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conclusioni
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Perché promuovere un uso prudente degli antibiotici?
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Un uso prudente degli antibiotici può prevenire la comparsa e la selezione di batteri resistenti agli antibiotici
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È stato dimostrato che una riduzione dell’uso di antibiotici comporta una minore incidenza di infezioni
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Come promuovere un uso prudente degli antibiotici?
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Molteplici strategie che contemplano l’uso di strumenti quali la formazione continua, l’adozione di orientamenti e politiche ospedaliere in materia di uso di antibiotici basate su dati scientifici, misure restrittive e consulti di infettivologi, microbiologi e farmacisti possono migliorare le pratiche di prescrizione e contribuire a ridurre la resistenza agli antibiotici.
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Il monitoraggio della resistenza agli antibiotici negli ospedali e dei dati sull’uso di antibiotici si è dimostrato utile per orientare la terapia antibiotica empirica in pazienti gravi.
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Tempi corretti e durata ottimale della profilassi antibiotica prima di un intervento chirurgico sono associati ad un minor rischio di infezioni del sito chirurgico, e di comparsa di batteri antibiotico-resistenti.
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Studi realizzati sull’argomento mostrano che per alcune indicazioni è possibile somministrare una terapia più breve senza differenze negli esiti per il paziente.
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Questi risultati sono stati associati anche ad una minore frequenza della resistenza agli antibiotici.
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Prelevare campioni microbiologici prima di avviare una terapia antibiotica empirica, monitorare i risultati delle colture e ottimizzare la terapia antibiotica sulla scorta di questi ultimi è un mezzo per ridurre l’uso non necessario di antibiotici.
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E inoltre…………
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È importante ricordare……….
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L’entità del consumo di antimicrobici è strettamente correlata alla resistenza batterica.
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La restrizione nell’uso degli antimicrobici (in medicina umana e veterinaria, nella produzione animale e nella protezione delle piante) è un fattore essenziale per il contenimento della resistenza batterica.
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L’uso di antibiotici in produzione animale dovrebbe essere totalmente abbandonato e sostituito con composti senza alcuna relazione con antimicrobici usati in medicina umana e veterinaria.
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Le condizioni di stabulazione negli allevamenti degli animali destinati all’alimentazione umana dovrebbero essere migliorate in modo da evitare il diffondersi di epidemie trattate su larga scala con antimicrobici corrispondenti o strettamente correlati a quelli di impiego in campo umano o veterinario.
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Geni marcatori di resistenza agli antimicrobici dovrebbero essere rimossi dai vegetali transgenici prima della commercializzazione.
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È necessario adottare note di indirizzo e guide terapeutiche che tendano a razionalizzare il più possibile l’impiego almeno dei più importanti antimicrobici nel trattamento di malattie dell’uomo e degli animali.
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Raccomandazioni per limitare la resistenza agli antibiotici
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Per il medico………
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Lavarsi a fondo le mani dopo ogni visita.
Non soddisfare la richiesta dei pazienti per antibiotici non necessari.
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Evitare l’uso di antimicrobici ad ampio spettro non necessari e comunque le prescrizioni di antimicrobici per Infezioni autolimitantisi ad eziologia non batterica (ad es. infezioni virali dell’albero respiratorio).
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Quando possibile, effettuare una prescrizione di antimicrobici mirata.
In ospedale, isolare pazienti con infezioni resistenti a molti antimicrobici. Familiarizzare con i dati locali circa le resistenze agli antibiotici.
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Per il paziente……….
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Non richiedere antimicrobici.
Assumere gli antimicrobici come prescritto, completare il ciclo di trattamento, non conservare compresse o capsule per uso futuro.
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Lavare a fondo frutta e vegetali, evitare uova crude e carne poco cotta, specie in forma macinata.
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Usare saponi e altri prodotti con antibatterici chimici soltanto per proteggere una persona ammalata le cui difese sono indebolite.
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Precauzioni standard
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IGIENE DELLE MANI Le mani devono essere lavate immediatamente e con accuratezza se si verifica un accidentale contatto con il sangue, fluidi corporei, secreti, escreti e oggetti contaminati, anche se l'operatore indossa i guanti. È obbligatorio lavare le mani prima di assistere il malato. Le mani devono essere lavate prontamente e con accuratezza tra una procedura assistenziale e l'altra, anche se eseguita sullo stesso paziente. Le mani devono essere lavate prontamente e con accuratezza al termine dell'assistenza prestata ai pazienti, anche se si sono usati i guanti.
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È necessario prevenire e curare screpolature, abrasioni e piccole ferite della cute facendo regolarmente uso di creme emollienti e idratanti alla fine dell'attività lavorativa. Le unghie devono essere mantenute corte, pulite e prive di smalto; non utilizzare unghie finte. È vietato indossare anelli, bracciali, orologi e altri monili quando si presta assistenza al paziente. È obbligatorio il lavaggio delle mani con sapone antisettico prima di eseguire procedure invasive sul paziente, dopo aver toccato una qualsiasi fonte che può essere contaminata con patogeni. Le mani devono essere sempre lavate dopo la rimozione dei guanti.
