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ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

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Presentazione sul tema: "ALTERNANZA SCUOLA LAVORO"— Transcript della presentazione:

1 ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
AZIONI DI SISTEMA TREVISO 13-DICEMBRE-2006 MSARDO

2 ALTERNANZA SCUOLA LAVORO:
INTRODUZIONE AL TEMA UN POSSIBILE INDICE LE PREMESSE TEORICHE GLI INDIRIZZI EUROPEI I RIFERIMENTI NORMATIVI LE DIVERSE PRATICHE DELL’ALTERNANZA QUALCHE NODO PROBLEMATICO E ALCUNE CONDIZIONI NECESSARIE MSARDO

3 LA TEORIA DEL CAPITALE UMANO (1)
LE PREMESSE TEORICHE LA TEORIA DEL CAPITALE UMANO (1) • gli investimenti in capitale umano rafforzano la crescita economica e, in particolare, l’espansione tecnica e scientifica; • gli uomini sono esseri dotati di razionalità economica che tende a massimizzare la loro utilità economica. Le motivazioni si accrescono proporzionalmente all’utilità di una operazione e ai guadagni che essa produce; • i motivi di una persona ad investire su se stessa non sono diversi dai motivi che spingono ad investire in capitale fisico, essi sono intercambiabili; MSARDO

4 LA TEORIA DEL CAPITALE UMANO (2)
LE PREMESSE TEORICHE LA TEORIA DEL CAPITALE UMANO (2) • le differenze fra gli individui sono una conseguenza dell’entità dei loro investimenti su se stessi, più che dovuti a fattori extra educativi quali la razza, la classe di appartenenza, il sesso • l’uso dell’educazione come variabile dell’accrescimento della competitività dei sistemi produttivi e, quindi, il riferimento alla formazione dell’uomo in quanto arricchimento delle «risorse umane» (accanto a quelle finanziarie, strumentali, naturali, etc.) • l’uso dell’educazione quale strumento di compensazione degli effetti negativi che le trasformazioni e le ristrutturazioni produttive hanno sulle relazioni sociali (disoccupazione, migrazioni, etc.). MSARDO

5 GLI INDIRIZZI E I DOCUMENTI EUROPEI
LIBRO BIANCO MEMORAMDUM ISTRUZIONE FORMAZIONE PERMANENTE GLI OBIETTIVI DI LISBONA 2000 LIBRO BIANCO SULLA GIOVENTU’ 2001 DA LISBONA AD UN’ALTRA MAASTRICHT MSARDO

6 GLI INDIRIZZI E I DOCUMENTI EUROPEI
“Le risorse umane rappresentano la principale ricchezza dell'Unione e si riconosce ormai che un investimento in questo ambito è un fattore determinante della crescita e della produttività, allo stesso modo dell'investimento in capitale o attrezzature. Secondo alcune stime, l'innalzamento di un anno del livello di istruzione medio della popolazione si traduce in un aumento del tasso di crescita del 5% a breve termine e di un altro 2,5% a lungo termine. Inoltre, è già stato ampiamente dimostrato, l'impatto positivo dell'istruzione sull'occupazione, la salute, l'inclusione sociale e la cittadinanza attiva. Affinché l'Unione abbia una riuscita migliore rispetto ai suoi concorrenti nell'economia della conoscenza è di fondamentale importanza investire di più e con maggiore efficacia nell'istruzione e nella formazione.” MSARDO

7 I RIFERIMENTI NORMATIVI
Patto per il lavoro del 1996. Legge Bassanini 59/97. Riordino dei cicli del ’97. Pacchetto Treu (L. 196/97). Accordo di luglio del 1999. Legge 30/2003 Riforma Biagi Legge n. 53 del 28 marzo 2003: Riforma Moratti MSARDO

8 I RIFERIMENTI NORMATIVI
Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n. 76 "Definizione delle norme generali sul diritto-dovere all'istruzione e alla formazione, a norma dell'articolo 2, comma 1, lettera c), della legge 28 marzo 2003, n. 53" Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n. 77 "Definizione delle norme generali relative all'alternanza scuola-lavoro, a norma dell'articolo 4 della legge 28 marzo 2003, n. 53" Decreto legislativo 17 ottobre 2005 Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni sul secondociclo del sistema educativo di istruzione e formazione ai sensi della legge 28 marzo 2003, n.53. MSARDO

9 LE DIVERSE PRATICHE DELL’ALTERNANZA
Occorre riconoscere che il concetto di alternanza conserva un certo grado d ambiguità dato che si riferisce contemporaneamente a pratiche diverse, destinate a pubblici distinti e mirate ad obiettivi differenziati. 1) Pratiche di alternanza come formazione di “seconda opportunità” per soggetti in difficoltà scolastica L’area di intervento interessata è quella della non-riuscita scolastica. L’ipotesi soggiacente è che i percorsi misti scuola-lavoro siano efficaci per i giovani iposcolarizzati o non motivati a proseguire gli studi. La possibilità di accedere a esperienze applicative in momenti di difficoltà o dopo una bocciatura ridurrebbe il rischio che il giudizio negativo sulla riuscita si estenda all’identità personale, e accrescerebbe di conseguenza la motivazione a rientrare in formazione. MSARDO

