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Protezione civile Anci Umbria ProCiv Pianificazione di Emergenza

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Presentazione sul tema: "Protezione civile Anci Umbria ProCiv Pianificazione di Emergenza"— Transcript della presentazione:

1 Protezione civile Anci Umbria ProCiv Pianificazione di Emergenza
Pineto, 15 Marzo 2018

2 Pianificazione di Emergenza
Perché Pianificare? Come farlo?

3 Pianificazione di Emergenza
Perché Pianificare? “L’esperienza dimostra che, se si prevede da lontano il disegno che si desidera intraprendere, si può agire con rapidità una volta venuto il momento di eseguirlo”. Cardinale Richelieu

4 Pianificazione di Emergenza
Pianificare significa studiare il territorio con un’ottica diversa, conoscere in maniera più approfondita le zone maggiormente vulnerabili e individuare le attività da svolgere nel caso di emergenza, per ottimizzare le risorse presenti. Organizzare in tempo di pace il Sistema comunale di protezione civile, fatto di persone preparate, mezzi e risorse da attivare, attraverso un modello d’intervento condiviso, per rispondere alle esigenze del territorio colpito, garantendo in primis l’assistenza alla popolazione.

5 Pianificazione di Emergenza
La pianificazione, rientra tra le attività di Prevenzione, definite non strutturali (art.2, comma 4 del D.lgs 1/2018) come anche l’allertamento, la formazione, la diffusione della conoscenza della protezione civile nonché l’informazione alla popolazione, l’applicazione della normativa tecnica, l’attività di esercitazione e le attività volte ad assicurare il raccordo tra la pianificazione di PC e la pianificazione territoriale e le procedure amministrative di gestione del territorio. Queste attività di prevenzione sono volte a evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni , anche sulla base delle conoscenze acquisite per effetto delle attività di previsione

6 Pianificazione di Emergenza
Come Pianificare? Attraverso il Piano di emergenza comunale Il documento che contiene le informazioni e le indicazioni mediante le quali tutti i soggetti chiamati ad intervenire nella gestione degli eventi calamitosi potenzialmente agenti in un dato territorio possano operare con modalità massimamente efficaci ed efficienti .

7 Pianificazione di Emergenza
L’obiettivo finale non è la sola redazione del PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE ma la sua condivisione e fruibilità.

8 Il Percorso normativo Legge 225/1992 Legge 100/2012 Legge 996/1970 DPR 66/1981 D. Lgs 112/1998 D. L. 180/1998 D. L. 343/2001 D.Lgs 1/2018 Ha abrogato la Legge 225 e diversi articoli dei Decreti e delle Leggi sopracitati per creare conformità e linearità di contenuti, ora racchiusi in un unico Codice della protezione civile.

9 NOVITA’ APPORTATE DAL CODICE SULL’ASPETTO LEGATO AI PIANI DI EMERGENZA
D.GLS. N.1/ ARTICOLO 12 Tra le principali responsabilità spettanti ai SINDACI quali AUTORITA’ TERRITORIALI DI PROTEZIONE CIVILE, ci sono: “adottare provvedimenti contingibili e urgenti per salvaguardare l’incolumità pubblica anche sulla base delle valutazioni formulate dalla struttura di protezione civile costituita ai sensi di quanto previsto nell’ambito della pianificazione...”; “svolgere, a cura del Comune, attività di informazione alla popolazione sugli scenari di rischio e sulla base della di protezione civile …”; “coordinare le attività di assistenza alla popolazione colpita nel proprio territorio a cura del Comune, che provvede ai primi interventi necessari e da’ attuazione a quanto previsto dalla pianificazione di protezione civile…”;

10 NOVITA’ APPORTATE DAL CODICE SULL’ASPETTO LEGATO AI PIANI DI EMERGENZA
D.GLS. N.1/ ARTICOLO 12 Tra i tanti compiti dei Comuni, ci sarà quello di predisporre i piani di protezione civile comunali o di ambito, anche nelle forme associative e di cooperazione previste e, sulla base degli indirizzi nazionali e regionali, curarne l’attuazione.

11 NOVITA’ APPORTATE DAL CODICE SULL’ASPETTO LEGATO AI PIANI DI EMERGENZA
Altri aspetti importanti da non sottovalutare Il Comune provvede alla verifica e all’aggiornamento periodico del proprio Piano di emergenza Comunale, trasmettendone copia alla Regione, alla Prefettura-Ufficio territoriale del Governo e alla Provincia territorialmente competente … I Piani e i programmi di gestione, tutela e risanamento del territorio devono essere coordinati con i Piani di Emergenza di Protezione Civile…