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UTILIZZO DI GUANTI Devono essere indossati guanti della misura adeguata e del tipo idoneo alla prestazione da effettuare Devono essere indossati prima di venire in contatto con: sangue, fluidi corporei,secreti, escreti, mucose, cute non intatta dei pazienti e oggetti contaminati. E' vietato rispondere al telefono, toccare maniglie, o effettuare qualunque altra azione non direttamente correlata allo specifico atto assistenziale indossando i guanti. I guanti devono essere sostituiti durante i contatti tra un paziente e l'altro.
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I guanti devono essere sostituiti durante procedure effettuate sullo stesso paziente, ma in zone differenti. I guanti devono essere immediatamente rimossi quando si rompono o si verifica una puntura o una lacerazione. I guanti devono essere prontamente rimossi dopo l'uso. Dopo la rimozione dei guanti, le mani devono sempre essere lavate. I guanti dopo l'uso devono essere eliminati nei contenitori per rifiuti potenzialmente infetti.
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MASCHERINE CON O SENZA VISIERA OCCHIALI PROTETTIVI La mascherina con o senza visiera e gli occhiali protettivi devono essere utilizzati per proteggere le mucose di occhi, naso e bocca durante l'esecuzione di procedure che possono determinare schizzi di sangue o di altri liquidi biologici, come ad esempio, prelievi, procedure aspirazione, broncoscopie, ecc.. La mascherina con o senza visiera deve essere monouso e deve essere indossata sulla bocca e sul naso ed essere ben adesa al volto.
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Deve essere legata correttamente dietro la testa
Deve essere legata correttamente dietro la testa. Non deve essere mai abbassata. Deve essere usata una sola volta e poi gettata nel contenitore dei rifiuti. Dopo la rimozione lavare accuratamente le mani.
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CAMICI E INDUMENTI PROTETTIVI
Devono essere indossati per proteggere la cute e prevenire l'imbrattamento degli abiti durante l'esecuzione di procedure che possono determinare schizzi di sangue o di altri liquidi biologici. Se si prevedono grosse contaminazioni, devono essere indossati camici idrorepellenti.
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Devono essere rimossi prima di lasciare la stanza o ogni qualvolta è necessario interrompere lo specifico atto assistenziale. Devono essere smaltiti nei contenitori per rifiuti potenzialmente infetti. Dopo aver tolto il camice e gli indumenti protettivi si devono accuratamente lavare le mani.
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COLLOCAZIONE DEL PAZIENTE Quando il paziente non è in grado di mantenere un' igiene appropriata e può potenzialmente contaminare l'ambiente, deve essere posto in camera singola con servizi igienici. Se la camera singola non è disponibile, consultare i professionisti addetti al controllo delle infezioni ospedaliere per l'individuazione di una valida alternativa.
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MANIPOLAZIONE DI STRUMENTI/OGGETTI TAGLIENTI Tutti gli operatori devono adottare le misure necessarie a prevenire incidenti causati da aghi, bisturi e altri dispositivi taglienti o pungenti durante il loro utilizzo, nelle fasi di decontaminazione, di sanificazione e di smaltimento. Aghi e oggetti taglienti non devono essere indirizzati verso parti del corpo.
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Non devono essere raccolti con le mani nude gli strumenti taglienti e/o pungenti caduti. Non devono essere portati strumenti taglienti e/o pungenti in tasca. Non devono essere piegate o rotte lame, aghi e altri oggetti pungenti.
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È assolutamente vietato reincappucciare gli aghi dopo l'uso
È assolutamente vietato reincappucciare gli aghi dopo l'uso. Tutti gli strumenti taglienti e pungenti devono essere smaltiti negli appositi contenitori per aghi e taglienti.
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ATTREZZATURA PER L’IGIENE DEL PAZIENTE Materiali taglienti o abrasivi necessari per l’igiene del paziente, quali forbici, tagliaunghie, rasoi, spazzolini per unghie devono essere personali. Se il paziente risulta sprovvisto di tali oggetti utilizzare materiale monouso o materiale riutilizzabile sterile.
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Il materiale tagliente riutilizzabile prima di essere sterilizzato deve essere decontaminato e sanificato come indicato nelle relative procedure aziendali.
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ATTREZZATURE PER L'ASSISTENZA AL PAZIENTE Tutte le attrezzature impiegate per l'assistenza al paziente che risultano essere contaminate con sangue, liquidi corporei, secreti ed escreti devono essere manipolati con attenzione in modo da prevenire l'esposizione di cute, mucose e indumenti. Le attrezzature riutilizzabili non devono essere usate su altri pazienti prima di essere state ricondizionate. Gli strumenti dopo l'uso devono essere decontaminati, sanificati, disinfettati o sterilizzati come indicato nelle relative procedure aziendali.
