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Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti.

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Presentazione sul tema: "Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti."— Transcript della presentazione:

1 Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti.
23 MAGGIO 2018 MERCOLEDÌ - VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO UFFICIO DELLE LETTURE INVITATORIO V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode.   Antifona Adoriamo il Signore, il Dio che ci ha creato. SALMO  66  Tutti i popoli glorifichino il Signore Sia noto a voi che questa salvezza di Dio viene ora rivolta ai pagani (At 28, 28) Dio abbia pietà di noi e ci benedica, * su di noi faccia splendere il suo volto;  perché si conosca sulla terra la tua via, * fra tutte le genti la tua salvezza.  Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti.  Esultino le genti e si rallegrino, † perché giudichi i popoli con giustizia, * governi le nazioni sulla terra.  Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti.  La terra ha dato il suo frutto. * Ci benedica Dio, il nostro Dio,  ci benedica Dio * e lo temano tutti i confini della terra. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.  Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. Antifona Adoriamo il Signore, il Dio che ci ha creato.

2 Inno Cristo, sapienza eterna, donaci di gustare la tua dolce amicizia. Angelo del consiglio, guida e proteggi il popolo che spera nel tuo nome. Sii tu la nostra forza, la roccia che ci salva dagli assalti del male. A te la gloria e il regno, la potenza e l'onore, nei secoli dei secoli. Amen.

3 1^ Antifona Davanti al tuo volto, Signore, grazia e fedeltà
1^ Antifona Davanti al tuo volto, Signore, grazia e fedeltà. SALMO 88, 2-19   (I) La misericordia di Dio per la casa di Davide Dalla discendenza di Davide secondo la promessa Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù (At 13, 23). Canterò senza fine le grazie del Signore, * con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli,  perché hai detto: «La mia grazia rimane per sempre»; * la tua fedeltà è fondata nei cieli.  «Ho stretto un'alleanza con il mio eletto, * ho giurato a Davide mio servo:  stabilirò per sempre la tua discendenza, * ti darò un trono che duri nei secoli».  I cieli cantano le tue meraviglie, Signore, * la tua fedeltà nell'assemblea dei santi.  Chi sulle nubi è uguale al Signore, * chi è simile al Signore tra gli angeli di Dio?  Dio è tremendo nell'assemblea dei santi, * grande e terribile tra quanti lo circondano.  Chi è uguale a te, Signore, Dio degli eserciti? * Sei potente, Signore, e la tua fedeltà ti fa corona.  Tu domini l'orgoglio del mare, * tu plachi il tumulto dei suoi flutti. Tu hai calpestato Raab come un vinto, * con braccio potente hai disperso i tuoi nemici.  Tuoi sono i cieli, tua è la terra, * tu hai fondato il mondo e quanto contiene; il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati, * il Tabor e l'Ermon cantano il tuo nome.  E' potente il tuo braccio, * forte la tua mano, alta la tua destra.  Giustizia e diritto sono la base del tuo trono, * grazia e fedeltà precedono il tuo volto.  Beato il popolo che ti sa acclamare * e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto:  esulta tutto il giorno nel tuo nome, * nella tua giustizia trova la sua gloria.  Perché tu sei il vanto della sua forza * e con il tuo favore innalzi la nostra potenza.  Perché del Signore è il nostro scudo, * il nostro re, del Santo d'Israele. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.  Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Davanti al tuo volto, Signore, grazia e fedeltà.

