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CORSO DI STUDIO LINGUE E COMUNICAZIONE A.A

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Presentazione sul tema: "CORSO DI STUDIO LINGUE E COMUNICAZIONE A.A"— Transcript della presentazione:

1 CORSO DI STUDIO LINGUE E COMUNICAZIONE A.A. 2017-2018
PSICOLOGIA Sociale II anno - II semestre 6 CFU (h.30) Marina Mura Ricevimento: mercoledì dalle ore alle presso lo studio (n.18, I piano Via Sant’Ignazio 78) o per appuntamento Recapiti: - tel Skype: cagliari134

2 La Psicologia sociale Prospettiva
cognitivo – sperimentale o Social Cognition Spiegazioni causali Il comportamento è causato da fattori interni (personalità, processi cognitivi) e/o esterni (ambiente) all’individuo Prospettiva culturale Spiegazioni normative Il comportamento è intenzionale e guidato (non determinato) da norme (regole generali di comportamento) e regole (legate ai ruoli) sociali

3 Metodi di ricerca in Psicologia sociale

4 LA RICERCA EMPIRICA

5 Spiegazione: individuazione di relazioni causali

6

7 Esperimento Studi sperimentali

8 STRUMENTI DELLA RICERCA
Osservazione Intervista Questionario Focus group

9 Psicologia sociale: livelli di analisi (W. Doise, 1986)
Intra-individuale Inter-personale Intra-gruppo Inter-gruppi Organizzativo /inter-culturale Comunitario/sociale/inter-culturale Intrapersonale: come le persone organizzano la propria esperienza del mondo Interpersonale e situazionale: come le persone interagiscono uno-a-uno Di posizione: come le persone interagiscono per la posizione/ruolo che occupano nella società Ideologico: come le persone interagiscono per i sistemi di credenze e e i valori sociali attivi nel contesti di vita

10 Dalla facilitazione all’influenza sociale
Fine del XIX secolo: i gruppi organizzati nelle prime manifestazioni e proteste operaie compaiono sulla scena sociale come “folle”, spaventando le classi dirigenti La Psicologia delle folle: i precursori furono la teoria del magnetismo e quella dell’ipnosi Mesner ( ) Ipotizzava la presenza di una forza animale, il magnetismo Induceva i suoi soggetti in trance per studiarne le risposte Charcot ( ) Ipnosi o suggestione ipnotica: abbassa la coscienza individuale e fa regredire il soggetto ad un livello primitivo Lo stato ipnotico come segno d’isteria (soggetti predisposti)

11 Il quarto stato, olio su tela (293×545 cm) Giuseppe Pellizza da Volpedo 1901 
 Museo del Novecento di Milano

12 La “psicologia delle folle”
Introduzione alla Psicologia Sociale Psicologia delle masse ed influenza sociale La “psicologia delle folle” annovera due autori principali: Gustave Le Bon e Gabriel Tarde. La “psicologia delle folle” Le Bon (1885) mutua dall’epidemiologia il modello del “contagio” e definisce “contagio mentale” quanto si realizza nelle resse e nelle folle “emotivamente agitate” e “anomiche” l’“unità mentale della folla” si realizza quando gli individui passano dalla “normalità” alla “patologia”: la folla, costituita da un certo numero di individui a contatto diretto (una massa in tumulto, un’associazione religiosa, un sindacato ecc.) attiva una regressione verso un “inconscio collettivo” che va alla ricerca di un leader carismatico

13 Introduzione alla Psicologia Sociale Psicologia delle masse ed influenza sociale
Le Bon (1895): la folla antepone l'istintività al giudizio, all'educazione e alla timidezza e il "capopopolo" deve presentarsi ad essa con un linguaggio adeguato alla recettività del destinatario la semplicità del lessico e della sintassi (la folla è tale per istinto, è restia a parole difficili e rifiuta l'esercizio attivo del pensiero) l'affermazione deve essere laconica, concisa, categorica, sprovvista di prove e di dimostrazioni, tanto maggiore è la sua autorevolezza la ripetizione deve essere eseguita rispettando sempre gli stessi termini non si deve sottovalutare l’importanza delle immagini suscitate, il potere di una parola non dipende solo dal suo significato, ma soprattutto dall'immagine che essa suscita

14 La dinamica della vita sociale:
Introduzione alla Psicologia Sociale: Psicologia delle masse ed influenza sociale Tarde(1890): l’individuo nella folla si deresponsabilizza, diventa “infantile” e/o primitivo, esercita meno autocontrollo e non agisce razionalmente e con coscienza (preludio al comportamento delinquenziale): si verifica il fenomeno dell’imitazione o “sonnambulismo sociale” fatto di imitazione di modelli La dinamica della vita sociale: Desiderio: motivazione dell’azione Invenzione: produzione di nuove idee (modelli) Relazione: interazione di 1 e 2

