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Agenti di rischio fisico Rumore

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Presentazione sul tema: "Agenti di rischio fisico Rumore"— Transcript della presentazione:

1 Agenti di rischio fisico Rumore
Corso Integrato di Medicina Legale e Medicina del Lavoro Prof.ssa Nadia Miraglia Sezione di Igiene, Medicina del Lavoro e Medicina Legale /00 AA 18-19 Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, sede di Napoli

2 Agenti fisici Rumore (ultrasuoni, infrasuoni) Vibrazioni meccaniche
Titolo VIII: agenti fisici (capo IV) Rumore (ultrasuoni, infrasuoni) Vibrazioni meccaniche MicrocIima Atmosfere iperbariche Campi elettromagnetici Radiazioni Ottiche Artificiali Articolo Definizioni e campo di applicazione Ai fini del presente decreto legislativo per agenti fisici si intendono il rumore, gli ultrasuoni, gli infrasuoni, le vibrazioni meccaniche, i campi elettromagnetici, le radiazioni ottiche, di origine artificiale, il microclima [pag 256, allegato IV Requisiti dei luoghi di lavoro, 1.9 Microclima] e le atmosfere iperbariche che possono comportare rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori. 2. Fermo restando quanto previsto dal presente capo, per le attività comportanti esposizione a rumore si applica il capo II, per quelle comportanti esposizione a vibrazioni si applica il capo III, per quelle comportanti esposizione a Campi ElettroMagnetici si applica il capo IV, per quelle comportanti esposizione a Radiazioni Ottiche Artificiali si applica il capo V. 3. La protezione dei lavoratori dalle radiazioni ionizzanti è disciplinata unicamente dal decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e sue successive modificazioni.

3 danni = effetti (caratteristiche degli effetti)
Il meccanismo d'azione degli agenti fisici è dovuto alla cessione di energia all' organismo danni = effetti (caratteristiche degli effetti) - anatomici o funzionali - localizzati o diffusi temporanei o permanenti immediati o ritardati nel tempo - deterministici (correlati ad un rapporto dose-effetto di tipo lineare) o su base stocastica (probabilistica) La quantità di energia ceduta può essere sufficiente a causare danni: L’energia può essere: di tipo meccanico, come nel caso di rumore, ultrasuoni, vibrazioni (pressione) di tipo termico od elettrico: in questi casi il trasferimento d'energia è diretto e può interessare tutto il corpo o solo parti di esso, sia per applicazione Iocalizzata che per specificità d'organo o maggiore sensibilità nei confronti dell' agente fisico (sistema endocrino, cristallino…)

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5 Campi elettromagnetici Si definiscono campi elettromagnetici
-i campi elettrici statici, i campi magnetici statici (invariante nel tempo: campo terrestre, RM, calamita, solenoidi) i campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici variabili nel tempo (ossia in grado di generare, in direzione perpendicolare a loro stessi, un campo magnetico, anch'esso variabile, che a sua volta influisce sul campo elettrico stesso) di frequenza sino a 300 GHz [parte in corsivo da DLgs 81/08, agg al feb 2017] Campi statici Campi variabili L’interazione tra campi elettromagnetici e materia (forza di Lorentz ecc.) vivente può comportare alterazioni della struttura biologica delle cellule e dei diversi organi ed apparati in funzione di: tipo di radiazione incidente esposizione (modalità e durata) caratteristiche delle diverse matrici biologiche. I vari effetti biologici sono condizionati da fattori quali frequenza, durata, intensità, contenuto d'acqua nei tessuti (comportante un aumentato assorbimento ed una diminuzione della penetrazione), diverso contenuto di acqua e lipidi, meccanismi di termoregolazione, grado di vascolarizzazione (condizionante gli scambi con l'ambiente), sensibilità particolare dei tessuti che dipende dalla frequenza delle mitosi e dal grado di differenziazione cellulare.

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7 ambiente confinato: spazio caratterizzato da aperture limitate per entrate e uscite e una ventilazione naturale sfavorevole Microclima [pag 256, allegato IV Requisiti dei luoghi di lavoro, 1.9 Microclima: Aerazione dei luoghi di lavoro chiusi, temperatura, umidità] è l’insieme delle condizioni termo-fisiche che caratterizzano l'ambiente di lavoro (confinato e non) e che, insieme a parametri individuali quali l'attività metabolica e l'abbigliamento, determinano gli scambi termici tra l'ambiente stesso e gli individui. luogo di lavoro chiuso Un microclima confortevole suscita nella maggioranza degli individui una situazione di Comfort: stato di benessere psicofisico nell'ambiente in cui vive ed opera Discomfort: insoddisfazione del soggetto rispetto all'ambiente (tanto maggiore quanto più saranno impiegati i meccanismi di termoregolazione) I parametri da cui dipende il comfort termico si identificano nei fattori che concorrono a determinare il microclima: -temperatura dell' aria -velocità relativa dell'aria (l'aria in movimento aumenta gli effetti del trasferimento di calore per convezione ed evaporazione) -temperatura radiante media -pressione di vapore ed umidità relativa; -attività metabolica e consumo energetico; -resistenza termica dell' abbigliamento. Un microclima incongruo è spesso la principale fonte di disagio e può portare ad alcuni disturbi delle vie respiratorie e muscolari

8 Atmosfere iperbariche
lavori subacquei: -posa di cavi o condutture -fondazioni di ponti -costruzione di gallerie subacquee -ricerche petrolifere o archeologiche Atmosfere iperbariche L’organismo umano è adattato per vivere alla pressione di un'atmosfera Se sottoposto ad aumenti della pressione atmosferica dovuti alla permanenza in ambienti con pressione superiore può andare incontro a sindromi morbose definite iperbaropatie. La prevenzione primaria delle malattie causate dal lavoro in alta pressione: -controllo dell' efficienza delle attrezzature utilizzate -controllo vie respiratorie Gli effetti possono svilupparsi in due momenti: -in fase di compressione -in fase di decompressione Embolia gassosa Risalita a pallone Narcosi da azoto

9 IL RUMORE

10 ESPOSIZIONE PROFESSIONALE
EPIDEMIOLOGIA

11 Rumore ed esposizione professionale
CANTIERI EDILI Sbancamento, movimentazione carichi, assemblaggio impalcature, ecc. FONDERIE, SIDERURGIA IN GENERE Grandi macchinari da taglio, spostamento lamiere,ecc. DISCOTECHE Musica ad alto volume

12 Rumore ed esposizione professionale
OFFICINA MECCANICA L'officina meccanica offre la possibilità di progettare e produrre strumentazione e componentistica meccanica, anche di precisione. Sono presenti diverse macchine: tornio parallelo, fresatrice universale, pantografo, trapano a colonna, trapano da banco, sega a nastro, troncatrice a nastro, seghetto alternativo, sabbiatrice, saldatrice ecc TIPOGRAFIA Vengono svolte operazioni di stampatura e legatoria su materiale cartaceo per la costituzione di opuscoli, riviste, materiale informativo. LABORATORI Sono impiegate diverse strumentazioni a scopo diagnostico che di ricerca, che potrebbero comportare emissioni sonore.

