infezioni nosocomiali: i pazienti ospedalizzati sono spesso immunocompromessi, sono sottoposti ad accertamenti e trattamenti invasivi; le procedure di cura per i pazienti e l’ambiente ospedaliero possono facilitare la trasmissione di microrganismi fra i pazienti. La pressione selettiva ed un utilizzo estensivo degli antibiotici facilita l’insorgere delle resistenze. Se da una parte si ottengono progressi nella prevenzione delle infezioni ospedaliere dall'altra i cambiamenti continui nella pratica medica comportano nuove opportunità di sviluppo delle infezioni.

4 Allo scopo di assicurare un'operatività continua in materia di Infezioni Ospedaliere, in Italia sono state pubblicate due Circolari del Ministero della Sanità, la n. 52/1985 "Lotta contro le infezioni ospedaliere" e la n. 8/1988 "Lotta contro le infezioni ospedaliere: la sorveglianza" E’ necessario che in ogni presidio ospedaliero sia istituita una Commissione tecnica responsabile della lotta contro le Infezioni i cui compiti sono: - definire la strategia di lotta contro le Infezioni Ospedaliere, con particolare riguardo ai seguenti aspetti: 1.organizzazione del sistema di sorveglianza (uso degli antibiotici, ecc.); 2. istituzione di misure di prevenzione; 3.coinvolgimento appropriato dei servizi laboratoristici; 4.informazione  al personale ospedaliero sull'andamento delle infezioni; - verificare l'effettiva applicazione dei programmi di sorveglianza e controllo e la loro efficacia; - curare la formazione culturale e tecnica del personale su tale argomento.

5 "Il comitato coordinato dal Direttore Sanitario, deve comprendere almeno un rappresentante delle altre aree funzionali, ma gli esperti in igiene in malattie infettive ed in microbiologia devono costituire le figure essenziali, così come  fondamentale è la presenza del personale infermieristico. Il comitato designerà un ristretto gruppo operativo cui affidare specifiche mansioni attinenti al programma: un medico igienista della Direzione Sanitaria, un esperto in microbiologia, un esperto in malattie infettive, un caposala, infermieri particolarmente addestrati in materia, un farmacologo clinico o un farmacista ospedaliero. Il gruppo operativo deve ricevere dall'autorità competente l'assegnazione del tempo e delle risorse necessarie per l'espletamento dei suoi compiti. Il gruppo operativo partecipa alle riunioni del Comitato".  dalla circolare ministeriale n° 52/1985.

6 Definizione di infezione ospedaliera
Con il termine Infezione Ospedaliera, sia scientificamente che operativamente, oggi si intende un campo più vasto che include tutte le infezioni riconducibili a momenti assistenziali, anche non strettamente ospedalieri, e la prevenzione del rischio biologico per il personale sanitario Le infezioni che si manifestano più di 48 ore dopo il ricovero in ospedale sono di solito considerate nosocomiali. Le infezioni che il personale ospedaliero può contrarre nell’assistenza ai malati vanno classificate come infezioni occupazionali, termine con le quali si intende una infezione sicuramente acquisita sul luogo di lavoro (corsia ospedaliera, laboratorio, sala operatoria, ecc.), il cui periodo di incubazione sia compatibile con l'intervallo di tempo intercorso tra l'esposizione all'agente responsabile e la comparsa della malattia. 

7 in Italia circa 500. 000-700. 000 pazienti, su 9
in Italia circa pazienti, su 9.5 milioni di ricoverati l'anno, contraggono un'infezione ospedaliera, con percentuali che oscillano fra il 5 e il 17% di tutti i ricoveri. La mortalita' raggiunge il 3%.