15 Introduzione alla Psicologia Sociale
Psicologia delle masse ed influenza sociale Il comportamento delle folle: oggi si parla di influenza sociale e il “contagio mentale” è diventato nel tempo “reazione circolare” (Allport, 1924) “interstimolazione” (Blumer, 1956) “contagio emotivo” (Hatfield, Cacioppo e Rapson, 1994)

16 Psicologia sociale: antecedenti del comportamento umano
Situazioni e ambienti Sé-Identità Influenza sociale personalità Personalità comportamento Bisogno di avere una rappresentazione accurata della realtà Bisogno di giustificare pensieri e azioni AUTOSTIMA 16

17 AUTOSTIMA giudizio complessivo di sé che
motiva e regola i processi cognitivi e comportamentali e si sostiene utilizzando come strategia fondamentale il confronto con altri vicini /simili su caratteristiche significative (Tesser, 1988) 17

18 I processi cognitivi di tipo schematico si basano su una iniziale categorizzazione degli stimoli sociali sono possibili errori poiché alcune caratteristiche degli oggetti di una categoria non sono chiaramente distinguibili è difficile individuare criteri necessari e sufficienti che definiscono l’appartenenza di un oggetto ad una determinata categoria: alcuni esemplari sono più rappresentativi di altri degli attributi tipici della categoria (prototipi) le categorie sociali hanno un’organizzazione gerarchica inclusiva dei livelli più specifici: il livello di categorizzazione utilizzato dipende dalla situazione e dagli scopi degli individui

19 Psicologia sociale Approccio cognitivo: studio del modo di concepire il mondo (Fiske, Taylor, 1991; Markus, Zajonc, 1985; Nisbett, Ross, 1980) l’essere umano è uno scienziato ingenuo che tenta di formulare una visione accurata del mondo ha risorse limitate, mentre i problemi che deve affrontare sono complessi: non può avere ed elaborare tutte le informazioni ha aspettative sulla realtà che influenzano la percezione di essa (effetto Pigmalione, Rosenthal, Jacobson, 1968; Crano, Mellon, 1978)

20 La motivazione del comportamento
Le motivazioni sono diverse e son o legate ai bisogni: fisiologici, di sicurezza, di appartenenza e di stima, di autorealizzazione (Maslow, 1957) Il bisogno di autorealizzazione si configura come bisogno di “esplorazione”, di “conoscenza pratica” (tecnica), di “conoscenza teorica” (scienza) e di “conoscenza estetica” (arte): da questo bisogno nasce l’atteggiamento estetico che si configura come il rapporto adattivo di un organismo biologico con il suo ambiente in cui emozione e cognizione sono un sistema unitario (Villamira e Bracco, 2001)

21 Motivazione e cognizione lavorano in interazione per orientare l’attività umana
James (1890): il ragionamento umano è selettivo in funzione dei nostri scopi Asch (1952): le persone si formano impressioni di personalità coerenti al fine di orientare le proprie relazioni sociali Bruner (1957): determinati tratti di personalità vengono attivati dagli scopi Fiske (1992): esiste un legame imprescindibile fra pensiero ed azione: “Thinking is for doing”

22 Social Cognition l’individuo è attivo e in grado di elaborare le informazioni provenienti dall’ambiente al fine di orientare il proprio comportamento Approccio olistico la persona acquisisce conoscenza dalla realtà percependo immediatamente le connessioni tra i vari elementi dell’oggetto di conoscenza ciò permette l’attribuzione di senso all’oggetto percepito

23 Social Cognition l’individuo è economizzatore di risorse cognitive
un tattico motivato Modello dell’infusione dell’affetto (Forgas, 1995): la cognizione si unisce allo stato affettivo; i giudizi riflettono l’umore le valutazioni portano risposte emotive (Smish, Lazarus, 1990): primarie (pertinenza o importanza e congruenza) e secondarie (responsabilità personale o altrui, possibilità e abilità di intervento, aspettative sull’evoluzione positiva o negativa della situazione)

24 Fattori cognitivi e fattori sociali nella cognizione sociale
La cognizione sociale ha un carattere interpersonale, intersoggettivo e riflessivo (Higgins, 2000) si enfatizza il livello cognitivo di analisi, rispetto al contributo delle emozioni La cognizione sociale concerne l’influenza reciproca di variabili sociali e cognitive: Cognizione della psicologia sociale: comprensione dei processi cognitivi che affrontano oggetti di conoscenza di natura sociale Esempio: studi sull’attribuzione causale Psicologia sociale della cognizione: comprensione degli effetti dello stare insieme ad altre persone sulla vita mentale Esempio: studi sul confronto sociale

25 ESERCITAZIONE INDIVIDUALE Scrivere al centro del foglio
IO SONO Scrivere sotto i primi 10 aggettivi che vengono in mente

