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Alcuni luoghi dello spirito nelle Marche
Le Marche sono un’ importante risorsa per il turismo religioso nazionale, grazie alla presenza nel suo territorio, di numerosi luoghi di culto, meta ogni anno di un grande numero di fedeli. Sicuramente Loreto e la sua basilica rappresentano la meta turistica più significativa che la regione Marche può offrire, senza dimenticare Osimo, magnifica città di origine romana, che conserva all’interno delle proprie mura, importanti edifici di carattere religioso, quali il Santuario di San Giuseppe da Copertino e la Cattedrale di San Leopardo.
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Osimo A pochi chilometri dalla Riviera del Conero, situata su di un alto poggio (265 s.l.m.) si eleva Osimo ( ab.), uno tra i più interessanti ed antichi centri delle Marche. Grazie alla sua favorevole posizione geografica, gode per la maggior parte dell'anno di un benefico clima ed anche di una magnifica visione panoramica che in giornate particolarmente limpide si estende dal litorale adriatico al Gran Sasso e dai Monti Sibillini a San Marino. Importante nodo commerciale già al tempo dei Romani e sede vescovile fin dal IV sec., la città conserva all'interno delle proprie mura e negli immediati dintorni numerose testimonianze dell'arte, della cultura e dello spirito come ad esempio il Santuario di San Giuseppe da Copertino e la Cattedrale di San Leopardo.
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Cattedrale di San Leopardo
Eretta nei pressi dell'antico Cassero, il punto più alto della città, la Cattedrale di San Leopardo rappresenta uno dei più interessanti esempi di architettura romanico - gotica delle Marche. Il primitivo edificio, corrispondente più o meno alla navata centrale, venne costruito nell'VIII sec. sull'area di una preesistente chiesa fatta edificare da San Leopardo, primo vescovo di Osimo. Nel corso del XII-XIII sec. l'edificio subì numerosi ampliamenti con l'aggiunta delle due navate laterali, del presbiterio, dell'abside, della cripta e del protiro, oltre che del Battistero. Nel XIX sec. la chiesa venne ridotta allo stato attuale con l'aggiunta delle cinque cappelle laterali. L'interno, ampio ed austero, ha l'ingresso più solenne ed artistico sul lato laterale di mezzogiorno, mentre quello principale, ad oriente, fu aperto soltanto nel Al di sotto del transetto si trova la cripta, in cui, tra gli altri monumenti funebri, è custodito il sarcofago dei SS. Martiri Fiorenzo e compagni, caratterizzato sulla fronte da un pregevolissimo rilievo in marmo lunense del IV secolo. Il Battistero, a pianta rettangolare, ampiamente trasformato e decorato nel XVII sec., ospita al suo interno un fonte battesimale bronzeo superbamente eretto al centro del tempio, opera dei fratelli Jacometti di Recanati. Dal chiostro dell'Episcopio si può accedere al Museo Diocesano, recentemente realizzato nei vasti ambienti dove avevano la loro residenza i vescovi. In sedici sale sono state collocate opere di vario genere (dipinti, sculture, suppellettili, paramenti sacri, ecc.) che in precedenza erano confusamente esposte nel Battistero o conservate in chiese e sagrestie della Diocesi.
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Santuario di San Giuseppe da Copertino
La chiesa, dedicata anticamente a San Francesco, è sorta nel XIII sec. e modificata al suo interno nel XVIII; al Santuario, dedicato a San Giuseppe da Copertino dal 1781, è annesso il convento dei Frati Minori Conventuali, presso il quale il santo mori nel La chiesa è meta di continui pellegrinaggi di fede per via delle spoglie di San Giuseppe (patrono di Osimo e protettore degli studenti) custodite nella cripta sottostante il presbiterio. Di notevole interesse sono le grandi pale presenti sugli altari delle cappelle laterali: su tutte merita menzione la tavola di Antonio Solario raffigurante la Vergine in trono e Santi, datata Si consiglia anche la visita agli ambienti dell'antico convento, le "camerette" in cui il Santo patrono, isolato da tutto, visse la sua profonda vocazione ed esercito la penitenza.
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Loreto La Storia del Santuario inizia nel sec. XIII (10 dicembre 1294) con l'arrivo della casa abitata dalla famiglia della Vergine Maria a Nazaret. Il Santuario di Loreto è stato per secoli ed è ancora oggi uno dei luoghi di pellegrinaggio tra i più importanti del mondo cattolico. La S. Casa, nel suo nucleo originario, è costituita da sole tre pareti, perché la parte dove sorge l'altare dava, a Nazaret, sulla bocca della Grotta e, quindi, non esisteva come muro. Delle tre pareti originarie le sezioni inferiori, per quasi tre metri di altezza, sono costituite prevalentemente da filari di pietre, per lo più arenarie, rintracciabili a Nazaret, e le sezioni superiori aggiunte successivamente e, quindi spurie, sono in mattoni locali, gli unici materiali edilizi usati nella zona. Alcune pietre risultano rifinite esternamente con tecnica che richiama quella dei nabatei, diffusa in Palestina e anche in Galilea fino ai tempi di Gesù. Vi sono stati individuati una sessantina di graffiti, molti dei quali giudicati dagli esperti riferibili a quelli giudeo-cristiani di epoca remota, esistenti in Terra Santa, compresa Nazareth. Il Crocifisso dipinto su legno, sopra la cosiddetta finestra dell'Angelo, assegnato alla fine del sec. XIII, secondo alcuni è di cultura spoletina e secondo altri rivelerebbe segni della maniera di Giunta Pisano. La Statua della Madonna, scolpita su legno di un cedro del Libano dei Giardini Vaticani, sostituisce quella del sec. XIV, andata distrutta in un incendio scoppiato in S. Casa nel È stata fatta scolpire da Pio XI che nel 1922 la incoronò in Vaticano e la fece trasportare solennemente a Loreto.
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