8 INFEZIONI NOSOCOMIALI
MICROBIOLOGIA EPIDEMIOLOGIA PREVENZIONE

9 INFEZIONI NOSOCOMIALI
MICROBIOLOGIA

10 Sorgenti di infezione Le sorgenti di infezione possono essere:
endogene (flora batterica dello stesso paziente) esogene (altri pazienti, personale, attrezzature mediche, ambiente). La fonte di infezione nella maggior parte dei casi è esogena ed è costituita da una persona sana che fa parte del personale di assistenza; la contaminazione esogena tramite le mani del personale è la più frequente ed è responsabile della maggior parte delle infezioni ospedaliere. Nel caso in cui il pz viene a diretto contatto ( ad es. tramite goccioline di saliva ) con un altro paziente fonte di infezione si parla di infezione crociata. Nel caso di infezioni endogene il paziente è fonte e oggetto di infezione.

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12 Microrganismi responsabili
• Agenti patogeni tradizionali, quali per esempio il virus influenzale, i virus dell’epatite, le Salmonelle,etc… che, oltre ai pazienti,possono colpire anche il personale di assistenza. • Agenti opportunisti, vale a dire tutti quei microrganismi che aggrediscono l’ospite solo quando si determinano condizioni tali da consentire il loro impianto in distretti normalmente sterili e/o quando si verifica una diminuzione a vario livello delle difese dell’ospite. Catena infettiva Il primo anello della catena infettiva è rappresentato dall’agente infettante La trasmissione del microrganismo è il secondo anello di questa catena, e avviene: - per contatto diretto, mediante la via aerea, per mezzo di veicoli ( che costituisce la modalità più frequente), L’ospite infettato dall’agente microbico è il terzo e definitivo anello della catena infettiva.

13 il paziente ricoverato
Nel determinare l’insorgenza di un’infezione intervengono i vari fattori specifici dell’ospite, compresi i suoi meccanismi di difesa. Spesso il paziente ricoverato ha un’alterazione o una scarsa efficienza dei sistemi difensivi, se non addirittura un vero e proprio stato di immunodeficienza: è la situazione dell’“ospite indifeso”, cioè di in un soggetto in cui anche agenti a bassa patogenicità e virulenza possono essere causa di infezioni gravi e, talora, letali.

14 Veicoli di infezione sono le mani, lo strumentario, le infusioni di sostanze e farmaci, l’ambiente (negli ultimi anni l’aria è stata un po’ ridimensionata come veicolo di infezione ospedaliera: resta comunque l’evidenza di infezioni nosocomiali aerodiffuse come l’influenza, il morbillo, la parotite, la tbc, etc.), arredi, mobili, pavimenti (la loro importanza deriva dal fatto che il personale può toccare arredi e mobili contaminati e trasferire i microrganismi, tramite le mani, al paziente; per quanto riguarda i pavimenti la loro importanza è relativa al risollevamento di polveri con microrganismi spesso multiresistenti per l’uso estensivo e spesso ingiustificato di soluzioni disinfettanti nella pulizia). Gli effetti letterecci sono altre possibili fonti e veicoli di infezione, così come il cibo. Altra possibile fonte di infezione sono gli impianti di condizionamento.

15 sono le MANI degli operatori sanitari
Veicolo di importanza determinante, modalità più frequente di contagio sono le MANI degli operatori sanitari sulle mani colonizzano numerosi e grande varietà di potenziali patogeni

16 Eziologia: Comprende tutti i possibili patogeni: batteri, virus, miceti, parassiti I batteri sono i più frequenti agenti causa di infezioni ospedaliere; la flora nosocomiale è costituita da batteri notevolmente resistenti, immessi nell’ambiente ospedaliero da pazienti e personale

17 Flora batterica nosocomiale
La flora nosocomiale è diversa da ambiente ad ambiente ed è correlata all’uso degli antibiotici, dei disinfettanti e alle patologie ricoverate. L’impiego reiterato di antibiotici in un ambiente relativamente chiuso, come può essere un reparto ospedaliero, comporta una pressione selettiva che favorisce l’emergere di ceppi resistenti, e frequentemente si tratta di ceppi multiresistenti (MDR). Oltre a questa flora nosocomiale, che chiamiamo e s o g e n a, anche una flora e n d o g e n a dello stesso paziente modificata dalla degenza ospedaliera e dalla pressione selettiva degli antibiotici (per esempio la flora intestinale modificata in pazienti ricoverati, sottoposti a lunga terapia antibiotica e successivamente operati all’intestino) può essere responsabile di infezioni ospedaliere (es. infezioni postchirurgiche) .

