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Accordi e sinfonie per comunicare la Fede/2
Equipe UCD
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Accordi e Sinfonie - A servizio delle relazioni Preghiera iniziale col Salmo 139
Signore, tu mi scruti e mi conosci. Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo; tu comprendi da lontano il mio pensiero. Tu sorvegli il mio cammino e il mio riposo e conosci a fondo tutte le mie vie. Ti rendo grazie perché sono stato formato in modo stupendo: stupende sono le tue opere e la mia anima lo sa molto bene. Non ti erano nascoste le mie membra quando venivo formato nel segreto, ricamato nel profondo della terra. Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore; mettimi alla prova e conosci i miei pensieri. Vedi se c’è in me una vita di menzogna e guidami per la via eterna.
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Ascoltiamo…l’uomo Il vecchio e il bambino di Francesco Guccini
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dal Vangelo secondo Luca
Ascoltiamo…Dio dal Vangelo secondo Luca (13,6-9)
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Sugli accordi: il respiro della relazione
Linee di catechesi parrocchiale Proposte per i bambini Preparazione delle famiglie al Battesimo dei figli Preparazione al Sacramento dell’Eucarestia Preparazione delle coppie al Matrimonio Preparazione al Sacramento della Confermazione Rete relazionale e lavoro comune: parroco, educatori alla fede, collaboratori, famiglie
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La relazione dà forma ad un NODO-ACCORDO
Per ogni nodo si deve chiarire: 1. Che cosa ognuno fa e chiede all’altro 2. I tempi e i modi del proprio coinvolgimento 3. Come il nostro lavoro contribuisce al raggiungimento dell’obiettivo formativo Se ogni nodo corrisponde ad un accordo definito con chiarezza è possibile: creare luoghi di accoglienza sani terreni fertili e pronti annunciare la Buona Novella Se ciò non avviene si fallisce nell’azione educativa!
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Ogni accordo è: 1. come un respiro: ha una natura bilaterale (coinvolge almeno due persone); 2. un confine protettivo: delle persone coinvolte e di ciò che stiamo facendo; 3. un’agevolazione della sintonia e del lavorare sugli stessi obiettivi
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Ed ora uno sguardo particolare al gruppo di catechesi
Se ora mettiamo sotto la lente di ingrandimento i bambini, i ragazzi e gli adolescenti dei nostri gruppi, ci rendiamo conto che dobbiamo: essere forniti degli strumenti per comprenderli ri-sperimentare i nostri bisogni di quella età essere in grado di percepire i loro bisogni riuscire a sintonizzarci sulle loro stesse frequenze Per fare tutto ciò dobbiamo CONOSCERE i nostri ragazzi!
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Dagli 8 agli 11 anni: un tempo per creare, costruire e diventare competenti
E’ l’età in cui, come “piccoli apprendisti”: imparano a stare nella vita e nella vita di relazione sono interessati a discutere della realtà che li circonda hanno desiderio di elaborare giudizi e imparare comportamenti si stanno costruendo un “genitore interno”, con regole, capacità, responsabilità, competenze, impegni, modi di essere e di vivere anche nei confronti della fede In realtà hanno ancora necessità di sostegno da parte delle figure adulte (genitori ed educatori) per essere accompagnati in questo apprendimento Si tratta di accendere semafori verdi che stimolino il bambino a trovare la propria strada, il proprio modo di pensare, aiutandolo a riflettere sulle conseguenze del proprio agire
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Dai 12 ai 14 anni: un ponte verso l’adolescenza
Il pre-adolescente è un viaggiatore che parte dal porto sicuro di luoghi e affetti ben conosciuti, spinto dalla voglia di autonomia e va in cerca di persone nuove e di nuove amicizie … e come ogni navigante teme di sbagliare rotta! E’ il momento dello smarrimento, con l’alternarsi della definizione dell’identità e la dispersione-diffusione, tra il revisionare valori vecchi e nuovi, diventare sempre più responsabile e autonomo, riconoscere le proprie capacità intellettive e abilità fisiche, iniziare a gestire la propria sessualità … Vi sono dei porti che loro utilizzano in caso di necessità: la fiducia di fondo (spesso vissuta in maniera ambivalente), in cui l’adulto, a distanza, continua a tenere ben saldo il timone; l’esplorazione (di nuove idee, astrazioni, proiezioni e sogni) sempre con un adulto vicino capace di accendere i semafori; Altri porti sono la separazione e la socializzazione, grazie alle quali il pre-adolescente continua il suo percorso di crescita e maturazione.
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Di cosa hanno bisogno i nostri pre-adolescenti?
- di educatori itineranti pronti a salire sulla nave del cambiamento con uno stile pedagogico improntato alla presenza e all’esserci … - di educatori che, di fronte agli improvvisi cambiamenti di rotta dei ragazzi, tirino fuori la creatività per individuare modi originali di stare in relazione, di guidare, di gestire le crisi, i dubbi, i problemi … Come educatori alla fede, siamo chiamati a fornire a bambini e ragazzi opportunità concrete per sperimentarsi, esprimere idee e capacità. Le tecniche possono essere diverse, quello che importa è lo stile di conduzione: deve essere tale da dare valore a ciò che ognuno dice e fa, a ciò che propone - evitando giudizi di sorta - per poi rivedere insieme ogni proposta e insieme valutare e decidere. Si darà così spazio alla partecipazione e alla responsabilità di ciascuno a dare apporto nel gruppo. Dobbiamo favorire lo sviluppo del talento di ciascuno, e far comprendere la presenza di ognuno come necessaria rispetto ai contributi che si possono fornire al gruppo. Accompagniamo verso l’autonomia Come ogni buon leader di servizio, il nostro obiettivo è l’autonomia dei membri del gruppo: un’autonomia definita e limitata dagli obiettivi e dalla fase di sviluppo in cui si trovano, ma che può essere stimolata e costruita nel corso del tempo. Autonomia nelle scelte, o autonomia nel fare, relativamente a quelle che sono le capacità e le potenzialità proprie di ciascuno e dell’età. Autonomia che trova posto prima di tutto nella nostra mente, così da tener presente che, a un certo punto del cammino, ci sarà un momento di separazione verso altre fasi e altre esperienze. - di educatori che hanno la capacità di comprendere se stessi, per poi comprendere la mente dei ragazzi.
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Un esempio di modi originali:
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Lavoriamo su di Noi!!!
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Preghiamo col Salmo 63 Dio, Dio mio, fin dall’aurora io ti cerco;
Poiché la tua grazia vale più della vita, le mie labbra proclameranno le tue lodi. Così ti benedirò per tutta la mia vita, nel tuo nome stenderò le mie palme. Come a lauto convito si sazierà l’anima mia e con labbra esultanti ti loderà la mia bocca. Se mi ricordo di te sul mio giaciglio, penso a te nelle veglie notturne. Poiché tu sei stato il mio aiuto io esulto di gioia all’ombra delle tue ali. Dio, Dio mio, fin dall’aurora io ti cerco; di te ha sete l’anima mia; verso di te anela la mia carne, in una terra deserta e arida, senza acqua. Così nel santuario ti vorrei contemplare, per vedere la tua potenza e la tua gloria.
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