13 l’80% dell’intera casistica.
Rumore SETTORI TECNOLOGICI Quattro macrosettori produttivi, hanno originato nel decennio il massimo dei casi di ipoacusia, superando ciascuno le 3000 unità: industria metalmeccanica (oltre casi) industria delle costruzioni (oltre 6500 casi) industria estrattiva (oltre 4000 casi), industria del legno (oltre 3000 casi), per un totale che rappresenta l’80% dell’intera casistica.

14 Rumore L'ipoacusia da rumore di natura professionale è una delle malattia più frequentemente indennizzata dall'INAIL

15 Malattie Professionali denunciate negli anni 2009 e 2010 Campania

16 Cenni di fisica definizione rumore/suono, (pressione); tono puro
parametri caratterizzanti il suono/rumore (frequenza, ampiezza, lunghezza d’onda. Periodo, velocità di propagazione, intensità). Sensazione sonora: intensità, pressione e livello sonoro (in dB): [Intensità sonora (I=Press/Area)] il decibel: Livello sonoro (livello di intensità acustica) e Livello di pressione sonora, SPL (I/I0, e P/P0 riferito alla soglia uditiva)

17 P = pressione, F = Forza, A = Area
SUONO O RUMORE Dal punto un punto di vista fisico il rumore ha la stessa natura del suono, entrambi sono il risultato di una variazione di pressione in un mezzo (dP=dF/dA) tale da determinare un’onda acustica P = pressione, F = Forza, A = Area Rumore Il rumore, o suono, è dato da un' oscillazione di compressione e rarefazione dell' aria che viene generata da un corpo vibrante e si trasmette in un mezzo elastico (aria, acqua o un solido): la sensazione acustica è una variazione dello stato di riposo delle molecole attraversate [dall’onda] che determina una variazione di pressione. Propagazione del suono Le onde sonore si propagano in qualunque mezzo in tutte le direzioni e con andamento circolare, in modo cioè simile agli anelli concentrici osservabili sulla superficie dell’acqua che si allontanano dal punto in cui cade il sasso

18 DEFINIZIONI La variazione di pressione connessa al rumore viene rappresentata da una curva sinusoidale (tono puro) Suono o rumore: insieme di toni puri riconducibili mediante Fourier a somma di toni puri Un tono puro è un'onda sonora perfettamente sinusoidale e dunque interamente caratterizzabile da tre parametri: l'ampiezza, cioè il valore massimo dell'onda (a sua volta legato alla potenza sonora dell'onda stessa) la frequenza, cioè il numero di oscillazioni al secondo dell'onda la lunghezza d'onda, cioè la distanza nello spazio fra due creste successive (legato alla velocità di propagazione dell'onda nel mezzo trasmissivo) Dal punto di vista della percezione umana, i due parametri fondamentali sono: -l'ampiezza -la frequenza

19 DEFINIZIONI Il rumore viene definito come “un suono sgradevole”. Suono: variazione di pressione nell'aria che determina un'onda acustica a carattere regolare e periodico in grado di provocare una sensazione uditiva. Rumore: viene distinto dal suono perchè generato da onde acustiche a carattere irregolare e non periodico percepite psicologicamente come sensazioni uditive sgradevoli e fastidiose.

20 Velocità di propagazione
Caratteristiche del suono/rumore Abbiamo detto che il tono puro è caratterizzato da ampiezza, frequenza e lunghezza d’onda e che dal punto di vista della percezione umana, le grandezze di interesse sono ampiezza e frequenza. In effetti ci sono anche altre grandezze che caratterizzano il suono/rumore; di seguito riassumiamo: Frequenza (f) Periodo (T) Lunghezza d'onda Ampiezza (A) Velocità di propagazione Intensità

21 Velocità di propagazione
Frequenza (f) Periodo (T) Lunghezza d'onda Ampiezza (A) Velocità di propagazione Intensità Caratteristiche del suono/rumore Velocità di propagazione del suono: Velocità con la quale il suono si propaga in un mezzo -dipende dalla densità mezzo elastico in modo che all’ aumentare della densità del mezzo, aumenta la velocità di propagazione

22 Velocità di propagazione
Periodo (T) Lunghezza d'onda Caratteristiche del suono/rumore Frequenza (f) Periodo (T) Lunghezza d'onda Ampiezza (A) Velocità di propagazione Intensità Periodo (T): è il tempo impiegato per una oscillazione completa -è correlato alla frequenza dall’equazione T = 1/f. -l’unità di misura è il secondo Lunghezza d'onda (l): spazio percorso dall’onda in un periodo: è l’intervallo tra due punte massime di due onde successive -viene espressa in metri -è inversamente proporzionale alla frequenza (l=v/f; v= velocità dell’onda), per cui tanto maggiore è la lunghezza d'onda, tanto minore sarà la frequenza.

23 Velocità di propagazione
Frequenza (f = n) Frequenza (f) Periodo (T) Lunghezza d'onda Ampiezza (A) Velocità di propagazione Intensità Caratteristiche del suono/rumore È il numero delle oscillazioni compiute da uno stesso punto dell’onda nell’unità di tempo (indica il numero di volte che il timpano è soggetto a vibrazioni nell’unità di tempo) Si misura in HERTZ (Hz) = N. cicli al secondo (Hz = s-1) Le frequenze udibili dall’orecchio umano sono comprese tra 20 e Hz. Determina la sensazione acustica di tonalità (altezza della nota): al crescere della frequenza i suoni divengono sempre più acuti (fra due note uguali appartenenti a due ottave successive la frequenza raddoppia): Infrasuoni: minore di Hz Tonalità gravi: fino a 500 Hz Tonalità medie: Hz Tonalità acute: oltre 2000 Hz Ultrasuoni: oltre Hz il parlare comune copre frequenze che vanno dai 300 ai 4000 Hz la musica copre frequenze dai 50 ai Hz infrasuoni (0-20 Hz: macchine utensili, vento) e gli ultrasuoni ( kHz: utensili ad ultrasuoni per la pulizia) non sono udibili dall'orecchio umano

24 Velocità di propagazione
Ampiezza (A) Intensità Frequenza (f) Periodo (T) Lunghezza d'onda Ampiezza (A) Velocità di propagazione Intensità Caratteristiche del suono/rumore Ampiezza (A): è la massima oscillazione dell'onda (ampiezza delle vibrazioni: entità di compressione e rarefazione delle particelle aeree) è misurata in Watt, unità di misura della potenza W = J/s: Il Joule è l’unità di misura dell’energia è indicativa dell'intensità acustica/sonora e del livello di intensità acustica (livello sonoro) Infatti: L'intensità acustica o sonora può essere espressa in vari modi: rapporto tra la potenza di un’onda sonora e l‘area della superficie che da essa viene attraversata Intensità = Potenza /Area (Watt/m2) quantità di energia che nell'unità di tempo attraversa l'unità di superficie (J/sm) Ampiezza e Intensità sono connesse a pressione dell’onda ed energia trasportata Potenza = energia/tempo (Watt =J/s) Intensità = Potenza /Area Energia (Lavoro) = Forza X Spostamento (J=Nm) Pressione = Forza/Area Vista l'ampia escursione delle intensità acustiche dei suoni udibili, si utilizza convenzionalmente una scala logaritmica (che possiede come punto di riferimento il valore della soglia dell'udibilità) definita livello di intensità acustica (Intensity level, IL), o livello sonoro, spesso misurata in decibel: L (dB) = 10 log (I/Io)

25 …chi sono I e I0… La sensazione sonora può quindi essere valutata come intensità (Watt/m2) ma anche in termini di pressione ed è misurata pertanto in Pascal (Tabella). [l’intensità dipende dall’entità delle compressioni e rarefazioni e cioè dall’ampiezza delle vibrazioni].