18 Possibili siti di contaminazione
La flora microbica nosocomiale trova attecchimento in strumentazioni difficilmente pulibili, disinfettabili o sterilizzabili (respiratori, umidificatori, apparecchi per dialisi, ecc.), ma può anche essere presente nell’ambiente e veicolata ai pazienti attraverso le mani degli operatori sanitari, se non vengono usati adeguati mezzi di protezione di barriera (guanti, ecc.), a seguito di manovre strumentali cruente (cateterismo urinario, inserzione di linea vascolare, ecc.). Possibili siti di contaminazione

19 Principali patogeni: . Tra i batteri, i gram negativi rappresentano il 60-70% degli agenti etiologici: maggiormente chiamati in causa sono i germi opportunisti come l’E. Coli (20-22%), la Klebsiella pneumoniae (particolarmente preoccupanti i ceppi di Klesiella pneumoniae KPC) , ecc. Tra i gram positivi gli stafilococchi e gli enterococchi sono i più rappresentati. Meno frequenti le infezioni da anaerobi. E. Coli infezioni urinarie e intestinali nei bambini Klebsiella infezioni respiratorie nelle Rianimazioni Serratia basse vie respiratorie e apparato urinario soprattutto in soggetti immunocompromessi Pseudomonas, ubiquitario, resistente ai comuni disinfettanti. Responsabile di tutte le possibili gamme di infezioni nosocomiali S t a f i l o c o c c h i. L’aureo è spesso implicato nelle infezioni delle ferite chirurgiche ( presenza in sala operatoria di personale sanitario portatore di infezioni cutanee!). L’epidermidis, può essere responsabile di endocarditi batteriche subacute e croniche a seguito di interventi cardiochirurgici. Può causare anche osteomieliti a seguito di interventi ortopedici. Sia lo Stafilococco aureo che l’epidermidis sono tra i principali agenti responsabili di setticemie associate a cateteri venosi centrali e periferici Streptococchi, largamente diffusi e molto resistenti all’essiccamento Gli alfa-emolitici possono causare endocarditi, i beta-emolitici angine e altre infezioni tipicamente streptococciche, mentre gli enterococchi possono causare infezioni urinarie. virus influenzale epidemie in reparti di degenza morbillo, varicella epatite virale (B, C ): importante soprattutto nei reparti di dialisi dove grande è la manipolazione di sangue Citomegalovirus: causa di infezioni nosocomiali solo nei pazienti immunocompromessi; Le etiologie virali rivestono un interesse più limitato Tra i funghi, la Candida è la causa più frequente di infezioni nosocomiali

20 Fattori determinanti il rischio di infezione ospedaliera
Numerosi sono i fattori che concorrono all’insorgenza di una infezione ospedaliera: 1) fattori correlati all’ospite: età, patologia di base, gravità delle condizioni cliniche, tipo e caratteristiche dell’assistenza sanitaria stessa prestata prima del ricovero; in particolare: - età: più colpite le età estreme. A rischio i prematuri e gli anziani; - affezioni sistemiche: diabete, insufficienza epatica, renale, neoplasie, emolinfopatie sistemiche,… - difetti specifici dei meccanismi di difesa; - dismicrobismi favoriti da terapie antibiotiche. 2) fattori correlati al profilo stesso dell’assistenza: il reparto di ricovero, le procedure invasive attuate, eventuali interventi chirurgici, le terapie; 3) fattori correlati alla qualità dell’assistenza: la gestione del paziente esposto a procedure invasive, l’applicazione corretta dei protocolli d’uso di disinfettanti e antibiotici (ad esempio antibioticoprofilassi in chirurgia), i criteri di utilizzo di farmaci e procedure invasive conformi agli standard ormai validati da studi controllati Mentre è estremamente difficile mettere in atto interventi che possano modificare la storia clinica del paziente (punti 1 e 2), il controllo più efficace delle infezioni ospedaliere deve basarsi su una modifica della qualità dell’assistenza, attraverso l’adozione di protocolli standardizzati e di metodiche corrette