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I materiali sanitari sporchi devono essere decontaminati negli appositi contenitori e devono essere sanificati in un lavello adibito a tale scopo. Se non è possibile utilizzare un lavello solo per la sanificazione dei materiali è necessario procedere alla decontaminazione, sanificazione e disinfezione del lavello. I presidi sanitari monouso devono essere smaltiti immediatamente dopo l'uso negli appositi contenitori per rifiuti.
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SMALTIMENTO RIFIUTI La raccolta differenziata dei rifiuti sanitari deve essere effettuata seguendo le indicazioni impartite. Lo smaltimento dei rifiuti potenzialmente infetti deve avvenire attraverso l'utilizzo degli appositi contenitori per rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo. I contenitori devono essere sistemati in posizione comoda, sicura e vicina al posto dove devono essere utilizzati.
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È vietato, nel modo più assoluto, prelevare materiale dai contenitori per rifiuti. Evitare di trascinare i contenitori dei rifiuti, di appoggiarli al corpo e di effettuare qualsiasi altra manovra che possa pregiudicare la propria e altrui sicurezza.
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BIANCHERIA La biancheria sporca deve essere riposta negli appositi sacchi. I cuscini e i materassi contaminati da sangue e/o liquidi organici, devono essere immediatamente raccolti in sacchi impermeabili ed inviati in lavanderia per il lavaggio e la disinfezione.
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CAMPIONI BIOLOGICI I campioni biologici (es
CAMPIONI BIOLOGICI I campioni biologici (es. sangue, urine, feci, prelievi bioptici, ecc.) devono essere: Prelevati in provette e contenitori a chiusura ermetica che non devono essere imbrattati esternamente da liquido biologico. Manipolati utilizzando i dispositivi di protezione.
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SANIFICAZIONE E DISINFEZIONE AMBIENTALE
La sanificazione ambientale deve essere svolta quotidianamente e correttamente. La decontaminazione ambientale deve essere fatta in presenza di superfici contaminate da schizzi di sangue e materiale organico. La disinfezione deve essere effettuata in aree ad alto rischio e in presenza di superfici imbrattate (dopo decontaminazione e sanificazione).
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La sanificazione e la disinfezione dell’unità di degenza devono essere eseguite alla dimissione, al trasferimento e/o al decesso del paziente. Deve essere sempre fatta una corretta diluizione dei detergenti e dei disinfettanti e devono essere sempre rispettati i tempi d'azione dei disinfettanti. Tale soluzione dovrà essere utilizzata sulle superfici venute a contatto con il paziente o con le mani degli operatori durante le manovre di assistenza.
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EDUCAZIONE SANITARIA A PAZIENTE E AI LORO VISITATORI Il paziente e i visitatori devono essere educati circa la necessità di utilizzare precauzioni finalizzate a prevenire la diffusione di microrganismi ad altre persone o all'ambiente.
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La prevenzione ha importanti riflessi sulla qualità complessiva dell’assistenza, con ricadute positive sulla prognosi del paziente, sugli indicatori di accreditamento e sui costi del servizio sanitario.
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PRECAUZIONI DA ADOTTARE IN AGGIUNTA ALLE PRECAUZIONI STANDARD PER INFEZIONI OSPEDALIERE TRASMISSIBILI PER CONTATTO e/o TRAMITE DROPLETS
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COLLOCAZIONE DEL PAZIENTE
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Collocazione del paziente infetto in stanza singola Ove la stanza singola non sia disponibile creare una zona di isolamento all’interno del reparto (AREA DI ISOLAMENTO SPAZIALE PAZIENTE) posizionando il paziente in posto letto estremo e mantenendo una distanza di almeno 1 metro e mezzo dal paziente più vicino bloccando se necessario il posto letto vicino.
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Se sono presenti due o più pazienti con colonizzazione/infezione data dallo stesso germe creare un’ “AREA DI ISOLAMENTO” dove effettuare l’isolamento per cohorting: pazienti vicini tra loro in posizione estrema nella stanza e a distanza di almeno un metro e mezzo dagli altri pazienti (se necessario bloccando il posto letto immediatamente vicino).
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GUANTI E LAVAGGIO DELLE MANI
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Chiunque si avvicina all’ “area paziente” deve indossare i guanti (puliti, non sterili). I guanti impiegati nell'assistenza al paziente colonizzato/infetto devono essere sostituiti subito dopo il contatto sia con il paziente sia con materiale che può contenere microrganismi (es. materiale fecale, drenaggi ferite, saliva, sangue, etc) sia con arredi, apparecchiature, dispositivi (letto, effetti letterecci, sondini, cateteri, etc) posti vicino al paziente o dallo stesso utilizzati.