10 LE DIVERSE PRATICHE DELL’ALTERNANZA
2) Pratiche orientate a socializzare gli studenti alla loro futura condizione lavorativa (alternanza di orientamento) Qui il pubblico è molto più vasto, anche se risulta evidente una centratura sulle filiere formative che danno luogo a uno sbocco immediato sul mercato del lavoro(istituti professionale e tecnici); la durata della permanenza nelle situazioni di lavoro è breve, minima è la finalità direttamente produttiva, mentre rimane assolutamente centrale il ruolo dell’insegnamento formale. MSARDO

11 LE DIVERSE PRATICHE DELL’ALTERNANZA
3) Pratiche che assegnano all’esercizio concreto dell’attività professionale il ruolo principale della formazione (un’alternanza professionalizzante) È questo il caso da un lato dei mestieri artigianali, dall’altro di buona parte delle professioni e dei relativi percorsi formativi universitari (medici, avvocati, ...). In questo caso i tempi di formazione in situazione di lavoro sono lunghi e vengono generalmente inclusi nei meccanismi di valutazione. Inoltre la permanenza nella situazione di lavoro contribuisce al perseguimento degli obiettivi di produzione dell’impresa che accoglie lo studente. MSARDO

12 LE DIVERSE PRATICHE DELL’ALTERNANZA
4) Pratiche di alternanza formalizzate sotto un contratto lavorativo ( apprendistato) Comprendono un’ampia gamma di formule contrattuali orientate al primo inserimento lavorativo; formule derogatorie rispetto allo standard del lavoro a tempo indeterminato che si sono sviluppate nel corso degli anni ‘80 in tutti i paesi europei sotto la spinta di una disoccupazione giovanile in forte aumento MSARDO

13 LE DIVERSE PRATICHE DELL’ALTERNANZA
Possiamo definire le prime tre pratiche come alternanza scolastica, dato che i soggetti coinvolti sono studenti, mentre nel quarto caso possiamo parlare di alternanza contrattuale o lavorativa dato che i giovani sono al tempo stesso lavoratori presso un impresa e allievi presso un centro di formazione. Ognuna di queste quattro pratiche comporta un diverso peso dell’insegnamento forma all’interno del curriculum formativo; minimale nel primo e nel quarto caso; rilevante ed egemonico nel secondo, variabile nel terzo. MSARDO

14 LE DIVERSE PRATICHE DELL’ALTERNANZA
le diverse pratiche di differenziano soprattutto per gli obiettivi: inserimento sociale e lotta all’esclusione nel primo e quarto caso (con una differenza relativa al riconoscimento salariale del contributo produttivo del giovane in alternanza); socializzazione lavorativa nel secondo, costruzione anticipata della professionalità nel terzo. MSARDO

15 L’alternanza nella normativa italiana
L’art.4 della legge n. 53 del 28 aprile 2003 (c.d. “Riforma Moratti”), introduce in Italia su base sistematica, un altro tipo di alternanza, in parte già sperimentato nella scuola e, soprattutto, nella formazione professionale: l’alternanza formativa. MSARDO

16 L’alternanza nella Riforma Moratti
L’alternanza è definita nella legge come: “modalità di realizzazione del percorso formativo progettata, attuata e valutata dall’istituzione scolastica e formativa in collaborazione con le imprese, cone le rispettive associazioni di rappresentanza e con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, che assicuri ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l’acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro”. MSARDO

17 L’alternanza nella Riforma Moratti
E’ prevista, in particolare, la possibilità di: svolgere l’intera formazione dai 15 ai 18 anni, attraverso l’alternanza di periodi di studio e di lavoro, sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica e formativa; sulla base di convenzioni con imprese e aziende disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di tirocinio che non costituiscono rapporto individuale di lavoro. MSARDO

18 L’alternanza nella Riforma Moratti
Destinatari dell’alternanza formativa sono gli studenti del secondo ciclo dell’istruzione e dell’istruzione e formazione professionale che hanno compiuto il 15° anno di età. MSARDO

19 L’alternanza nella Riforma Moratti
L’alternanza è una modalità di realizzazione dell’autonomia didattica di cui è responsabile il Consiglio d’Istituto Partners delle istituzioni scolastiche e formative saranno le Camere di Commercio, le associazioni imprenditoriali, il terzo settore, gli enti pubblici e privati MSARDO

20 L’alternanza scuola-lavoro
L’alternanza non è un nuovo canale scolastico L’alternanza è una metodologia didattico-formativa, traversale a tutti i canali del sistema scolastico-formativo Si tratta di una modalità diversa per raggiungere obiettivi formativi già costitutivi del percorso, tramite esperienze aziendali coerenti, pre-progettate ed incentrate sull’integrazione curricolare e che consentono l’acquisizione di crediti spendibili ai fini del percorso scolastico MSARDO