21 INFEZIONI NOSOCOMIALI
EPIDEMIOLOGIA

22 occorre necessariamente anche
Essere informato sull’epidemiologia dei Paesi, del nostro Paese, delle Regioni, della nostra Regione, non è sufficiente, occorre necessariamente anche conoscere i dati epidemiologici locali, del nostro territorio, del nostro ospedale e del nostro reparto, aggiornati con diffusione di report periodici, sui patogeni osservati e loro resistenze

23 FREQUENZA DI SPECIFICHE LOCALIZZAZIONI DI INFEZIONE
Le infezioni ospedaliere si distribuiscono in quattro principali localizzazioni che rappresentano circa l'80% di tutte le infezioni osservate: il tratto urinario,  le ferite chirurgiche,  l'apparato respiratorio,  le infezioni sistemiche (sepsi, batteriemie, associate in particolare a cateteri vascolari).  Tra queste le più frequenti sono le infezioni urinarie, che da sole rappresentano il 35-40% circa di tutte le infezioni osservate. L'importanza relativa, dal punto di vista clinico, di ciascuna localizzazione di infezione varia nei diversi reparti ed in diversi sottogruppi di pazienti.

24 Infezioni urinarie • Le più comuni infezioni ospedaliere.
Le infezioni urinarie hanno grado di morbidità minore rispetto alle altre infezioni nosocomiali, ma possono occasionalmente provocare batteriemia e morte • L’80%di esse sono associate con l’uso del catetere, il resto si verifica in seguito ad altre manovre invasive eseguite nel tratto urogenitale. • I batteri sia di origine endogena (flora presente nel canale uretrale) sia esogena ( flora ambientale ospedaliera), possono colonizzare l’apparato urinario attraverso 4 meccanismi. I microrganismi causa di infezione delle vie urinarie possono avere accesso alla vescica in questo modo: 1. Al momento dell’inserzione del catetere 2. Attraverso il lume del catetere 3. Sulla superficie esterna del catetere 4. Dopo la rimozione del catetere

25 Polmonite nosocomiale
La polmonite nosocomiale si manifesta in differenti gruppi di pazienti Il più importante è rappresentato dai pazienti con ventilazione assistita nelle unità di terapia intensiva. Nella polmonite da ventilazione assistita esiste un’elevata frequenza di mortalità, sebbene il rischio da attribuirle sia difficile da determinare per la presenza di altri fattori di comorbilità. I microrganismi colonizzano lo stomaco, le vie respiratorie superiori ed i bronchi e causano infezione nei polmoni (polmonite): spesso sono endogeni (apparato digerente, naso e gola), ma possono essere esogeni, spesso provengono dalla contaminazione della strumentazione di ventilazione respiratoria. La definizione di polmonite può avvalersi di criteri clinici e radiologici che sono facilmente disponibili ma non specifici: opacità radiologiche recenti e progressive del parenchima polmonare, espettorato purulento e insorgenza di febbre La diagnosi è più specifica quando si ottengono campioni per esami microbiologici quantitativi con metodi broncoscopici protetti. Fattori di rischio noti per l’infezione includono il tipo e la durata della ventilazione, la qualità dell’assistenza respiratoria, la gravità delle condizioni del paziente e il precedente uso di antibiotici.

26 Batteriemia nosocomiale
Questo tipo di infezione è relativamente poco frequente (approssimativamente il 5%) ma la quota di mortalità è elevata (più del 50% per alcuni microrganismi). L’incidenza è in aumento, particolarmente per Staphylococcus coagulasi negativi multiresistenti e Candida spp. L’infezione può originare nel punto di ingresso cutaneo di dispositivi intravascolari, o nel percorso sottocutaneo del catetere (infezione del tunnel). I microrganismi che colonizzano il catetere all'interno dei vasi sanguigni possono produrre batteriemia senza evidenza di segni di infezione all’esterno. La flora cutanea, residente o transitoria, rappresenta la sorgente dell’infezione. I maggiori fattori di rischio sono rappresentati dalla durata della permanenza del catetere, del livello di asepsi all’inserzione ed del controllo continuo del catetere