4 2^ Antifona Si è fatto uomo dalla stirpe di Davide, Cristo, Figlio di Dio. SALMO 88, 20-30   (II)
Un tempo parlasti in visione ai tuoi santi dicendo: † «Ho portato aiuto a un prode, * ho innalzato un eletto tra il mio popolo.  Ho trovato Davide, mio servo, * con il mio santo olio l'ho consacrato;  la mia mano è il suo sostegno, * il mio braccio è la sua forza.  Su di lui non trionferà il nemico, * né l'opprimerà l'iniquo.  Annienterò davanti a lui i suoi nemici * e colpirò quelli che lo odiano.  La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui * e nel mio nome si innalzerà la sua potenza.  Stenderò sul mare la sua mano * e sui fiumi la sua destra.  Egli mi invocherà: Tu sei mio padre, * mio Dio e roccia della mia salvezza.  Io lo costituirò mio primogenito, * il più alto tra i re della terra.  Gli conserverò sempre la mia grazia, * la mia alleanza gli sarà fedele.  Stabilirò per sempre la sua discendenza, * il suo trono come i giorni del cielo». Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.  Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 2^ Antifona Si è fatto uomo dalla stirpe di Davide, Cristo, Figlio di Dio.

5 3^ Antifona Dio ha promesso a Davide, suo servo: Per sempre durerà la tua discendenza. SALMO 88, 31-38   (III) La misericordia di Dio per la casa di Davide Dalla discendenza di Davide secondo la promessa Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù (At 13, 23). Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge * e non seguiranno i miei decreti, se violeranno i miei statuti * e non osserveranno i miei comandi,   punirò con la verga il loro peccato * e con flagelli la loro colpa.  Ma non gli toglierò la mia grazia * e alla mia fedeltà non verrò mai meno. Non violerò la mia alleanza, * non muterò la mia promessa. Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre: * certo non mentirò a Davide. In eterno durerà la sua discendenza, * il suo trono davanti a me quanto il sole, sempre saldo come la luna, * testimone fedele nel cielo». Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.  Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 3^ Antifona Dio ha promesso a Davide, suo servo: Per sempre durerà la tua discendenza.

6 V. Luce e sapienza per chi è semplice R
V. Luce e sapienza per chi è semplice R. la rivelazione della tua parola. Prima Lettura: Dal libro di Qoèlet 5, 9 - 6, 8 Vanità delle ricchezze Chi ama il denaro, mai si sazia di denaro e chi ama la ricchezza, non ne trae profitto. Anche questo è vanità. Con il crescere dei beni i parassiti aumentano e qual vantaggio ne riceve il padrone, se non di vederli con gli occhi? Dolce è il sonno del lavoratore, poco o molto che mangi; ma la sazietà del ricco non lo lascia dormire. Un altro brutto malanno ho visto sotto il sole: ricchezze custodite dal padrone a proprio danno. Se ne vanno in fumo queste ricchezze per un cattivo affare e il figlio che gli è nato non ha nulla nelle mani. Come è uscito nudo dal grembo di sua madre, così se ne andrà di nuovo come era venuto, e dalle sue fatiche non ricaverà nulla da portar con sé. Anche questo è un brutto malanno: che se ne vada proprio come è venuto. Qual vantaggio ricava dall'aver gettato le sue fatiche al vento? Inoltre avrà passato tutti i suoi giorni nell'oscurità e nel pianto fra molti guai, malanni e crucci. Ecco quello che ho concluso: è meglio mangiare e bere e godere dei beni in ogni fatica durata sotto il sole, nei pochi giorni di vita che Dio gli dà: è questa la sua sorte. Ogni uomo, a cui Dio concede ricchezze e beni, ha anche facoltà di goderli e prendersene la sua parte e di godere delle sue fatiche: anche questo è dono di Dio. Egli non penserà infatti molto ai giorni della sua vita, poiché Dio lo tiene occupato con la gioia del suo cuore. Un altro male ho visto sotto il sole, che pesa molto sopra gli uomini. A uno Dio ha concesso beni, ricchezze, onori e non gli manca niente di quanto desidera; ma Dio non gli concede di poterne godere, perché è un estraneo che ne gode. Ciò è vanità e malanno grave! Se uno avesse cento figli e vivesse molti anni e molti fossero i suoi giorni, se egli non gode dei suoi beni e non ha neppure una tomba, allora io dico: meglio di lui l'aborto, perché questi viene invano e se ne va nella tenebra e il suo nome è coperto dalla tenebra. Non vide neppure il sole: non conobbe niente; eppure il suo riposo è maggiore di quello dell'altro. Se quello vivesse anche due volte mille anni, senza godere dei suoi beni, forse non dovranno andare tutt'e due nel medesimo luogo? Tutta la fatica dell'uomo è per la bocca e la sua brama non è mai sazia. Quale vantaggio ha il saggio sullo stolto? Quale il vantaggio del povero che sa comportarsi bene di fronte ai viventi? Responsorio R. Tieni lontane da me, Signore, falsità e menzogna. * Non darmi né povertà né ricchezza, ma soltanto il cibo necessario. V. Io confido in te, Signore; nelle tue mani sono i miei giorni. R. Non darmi né povertà né ricchezza, ma soltanto il cibo necessario.