21 Un vero percorso di apprendimento
Secondo questo approccio i momenti in azienda assumono il carattere di vere e proprie occasioni di apprendimento e acquisizione di conoscenze e competenze, progettati e monitorati. Questa articolazione – Scuola/Azienda/Scuola – dovrebbe ripetersi più volte nell’anno formativo, con impegno orario diverso.  MSARDO

22 Obiettivi dell’esperienza di alternanza(1)
Avvicinare l’allievo ad una concreta realtà di lavoro utilizzando i contesti aziendali come elementi di risorse integrativi per il processo di apprendimento. Attivare momenti di ricerca ed applicazione interdisciplinare di valenza pedagogica e formativa basati sull’esperienza educativa del lavoro Valorizzare l’esperienza lavorativa come mezzo per favorire lo sviluppo personale, sociale e professionale dei giovani MSARDO

23 Obiettivi dell’esperienza di alternanza(2)
Verificare la “professionalità” trasversale e flessibile attraverso: Le conoscenze: non solo quelle tecniche e settoriali, ma anche la conoscenza dei principi generali e dei criteri applicativi di queste nella realtà lavorativa Le capacità: saper operare con autonomia, vale a dire capacità di problem finding e problem solving I comportamenti: la conoscenza non deve essere fine a se stessa ma si deve trasformare in capacità di “Apprendere ad apprendere” La comunicazione MSARDO

24 Obiettivi dell’esperienza di alternanza(3)
Interazione con l’ambiente aziendale Abilità pratiche Abilità teoriche Autovalutazione Teamwork Problem solving Comunicazione MSARDO

25 L’importanza dell’esperienza in alternanza
Conferisce sicurezza Affina il senso critico Assicura spazi per la collaborazione Permette di farsi conoscere Permette di conoscere sul campo l’organizzazione aziendale L’aspetto genericamente formativo dell’esperienza, che tende a valorizzare competenze trasversali e skills comportamentali di base, la rende interessante per tutti i tipi di istituti MSARDO

26 L’alternanza come problema del nostro sistema formativo
L’Italia è uno dei paesi europei con la più bassa percentuale di giovani fra i 16 e i 19 anni che fanno esperienze di alternanza tra scuola e lavoro. Nel nostro paese essi raggiungono pochi punti percentuali contro il 51 % in Danimarca, il 33 % dei Paesi Bassi e il 27 % del Regno Unito, per una media europea del 20-30%. MSARDO

27 L’alternanza come problema del nostro sistema formativo
Aziende che investono e offrono formazione (dati del 2000) Italia 23,9 % Media Europea 57% Danimarca % MSARDO

28 I requisiti di base (1) I corsi in alternanza vanno “personalizzati” per gruppi di studenti e direttamente organizzati dalle singole scuole Perché l’alternanza si diffonda non bastano le scuole, ci vuole un consistente numero di imprese disposte ad accogliere e ad assistere i giovani MSARDO

29 Progettazione congiunta Abbinamento allievo-azienda
I requisiti di base(2) Progettazione congiunta Abbinamento allievo-azienda Monitoraggio e valutazione del percorso Raccordi con altri percorsi Presìdi da attivare: pedagogico, organizzativo e gestionale MSARDO

30 I NODI PROBLEMATICI E LE CONDIZIONI NECESSARIE (1)
C’è un problema di riconoscimento di equivalenza formativa di un percorso svolto in alternanza rispetto ad un percorso scolastico tradizionale. Necessità di innovazioni metodologiche, didattiche e strutturali, non soltanto nella richiesta di nuove professionalità, ma anche per quanto concerne le nuove modalità, progettuali e valutative, che incideranno sulla struttura stessa della scuola italiana. MSARDO

31 I NODI PROBLEMATICI E LE CONDIZIONI NECESSARIE (2)
Si pone il problema di una corretta individuazione delle realtà lavorative da coinvolgere, in coerenza con il piano di studi e, successivamente, la definizione delle modalità collaborative tra i diversi enti coinvolti. È necessario che organizzazioni diverse sappiano lavorare insieme, creando un linguaggio e uno schema valutativo comuni ANCHE PER facilitare l’efficace svolgimento delle tre fasi del tirocinio (progettazione, realizzazione, valutazione) compresa la formazione dei tutor scolastici e aziendali. MSARDO

32 I NODI PROBLEMATICI E LE CONDIZIONI NECESSARIE(3)
Per fare l’alternanza la scuola deve tenere presente tre grandi specialisti della psicopedagogia: Howard Gardner, che ci invita a considerare che ogni ragazzo ha la sua intelligenza (intelligenze multiple) Edgard Morin che ci raccomanda di tener conto che la complessità non si può insegnare per materie Bernard Schwartz che ci dice che il lavoro è una grande esperienza di rimotivazione allo studio e chi abbandona precocemente la scuola per andare a lavorare è nel lavoro che impara quanto è importante una buona scuola. MSARDO

33 L’alternanza formativa perché?
NON C’è UN FARE SENZA SAPERE SOPRATTUTTO NON C’è UN “BUON FARE” SENZA UN “BUON SAPERE” MSARDO


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