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Il Sistema Informativo Aziendale

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Presentazione sul tema: "Il Sistema Informativo Aziendale"— Transcript della presentazione:

1 Il Sistema Informativo Aziendale
Laurea specialistica Tecnici della Prevenzione Il Sistema Informativo Aziendale EMPOLI

2 ECONOMICO FINANZIARIA CONTROLLO DI GESTIONE….
REGIONE MINISTERO ALTRI ENTI S.I.A. OSPEDALE P.S. SALE OPERATORIE REPARTI DIAGNOSTICHE MAGAZZINO….. TERRITORIO DISTRETTI PREVENZIONE DIPARTIMENTI TERR…... AMMINISTRAZIONE ECONOMICO FINANZIARIA PERSONALE CONTROLLO DI GESTIONE….

3 SISTEMA - RACCOGLIERE - IMPLEMENTARE - ELABORARE - DISTRIBUIRE LE INFORMAZIONI
INFORMATIVO - CONSENTIRE DISAGGREGAZIONI TERRITORIALI - CONTENERE DATI IDENTIFICATIVI DEI SOGGETTI - RILEVARE DATI QUALITATIVI SUI FENOMENI - RILEVARE DATI QUANTITATIVI DI USO DELLE RISORSE

4 I DATI ENTITA’ NUMERICHE CHE CI INFORMANO SULL’ATTIVITA’ E PRODUCONO CONOSCENZA = RAPPRESENTAZIONE NON INTERPRETATA DI UN FENOMENO LE INFORMAZIONI AGGREGATI SINTETICI ORIENTATE E QUALITATIVE RICCHE DI SENSO RISPONDENTI A OBIETTIVI INFORMATIVI

5 PRESUPPOSTI PER IL BUON FUNZIONAMENTO
CAPILLARITA’ DEL SISTEMA RILEVAZIONI ORIENTATE SISTEMATICITA’ DI RACCOLTA PUNTUALITA’ DI RESTITUZIONE

6 L’informazione orientata permette
Analisi di bisogni e domande Organizzazione e scelta delle risposte tecniche adeguate Controllo delle risorse impegnate Programmazione degli interventi Misurazione dei risultati Valutazione dei servizi

7 ALTRE CARATTERISTICHE
ANALIZZA TUTTA LA POPOLAZIONE ANALIZZA TUTTI I PROBLEMI FUNZIONE PRESENTE IN TUTTI I SERVIZI NON DELEGATA AGLI ESPERTI PERSONALIZZATA PROCESSO TRA DOMANDA E OFFERTA

8 L’INFORMAZIONE EPIDEMIOLOGICA
Necessità di conoscere i bisogni della popolazione Comporre una informazione sintetica sullo stato di salute Ridurre l’incertezza nelle azioni da intraprendere Supportare la Direzione nelle scelte di programmazione

9 L’informazione per la salute L’informazione per il controllo
Anagrafe Assistibili Attività di Ricovero Attività Ambulatoriale Attività Diagnostica Dipartimento del Farmaco Attività Distrettuali Dipartimento di Prevenzione Sottosistema Informativo SerT e Salute Mentale Servizio Sociale Attività dei Medici di Medicina Generale Convenzioni Contabilità Generale ed Analitica Controllo di gestione Patrimonio Gestione del Personale

10 QUALI FLUSSI MINISTERIALI PER LA PREVENZIONE ?
FSL 18 .Assistenza Sanitaria Collettiva in Ambiente di vita e di lavoro Scadenza annuale LA. Modello di rilevazione dei costi per livelli di assistenza Modelli per l’attività veterinaria Scadenza annuale o semestrale …………...

