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Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale

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Presentazione sul tema: "Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale"— Transcript della presentazione:

1 Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale
Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale Triennio Direttore del Corso Dott. Emanuele Messina Coordinatore delle Attività teoriche: Dott. Giovanni Carriero LE PRINCIPALI ENTESOPATIE NELL’AMBULATORIO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE Dott. ssa Mariarosaria Martino Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale

2 Le entesopatie rappresentano un gruppo eterogeneo di affezioni che interessano le entesi.
Possiamo distinguere: » entesopatie infiammatorie o entesiti, in corso di diverse malattie reumatiche, presenza di fenomeni erosivi » entesopatie degenerative, in seguito a surmenage funzionale o meccanismi di tipo traumatico, presenza di entesofiti, mancano gli aspetti erosivi » entesopatie traumatiche, appannaggio di atleti e di alcune attività professionali

3 Le entesopatie di più frequente riscontro nella pratica clinica sono: » Tendinopatia della cuffia dei rotatori » Epicondilite » Epitrocleite » Tendinopatia inserzionale dell’Achilleo » Fascite plantare con spina calcaneare » Tendinopatia inserzionale degli adduttori della coscia

4 » ANAMNESI ED ESAME OBIETTIVO
ITER DIAGNOSTICO: » ANAMNESI ED ESAME OBIETTIVO » ESAMI BIOUMORALI (per escludere una forma infiammatoria sistemica, dismetabolica o disendocrina) » ESAME RADIOLOGICO (rapporti fra capi articolari, calcificazioni a livello delle entesi) » ESAME ECOGRAFICO » RISONANZA MAGNETICA

5 TERAPIE TRADIZIONALI:
» PROVVEDIMENTI RIABILITATIVI » FANS PER VIA SISTEMICA » TERAPIE FISICHE LOCALI (laserterapia, TENS, ultrasuoni, magnetoterapia, elettromagnetoterapia etc.) » INFILTRAZIONI CON STEROIDI » LAVAGGIO ARTICOLARE » INTERVENTI CHIRURGICI

6 Extracorporeal shock wave therapy (ESWT)
Nuova terapia conservativa non invasiva che ne ha modificato positivamente il decorso clinico e l’evoluzione, avendo un effetto antalgico, antiinfiammatorio e litico sui depositi calcifici. Le onde d’urto, utilizzate in ambito medico, sono dei singoli impulsi pressori di elevata energia e di breve durata (frazioni di secondo), generati in acqua da una sorgente elettroidraulica, elettromagnetica o piezoelettrica. L’onda d’urto non è un’onda continua, ma è costituita da impulsi di elevata intensità distanziati tra loro nel tempo tali da non produrre alcun effetto termico.

7 Tendinopatia della cuffia dei rotatori
Rx della spalla prima e dopo un mese dalla fine della terapia (disintegrazione dei depositi calcifici nel 40% dei pz). Rx della spalla prima e dopo un mese dalla fine della terapia (dissoluzione della calcificazione nel 50% dei pz.)

8 Epicondilite ed epitrocleite
» Tendinopatia dei tendini estensori della mano e del polso nella loro inserzione epicondiloidea, spesso associata a microtraumi lavorativi o sportivi (gomito del tennista). » Interessa 1-3% della popolazione generale ed il 15% dei lavoratori manuali. » Si manifesta con dolore all’epicondilo, spesso irradiato inferiormente, durante i movimenti di estensione dell’avambraccio e, nelle forme più gravi, con deficit di forza ed impotenza funzionale. L’estensione contrastata della mano a gomito esteso e la compressione sull’epicondilo evocano vivo dolore. » Una parte dei soggetti va incontro a cronicizzazione. » Tendinopatia dei tendini flesso-pronatori della mano nella loro inserzione epitrocleare, associata a microtraumi lavorativi o sportivi (gomito del muratore o del golfista). » Meno frequente dell’epicondilite. » Si manifesta con dolore spontaneo all’epitroclea e all’avambraccio volare, riacutizzato dalla flessione, soprattutto se contrastata, della mano e dalla compressione dell’epitroclea. » In entrambe le patologie, Rompe ed al. hanno ottenuto ottimi risultati con ESWT sia dal punto di vista antalgico che funzionale.

9 Tendinopatia inserzionale dell’Achilleo
» Tendinopatia particolarmente frequente nella pratica sportiva (saltatori, podisti) ma anche in condizioni di eccessiva tensione muscolare. » Si manifesta con dolore, riferito al calcagno, talora molto intenso, specie al mattino al risveglio che tende ad attenuarsi nel corso della giornata, talvolta tale da impedire la deamulazione. Il dolore viene riacutizzato dalla pressione sulla giunzione osteotendinea e dalla flessione plantare del piede contro resistenza. » Oltre alle terapie tradizionali, Rompe ed al. hanno ottenuto ottimi risultati con riduzione della sintomatologia algica con la ESWT, valida alternativa alle terapie tradizionalmente utilizzate.

10 Fascite plantare con spina calcaneare
» dolore unilaterale al tallone, talvolta molto intenso da risultare invalidante » giovani sportivi, soprattutto chi pratica la corsa » spesso insensibile ai comuni trattamenti conservativi Esame radiologico: significativa riduzione volumetrica dell’entesofita Esame ecografico: significativa riduzione del processo flogistico

11 CONCLUSIONI » Le tradizionali terapie fisiche e farmacologiche sono utili per il controllo della sintomatologia iniziale ma, spesso, sono inefficaci nelle forme croniche ed in presenza di depositi calcifici. » La ESWT si è dimostrata in grado di migliorare notevolmente la sintomatologia dolorosa ma anche di indurre modificazioni strutturali e/o volumetriche di eventuali depositi calcifici, riducendo il rischio di cronicizzazione e migliorando la prognosi. Terapia efficace, tollerabile e senza importanti effetti collaterali.

12 GRAZIE Un grazie speciale a tutti i miei colleghi per il percorso umano svolto insieme ed in particolare un grazie a Giovanni Carriero per l’entusiasmo e l’onestà intellettuale che ci ha sempre trasmesso.


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