26 oppure, considerando la pressione:
…chi sono I e I0… La sensazione sonora può quindi essere valutata come intensità (Watt/m2) ma anche in termini di pressione ed e misurata pertanto in Pascal (Tabella). [l’intensità dipende dall’entità delle compressioni e rarefazioni e cioè dall’ampiezza delle vibrazioni]. Da un punto di vista pratico, si è deciso di utilizzare una trasformazione logaritmica che consente di servirsi di misure in un intervallo più ristretto. Per questo motivo è stata introdotta la trasformazione logaritmica con definizione del livello sonoro (L) = Livello di intensità acustica, misurabile in decibel, che è 10 volte il logaritmo in base 10 del rapporto di due grandezze omogenee (il dB è adimensionale): Livello di intensità acustica (Intensity level, IL), o Livello sonoro, viene misurato in decibel: L (dB) = 10 log (I/Io) L(dB) = 10 log (I/Io) L(dB) = 20 log (P/Po) oppure, considerando la pressione: dove: • I = intensità del suono in esame • Io = minima intensità sonora percepibile a 1000 Hz = Watt/m2 • P = pressione sonora misurata • Po = minima pressione sonora percepibile a 1000 Hz il rumore è prodotto da un'onda di pressione che si propaga nell'aria minimo livello di pressione dell'onda sonora che può essere percepito dall'orecchio umano medio: 20 milionesimi di Pascal Livello di Pressione Sonora (Sound Pressure Level, SPL) SPL(dB) = 20 log (P/Po) Il dB riferito alla soglia uditiva a 1000 Hz viene definito SPL

27 Livello di Pressione Sonora (Sound Pressure Level, SPL)
La sensazione sonora può quindi essere valutata come intensità (Watt/m2) ma anche in termini di pressione ed e misurata pertanto in Pascal (Tabella). [l’intensità dipende dall’entità delle compressioni e rarefazioni e cioè dall’ampiezza delle vibrazioni]. Livello di intensità acustica (Intensity level, IL), o Livello sonoro, viene misurato in decibel: L (dB) = 10 log (I/Io) Livello di Pressione Sonora (Sound Pressure Level, SPL) SPL(dB) = 20 log (P/Po) Il dB riferito alla soglia uditiva a 1000 Hz viene definito SPL

28 Numero di volte rispetto all'udibilità
Il livello di intensità sonora si misura in decibel di pressione sonora (dBSPL o più brevemente dB). L'intensità sonora IdB è definita come: IdB= 10 log10 (I/I0) dove I0 è un valore convenzionale, ottenuto mediando la soglia di udibilità di molti individui per un suono puro di frequenza di 1000 Hz. Esso vale: I0 = W/m2 dBSPL Sorgente Numero di volte rispetto all'udibilità 300 Eruzione del Krakatoa nel 1883 1030 250 All'interno di un tornado 1025 180 Razzo al decollo 1018 140 Colpo di pistola a 1 m 1014 130 Soglia del dolore 1013 125 Aereo al decollo a 50 m 1012,5 120 Sirena, Auto di Formula 1 in pista 1012 110 Motosega a 1 m 1011 100 Discoteca, concerto rock 1010 90 Urlo, fischietto 109 80 Camion pesante a 1 m 108 70 Aspirapolvere a 1 m; radio ad alto volume 107 60 Ufficio rumoroso, radio, conversazione 106 50 Ambiente domestico; teatro a 10 m 105 40 Quartiere abitato, di notte 104 30 Sussurri a 1 m 1000 20 Respiro umano Soglia dell'udibile 1 -9 Camera anecoica 0,13 Il rapporto I/I0 è un numero puro e la misura in dB rappresenta quanto l'intensità sonora risulta maggiore rispetto alla soglia di udibilità. In tabella: intensità sonora associata a diversi eventi I dB forniscono una scala logaritmica per la misura dell'intensità sonora: ad ogni aumento di 10 dB corrisponde un aumento di un fattore 10 dell'intensità del suono. L'adozione di tale scala trova giustificazione nel fatto che l'orecchio umano non presenta una sensibilità lineare rispetto all'intensità sonora, ma, in prima approssimazione, la sensibilità cresce in modo logaritmico rispetto all'intensità (cioè secondo la scala in dB).

29 AMPIEZZA, VOLUME E INTENSITÀ
L'ampiezza di un tono puro sinusoidale viene percepito dall'orecchio come volume o intensità sonora. Maggiore è l'ampiezza (Watt) dell'onda, maggiore sarà il volume sonoro percepito. L'intensità acustica (Watt/cm2) è legata in modo indiretto al volume sonoro, ossia la qualità che distingue i suoni in deboli da quelli forti (non acuti da gravi) Si definisce soglia di udibilità la minima intensità sonora che l'orecchio umano è in grado di percepire. Tale soglia varia da individuo a individuo (per esempio si innalza all'aumentare dell'età del soggetto), e, anche per un singolo individuo, dipende dalla frequenza del suono ascoltato.

30 Velocità di propagazione
Intensità Frequenza (f) Periodo (T) Lunghezza d'onda Ampiezza (A) Velocità di propagazione Intensità Caratteristiche del suono/rumore Intensità (cosa dobbiamo sapere): È definita come la potenza media per unità di area con la quale l’energia è trasmessa dall’onda (intensità = pressione/superficie) ed è quindi in stretta relazione con l’ampiezza e l’energia trasportata dall’onda Può essere misurata in termini di pressione acustica, la cui unità di misura è il decibel, che esprime il valore di pressione in un determinato punto in rapporto alla minima udibilità dell’orecchio umano [dB(A)]

31 Livelli di pressione sonora (dB) nella vita quotidiana
La soglia dell’udito è uguale a 5-10 dB(A), quella del dolore è uguale a dB(A) Livelli di pressione sonora (dB) nella vita quotidiana SOGLIA DEL DOLORE Aereo a reazione al decollo 130 Motori e reattori al banco/discoteca in talune situazioni 120 Martello pneumatico / allarme Tromba di automobile / tessitura LIMITE DI SOPPORTABILITA’ Motociclo in accelerazione Traffico stradale / aspirapolvere Conversazione / ufficio affollato biblioteca / abitazione silenziosa Tic tac di un orologio 20 Soglia di udibilità 5 – 10