11 Piano Nazionale della Prevenzione 2008
QUALI CAMBIAMENTI IN ITALIA Piano Nazionale della Prevenzione 2008 AMBITI DEL PIANO Prevenzione cardiovascolare Screening dei tumori Prevenzione degli incidenti Piano delle vaccinazioni

12 QUALI FLUSSI REGIONALI PER LA PREVENZIONE ?
Relazione stato di salute Scadenza annuale per tutte le regioni Indirizzi e strumenti operativi Area della prevenzione (Schede di Pianificazione triennali, di programmazione annuale, elenco dei progetti, Dati e indicatori ) Scadenza annuale Schede istat di morte Scadenza trimestrale Vaccinazioni e malattie infettive PRODOTTI FINITI o nomenclatori tariffari…….

13 PROBLEMI AMBIENTALI PER L’OMS
QUALI NOVITA’ CONFERENZA MINISTERIALE SALUTE E AMBIENTE PROBLEMI AMBIENTALI PER L’OMS 24% DELLE MALATTIE 23% DELLE MORTI 33% MALATTIE NEI BAMBINI SOTTO I 5 ANNI CAUSATE DELL’INQUINAMENTO ITALIA PIANO NAZIONALE PREVENZIONE EFFETTI INQUINAMENTO ATMOSFERICO IN AREE URBANE (10 CITTA’) ASL RmE PROGRAMMA STRTEGICO AMBIENTE E SALUTE ISS

14 PIANO SANITARIO REGIONALE 2005-2007 Riproposto per 2008/2010
CAMBIAMENTO CULTURALE DA EROGAZIONE DI ASSISTENZA A EROGAZIONE DI PIANI INTEGRATI DI SALUTE

15 LA SCELTA DEGLI OBIETTIVI DI SALUTE
LUOGO DI IDEAZIONE Il territorio a livello della Zona-Distretto ATTORI Conferenze dei sindaci Le Aziende Sanitarie locali La concertazione avviene tramite il rapporto con le O.SS. e le forze produttive e altre componenti della società civile a livello di Zona CARATTERISTICA PRIORITARIA LA SCELTA DEGLI OBIETTIVI DI SALUTE

16 I DATI I DATI SULLA SALUTE LA POPOLAZIONE LA MORTALITA’ LE MALATTIE STILI DI VITA ….. I DATI SOCIALI FAMIGLIE NUMEROSE RDDITO PROCAPITE % DISOCCUPATI DI LUNGA DURATA % ABBANDONI SCOLASTICI DATI AMBIENTALI SITI DA BONIFICARE QUALITA’ DELL’ARIA QUALITA’ VIABILITA’ DEPURAZIONE IDRICA URBANA

17 CHE TIPO DI PROCESSO OGNI AZIENDA
PROFILO DI SALUTE :Rappresenta una raccolta organizzata di dati epidemiologico-statistici di base, provenienti da fonti di varia natura,relativi ai diversi determinanti di salute che agiscono sulla comunità, un primo esempio di rete integrata per la condivisione dei dati sui determinanti di salute

18 QUALE METODOLOGIA PER LA COSTRUZIONE DEI PIANI INTEGRATI DI SALUTE ?
I riferimenti normativi : PSR e la LR 40/2005, la LR 41/2005, le delibere Giunta Regionale n. 682 del 12 Luglio 2004,(sugli elementi del pis) e deliberazione 827 dell’8 Agosto 2005 della Regione Toscana sulla “identificazione di percorsi di avvio del piano integrato di salute”. L’invito è di integrare questo strumento con altri previsti dalla programmazione regionale e locale (piano di sviluppo e Pal o Pao ad esempio). Il PIS ha durata triennale e si attua attraverso programmi operativi annuali che ne possono anche costituire aggiornamento. Secondo la delibera 827/2005 gli elementi minimali costitutivi sono i seguenti : Profilo di Salute individuazione delle risorse complessive (Comuni, Regione e ASL) costituenti il budget di riferimento per questa fase della programmazione; individuazione dei problemi, dei bisogni e delle opportunità, attraverso gli strumenti della partecipazione; scelta delle priorità; definizione delle azioni; stesura dei programmi