27 Infezioni del sito chirurgico
per definire l’infezione della ferita chirurgica è necessario che vi siano i seguenti criteri: • L’infezione si sviluppa entro 30 gg dall’intervento; • L’infezione interessa soltanto la cute o il tessuto sottocutaneo dell’incisione; • Presenza di almeno uno dei seguenti: - secrezione purulenta dall’incisione superficiale; isolamento di un microrganismo da una coltura ottenuta con tecniche asettiche dai fluidi o dai tessuti dell’incisione superficiale; presenza di almeno uno dei seguenti sintomi/segni: dolore,tensione superficiale, gonfiore, localizzato, eritema, etc…

28 INFEZIONI NOSOCOMIALI
PREVENZIONE

29 Classificazione delle misure di prevenzione e controllo
Per ridurre il rischio di trasmissione dei microorganismi in ospedale vengono raccomandate varie precauzioni che a seconda del tipo di paziente vengono distinte in: Precauzioni standard se destinate all’assistenza di tutti malati indipendentemente dalla loro diagnosi o presunto stato d’infezione. Precauzioni basate sulle vie di trasmissione se destinate all’assistenza di pazienti specifici.

30 Precauzioni standard Sono rivolte a tutti gli operatori sanitari che possono venire a contatto con il sangue ed altro materiale biologico. Quali sono adozione di misura di barriera corretto uso e smaltimento di aghi e taglienti decontaminazione dello strumentario riutilizzabile biancheria pulizia e disinfezione ambientale collocazione del paziente

31 Adozione di misura di barriera (1)
Mascherina con visiera o occhiali protettivi Devono essere utilizzati durante l’esecuzione di procedure che possono determinare schizzi di sangue o di altri liquidi biologici per proteggere le mucose degli occhi, naso e bocca. Camici Devono essere utilizzati per fornire una barriera protettiva atta a prevenire la contaminazione degli indumenti e quindi ridurre la trasmissione di microorganismi e a proteggere la cute. L’uso del camice totalmente impermeabile è riservato agli addetti alla sala operatoria o a determinati servizi. Guanti Devono essere indossati per procedure sul corpo del paziente, su dispositivi e su strumentario contaminati da materiale o liquidi potenzialmente infetti. Devono essere sostituiti durante procedure eseguite in sedi diverse dello stesso paziente e tra un paziente e l’altro. E’ importante ricordare che i guanti se non adeguatamente utilizzati possono trasformarsi da presidi di protezione a mezzo di propagazione delle infezioni

32 Adozione di misura di barriera (2)
Igiene delle mani Deve essere intesa non solo come misura di controllo delle infezioni, ma anche come misura di protezione dell’operatore. Il lavaggio delle mani va eseguito immediatamente ed accuratamente se si verifica un accidentale contatto con il sangue o materiale organico potenzialmente infetto, dopo la rimozione dei guanti, tra un paziente e l’altro e dopo procedure effettuate sullo stesso paziente ma in sedi diverse. L’uso dei guanti e il lavaggio accurato delle mani rivestono un ruolo fondamentale di prevenzione. L’uso dei guanti non è sostitutivo del lavaggio accurato delle mani. Durante l’attività lavorativa è importante evitare atteggiamenti rischiosi quali portarsi le mani alla bocca o agli occhi, portare anelli, bracciali o altri monili. Il lavaggio delle mani come la misura più importante nel controllo delle Infezioni Ospedaliere in grado da sola di ridurre il tasso delle infezioni. In base al livello del rischio per il paziente o per l'operatore è possibile eseguire un lavaggio sociale con acqua e sapone o un lavaggio antisettico e un lavaggio preoperatorio che vanno effettuati con acqua e soluzioni antisettiche detergenti. Un rigoroso intervento sul lavaggio delle mani si stima riduca le infezioni ospedaliere mediamente dal 10% al 50%