12 Filosofia del Piano semplicità flessibilità dinamicità
Semplicità: Costruito in modo semplice senza eccedere in una pianificazione nei minimi particolari poiché l’evento, causa dell’emergenza, ancorché possa essere previsto, si verifica, nella realtà, in modo sempre diverso Flessibilità: Indicare con precisione i molteplici scenari di rischio attesi e gli effetti temuti, in modo da modulare e ottimizzare le risposte all’emergenza a seconda della gravità degli effetti e sulla base delle risorse disponibili Dinamicità: Continuamente aggiornato sulla base delle modifiche delle condizioni di rischio del territorio e delle risultanze delle esercitazioni, necessarie per collaudarlo Filmato dinamicità

13 Filosofia del Piano “Il Valore della pianificazione diminuisce in conformità con la complessità dello stato delle cose. Credetemi: questo è vero. Può sembrare paradossale. Magari pensate che più sia complessa una situazione, più è necessario un piano per poter farne fronte. Vi concedo la teoria. Ma la pratica è diversa.” Imperatore Augusto

14 Com’è fatto un Piano di Protezione Civile
E’ un documento che normalmente, ha in sè tre parti fondamentali: Parte Generale Lineamenti della Pianificazione Modello di Intervento

15 Il Modello condiviso da Anci Prociv e Regione Umbria
Inquadramento normativo Inquadramento territoriale Il Sistema Comunale di Protezione Civile Gestione dei rischi nel territorio comunale Allegati e modulistica

16 Il Piano di Emergenza Comunale
INQUADRAMENTO TERRITORIALE Vol 2 IL SISTEMA COMUNALE DI PC Vol 3 GESTIONE DEI RISCHI Vol 4

17 Vol 2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE
La conoscenza del territorio è il requisito essenziale per una corretta pianificazione di emergenza. Qui troveremo dati relativi all’estensione e alle caratteristiche del territorio, alla popolazione presente, alle strutture operative, agli edifici rilevanti e a quelli sensibili… 17

18 Vol 2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE LE AREE DI EMERGENZA RISORSE
STRUMENTALI

19 LE AREE DI EMERGENZA AREE DI ATTESA
Luoghi di “prima accoglienza”, nei quali la popolazione si reca autonomamente in caso di evento sismico o dove può essere indirizzata su disposizioni del Sindaco in caso di altri eventi calamitosi (alluvioni, frane, incendi etc..) AREE DI ACCOGLIENZA/ASSISTENZA Spazi in grado di garantire l’allestimento di tendopoli, roulottopoli o insediamenti abitativi di emergenza (containers) in grado di assicurare un ricovero di media e lunga durata per coloro che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione. AREE DI ACCOGLIENZA COPERTA Strutture pubbliche o private, presenti sul territorio che possono essere immediatamente disponibili per assicurare un ricovero coperto di breve e media durata per eventuali persone evacuate (palestre, palazzetti dello sport etc …) AREE DI AMMASSAMENTO Spazi destinati ai soccorritori

20 IL SISTEMA COMUNALE DI PC
Vol 3 COME SI ATTIVA IL COMUNE AL MOMENTO DI UN’EMERGENZA? Tramite il MODELLO DI INTERVENTO L’insieme delle risposte operative da attuarsi in caso di calamità Individuazione preliminare delle sedi dei centri operativi e dei Responsabili di Funzione Procedure per le comunicazioni fra il Comune, gli Enti sovracomunali e il Volontariato locale

21 e primo intervento sul territorio P.O./Ufficio Protezione civile
IL SISTEMA COMUNALE DI PC Vol 3 Attività di coordinamento Attività di monitoraggio e primo intervento sul territorio Presidio Operativo P.O./Ufficio Protezione civile Centro Operativo Comunale C.O.C. Il presidio operativo può essere sostituito dal C.O.C. in base alle necessità o al crescere della criticità Presidio Territoriale Comunale P.T. Il presidio territoriale ha il compito di verificare la situazione in essere e riferire alla struttura di coordinamento attivata (C.O.C.)

22 C.O.C. CENTRO OPERATIVO COMUNALE
Il Centro Operativo Comunale (C.O.C.), rappresenta la struttura di coordinamento di cui il Sindaco, si può avvalere per garantire una pronta e coordinata risposta, in caso di eventi critici, per il soccorso e l’assistenza alla popolazione, la difesa dell’ambiente e dei beni.

23 C.O.C. CENTRO OPERATIVO COMUNALE
Nel sistema complesso di protezione civile non è possibile lavorare per singole amministrazioni, ma per aree omogenee, per “funzioni”. Ogni amministrazione mantiene la propria catena di comando e controllo, ma condivide la propria operatività nel coordinamento più generale della protezione civile, attraverso la propria partecipazione ad una specifica funzione. Le Funzioni rappresentano l’organizzazione delle risposte operative di protezione civile distinte per settori di attività e di intervento.

24 C.O.C. CENTRO OPERATIVO COMUNALE
I Responsabili delle Funzioni di Supporto sono individuati in base alle competenze e alle attività che svolgono nell’ordinario e ognuno viene assegnato alla propria funzione con atto formale.