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I guanti devono essere rimossi prima di lasciare l’ “area paziente” ed immediatamente va effettuato il lavaggio antisettico delle mani. Non si devono toccare superfici o oggetti ubicati fuori dell’area paziente con guanti utilizzati all’interno di tale area.
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Dopo la rimozione dei guanti e il lavaggio delle mani, non si devono toccare superfici ambientali o oggetti usati per l'assistenza, potenzialmente contaminati, per evitare di trasferire i microrganismi ad altri pazienti o all'ambiente.
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PROTEZIONE RESPIRATORIA
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Tutte le persone che vengono in contatto con il paziente devono indossare una mascherina chirurgica.
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Ove il microrganismo multiresistente sia stato isolato dalle vie respiratorie è obbligo del personale che si avvicina entro un metro dal paziente di indossare oltre alla mascherina chirurgica anche gli occhiali protettivi per evitare contaminazioni da droplets emessi soprattutto nelle manovre di broncoaspirazione (se paziente intubato) o in caso di tosse se paziente non intubato.
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CAMICE COPRI DIVISA
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Indossare un camice (è sufficiente un camice pulito non sterile) quando si entra nella stanza di isolamento o “area paziente” se si prevede un importante contatto con il paziente, con superfici o strumenti contaminati, oppure quando il degente è incontinente o presenta diarrea, ileostomia, colonstomia o drenaggi.
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Rimuovere sempre il camice prima di lasciare la stanza o l’”area paziente”, toccando la superficie interna e arrotolandolo su se stesso al fine di evitare di contaminare la divisa. Se contaminata, la divisa deve essere subito cambiata.
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TRASPORTO DEL PAZIENTE COLONIZZATO/INFETTO
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Limitare gli spostamenti e il trasporto del paziente ai soli casi assolutamente necessari garantendo comunque l’effettuazione dell’iter diagnostico-terapeutico necessario al paziente. Se lo spostamento e il trasporto del malato sono indispensabili, è necessario informare il personale della struttura presso la quale il degente viene trasferito in merito alla situazione microbiologica del paziente. Concordare (ove possibile) l’esame/l’intervento chirurgico in modo che sia l’ultimo della giornata per permettere idonea disinfezione ambientale.
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Il personale della SC dove viene inviato il paziente deve adottare le precauzioni stabilite (contatto o droplets) Il personale addetto al trasporto del paziente, deve indossare i dispositivi di protezione individuale. Informare il personale della SC in cui viene eseguita la procedura della necessità di effettuare idonea pulizia e sanificazione delle attrezzature utilizzate. In caso di colonizzazioni/infezioni delle vie respiratorie con possibili emissioni di droplets (soprattutto se il paziente non è intubato) il paziente deve indossare una mascherina chirurgica.
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ATTREZZATURE PER L'ASSISTENZA
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Quando è possibile, assegnare dispositivi e articoli non critici (es
Quando è possibile, assegnare dispositivi e articoli non critici (es. sfigmomanometro, fonendoscopio, termometro, ecc.) ad un singolo paziente. Qualora tale situazione non possa realizzarsi, è necessaria una adeguata sanificazione e disinfezione dello strumentario prima di essere usato su un altro paziente.
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Assicurarsi che le attrezzature nelle immediate vicinanze del malato e gli strumenti impiegati per l'assistenza e frequentemente toccati, siano regolarmente sanificati. Utilizzare sistemi di broncoaspirazione a circuito chiuso per ridurre al massimo la liberazione di droplets in ambiente.
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MISURE AGGIUNTIVE
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FAMILIARI E VISITATORI
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Familiari e visitatori, tramite informazione verbale, devono essere rassicurati sull’assenza di rischio per individui in buona salute.
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Devono essere invitati a non prestare assistenza ad altri pazienti, se non in caso di assoluta necessità o emergenza, invitati a lavarsi accuratamente le mani prima di entrare e dopo aver lasciato la stanza.
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GESTIONE DEI MATERIALI
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La stanza che deve accogliere il paziente infetto da MDRO deve essere provvista, per quanto possibile, di: dispositivi di protezione individuale necessari al personale di assistenza; contenitori per lo smaltimento dei rifiuti a rischio infettivo;
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materiale per il lavaggio antisettico delle mani;
materiale per l’assistenza al paziente, dedicato se non può essere monouso; materiale per le medicazioni, in quantità idonea a soddisfare i bisogni quotidiani.
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materiale monouso per l’assistenza al paziente, anche in questo caso in quantità idonea a soddisfare i bisogni quotidiani (es: siringhe, elettrodi, tappini e raccordi, deflussori). farmaci in quantità tale da soddisfare il bisogno giornaliero per quelli confezionati in dose singola; e nel numero minimo di confezioni per soddisfare il bisogno giornaliero per quelli confezionati in dose multiple: questi sono il maggior numero, specie se si considerano i farmaci in formulazione non parenterale.
