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Avv. Daniela Bolognino 21 febbraio 2018

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Presentazione sul tema: "Avv. Daniela Bolognino 21 febbraio 2018"— Transcript della presentazione:

1 Avv. Daniela Bolognino 21 febbraio 2018
La prevenzione del fenomeno corruttivo e il circolo virtuoso di fiducia nella dimensione etica dell’agire pubblico (Giornata di formazione di Cittalia sul PTPCT ) Avv. Daniela Bolognino 21 febbraio 2018

2 Introduce un sistema organico di prevenzione della corruzione
Legge 6 novembre 2012, n. 190 "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione.“ Introduce un sistema organico di prevenzione della corruzione Organismi internazionali di cui L’Italia fa parte e che hanno sollecitato l’adozione della legge: il GR.E.C.O., il W.G.B. dell’O.E.C.D. e l’I.R.G. dell’O.N.U.. Avv. D. Bolognino

3 Pianificazione (misura generale di prevenzione)
Avv. D. Bolognino

4 Strategia di prevenzione della corruzione a livello decentrato – di singola amministrazione- P.T.P.C. PNA definisce il P.T.P.C. come: “Strumento attraverso il quale l’amministrazione sistematizza e descrive un “processo”- articolato in fasi tra loro collegate concettualmente e temporalmente - che è finalizzato a formulare una strategia di prevenzione del fenomeno corruttivo” Fase di analisi Individuazione della possibile esposizione al rischio di corruzione Adozione di misure in grado di ridurre il rischio Avv. D. Bolognino

5 Processo ciclico di perfezionamento delle strategie nazionali di prevenzione del “fenomeno di corruzione” Avv. D. Bolognino

6 Modifiche alla l. n. 190 del 2012 ed al d.lgs. n. 33 del 2013
d.l. n. 90 del 2014 L. n. 124 del 2015 d.lgs. n. 96 del 2017 Modifiche alla l. n. 190 del 2012 ed al d.lgs. n. 33 del 2013 Piani Nazionali Anticorruzione Avv. D. Bolognino

7 Analisi aree di rischio Tempi e modalità di “riassetto”
Struttura del P.T.P.C.: Soggetti Analisi aree di rischio Misure obbligatorie ed ulteriori Tempi e modalità di “riassetto” Coordinamento con ciclo performances Misura: “Trasparenza” Sez. del P.T.P.C. Avv. D. Bolognino

8 Soggetti che concorrono alla prevenzione della corruzione in ciascuna amministrazione
Autorità di indirizzo politico responsabile della prevenzione referenti per la prevenzione (figura eventuale) dirigenti O.I.V. e gli altri organismi di controllo interno Ufficio Procedimenti Disciplinari (U.P.D.) dipendenti dell’amministrazione collaboratori a qualsiasi titolo dell’amministrazione Avv. D. Bolognino

9 Pna 2016 conferma aggiornamento 2015 PNA – Parte generale l. n
Pna conferma aggiornamento 2015 PNA – Parte generale l. n. 190 del 2012 post d.lgs. n. 97/2016 rafforza il ruolo del RPCT ANAC - Rafforzamento (sia pur non presente sul piano legislativo) della posizione di indipendenza del RPCT. ANAC: Rafforzamento dei poteri di interlocuzione e di controllo del RPCT. ATTRAVERSO APPOSITE PREVISIONI negli atti organizzativi generali e comunque nell’atto con il quale l’organo di indirizzo individua il dirigente e lo nomina RPCT. Attraverso l’introduzione nel Codice di comportamento dello specifico dovere di collaborare attivamente con il RPCT, la cui violazione è da prevedere come grave ipotesi di responsabilità disciplinare (per attuare art. 1, comma 9, lett. c), l. n. 190/12 e art. 8, dpr n. 62/2013) Avv. D. Bolognino

10 PNA – STRUMENTI di gestione del rischio
FONTE: Aggiornamento PNA 2015 Creare una task force multidisciplinare Avv. D. Bolognino

11 Esterno: evidenziare le caratteristiche dell’ambiente in cui l’amministrazione opera.
A supporto: dati contenuti nelle relazioni periodiche sullo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica, presentate al Parlamento dal Ministero dell’Interno e pubblicate sul sito della Camera dei Deputati Analisi del contesto Interno: aspetti legati all’organizzazione e alla gestione operativa che influenzano la sensibilità della struttura al rischio corruzione . A supporto: organi di indirizzo, struttura organizzativa, ruoli e responsabilità; politiche, obiettivi, e strategie; risorse, conoscenze, sistemi e tecnologie; qualità e quantità del personale; cultura organizzativa … Avv. D. Bolognino

12 Art. 1, comma 16, l. n. 190 del 2012 – PNA e aggiornamenti PNA
Aree obbligatorie Aree generali Aree specifiche Avv. D. Bolognino

13 Mappatura del processo
La mappatura consiste nell’individuazione del processo, delle sue fasi e delle responsabilità per ciascuna fase. Essa consente l’elaborazione del catalogo dei processi. La mappatura dei processi deve essere effettuata da parte di tutte le pubbliche amministrazioni per le aree di rischio individuate dalla normativa – nell’Allegato 2 del I° PNA – e nelle aree indicate PNA 2015. Concetto di processo è più ampio di quello di procedimento amministrativo ricomprende anche le procedure di natura privatistica. Avv. D. Bolognino