25 Ufficio/i del Comune Funzioni di Supporto
Segreteria del Sindaco Ufficio del Protocollo Coordinamento e Ufficio Direzione Area Lavori Pubblici Area Urbanistica Tecnica di valutazione e Censimento danni Sanità, Assistenza sociale e veterinaria Area Socio Assistenziale Referente Gruppo/ Associazione di Volontariato Volontariato Area Lavori Pubblici Area Economico Finanziaria Ufficio/i del Comune Funzioni di Supporto Materiali e Mezzi Servizi Essenziali Area Lavori Pubblici Strutture Operative e trasporti Polizia Municipale Tecnico Informatico Comunale Telecomunicazioni e supporto informatico Anagrafe Area Socio Assistenziale Assistenza alla popolazione e scolastica Amministrativa e Finanziaria Area Economica Finanziaria

26 Gestione dei Rischi Vol 4

27 Vol 4 Gestione dei Rischi
Per l'analisi dei rischi e conseguente cartografia, è stata utilizzata documentazione ufficiale proveniente e approvata dalla Regione Umbria e sono stati inseriti tutti gli studi approvati dall’Amministrazione Comunale. Per ogni rischio, tenendo conto delle varie fasi di allerta (es. rischio idraulico: normalità, attenzione, preallarme e allarme), è stato concordato, assieme ai tecnici della Sezione Centro Funzionale multirischio, sala operativa unica regionale e pianificazione del Servizio Organizzazione e Sviluppo del Sistema di Protezione Civile della Regione Umbria, il modello di intervento da attivare in caso di emergenza.

28 Vol 4 Gestione dei Rischi
Conoscenza del territorio – esempio studio idraulico di una zona X Pericolosità stradario Esposizione (tiene conto della quantità di dati presenti nell’area oggetto di studio) Ponti e attraversamenti, scuole, aree di protezione civile etc..(tiene conto della quantità) Tiene conto della probabilità di accadimento di un evento in base al tempo. es.Fasce PAI- studio delle fasce di esondazione con tempi di ritorno di e 500 anni 28

29 Vol 4 Gestione dei Rischi
Conoscenza del territorio – esempio studio idraulico di una zona X Vulnerabilità Tiene conto della capacità di resistenza degli elementi presenti: Abitazioni Scuole, Chiese, Alberghi Attività economiche – produttive Strada Ponti In questo caso la nostra zona X riportata a sinistra in cartografia è un abitato vulnerabile dal punto di vista idraulico, pertanto richiede una maggiore attenzione e controllo da parte della struttura comunale di protezione civile . 29

30 MODELLO DI INTERVENTO

31

32 Conclusioni La questione è invece importante in prospettiva, come contributo alla riflessione invocata. Si potrebbe infatti richiamare l’attenzione sulla differenza macroscopica esistente tra la gestione di un’emergenza e la sua pianificazione. Ecco, in questo paese la prima ha sempre prevalso sulla seconda e, su questo aspetto, deve esser fatto un passo avanti, direi sul piano della cultura di protezione civile. La pianificazione dell’emergenza, specialmente in quelle aree dove gli scenari disegnano le situazioni più preoccupanti, non può essere solo quella della individuazione delle aree per le tendopoli, della predisposizione dei servizi, della organizzazione ed ottimizzazione del volontariato, ed altre cose di questo tipo a cui oggi meritatamente si plaude, importantissime, vitali nell’immediatezza del post terremoto, affidate dall’attuale normativa alla responsabilità degli amministratori locali. La questione, così posta, crea un nesso forte di interdipendenza tra le problematiche dell’azione in prevenzione (riduzione delle molte criticità presenti sul territorio) e la pianificazione dell’emergenza (essenziale momento di verifica in grado di far emergere quelle, in genere numerose, criticità). Pianificazione che deve essere intesa come strumento dinamico, in grado di innescare un processo virtuoso nel momento in cui richiede, con la forza dell’esigenza di sicurezza, che le criticità evidenziate siano risolte in modo da essere eliminate dal Piano, determinando passo dopo passo un percorso virtuoso verso la ottimizzazione dell’intervento in emergenza, realizzata anche e soprattutto attraverso la riduzione delle vulnerabilità e delle fragilità del territorio. Nell’affermazione di questa sintesi tra due aspetti fondamentali dell’azione di protezione civile, prevenzione e pianificazione dell’emergenza, possono essere trovate, almeno in parte, le risposte alle domande inquietanti anche di questo dopo terremoto. Aspettando Cassandra Data di pubblicazione: Autore: De Marco, Roberto Ciclo della protezione civile con grafico a torta

33 IO SENTO, IO DIMENTICO IO VEDO, IO RICORDO IO FACCIO, IO CAPISCO
Conclusioni IO SENTO, IO DIMENTICO IO VEDO, IO RICORDO IO FACCIO, IO CAPISCO

34 Protezione civile Anci Umbria ProCiv Grazie per l’attenzione!
Dott.ssa Francesca Procacci - Anci Umbria Prociv


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