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L’indicazione a limitare la quantità di materiale presente nella stanza degli infetti alle quantità idonee allo svolgimento delle procedure assistenziali giornaliere trova il suo motivo nel fatto che i carrelli vanno allestiti giornalmente per dare maggiore sicurezza di essere provvisti di tutto ciò che occorre alla cura del paziente; super-allestire un carrello non riduce la quantità globale di lavoro degli operatori ma anzi obbliga a controlli ripetuti, più dispendiosi in termini di tempo.
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Quindi una corretta gestione del materiale utilizzato sul paziente dimesso prevede:
il pacco aperto di garze non sterili deve essere eliminato;
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il materiale non monouso deterso e disinfettato con cura in modo appropriato;
il carrello che ha contenuto il materiale utilizzato per il paziente infetto va sottoposto ad accurato lavaggio e disinfezione prima di essere riallestito per un altro paziente.
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INFORMAZIONI ALLA DIMISSIONE DEL PAZIENTE
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Nella lettera di dimissione dal reparto o dall’ospedale dovrà essere indicata con chiarezza:
La pregressa infezione da MDRO. Questa informazione, alla fine del percorso intraospedaliero, è sempre data poiché fa parte delle informazioni che compaiono nella SDO. Bisogna però avere cura di fornire l’informazione quando il paziente viene trasferito da un reparto all’altro all’interno dello stesso ente ospedaliero.
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La terapia antibiotica effettuata per il trattamento dell’infezione o, nel caso in cui il paziente fosse stato trovato colonizzato all’ingresso (per pazienti ammessi a reparti a rischio molto elevato) per la decolonizzazione.
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Questi aspetti informativi, sono di particolare rilevanza sanitaria nei casi di dimissione presso strutture protette (RSA, lungodegenze) o altre strutture ospedaliere. Infatti la mancata informazione a tale riguardo può esitare in una diffusione dello stato di portatore di MDRO, vista la contiguità di vita tra i pazienti in tali strutture.
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Precauzioni da adottare in base al sito dove viene isolato il microrganismo
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Microrganismo Isolato da
Precauzioni da adottare (oltre alle precauzioni standard MRSA Cute, drenaggi ferita chirurgica Sangue Urine Vie respiratorie Contatto Contatto + droplet Acinetobacter VRE
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Enterobacteriacee ESBL Cute, drenaggi ferita chirurgica Sangue Urine Vie respiratorie Contatto Contatto + droplet Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemici Pseudomonas aeruginosa MDR Stenotrophomonas maltophilia
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MISURE DA ADOTTARE IN PRESENZA DI PAZIENTI CON INFEZIONI/COLONIZZAZIONI DA MDRO
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Le raccomandazioni per i pazienti colonizzati/infetti da MDRO sono:
Al paziente colonizzato/infetto va garantito il percorso assistenziale specifico per la sua patologia di ricovero e tutte le procedure assistenziali, diagnostiche, interventistiche dovranno essere eseguite, all’interno della Struttura di competenza clinica, nel rispetto di quanto specificato nel presente documento.
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Il PROTOCOLLO DI ISOLAMENTO viene attuato in caso di presenza di pazienti, ricoverati in area intensiva e non, con positività microbiologica per i seguenti microrganismi: Acinetobacter baumannii resistente a tutti gli antibiotici testati compresi i carbapenemici; Pseudomanas aeruginosa resistente agli antibiotici testati; Stenotrophomonas maltophilia; Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemici; Enterococcus vancomicino-resistente.
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Modalità di attuazione
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Collocazione Un paziente Più pazienti Stanza singola (stanza di
isolamento). • Ove la stanza singola non sia disponibile creare una zona di isolamento all’interno della SC (AREA DI ISOLAMENTO SPAZIALE) posizionando il paziente in posto letto estremo mantenendo una distanza di almeno 1 metro e mezzo dal paziente più vicino • Ricovero nel posto letto “più vicino” al paziente colonizzato/infetto, di un paziente non infetto e a “basso rischio” di infezione Se presenti più pazienti con colonizzazione/infezione data dallo stesso germe creare un’AREA DI ISOLAMENTO dove effettuare l’isolamento per cohorting. Qualora si debba posizionare in tale area un paziente non infetto/colonizzato, tale paziente deve essere a “basso rischio” di infezione.