33 5 maggio 2014 : giornata dedicata a "Save Lives: Clean Your Hands "
Il lavaggio delle mani è un semplice gesto a volte sottovalutato che può salvarci dalle infezioni. L'organizzazione Mondiale della Sanità da alcuni anni promuove la campagna di sensibilizzazione denominata Save Lives: Clean Your Hands (letteralmente Salva le vite: lava le mani). 5 maggio 2014 : giornata dedicata a "Save Lives: Clean Your Hands " Roma, 5 mag Verso un ospedale senza infezioni: e' questo l'ambizioso obiettivo che si e' dato il Policlinico universitario A. Gemelli e che parte da un gesto semplice, ma fondamentale: il lavaggio delle mani prima e dopo ogni manovra che prevede il contatto con il paziente nonche' il chiaro invito a tutti i frequentatori dell'ospedale universitario, nessuno escluso - degenti, familiari, visitatori o studenti - a non trascurare la propria igiene delle mani e a spiegare coma va fatta correttamente. Ed e' proprio per puntare a questo obiettivo che il Gemelli, in occasione della Giornata Mondiale per l'igiene delle mani istituita dall'Organizzazione Mondiale della Sanita' (OMS), da' avvio a una serrata e articolata campagna di informazione e di educazione interna all'ospedale che ha come leit motiv e claim la semplice e diretta domanda ''Ti sei lavato le mani?'' rivolta a tutti gli operatori sanitari, nonche' ai degenti e a tutti i diversi utenti dell'ospedale con cartellonistica ad hoc lungo i principali percorsi assistenziali del Gemelli, dispenser di soluzioni alcoliche per pulire le mani, opuscoli informativi che spiegano come si lavano le mani e perche' questo atto, cosi' ''scontato'' da esser sovente e a torto trascurato, sia un importantissimo presidio per il contrasto alle infezioni nell'ospedale e nella comunita'.

34 L'Italia ha ancora molta strada da fare sul fronte del contenimento delle infezioni ospedaliere:
per esempio, basti pensare che nel nostro Paese per la sola igiene delle mani in ospedale si consuma meno del 10% della quantita' totale di gel alcolico - stimata sulla base del totale dei ricoveri ogni anno - di cio' che si dovrebbe utilizzare. In Paesi dove c'e' molta piu' attenzione per l'igiene delle mani come i Paesi Scandinavi (dove non a caso c'e' una bassissima incidenza di infezioni ospedaliere) se ne consuma oggi piu' del 40% della quantita' totale necessaria stimata

35 Il lavaggio delle mani rappresenta da solo il mezzo più importante ed efficace per prevenire la trasmissione delle infezioni. LAVAGGIO SOCIALE DELLE MANI Quando: ad inizio e fine turno, prima e dopo la distribuzione degli alimenti, prima e dopo l’uso dei servizi igienici, prima e dopo il rifacimento dei letti, dopo ogni contatto con i pazienti, prima e dopo l’uso dei guanti, prima e dopo la somministrazione di terapie. Come: 􀂃 Bagnare ed insaponare le mani con sapone liquido; 􀂃 Strofinare accuratamente con particolare attenzione agli spazi ungueali e interdigitali, per 30 sec.-1 minuto; 􀂃 Risciacquare abbondantemente con acqua corrente; 􀂃 Asciugare bene con salviette monouso, o con carta o con asciugamano personale; 􀂃 Utilizzare l’ultima salvietta per chiudere eventualmente il rubinetto.

36 LAVAGGIO ANTISETTICO DELLE MANI
Quando: prima e dopo procedure invasive, in occasione di tecniche che richiedano l’utilizzo di guanti sterili, prima di assistere pazienti immunodepressi, dopo il contatto con pazienti contagiosi, dopo l’esecuzione di medicazioni infette o dopo manipolazione di secreti, escreti, sangue o altri materiali biologici, dopo contatto accidentale con materiale biologico. Come: 􀂃 bagnare mani e polsi con acqua corrente 􀂃 Applicare uniformemente 5 ml di soluzione antisettica con detergente; 􀂃 frizionare accuratamente unghie, dita, palmi e dorsi delle mani, polsi e parte degli avambracci per almeno 1-2 minuti 􀂃 Sciacquare accuratamente sotto l’acqua corrente 􀂃 Asciugare con salviette monouso (tamponando) 􀂃 Se non c’è rubinetto a gomito o pedale con la salvietta chiudere il rubinetto.