26 tipologia dei processi schematici
La cognizione sociale tipologia dei processi schematici Schemi di persona Contengono le informazioni utilizzate per descrivere le persone in base a tratti legati all’individualità (personalità: simpatico, aggressivo; studente di psicologia) Inducono aspettative che influenzano il ricordo di azioni e la comprensione di nuove informazioni (Zadny e Gerard, 1974) Schemi di sé Contengono le informazioni relative a se stessi. La descrizione di sé è organizzata intorno ad alcuni tratti centrali; le informazioni relative a questi tratti sono elaborate più velocemente rispetto alle informazioni relative a dimensioni meno importanti o aschematiche (Markus, 1977)

27 La cognizone sociale: tipologia
Schemi di ruolo Organizzano le conoscenze relative ai comportamenti attesi da una persona che occupa una determinata posizione nella struttura sociale Esistono ruoli acquisiti tramite l’impegno (ad es. medico, professore) e ruoli ascritti, come il genere sessuale o la razza Schemi di eventi Includono conoscenze relative alle sequenze di azioni appropriate in un determinato contesto, comprese le aspettative sul modo in cui si comporteranno gli altri (“copione”)

28 In culture diverse si sviluppano schemi diversi
Funzioni degli schemi Rendere meno ambiguo il nuovo collegandolo al vecchio Guidare la costruzioni degli eventi in memoria in maniera coerente In culture diverse si sviluppano schemi diversi

29 Applicazione degli schemi
I molti schemi in memoria vengono applicati automaticamente in relazione a livelli diversi di Accessibilità Esperienza: schemi sempre presenti Priming (innescamento): schemi attivati temporaneamenteente

30 Applicazione degli schemi
Accessibilità Priming: un’ esperienza che precede un comportamento e che rende più accessibile lo schema lo schema viene attivato e guida il comportamento (vi deve essere coerenza tra priming e schema) Processo dimostrato in molte ricerche sul pregiudizio e per il quale le associazioni libere danno risultati validi all’interno del setting e per un tempo limitato

31 Persistenza degli schemi
“effetto persistenza” Quando uno schema si è formato è molto difficile che lo modifichiamo anche in presenza di informazioni che lo confutano o che confutano le informazioni che lo avevano prodotto (es.: notizie false o esperienze percepite/interpretate in modo errato)

32 Il ragionamento sociale automatico le Euristiche
euristiche: strategie, “regole o “scorciatoie” di pensiero semplificate, che permettono alle persone di giungere rapidamente a giudizi sociali in mancanza di schemi immediatamente accessibili; sono spesso efficaci e di ampio uso nella vita quotidiana Il ricorso alle euristiche è più probabile in situazioni in cui le persone devono impegnarsi nell’elaborazione di giudizi complessi in presenza di fattori che diminuiscono l’accuratezza dei processi cognitivi (stanchezza o mancanza di tempo)

33 L’euristica della rappresentatività
E’ utilizzata per stimare la probabilità che si verifichi un determinato evento o per decidere se un certo esemplare appartiene a una determinata categoria (Tversky e Kahneman, 1974): serve a giudicare il nuovo; Il criterio utilizzato per decidere è quello della rilevanza o somiglianza al prototipo, mentre viene trascurata la probabilità di base Esempio: gli schemi di persona (persona descritta come mite, timida, ritirata. Qual è la sua professione: bibliotecario, trapezista, bagnino, avvocato…? )

34 L’euristica della disponibilità
utilizzata per valutare la frequenza o probabilità di un determinato evento: si basa sulla facilità e rapidità con cui vengono in mente esempi che fanno riferimento alla categoria del giudizio in questione la stima di frequenza di un evento può essere influenzata da: tendenze sistematiche utilizzate nella ricerca di informazioni (biases) particolare “immaginabilità” di un evento: riferimento al sé Esempi: le persone valutano come cause di morte più frequenti omicidi o atti terroristici rispetto a malattie cardiocircolatorie entrambi i coniugi sovrastimano il proprio contributo personale alle attività domestiche: si ricordano con più facilità esempi positivi del proprio comportamento

35 L’euristica della simulazione
E’ utilizzata per immaginare scenari ipotetici relativi a come potrebbero evolversi o avrebbero potuto evolversi certi eventi: il pensiero controfattuale (“se non fosse … se non avesse…”), ha importanti implicazioni per il giudizio sociale e per le reazioni emotive ad eventi drammatici: si possono prevedere reazioni emotive più intense di fronte ad un accadimento negativo quando è possibile immaginare scenari alternativi che avrebbero potuto evitarlo (Kahneman e Tversky, 1982)

36 L’euristica dell’ancoraggio e accomodamento
In situazioni di incertezza, per emettere un giudizio, le persone tendono ad “ancorarsi” ad una conoscenza nota ed “accomodarlo” sulla base di informazioni pertinenti: i propri tratti, le proprie credenze ed i propri comportamenti rappresentano spesso punti di ancoraggio per il giudizio sociale esempio: le persone tendono ad esagerare la numerosità dei voti ottenuti dal partito da loro sostenuto (Palmonari, Arcuri e Girotto, 1994)


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