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Paziente in stanza singola Più pazienti in stanza
Personale Paziente in stanza singola Più pazienti in stanza • Il personale di assistenza deve accedere alla stanza di isolamento dopo essersi lavato le mani e aver indossato i DPI previsti e deve toglierli prima di lasciare la stanza lavandosi le mani Il personale di assistenza deve, per quanto possibile, essere dedicato accedere all’area di isolamento dopo essersi lavato le mani ed aver indossato i DPI previsti. Se il personale abbandona l’area di isolamento spaziale deve togliersi i DPI indossati in detta area lavandosi le mani. Il personale di assistenza, per quanto possibile, dovrebbe essere dedicato. Il personale deve accedere all’area di indossato i DPI previsti
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Se il personale abbandona l’AREA DI ISOLAMENTO SPAZIALE deve togliersi i DPI indossati in detta area lavandosi le mani.
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Percorsi di accesso al paziente
Malato colonizzato/infetto quanto più possibile differenziati da quelli per gli altri malati ricoverati nella SC
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TIPO DI PRECAUZIONE DA ADOTTARE (da parte di tutto il personale che entra in contatto con il paziente) Le precauzioni standard vanno sempre applicate su tutti i pazienti ricoverati in ospedale · Germe isolato in materiale respiratorio in paziente intubato: precauzioni da contatto + precauzioni per droplets · Germe isolato da urine in paziente cateterizzato: precauzioni da contatto · Germe isolato da sangue o da ferita: precauzioni da contatto
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PROCEDURE DA ATTIVARE IN CASO DI
SPOSTAMENTO DEL PAZIENTE PER ESAMI O INTERVENTI 1. avvisare la SC o la Sala operatoria della situazione microbiologica del paziente 2. concordare (ove possibile) l’esame/intervento chirurgico in modo che sia l’ultimo della giornata per permettere idonea disinfezione ambientale 3. il personale della SC dove viene inviato il paziente deve adottare le precauzioni idonee per tutto l’iter diagnostico (o intervento chirurgico)
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PROCEDURE DA ATTIVARE IN CASO DI SPOSTAMENTO DEL PAZIENTE PER ESAMI O INTERVENTI 4. devono essere indicati al personale ausiliario che è deputato allo spostamento del paziente colonizzato/infetto i dispositivi di protezione individuale che deve utilizzare durante lo spostamento col paziente 5. pulizia e sanificazione ambientale del locale dove ha stazionato il paziente per l’esecuzione della procedura e delle attrezzature toccate dal paziente (a carico della SC che ha effettuato la prestazione) 6. pulizia e sanificazione della barella utilizzata per il trasporto del paziente (a carico della SC cui appartiene la barella)
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MODALITA’ E FREQUENZA PULIZIE In presenza di pazienti con microorganismi multiresistenti vanno intensificate le pulizie soprattutto dopo manovre respiratorie che possono generare droplets (in tal caso effettuare la disinfezione sia dopo le manovre sia 30minuti dopo). Il calendario delle pulizie sarà concordato con il responsabile della Ditta appaltatrice.
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Aspetti deontologici e giuridici
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Nell’ambito della prevenzione delle infezioni ospedaliere, la normativa di riferimento si richiama alla Circolare Ministero della Sanità n. 52/1985 “lotta contro le infezioni ospedaliere” (novellata dalla Circolare n. 8/1988), dove s' individua l’infermiere come “figura fondamentale per la sorveglianza delle infezioni ospedaliere” e s' introduce il sistema di vigilanza attiva delle ICA
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Hanno valenza giuridica le Raccomandazioni del Consiglio Europeo 09/06/2009, le Linee guida scientifiche e le procedure aziendali accreditate.
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Da un punto di vista operativo, la prevenzione delle infezioni ospedaliere da parte dell’infermiere è attuata attraverso misure preventive come il lavaggio delle mani, il rispetto delle procedure di disinfezione-sterilizzazione, l’igiene del malato, il controllo dell’ambiente (es. sanificazione, isolamento) , l’adozione di pratiche basate su una documentata efficacia.
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, L’infermiere che ricopre ruoli organizzativi e gestionali (coordinatore, esperto infezioni del Servizio di Igiene ospedaliera, dirigente assistenziale), assume una responsabilità riferibile al piano degli interventi di rilevazione/misurazione, controllo, gestione, informazione, formazione, educazione.
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L’accertamento della responsabilità professionale nell’ambito delle infezioni ospedaliere è senza dubbio molto complessa.
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Nel caso in cui si verifica un danno (infezione) alla persona, i riferimenti giuridici sono contenuti nel codice civile e penale del nostro ordinamento e nell’orientamento giurisprudenziale del caso in specie.
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Gli elementi che definiscono il tipo di responsabilità professionale sono due:
il carattere colposo; la necessaria sussistenza del nesso causa-effetto.
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Nel primo elemento, la colpa professionale si riconduce sostanzialmente alla:
negligenza imprudenza imperizia
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Esempi pratici sono: la condotta superficiale; la mancanza di conoscenze specifiche e/o abilità tecniche; il mancato rispetto delle buone pratiche.