32 -l'ampiezza (intensità) [volume: suoni deboli e forti]
In base a quanto detto, si può anche capire perché, dal punto di vista della percezione umana, i due parametri fondamentali sono: -l'ampiezza (intensità) [volume: suoni deboli e forti] -la frequenza [toni: suoni acuti e gravi] Cosa dobbiamo sapere: Ciò che differenzia un suono acuto da un suono grave è la frequenza e cioè il numero di oscillazioni o vibrazioni nell'unità di tempo [Hz]. Ciò che differenzia un suono lieve da un suono forte è l'intensità, che dipende dalla pressione che l'onda sonora provoca sul nostro orecchio e che si misura in decibel dB(A). La percezione del suono e il sistema uditivo (cenni di fisiologia) Salta

33 RUMORE: Effetti Fattori che comportano danno da rumore frequenza (Hz)
[acuti più lesivi: serve maggiore intensità per sentire i suoni bassi] intensità sonora (dB) tempo di esposizione tipo di rumore (impulsivo o meno) [impulsivo: < 150 ms: no riflesso stapediale/di smorzamento] suscettibilità individuale FATTORI PREDISPONENTI -Sesso (le donne sono meno colpite) -Età (effetti dell’invecchiamento) -Patologie dell’orecchio medio -Sostanze e/o farmaci ototossici danni uditivi ed extrauditivi ipoacusia trasmissiva, presbiacusia, ipoacusia neurosensoriale: audiogrammi trauma acustico acuto e cronico spostamento della soglia uditiva STS2, STS16, ipoacusia da rumore

34 Il rumore è causa di danno e provoca:
danni uditivi A carico del senso dell’udito danni extrauditivi A carico di vari organi ed apparati (cardiovascolare, respiratorio, SNC) mediante attivazione o inibizione di sistemi neuroregolatori

35 Ipoacusia trasmissiva
Ogni alterazione di uno o più dei meccanismi dell’apparato uditivo, può causare una riduzione della capacità uditiva, ovvero un' IPOACUSIA Ipoacusia trasmissiva La patologia interessa il condotto uditivo esterno, il timpano, gli ossicini (orecchio esterno e medio) Alterazioni membrana timpanica con catena ossicini % Perdita uditiva uguale per tutte le frequenze Alterata la trasmissione per via aerea, conservata la la via ossea

36 Presbiacusia . Progressiva diminuzione dell'udito: perdita di circa 0,5 dB all'anno dall'età di di circa 40 anni Caduta maggiore per gli 8000 Hz Alterate entrambe le vie (aerea e ossea)

37 Ipoacusia neurosensoriale
la patologia interessa la coclea o le fibre del nervo acustico Sordità soprattutto per toni acuti Altera la la trasmissione sia per via aerea che per via ossea Ipoacusia neurosensoriale: Ipoacusia neurosensoriale cocleare legata all’incapacità della coclea di trasformare l’onda sonora in un segnale bioelettrico Ipoacusia neurosensoriale retrococleare quando la successiva propagazione del segnale cocleare, normalmente generato, è alterata a causa di un problema a livello del nervo acustico

38 Ipoacusia neurosensoriale Ipoacusia trasmissiva
(o percettiva) Normoacusia l’intensità minima (soglia) percepita dei segnali tonali di differenti frequenze varia tra 0 e 20 dB. Presbiacusia Presbiacusia: Progressiva diminuzione dell’udito 0,5 dB per ogni anno di età a partire dai 40 anni caduta maggiore su 8000 Hz alterata sia la via aerea che la ossea Ipoacusia trasmissiva Tracciato via ossea: normale Tracciato via aerea: deficit Interessa orecchio esterno e medio

39 Il danno al sistema uditivo umano può derivare da:
EFFETTI UDITIVI ACUTI CRONICI «Tipo» di rumore: il rumore può essere: -continuo: rumore costante nel tempo con variazioni di intensità inferiori a 3 dB; -fluttuante:.. -intermittente… -impulsivo: rumore caratterizzato dal verificarsi di variazione del livello di fondo ad un livello sonoro in meno di un secondo. cosa hai detto ? puoi ripetere ? Il danno al sistema uditivo umano può derivare da: una costante continua esposizione ad un determinato livello di energia sonora in ponderazione A (proprio perché il rumore può essere continuo, fluttuante ecc, quello che bisogna misurare è una media, un integrale nel tempo e cioè il Livello equivalente; inoltre l’energia trasposrtata dipende dalla ponderazione) ma anche dal valore massimo della pressione acustica istantanea (ppeak) 39

40 Manifestazioni cliniche del danno da rumore
Danno da stimolo acustico intenso e di breve durata Danno da prolungata esposizione a stimoli acustici di intensità variabile Fatica uditiva (I Fase) Latenza (II Fase) III Fase IV Fase Trauma acustico acuto

41 Trauma acustico acuto L’esposizione ad un rumore superiore a 140 dB(A) provoca dolore e danno immediato a carico dell’apparato uditivo La lesione è quasi sempre monolaterale (la testa funziona da schermo, proteggendo l'orecchio controlaterale) Nei casi più gravi vi è la rottura della membrana timpanica e danno delle cellule ciliate Evenienza rara nei luoghi di lavoro, dovuta a rumori di tipo impulsivo (scoppio di una caldaia, caduta di una lamiera, deflagrazione di una mina, uso di arma da fuoco, ecc.)

42 Trauma acustico acuto Il soggetto, subito dopo un trauma acustico, accusa lacerante dolore all'orecchio, senso di stordimento, ipoacusia fino alla completa sordità con acufeni fischianti continui, sensazione di orecchio pieno e frequentemente vertigini. Traumi di modesta entità: i disturbi tendono a regredire fino a completa “restituzio ad integrum” (la lacerazione della membrana timpanica si può cicatrizzare perfettamente, le strutture nervose riprendono la loro normale funzionalità, gli acufeni regrediscono, l'udito torna normale) Per traumi di elevata entità: danni permanenti solitamente alle alte frequenze

43 Danno da prolungata esposizione a stimoli acustici di intensità variabile
L’esposizione prolungata ad un rumore continuo superiore a 80 dBA per otto ore al giorno e per molti anni provoca ipoacusia da trauma acustico cronico

44 Fatica uditiva o Spostamento Temporaneo della Soglia Uditiva (STS)
innalzamento della soglia uditiva rispetto a quella a riposo, seguito da un recupero della percezione uditiva che si completa dopo 16 ore dalla cessata esposizione L’esposizione ad un rumore continuo superiore a 80 dB(A), per alcune ore induce modificazioni nell’apparato uditivo che si traducono in un calo uditivo, la cui intensità è proporzionale all’ intensità e al tempo di esposizione. Cessato lo stimolo la funzionalità uditiva ritorna normale.