37 LAVAGGIO CHIRURGICO DELLE MANI Quando:
la corretta esecuzione della procedura descritta è applicata da parte di tutta l’équipe chirurgica prima di interventi chirurgici. Come: 􀂃 Regolare la temperatura dell’acqua alla temperatura più confortevole ( la temperatura dell’acqua consigliata è di 37 °C poiché a temperature inferiori si ha una vasocostrizione e un restringimento dei pori che impediscono la penetrazione dell’antisettico; viceversa, temperature superiori possono provocare irritazione cutanea nonché il passaggio in superficie di germi residenti in profondità) 􀂃 Bagnare uniformemente mani e avambracci fino a 2 dita al di sopra della piega dei gomiti, tenendo le mani più alte rispetto ai gomiti; 􀂃 Prendere uno spazzolino sterile, bagnarlo e applicarvi sopra l’antisettico 􀂃 Distribuire uniformemente 5 ml di soluzione antisettica, premendo la leva del dispenser con il gomito 􀂃 Strofinare accuratamente facendo particolare attenzione agli spazi ungueali ed interdigitali per 2 minuti, procedendo in un unico senso dalle mani ai gomiti; 􀂃 Risciacquare prima le mani e dopo gli avambracci avendo cura di tenere le mani al disopra del livello dei gomiti per evitare che l’acqua dagli avambracci coli sulle mani. 􀂃 Spazzolare le unghie per 30 secondi per mano, quindi lasciar cadere lo spazzolino nel lavandino; dorso e avambracci non vanno spazzolati 􀂃 Risciacquare mani e avambracci come precedente detto 􀂃 Asciugare mani e avambracci con un panno sterile: va asciugato prima ciascun dito, quindi la restante parte della mano, e ,da ultimo l’avambraccio sino alla piega del gomito con movimento circolare, avendo cura di non ripassare dall’avambraccio alla mano.

38 Manipolazione di aghi od oggetti taglienti
Durante l’utilizzo è necessario adottare tutte le precauzioni possibili. E’ fondamentale:  -non reincappucciare gli aghi e non rimuoverli manualmente dalle siringhe -non piegare o rompere aghi, lame o altri oggetti taglienti  -eliminare gli aghi ed altri oggetti taglienti sempre nell’apposito contenitore per prevenire l’esposizione accidentale. Decontaminazione dello strumentario riutilizzabile Tutto il materiale riutilizzabile venuto a contatto con sangue o altri liquidi potenzialmente infetti subito dopo l’uso e prima della pulizia deve essere immerso in soluzione disinfettante. La pulizia dello strumentario va eseguita con dovuta cautela e utilizzando guanti e mascherina con visiera. Il materiale così trattato può essere sottoposto alla disinfezione o sterilizzazione a seconda del successivo impiego..

39 Pulizia e disinfezione ambientale
Biancheria Tutta la biancheria e in particolare quella venuta a contatto con sangue o materiale potenzialmente infetto deve essere posta negli appositi sacchi, manipolata con cautela e con guanti di protezione. I materassi e coprimaterassi in caso di contaminazione vanno raccolti in sacchi impermeabili e inviati in lavanderia per il lavaggio e la disinfezione. Pulizia e disinfezione ambientale La modalità di esecuzione della pulizia e la frequenza deve variare in base alle diverse aree ospedaliere, il tipo di materiale e la superficie da trattare. Collocazione del paziente La collocazione del paziente in camera singola può diventare necessaria per le malattie a trasmissione aerea o quando le condizioni igieniche del paziente sono scarse al punto di diventare causa di contaminazione ambientale. In caso di mancata disponibilità della stanza singola mettersi in contatto con il personale del controllo delle infezioni ospedaliere.