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Nel secondo invece, per l’accertamento della responsabilità professionale, è fondamentale verificare la sussistenza di un rapporto tra condotta colposa e il danno subito dalla parte lesa. Questa valutazione di merito è assegnata all’Organo giudicante.
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La condotta colposa può essere attribuita ad un intervento effettuato in modo errato (es. contaminazione di uno strumento durante la manovra invasiva), oppure per una omissione (es. mancato controllo delle scadenze di sterilizzazione di uno strumento).
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L’infermiere, così come qualsiasi altro professionista, ha l’obbligo dei mezzi e non del risultato. Non può garantire che le infezioni non possono insorgere, ma deve fare di tutto per erogare un assistenza ottimale. Deve dimostrare di aver adottato tutte le misure atte a prevenire il danno.
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Se il giudice stabilisce la sussistenza tra la condotta colposa dell’infermiere e il danno subito dal paziente, nella fattispecie l’insorgenza di un' infezione, il professionista può essere chiamato a rispondere per lesioni colpose (art 590 c.p) e punito con reclusione, o multa, a seconda della gravità delle lesioni cagionate.
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Nel caso in cui l’infezione comportasse la morte del paziente, il reato contestato potrebbe essere l’omicidio colposo.
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L’accertamento della responsabilità professionale nell’ambito delle infezioni ospedaliere, come accennato in precedenza, risulta essere complesso per la difficoltà nel trovare il nesso causa-effetto dovuto principalmente a: eterogeneità degli interventi e gli ambienti dove sono effettuati;
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molteplicità dei fattori e degli operatori presi in causa;
variabilità condizioni cliniche del paziente; tempi di incubazione dell’infezione;
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In termini pratici l’imputazione, ad esempio, della responsabilità di un' infezione sistemica (sepsi) è molto difficile.
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Le condotte colpose che concorrono al danno possono essere diverse e verificatesi in tempi, modi e ambienti differenti.
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La casistica attuale è ridotta per le difficoltà descritte, ma questo non deve sviare l’infermiere, facendone sottovalutare il grado di responsabilità.
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La normativa specifica e quella professionale sono in continua evoluzione, le procedure d'accreditamento istituzionale introducono sempre maggiori strumenti di controllo individuale delle attività assistenziali (es. check list), e infine la giurisprudenza inizia a delineare profili di responsabilità dove sono coinvolte più persone o l’intera èquipe.
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Su quest’ultimo punto, si elencano alcune sentenze emesse dall’Ordine giudicante sulla responsabilità in ordine alle infezioni ospedaliere.
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«Logica (art cc), comune esperienza (art 115 cpc) e finanche il buon senso inducono a ritenere che l’infezione avvenne in ambiente ospedaliero, sarebbe stato infatti sommariamente implausibile che la paziente (un infermiera), fosse stata imprudente e malaccorta, dopo la dimissione, nel portare la propria ferita a contatto con potenziali focolai di agenti patogeni». Tribunale Roma 07/11/2004
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“Il rischio di infezioni ospedaliere è conosciuto, e proprio per questo sussiste la responsabilità in caso di ricovero non appropriato, in quanto vi è stata una negligente esposizione ad agenti patogeni”. Sentenza civile Corte di appello di Milano 369/2006
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“L’infezione manifestatasi dopo l’operazione chirurgica era verisimilmente dovuta ad un’igiene non accurata della sala operatoria”. Tribunale di Monza 17/07/2006
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La responsabilità è la consapevolezza delle conseguenze dei propri comportamenti e modo di agire che ne deriva. Il concetto definisce la congruenza con un impegno, perché sottintende l’accettazione di qualsiasi conseguenza.
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La responsabilità professionale configura una condizione per la quale un soggetto giuridico (es. l’infermiere) può essere chiamato a rispondere di un obbligo assunto in precedenza (es. con il paziente).
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Le norme che disciplinano l’attività professionale sono le seguenti:
il Profilo professionale (DM 734/94); il Codice Deontologico dell’Infermiere (2009); gli ordinamenti didattici della formazione base e post base.
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Le altre norme che disciplinano il quadro complessivo del contesto in cui si esercita la professione e che determinano in modo più completo la responsabilità, sono riconducibili al Contratto di lavoro, alla normativa specifica (es. infezioni, trasfusioni, farmaci stupefacenti) e alle procedure accreditate nell’ambito aziendale.
149
Il decreto legislativo n
Il decreto legislativo n.42/1999 “disposizioni in materia di professioni sanitarie” definisce la professione infermieristica come “professione sanitaria”, elimina il termine “ausiliaria” e abroga, di fatto, il mansionario (DPR 225/74).
150
Quest’ultimo dispositivo, (DPR 225/74), implicava una responsabilità limitata ad alcune mansioni “a lui consentite”.