45 Fatica uditiva o Spostamento Temporaneo della Soglia Uditiva (STS)
Si distinguono due tipi principali di STS STS2 (fatica uditiva fisiologica) [2 minuti] STS16 (fatica uditiva patologica) [16 ore]

46 STS2 (fatica uditiva fisiologica)
si misura dopo 2 minuti dalla fine della esposizione al rumore ha durata di 16 h

47 STS2 (fatica uditiva fisiologica)
Caratteristiche •L’entità dello STS2, a parità di stimolazione acustica, varia da soggetto a soggetto (suscettibilità individuale) ed è proporzionale all’intensità del rumore e alla durata di esposizione: •Tono puro < 70 dB: non produce alcun STS2 •Tono puro di dB: produce STS2 solo su una frequenza uguale o vicina a quella del tono stimolante •Tono > 90dB: produce STS2 su più frequenze ed è massima al centro dell’intervallo •I rumori industriali provocano STS2 massimo sulle frequenze 3-4 kHz

48 spostamento misurato 16 ore dalla fine dell’esposizione: fatica uditiva patologica
spostamento misurato 2 min dalla fine dell’esposizione: fatica uditiva fisiologica Durante le 16 ore lo STS può regredire totalmente (linea continua) o parzialmente (linea tratteggiata)

49 un recupero completo è possibile
STS2 e STS16 sono espressione di un esaurimento più o meno marcato dei recettori acustici periferici (apporto energetico insufficiente rispetto all’entità della stimolazione) un recupero completo è possibile solo se l’esaurimento funzionale si mantiene entro certi limiti

50 Se l’esaurimento è eccessivo, il tempo di recupero diventa molto lungo
e se l’esposizione a rumore si ripete giorno dopo giorno, non si può avere un completo recupero Lo STS si trasforma lentamente in un danno uditivo irreversibile (SPS Spostamento PERMANENTE Soglia)

51 SPS (Spostamento PERMANENTE di Soglia)
Ipoacusia da rumore

52 …non permettono di prevedere lo SPS
la misura dello STS prodotto da un certo tipo di rumore la conoscenza degli anni di esposizione …non permettono di prevedere lo SPS uno STS2 di 20 dB misurato dopo un turno di 8h rappresenta una sicurezza per tutti uno STS2 di 30 dB costituisce un rischio per i lavoratori più suscettibili (dislipidemie, ipertensione, diabete…)

53 II danno provocato da una stimolazione sonora intensa e prolungata si manifesta prevalentemente a carico delle strutture nervose dell'organo del Corti. Le prime strutture ad essere danneggiate sono le cellule ciliate esterne: si osserva a questo livello frammentazione e scomparsa delle cilia, rottura della membrana cellulare e sostituzione con cellule di sostegno. La gravità del danno è proporzionale alla quantità d'energia sonora somministrata usando un rumore continuo di livello costante, mentre le lesioni appaiono mediamente più marcate per rumori di tipo impulsivo

54 Danno da prolungata esposizione a stimoli acustici di intensità variabile: ipoacusia da rumore
I Fase Fatica uditiva Può comparire dopo gg dall’esposizione e permane per 2-3 sett. a rumore (fastidi generici: acufeni, senso di stordimento). L’esame audiometrico non mostra modificazioni o può presentare un lieve innalzamento sui 4000 Hz II Fase Latenza Assenza di sintomatologia. Dura mesi o anni. L’esame audiometrico mostra un innalzamento di circa dB sulla frequenza 4000 Hz. III Fase Presenza di sintomatologia L’esame audiometrico mostra un innalzamento di circa dB sulla frequenza 4000 Hz. Interessamento esteso anche alle frequenze 2000 e 6000 Hz. IV Fase Sordità da rumore. Deficit permanente esteso anche alle frequenze 2000, 3000, 6000 e 8000 Hz. Difficoltà a percepire e capire anche la voce dell’interlocutore (a causa del recruitment)

55 ipoacusia da rumore I Fase Fatica uditiva
L’esame audiometrico non mostra modificazioni o può presentare un lieve innalzamento sui 4000 Hz II Fase Latenza L’esame audiometrico mostra un innalzamento di circa dB sulla frequenza 4000 Hz. III Fase Presenza di sintomatologia L’esame audiometrico mostra un innalzamento di circa dB sulla frequenza 4000 Hz. Interessamento esteso anche alle frequenze 2000 e 6000 Hz. IV Fase Sordità da rumore. Deficit permanente esteso anche alle frequenze 2000, 3000, 6000 e 8000 Hz. ipoacusia da rumore

56 ipoacusia da rumore I Fase Fatica uditiva
L’esame audiometrico non mostra modificazioni o può presentare un lieve innalzamento sui 4000 Hz II Fase Latenza L’esame audiometrico mostra un innalzamento di circa dB sulla frequenza 4000 Hz. III Fase Presenza di sintomatologia L’esame audiometrico mostra un innalzamento di circa dB sulla frequenza 4000 Hz. Interessamento esteso anche alle frequenze 2000 e 6000 Hz. IV Fase Sordità da rumore. Deficit permanente esteso anche alle frequenze 2000, 3000, 6000 e 8000 Hz. ipoacusia da rumore

57 Ipoacusia da rumore: non è progressiva: il deficit si stabilizza al cessare dell’esposizione

58 La sordità si instaura quindi in 4 fasi
Ridotta capacità uditiva temporanea dopo esposizione a rumore, sensazione di orecchie ovattate Apparente stato di benessere (latenza asintomatica) Difficoltà alla percezione dei toni acuti Deficit permanente: Difficoltà a percepire la conversazione NNNNN

59 (interessa coclea e fibre del nervo acustico)
DEFICIT DA TRAUMA ACUSTICO CRONICO (sordità da «rumore») -è di tipo percettivo: compromissione via aerea e ossea (interessa coclea e fibre del nervo acustico) -bilaterale e simmetrica (stessa intensità) -caratteristica curva a cucchiaio: caduta iniziale e prevalente a 4000 Hz (2000, 3000, 4000, 6000, 8000 Hz) -permanente, non progressiva -percezione distorta dei suoni a causa del fenomeno di recruitment (reclutamento di cellule laterali) essendo lesionate, il loro reclutamento comporta che un aumento di intensità sonora si traduca in distorsione / incomprensione del suono percepito)

60 Diagnosi di ipoacusia da rumore
anamnesi patologica: verificare la presenza di patologie attuali o pregresse a carico dell' orecchio (otiti e labirintiti), di traumi cranici, uso di farmaci ototossici, malattie esantematiche (morbillo o parotite) verifica esposizioni extralavorative (sport motoristici, caccia, discoteca…) verifica di esposizione cronica a livelli di rumore superiori a 85 dBA Leq: mediante anamnesi lavorativa (durata [necessari anni di esposizione], livello esposizione, precedenti attività, coesposizione ad ototossici… esame audiometrico: verificare STS esame otoscopico: verificare se è possibile escludere alterazioni dell'orecchio esterno e della membrana timpanica diagnosi differenziale con la presbiacusia, otosclerosi, malattia di Menière, neurinoma dell'acustico, traumatismi cranici, sindromi iatrogene. esame audiometrico: verificare STS

61 Effetti extrauditivi Appaiono imputabili alle connessioni delle vie acustiche con aree del SNC diverse dalla corteccia uditiva quali: LA FORMAZIONE RETICOLARE, connessa con l’ipotalamo e, attraverso vie discendenti, coi meccanismi che regolano la motilità volontaria, i riflessi spinali (e il sistema neurovegetativo).