7 Seconda Lettura: Dal «Commento all'Ecclesiaste» di san Girolamo, sacerdote (PL 23, ) Cercate le cose di lassù «Ogni uomo, a cui Dio concede ricchezze e beni, ha anche facoltà di goderli e prendersene la sua parte, e di godere delle sue fatiche: anche questo è dono di Dio. Egli non penserà infatti molto ai giorni della sua vita, poiché Dio lo tiene occupato con la gioia del suo cuore» (Qo 5, 18-19). A paragone di colui che si nutre delle sue sostanze nel turbinio delle sue preoccupazioni e dei suoi affanni e, con grave peso e tedio della vita, accumula cose destinate poi a perire, il sapiente afferma che è migliore colui che gode di quanto gli sta davanti. In questo secondo caso, infatti, per quanto piccola, una certa soddisfazione c'è e precisamente nell'uso dei beni. Nel primo caso c'è solo un cumulo di fastidi. Il sapiente dimostra anche perché deve ritenersi un dono di Dio poter godere delle ricchezze affermando: «non penserà molto ai giorni della sua vita». Certamente il Signore concede gioia al suo cuore: non sarà nella tristezza, non sarà tormentato dall'ansia, assorbito com'è della letizia e dal piacere presente. Ma è meglio, secondo l'Apostolo, scorgere il bene da godere non tanto nel cibo e nella bevanda materiale, ma nel nutrimento dello spirito concesso da Dio. C'è un bene nelle fatiche proprio perché solo attraverso fatiche e sforzi possiamo arrivare alla contemplazione dei veri beni. Ed è proprio ciò che dobbiamo fare: rallegrarci nelle nostre occupazioni ed attività. Quantunque però questo sia un bene, tuttavia «fino a che Cristo nostra vita non si sarà manifestato» (cfr. Col 3, 4) non è ancora il bene completo. Deve ritenersi veramente saggio colui che, istruito nelle divine Scritture, ha tutta la sua fatica sulle sue labbra e la sua brama non è mai sazia (cfr. Qo 6, 7), dal momento che sempre desidera di imparare. In questo il savio si trova in condizione migliore dello stolto (cfr. Qo 6, 8), perché, sentendosi povero (quel povero che è proclamato beato dal vangelo), si affretta ad abbracciare ciò che riguarda la vera vita, cammina sulla strada stretta e angusta che conduce alla vita ed è povero di opere malvagie, e sa dove risiede Cristo, che è la vita. Responsorio  R. Signore, padre e Dio della mia vita, non mettermi in balia di sguardi sfrontati, allontana da me la concupiscenza. Sensualità e libidine non s'impadronisca di me; * che io non serva desideri vergognosi. V. Signore, non abbandonarmi al loro volere, non lasciarmi cadere a causa loro: R. che io non serva desideri vergognosi.

8 Orazione Il tuo aiuto, Padre misericordioso, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito, perché possiamo attuare nelle parole e nelle opere ciò che è conforme alla tua volontà. Per Cristo nostro Signore. Amen. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.


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