151
Con la nuova normativa introdotta dal DL n
Con la nuova normativa introdotta dal DL n. 42/99, il concetto di responsabilità non è più racchiuso in una elencazione di mansioni, ma si amplia a una serie di competenze tecniche, relazionali, organizzative e dirigenziali, derivanti in prima istanza dalla formazione base, e successivamente post base, specializzazioni, aggiornamento.
152
La definizione delle aree di responsabilità diventa quindi più dinamica, aggiorna i suoi contenuti in riferimento ai percorsi formativi e ai campi di applicazione della professione.
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Lo specifico infermieristico, maturato dal Profilo professionale, è a carattere preventivo, curativo, riabilitativo e educativo.
154
L’infermiere diventa a pieno titolo “il responsabile dell’assistenza generale infermieristica”, che si esplica attraverso un metodo basato su: identificazione dei bisogni;
155
formulazione di obiettivi;
pianificazione degli interventi; gestione delle attività; valutazione dei risultati.
156
conclusioni
157
Perché promuovere un uso prudente degli antibiotici?
158
Un uso prudente degli antibiotici può prevenire la comparsa e la selezione di batteri resistenti agli antibiotici.
159
È stato dimostrato che una riduzione dell’uso di antibiotici comporta una minore incidenza di infezioni.
160
Come promuovere un uso prudente degli antibiotici?
161
Molteplici strategie che contemplano l’uso di strumenti quali la formazione continua, l’adozione di orientamenti e politiche ospedaliere in materia di uso di antibiotici basate su dati scientifici, misure restrittive e consulti di infettivologi, microbiologi e farmacisti possono migliorare le pratiche di prescrizione e contribuire a ridurre la resistenza agli antibiotici.
162
Il monitoraggio della resistenza agli antibiotici negli ospedali e dei dati sull’uso di antibiotici si è dimostrato utile per orientare la terapia antibiotica empirica in pazienti gravi.
163
Tempi corretti e durata ottimale della profilassi antibiotica prima di un intervento chirurgico sono associati ad un minor rischio di infezioni del sito chirurgico, e di comparsa di batteri antibiotico-resistenti.
164
Studi realizzati sull’argomento mostrano che per alcune indicazioni è possibile somministrare una terapia più breve senza differenze negli esiti per il paziente.
165
Questi risultati sono stati associati anche ad una minore frequenza della resistenza agli antibiotici.
166
Prelevare campioni microbiologici prima di avviare una terapia antibiotica empirica, monitorare i risultati delle colture e ottimizzare la terapia antibiotica sulla scorta di questi ultimi è un mezzo per ridurre l’uso non necessario di antibiotici.
167
E inoltre…………
168
È importante ricordare……….
169
L’entità del consumo di antimicrobici è strettamente correlata alla resistenza batterica.
171
La restrizione nell’uso degli antimicrobici (in medicina umana e veterinaria, nella produzione animale e nella protezione delle piante) è un fattore essenziale per il contenimento della resistenza batterica.
172
L’uso di antibiotici in produzione animale dovrebbe essere totalmente abbandonato e sostituito con composti senza alcuna relazione con antimicrobici usati in medicina umana e veterinaria.
173
Le condizioni di stabulazione negli allevamenti degli animali destinati all’alimentazione umana dovrebbero essere migliorate in modo da evitare il diffondersi di epidemie trattate su larga scala con antimicrobici corrispondenti o strettamente correlati a quelli di impiego in campo umano o veterinario.
174
Geni marcatori di resistenza agli antimicrobici dovrebbero essere rimossi dai vegetali transgenici prima della commercializzazione.
175
È necessario adottare note di indirizzo e guide terapeutiche che tendano a razionalizzare il più possibile l’impiego almeno dei più importanti antimicrobici nel trattamento di malattie dell’uomo e degli animali.
176
Raccomandazioni per limitare la resistenza agli antibiotici
177
Per il medico………
178
Lavarsi a fondo le mani dopo ogni visita.
Non soddisfare la richiesta dei pazienti per antibiotici non necessari.
179
Evitare l’uso di antimicrobici ad ampio spettro non necessari e comunque le prescrizioni di antimicrobici per Infezioni autolimitantisi ad eziologia non batterica (ad es. infezioni virali dell’albero respiratorio).
180
Quando possibile, effettuare una prescrizione di antimicrobici mirata.
In ospedale, isolare pazienti con infezioni resistenti a molti antimicrobici. Familiarizzare con i dati locali circa le resistenze agli antibiotici.
181
Per il paziente……….
182
Non richiedere antimicrobici.
Assumere gli antimicrobici come prescritto, completare il ciclo di trattamento, non conservare compresse o capsule per uso futuro.
183
Lavare a fondo frutta e vegetali, evitare uova crude e carne poco cotta, specie in forma macinata.
184
Usare saponi e altri prodotti con antibatterici chimici soltanto per proteggere una persona ammalata le cui difese sono indebolite.
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