62 Effetti extrauditivi del rumore
I principali effetti extrauditivi del rumore segnalati a livello epidemiologico riguardano l'apparato cardiovascolare. Non vanno sottovalutati gli effetti neuropsichici come l'allungamento dei tempi di reazione, l'aumentato numero di errori durante lo svolgimento del lavoro e l'interferenza del rumore con la percezione di eventuali messaggi di pericolo, tutti fattori che possono aumentare il rischio di infortunio. SISTEMA NERVOSO Disturbi dell’equilibrio e del tono psicomotorio, disturbi dell’attenzione e della concentrazione. ORGANO DELLA VISTA. Disturbi del visus, dilatazione della pupilla. APPARATO GASTROINTESTINALE Aumento della mobilità gastrointestinale e possibili fenomeni spastici, aumento dell’incidenza di gastroduodeniti e ulcere. APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO. Aumento della frequenza cardiaca, costrizione dei vasi periferici, aumento della pressione arteriosa, modificazioni elettrocardiografiche sino all'infarto miocardico. APPARATO RESPIRATORIO Aumento della frequenza respiratoria. APPARATO ENDOCRINO Modificazioni nella produzione di ormoni, particolarmente a carico di ipofisi e surrene. ALTRI ORGANI ED APPARATI Disturbi del carattere, eccitazione, depressione, nevrosi, disturbi sessuali.

63 Valutazione del rischio e prevenzione
valori limite di esposizione e valori di azione obblighi del datore di lavoro misure di prevenzione e protezione, sorveglianza sanitaria, dispositivi di protezione individuale

64 D. Lgs 81/08 Art. 188 Definizioni Pressione acustica di picco (ppeak):
valore massimo della pressione acustica istantanea ponderata in frequenza "C" Livello di esposizione giornaliera al rumore (LEX,8h): [dB(A) riferito a 20 μPa]: valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al rumore per una giornata lavorativa nominale di otto ore, Livello di esposizione settimanale al rumore (LEXw): valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione giornaliera al rumore per una settimana nominale di cinque giornate lavorative di otto ore,

65 Valori limite di esposizione e valori di azione
D. Lgs 81/08 Art. 189. Valori limite di esposizione e valori di azione I valori limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera (LEX,8h) al rumore e alla pressione acustica di picco (ppeak), sono fissati a: Valori limite di esposizione rispettivamente LEX,8h= 87 dB(A) e ppeak= 200 Pa (140 dB(C) riferito a 20 μ Pa); Valori superiori di azione: rispettivamente LEX,8h= 85 dB(A) e ppeak= 140 Pa (137 dB(C) riferito a 20 μ Pa); Valori inferiori di azione: rispettivamente LEX,8h= 80 dB(A) e ppeak= 112 Pa (135 dB(C) riferito a 20 μ Pa);

66 VALORI LIMITE VALORI DI AZIONE 87 dB(A) SUPERIORI 85 dB(A) INFERIORI

67 D. Lgs 81/08 Art. 190 - Valutazione del rischio
Obblighi del Datore di Lavoro Il datore di lavoro valuta il rumore prendendo in considerazione: il livello, il tipo e la durata dell'esposizione, ivi inclusa ogni esposizione a rumore impulsivo; b) i valori limite di esposizione e i valori di azione di cui all'articolo 189; c) tutti gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rumore; d) per quanto possibile a livello tecnico, tutti gli effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori derivanti da interazioni fra rumore e sostanze ototossiche connesse con l'attività svolta e fra rumore e vibrazioni; e) tutti gli effetti indiretti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori risultanti da interazioni fra rumore e segnali di avvertimento o altri suoni che vanno osservati al fine di ridurre il rischio di infortuni;

68 Valutazione del rischio
D. Lgs 81/08 Art. 190. Valutazione del rischio Obblighi del Datore di Lavoro f) le informazioni sull'emissione di rumore fornite dai costruttori dell'attrezzatura di lavoro in conformità alle vigenti disposizioni in materia; g) l'esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre l'emissione di rumore; h) il prolungamento del periodo di esposizione al rumore oltre l'orario di lavoro normale, in locali di cui è responsabile; le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria, comprese, per quanto possibile, quelle reperibili nella letteratura scientifica; j) la disponibilità di dispositivi di protezione dell'udito con adeguate caratteristiche di attenuazione.

69 Valutazione del rischio
D. Lgs 81/08 Art. 181. Valutazione del rischio La valutazione individua le misure di prevenzione e protezione. La valutazione e la misurazione sono programmante ed effettuate con cadenza almeno quadriennale, da personale adeguatamente qualificato. In ogni caso il datore di lavoro aggiorna la valutazione dei rischi in occasione di notevoli mutamenti che potrebbero averla resa superata o quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne mostrino la necessità.

70 LA VALUTAZIONE PERMETTE DI INDIVIDUARE LE MISURE DI
LA VALUTAZIONE PERMETTE DI INDIVIDUARE LE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DA ADOTTARE

71 D. Lgs 81/08 Art. 190, comma 2. Valutazione del rischio
Obblighi del Datore di Lavoro Se, a seguito della valutazione può ritenersi che i valori inferiori di azione [80 dB (A)] possono essere superati il datore di lavoro misura i livelli di rumore cui i lavoratori sono esposti, i cui risultati sono riportati nel documento di valutazione Linee Guida 2011 Regione Emilia Romagna Valutazione dell’esposizione senza misurazione (questionari basati sulla possibilità di percepire la comunicazione, «tabelle semaforiche exp per punti» ecc.: pagg 7-11 ecc) e con misurazione

72 Superamento valori inferiori di azione
se i Valori inferiori di azione 80 dB(A) possono essere superati il Datore di Lavoro: misura i livelli di esposizione dei lavoratori esposti e riporta i risultati nel documento di valutazione (Art.190, 2) se i Valori inferiori di azione sono superati: sono messi a disposizione i DPI per l’udito (Art a) i lavoratori possono richiedere di essere sottoposti a sorveglianza sanitaria o qualora il medico competente ne confermi l’opportunità (Art. 196, 2)