19 LA SCELTA DEGLI OBIETTIVI DI SALUTE CRITERI ISPIRATORI GRAVITA’ DEL RISCHIO DIFFUSIONE DEL RISCHIO PERCEZIONE DEL RISCHIO POSSIBILITA’ DI SUCCESSO DEGLI INTERVENTI Valutazione delle evidenze epidemiologiche dei problemi diffusamente percepiti o espressi da gruppi specifici di popolazione IMMAGINE DI SALUTE

20 Il Sistema di reporting
Laurea specialistica Tecnici della Prevenzione Il Sistema di reporting 09/12/2018 EMPOLI

21 Lez.3 CARATTERISTICHE del Sistema di Reporting
IL REPORTING E’ L’INSIEME ORGANIZZATO E SINTETICO DELLE INFORMAZIONI RACCOLTE IN OGNI STRUTTURA PER: GUIDARE LE ATTIVITA’ SVOLTE VALUTARE IL LAVORO PORRE IN ESSERE INTERVENTI E DECISIONI PER SUPERARE LE CRITICITA’ EMERSE A COSA SERVONO I REPORT? A ORIENTARE DIREZIONE E SERVIZI NELLA PROGRAMMAZIONE 09/12/2018

22 TIPOLOGIE di reports REPORTS di CONTROLLO
CONSENTONO DI MONITORARE ATTIVITA’ E OBIETTIVI CON STRUTTURA PREFISSATA E DI TIPO CONSUNTIVO AIUTANO A IDENTIFICARE FENOMENI E TENDENZE REPORTS DECISIONALI MIRANO A FORNIRE INFORMAZIONI NECESSARIE A PRENDERE DECISIONI STRUTTURATI IN FUNZIONE DELLE DECISIONI DA ADOTTARE REPORTS CONOSCITIVI UTILI A COMPORRE DATI DI CONTESTO

23 I REQUISITI MINIMI del report
RILEVANZA E CONTROLLABILITA’ IL DESTINATARIO DEVE POTER CONTROLLARE IL CONTENUTO CONCISIONE E COMPRENSIBILITA’ DEVE POTER LEGGERE IN MODO SEMPLICE IL REPORT METODO SISTEMATICO DI PRODUZIONE E STABILITA’ GRAFICA ATTENDIBILITA’ CONFRONTABILITA’ RENDERE POSSIBILI CONFRONTI TEMPORALI DEI FENOMENI

24 RELAZIONE ANNUALE COSA RESTITUIRE INDICATORI LA FORMA
La forma tradizionale dei report può essere : - discorsiva - tabellare - grafica

25 SCHEMA TIPO DI RELAZIONE PER IL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE
I REPORT DI GESTIONE E CONTROLLO UN ESEMPIODI REPORTISTICA AZIENDALE SCHEMA TIPO DI RELAZIONE PER IL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE QUADRO DEMOGRAFICO QUADRO SULL’AMBIENTE MORTALITA’ MALATTIE INFETTIVE COPERTURE VACCINALI INDICATORI PER UNITA’ FUNZIONALE INFORTUNI MALATTIE PROFESSIONALI INCIDENTI STRADALI E DOMESTICI ……………………...

26 INDICATORI Sistemi Informativi ESEMPI FREQUENZE PERCENTUALI
Tabelle a doppia entrata

27 INDICATORI ALCUNI ACCORGIMENTI SUGGERIMENTI:
PER MIGLIORARE LA POSSIBILITA’ DI CONFRONTARE DATI ASSOLUTI SI UTILIZZANO FREQUENZE PERCENTUALI TABELLE A DOPPIA ENTRATA SI USANO PER VEDERE COME VARIA UN CARATTERE AL VARIARE DI UN ALTRO CHE SI RITIENE ESSERE ASSOCIATO AL PRIMO

28 Sistemi Informativi INDICATORI LE REGOLE RACCOGLIERE BENE
RACCOGLIERE SEMPRE RACCOGLIERE CIO’ CHE SERVE RESTITUIRE PER OSSERVARE PER AUMENTARE LA QUALITA’ PER CAPIRE I FENOMENI COMUNICARE PER CONOSCERE PER AGIRE PER UTILIZZARE AL MEGLIO LE RISORSE


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