40 Precauzioni basate sulle vie di trasmissione
Sono destinate a pazienti: riconosciuti o sospetti di essere infetti con patogeni altamente trasmissibili o epidemiologicamente importanti, diffusi per via aerea o con goccioline o attraverso il contatto con la cute o con superfici contaminate, per i quali sono richieste ulteriori precauzioni oltre a quelle standard. Comprendono Precauzioni per la trasmissione aerea Precauzioni per la trasmissione tramite goccioline Precauzioni per la trasmissione tramite contatto

41 Precauzioni per la trasmissione aerea
Sono indicate per ridurre il rischio di trasmissione di agenti infettanti per via aerea Questo tipo di trasmissione avviene perché nuclei di goccioline e particelle di polvere contenenti agenti infettanti si propagano nell’ambiente con possibilità di rimanere sospesi nell’aria per lunghi periodi di tempo. I microrganismi possono essere così dispersi tramite correnti d’aria lontano dal paziente fonte ed essere inalati o depositarsi su un ospite suscettibile. [esempio: la tubercolosi]

42 Precauzioni per la trasmissione tramite goccioline
Sono indicate per ridurre il rischio di trasmissione di agenti infettanti attraverso goccioline Questo tipo di trasmissione avviene a causa di grandi particelle di goccioline contenenti microrganismi generati da paziente, con patologia infettiva epidemiologicamente importante, durante accessi di tosse, starnuti, mentre parla e durante l’esecuzione di particolari indagini o procedure Poichè per le dimensioni le goccioline non rimangono in sospeso nell’aria, è necessario uno stretto contatto tra la persona fonte e la persona ricettiva affinché si realizzi il contagio [es.: la meningite da meningococco]

43 Precauzioni per la trasmissione tramite contatto
Sono indicate per ridurre il rischio di trasmissione di microrganismi epidemiologicamente importanti attraverso contatti diretti o indiretti [ esempi: la scabbia, la salmonellosi]. La trasmissione per contatto diretto implica un contatto di cute con cute e il trasferimento fisico di un microrganismo dalla persona infetta o colonizzata a un ospite suscettibile, ad esempio nell’atto di mobilizzazione, nel lavaggio o per altre attività sul paziente che richiedono un contatto corporeo. La trasmissione per contatto indiretto implica l’interposizione di un oggetto o strumento che fa da veicolo.

44 Strategie di prevenzione
Programmi di controllo Sorveglianza Gestione delle epidemie Laboratorio di microbiologia clinica Igiene delle mani e isolamento Individuare i pazienti a rischio Individuare serbatoi e meccanismi di trasmissione Descrivere nel tempo l’incidenza di tali infezioni Controllo dell’antibiotico resistenza

45 LINEE GUIDA Le linee guida per la prevenzione delle infezioni ospedaliere, sono realizzate sulla base delle evidenze scientifiche disponibili, del razionale teorico, della applicabilità e dell'impatto economico. La loro applicazione riguarda: Lavaggio mani Misure di isolamento Sterilizzazione Guida all'utilizzo antisettici disinfettanti Prevenzione I.O. Sito Chirurgico Prevenzione I.O.Dispositivi Intravascolari. Prevenzione I.O. Vie Urinarie Protocollo profilassi post-esposizione

46 L’attuale mobilità del paziente, originata dalla complessità del sistema di assistenza sanitaria, determina il rapido passaggio del problema delle Infezioni Ospedaliere dall‘ospedale, alla casa di cura, alla lungodegenza, al day hospital, all'assistenza domiciliare ecc. In tal modo il problema, fino a poco tempo fa relegato all'ospedale, è di fatto allargato, coinvolgendo le strutture di degenza territoriali fino al medico di base

47 STRUTTURA RESIDENZIALE PER ANZIANI
La rete dell’assistenza STRUTTURA RESIDENZIALE PER ANZIANI OSPEDALE DOMICILIO AMBULATORIO L’ospedale e le strutture assistenziali sono parte di una stessa rete epidemiologica: le infezioni ospedaliere e quelle comunitarie (in una parola, le infezioni correlate all’assistenza sanitaria) sono tra loro connesse nella trasmissione e nelle tipologie di microrganismi coinvolti.

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