73 Misure di prevenzione e protezione
D. Lgs 81/08 Art. 192 Misure di prevenzione e protezione Superamento valori superiori di azione se i Valori superiori di azione 85dB(A) sono oltrepassati il Datore di Lavoro: elabora e applica un programma di misure tecniche ed organizzative per la riduzione del rumore indica con cartelli i luoghi in cui i lavoratori possono essere esposti a valori superiori di azione delimita dette aeree e limita l’accesso alle stesse sottopone a sorveglianza sanitaria i lavoratori (art.196) se l’esposizione è pari o al di sopra dei Valori superiori di azione il Datore di Lavoro: deve assicurarsi che i lavoratori indossino i DPI  (art.193)

74 Sorveglianza Sanitaria
D. Lgs 81/08 Art. 193. Sorveglianza Sanitaria Il datore di lavoro sottopone a sorveglianza sanitaria i lavoratori la cui esposizione al rumore eccede i valori superiori di azione 85dB(A). La sorveglianza viene effettuata periodicamente, di norma una volta l'anno o con periodicità diversa decisa dal medico competente, con adeguata motivazione riportata nel documento di valutazione dei rischi e resa nota ai rappresentanti per la sicurezza di lavoratori in funzione della valutazione del rischio. L'organo di vigilanza, con provvedimento motivato, può disporre contenuti e periodicità della sorveglianza diversi rispetto a quelli forniti dal medico competente. La sorveglianza sanitaria è estesa ai lavoratori esposti a livelli superiori ai valori inferiori di azione 80dB(A), su loro richiesta e qualora il medico competente ne confermi l'opportunità.

75 D. Lgs 81/08 Art. 194 - Misure per la limitazione dell’esposizione
Superamento valori limite di esposizione D. Lgs 81/08 Art Misure per la limitazione dell’esposizione Fermo restando l’OBBLIGO DEL NON SUPERAMENTO dei valori limite di esposizione 87dB(A), se, nonostante l’adozione delle misure di prevenzione, si individuano esposizioni superiori a detti valori, il Datore di Lavoro: adotta misure immediate per riportare l’esposizione al di sotto dei valori limite individua le cause dell’esposizione eccessiva modifica le misure di protezione e prevenzione per evitare che la situazione si ripeta

76 QUALI SONO LE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE?
D. Lgs 81/08 Art Misure di prevenzione e protezione  QUALI SONO LE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE? adozione di altri metodi di lavoro che implicano una minore esposizione al rumore scelta di attrezzature di lavoro adeguate scelta di attrezzature che emettano il minor rumore possibile progettazione della struttura dei luoghi e dei posti di lavoro adeguata informazione e formazione sull'uso corretto delle attrezzature di lavoro adozione di misure tecniche per il contenimento quali ad esempio schermature, involucri o rivestimenti realizzati con materiali fonoassorbenti o sistemi di smorzamento o di isolamento programmazione della manutenzione delle attrezzature e del luogo di lavoro riduzione del rumore mediante una migliore organizzazione del lavoro attraverso la limitazione della durata e dell’intensità dell’esposizione e l’adozione di orari di lavoro appropriati, con sufficienti periodi di riposo. salta

77 D.P.I. INSERTI (ovatte e filtri da introdurre nel condotto uditivo) CUFFIE (adatte a esposizioni prolungate, più efficaci degli inserti, permettono l’ascolto della voce di conversazione) CASCHI (indicati per attività particolarmente rumorose, ingombranti, non permettono l’ascolto della voce di conversazione) ARCHETTI

78 D.P.I. Attenuano la potenza dell’energia sonora trasmessa all’apparato uditivo Agiscono essenzialmente per via aerea e, per motivi fisiologici, l’attenuazione non può superare i 50 dB Soltanto i caschi, agendo per via ossea, consentono una riduzione superiore di circa 10 dB

79 Criteri di scelta dei Dpi
Ambiente di lavoro: ad es. intenso lavoro fisico e temperature ambiente e/o Umidità elevate possono causare intensa sudorazione sotto le cuffie: preferibile usare inserti auricolari 2. Attività lavorative: attività che comportano esposizioni a rumore ripetute e di breve durata orientano, ad es., la scelta sulle cuffie e sugli inserti con archetto poiché sono più veloci e facili da indossare 3. Patologie d’organo: orientano la scelta del protettore auricolare o ne determinano l’inidoneità all’uso

80 La protezione deve avere:
capacità di attenuazione sonora selettiva per le frequenze del rumore da cui è necessario proteggersi (alte frequenze) consentendo la percezione delle frequenze interessate alla voce parlata così da non impedire le comunicazioni verbali

81 PREVENZIONE INTERVENTI SULLA SORGENTE
 INTERVENTI SULLA SORGENTE Eliminazione o sostituzione con macchine più silenziose; Modifiche per ridurne la rumorosità; Allontanamento. INTERVENTI SULLA PROPAGAZIONE Supporti antivibranti per il rumore trasmesso per via solida; Copertura integrale e parziale, barriere e schermi, silenziatori per il rumore diretto; Trattamento fonoassorbente per il rumore riflesso. INTERVENTI SUL LAVORATORE Isolamento in cabine silenti; Mezzi di protezione personale.   

82 AGENTI OTOTOSSICI

83 CAUSE FISICHE favorenti il danno uditivo:
Stralci (LG SIMLII ed. 2008, cap 5 «linee guida per la prevenzione dei danni uditivi in ambiente di lavoro»: …il danno uditivo da vibrazioni consegue ad alterazioni della permeabilità dei vasi della stria vascolare cocleare; è stato inoltre ipotizzato che tale alterazione consegua a variazioni della funzionalità dei canali ionici ancora non note… …l’esposizione contemporanea a rumore (90 dB) e vibrazioni trasmesse a tutto il corpo (2-10 Hz a 10 m/s 2) … effetto sinergico nella patogenesi del danno uditivo…(effetto maggiormente pronunciato alle alte temperature)… …è stata dimostrata l’insorgenza di ipoacusia neurosensoriale permanente da interazione tra rumore (100 dB) e vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio (0,125 kHz a livello di accelerazione di 2 m/s2)... AGENTI (CHIMICI) OTOTOSSICI Agenti in grado di potenziare l'effetto del rumore o di causare direttamente sordità: -di origine extraprofessionale (farmaci) -origine professionale (solventi aromatici o clorurati, asfissianti come monossido di carbonio e acido cianidrico, metalli come piombo, mercurio e manganese…).

84 AGENTI OTOTOSSICI NON PROFESSIONALI (farmaci)
antibiotici (aminoglicosidi), diuretici, antinfiammatori non steroidei (alcuni FANS), alcuni antineoplastici ototossici per via sistemica e per applicazione locale: provocano distruzione delle cellule ciliate esterne (danno irreversibile) Aminoglicosidi (streptomicina, gentamicina, amikacina, tobramicina, neomicina, kanamicina) -deficit proporzionale alla durata del trattamento -inizialmente riguarda le frequenze elevate, poi quelle basse Diuretici ototossici (furosemide, acido etacrinico e bumetanide) diminuzione della capacità uditiva , reversibile -Si verifica subito dopo (minuti) l'assunzione del farmaco, regredisce dopo l'eliminazione dall'organismo FANS (acido acetilsalicilico, antimalarici -chinino, dorochina, chinidina) danno di moderata entità, reversibile. -rapida insorgenza e reversibililtà Antineoplastici (cisplatino, carboplatino) danno irreversibile iniziale coinvolgimento delle frequenze comprese tra 4 e 8 KHz

85 AGENTI OTOTOSSICI - PROFESSIONALI
Un agente ototossico viene definito come una sostanza che può danneggiare le strutture e/o la funzione dell'orecchio interno (apparato uditivo e vestibolare) e le vie neurali collegate. L'effetto combinato delle sostanze chimiche ototossiche (per inalazione o contatto cutaneo) e dell'esposizione al rumore è particolarmente dannoso per l'udito (la presenza di sostanze chimiche causa uno stato anormale dell'orecchio interno, rendendolo particolarmente vulnerabile ai danni meccanici dovuti al rumore). Sono ototossici professionali alcuni solventi organici (toluene, stirene, xilene), solfuro di carbonio, monossido di carbonio, cianuri, metilmercurio, pesticidi. La tabella (Guida non vincolante di buone prassi per l'applicazione della direttiva 2003/l0/CE) riporta un elenco non esaustivo (*) di sostanze ototossiche e degli ambiti professionali di utilizzo:

86 PROPOSTA PER LA VALUTAZIONE DELL'INTERAZIONE
AGENTI OTOTOSSICI - professionali PROPOSTA PER LA VALUTAZIONE DELL'INTERAZIONE TRA RUMORE E SOSTANZE OTOTOSSICHE E RUMORE E VIBRAZIONI

87 PROPOSTA PER LA VALUTAZIONE DELL'INTERAZIONE
AGENTI OTOTOSSICI -professionali PROPOSTA PER LA VALUTAZIONE DELL'INTERAZIONE TRA RUMORE E SOSTANZE OTOTOSSICHE E RUMORE E VIBRAZIONI VIA = Valore Inferiore di Azione VSA = Valore Superiore di Azione

88 Dal file LG 2011 (Regione Emilia), c’è anche..
AGENTI OTOTOSSICI -professionali Dal file LG 2011 (Regione Emilia), c’è anche.. Linee Guida 2011 Regione Emilia Romagna pag 29 PROPOSTA PER LA VALUTAZIONE DELL'INTERAZIONE TRA RUMORE E SOSTANZE OTOTOSSICHE E RUMORE E VIBRAZIONI

89 Diagnosi di ipoacusia, idoneità e referto
Prevenzione e aspetti medico-legali

90 Diagnosi di ipoacusia da rumore
verifica di esposizione cronica a livelli di rumore superiori a 85 dBA Leq: mediante anamnesi lavorativa (durata [necessari anni di esposizione], livello esposizione, precedenti attività, coesposizione ad ototossici… verifica esposizioni extralavorative (sport motoristici, caccia, discoteca…) anamnesi patologica: verificare la presenza di patologie attuali o pregresse a carico dell' orecchio (otiti e labirintiti), di traumi cranici, uso di farmaci ototossici, malattie esantematiche (morbillo o parotite) esame otoscopico: verificare se è possibile escludere alterazioni dell'orecchio esterno e della membrana timpanica diagnosi differenziale con la presbiacusia, otosclerosi, malattia di Menière, neurinoma dell'acustico, traumatismi cranici, sindromi iatrogene. esame audiometrico: verificare STS

91 da rilasciare al lavoratore FINE
In caso di ipoacusia da rumore da sospetta causa lavorativa, il medico avrà 1'obbligo di stilare: certificato medico di malattia professionale: finalità assicurativo-previdenziali (necessario all'INAIL per avviare l'istruttoria (sistema tabellare o misto) da rilasciare al lavoratore (il lavoratore deve trasmetterlo al DL entro 15 giorni) FINE denuncia-segnalazione di malattia professionale -finalità epidemiologiche-preventive (aggiornamento del Registro Nazionale delle malattie causate dal lavoro o ad esso correlate). da trasmettere a: Direzione Provinciale del Lavoro Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPSAL) dell'AUSL INAIL (DM 11Dic 2009) Tre liste costituiscono l’elenco malattie da denunciare-segnalare [elenco aggiornato DM 10giu14: GU N. 212, Serie Gen., 12sett14] LISTA I - MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA È DI ELEVATA PROBABILITÀ LISTA II - MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA É DI LIMITATA PROBABILITÁ LISTA III - MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA É POSSIBILE MP da denunciare-rumore referto di malattia professionale: -finalità: segnalare un episodio causa di malattia professionale grave o gravissima (pericolo di vita per la persona offesa, malattia o incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per un tempo superiore a 40 giorni, indebolimento permanente di un senso o di un organo, malattia certamente o probabilmente insanabile, perdita di un senso, perdita di un arto o mutilazione che renda l'arto inservibile, perdita dell'uso di un organo o della capacità di procreare, permanente e grave difficoltà della favella, deformazione o sfregio permanente del volto) su cui l'Autorità Giudiziaria deve indagare per ricercare eventuali responsabilità penali. deve pervenire entro 48 ore al Pubblico Ministero o altro Ufficiale di Polizia Giudiziaria del luogo in cui il medico ha prestato la propria opera. Molte procure… hanno individuato nei SPSAL delle AUSL i destinatari dei referti di malattia professionale, in quanto svolgono funzioni di Polizia Giudiziaria: indirizzando il referto a detti Servizi, si ottempera contemporaneamente all'obbligo di referto-denuncia.

92 stralci da NUOVE TABELLE DELLE MALATTIE PROFESSIONALI NELL’INDUSTRIA E NELL’AGRICOLTURA DI CUI ALL’ART. 211 DEL D.P.R. 1124/1965 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI ED INTEGRAZIONI (ALL. N. 5 AL D.P.R. 1124/1965) [GU n. 169, Serie Generale, 21/07/2008] pag. 15 e 22

93 stralci da NUOVE TABELLE DELLE MALATTIE PROFESSIONALI NELL’INDUSTRIA E NELL’AGRICOLTURA DI CUI ALL’ART. 211 DEL D.P.R. 1124/1965 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI ED INTEGRAZIONI (ALL. N. 5 AL D.P.R. 1124/1965) [GU n. 169, Serie Generale, 21/07/2008] pag. 15 e 22

94 stralci da NUOVE TABELLE DELLE MALATTIE PROFESSIONALI NELL’INDUSTRIA E NELL’AGRICOLTURA DI CUI ALL’ART. 211 DEL D.P.R. 1124/1965 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI ED INTEGRAZIONI (ALL. N. 5 AL D.P.R. 1124/1965) [GU n. 169, Serie Generale, 21/07/2008] pag. 15 e 22 indietro

95 MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Aggiornamento dell'elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia ai sensi e per gli effetti dell'articolo 139 del testo unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, e successive modifiche e integrazioni [DM 10giu14 pubblicato su GU N. 212, Serie Generale del 12 sett. 2014]


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