14 Valutazione del rischio
Per valutazione del rischio si intende il processo di: identificazione, analisi, ponderazione del rischio. Utile la Tabella valutazione del rischio (allegata al PNA – allegato n. 5) PNA Allegato n. 5 – da utilizzare in maniera non meccanica e prestando attenzione alle cause che favoriscono il verificarsi di eventi rischiosi Avv. D. Bolognino

15 Allegato del PNA per valutare il livello di rischio (valore numerico)
Discrezionalità Rilevanza esterna Complessità processo Valore economico Frazionabilità proc. sistema di controlli Analisi di probabilità Per ogni rischio si effettua (valore del rischio moltiplica i due fattori) Economico Organizzativo Reputazionale Analisi di impatto Avv. D. Bolognino

16 Ponderazione del rischio
La ponderazione consiste nel considerare il rischio alla luce dell’analisi e nel raffrontarlo con altri rischi al fine di decidere le priorità e l’urgenza di trattamento. L’analisi del rischi permette di ottenere una classificazione degli stessi in base al livello di rischio più o meno elevato. A seguito dell’analisi, i singoli rischi ed i relativi processi sono inseriti in una classifica del livello di rischio. Le fasi di processo, i processi o gli aggregati di processo per i quali siano emersi i più elevati livelli di rischio vanno ad identificare le aree di rischio, che rappresentano le attività più sensibili e da valutare ai fini del trattamento. La classifica del livello di rischio viene poi esaminata e valutata per elaborare la proposta di trattamento dei rischi. La ponderazione è svolta sotto il coordinamento del responsabile della prevenzione. Avv. D. Bolognino

17 Il trattamento del rischio.
Individuazione e valutazione delle misure che debbono essere predisposte per neutralizzare o ridurre il rischio e nella decisione di quali rischi si decide di trattare prioritariamente rispetto agli altri. Avv. D. Bolognino

18 Tra queste alcune sono di carattere trasversale (es.):
Le misure Le misure sono classificate nel PNA come: misure obbligatorie, sono quelle la cui applicazione discende obbligatoriamente dalla legge o da altre fonti normative; misure ulteriori, sono quelle che, pur non essendo obbligatorie per legge, sono rese obbligatorie dal loro inserimento nel P.T.P.C. Tra queste alcune sono di carattere trasversale (es.): la trasparenza, che costituisce oggetto di un’apposita sezione del P.T.P.C.; gli adempimenti di trasparenza possono essere misure obbligatorie o ulteriori; l’informatizzazione dei processi; questa consente per tutte le attività dell’amministrazione la tracciabilità dello sviluppo del processo e riduce quindi il rischio di “blocchi” non controllabili con emersione delle responsabilità per ciascuna fase; il monitoraggio sul rispetto dei termini procedimentali, con cui far emergere eventuali omissioni o ritardi che possono essere sintomo di fenomeni corruttivi. Trasparenza: il comma 9, lett. f), dell’art. 1 della l. n. 190 prevede che il P.T.P.C. individui specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelli stabiliti dalla legge; Avv. D. Bolognino

19 Aggiornamento 2015 PNA – Parte generale
“misure generali” che si caratterizzano per il fatto di incidere sul sistema complessivo della prevenzione della corruzione intervenendo in materia trasversale sull’intera amministrazione o ente “misure specifiche” che si caratterizzano per il fatto di incidere su problemi specifici individuati tramite l’analisi del rischio Avv. D. Bolognino

20 Aggiornamento 2015 PNA – Parte generale
Aggiornamento PNA 2015 – elenca le misure raggruppandole in: misure di controllo; misure di trasparenza; misure di definizione e promozione dell’etica e di standard di comportamento; misure di regolamentazione; misure di semplificazione dell’organizzazione/riduzione dei livelli/riduzione del numero degli uffici; misure di semplificazione di processi/procedimenti; misure di formazione; misure di sensibilizzazione e partecipazione; misure di rotazione; misure di segnalazione e protezione; misure di disciplina del conflitto di interessi; misure di regolazione dei rapporti con i “rappresentanti di interessi particolari” (lobbies). Avv. D. Bolognino

21 Aggiornamento 2015 PNA – Parte generale
Carattere organizzativo delle misure di prevenzione della corruzione: “Le misure di prevenzione hanno un contenuto organizzativo. Con esse vengono adottati interventi che toccano l’amministrazione nel suo complesso (si pensi alla riorganizzazione dei controlli interni), ovvero singoli settori (la riorganizzazione di un intero settore di uffici, con ridistribuzione delle competenze), ovvero singoli processi/procedimenti tesi a ridurre le condizioni operative che favoriscono la corruzione nel senso ampio prima indicato. Sono misure che riguardano tanto l’imparzialità oggettiva (volte ad assicurare le condizioni organizzative che consentono scelte imparziali) quanto l’imparzialità soggettiva del funzionario (per ridurre i casi di ascolto privilegiato di interessi particolari in conflitto con l’interesse generale)” Avv. D. Bolognino

22 Astensione in caso di conflitto di interesse.
da coordinare: Art. 6 bis, l. n. 241/90 Art. 7 – Codice di comportamento Avv. D. Bolognino

23 c.d. triangolo della corruzione
Slides tratta da M. Di Rienzo. Webinar IFEL su “Imparzialità dell’amministrazione e prevenzione della corruzione” –

24 CONFLITTO DI INTERESSI
CORRUZIONE COMPORTAMENTO SITUAZIONE Non vi è una adeguata consapevolezza della distinzione di cui sopra. Ne deriva che in generale le persone hanno paura a far emergere EVENTI CRITICI che modificano le relazioni e le reti di collegamento, generando nuovi interessi o intensificando vecchi interessi, perché pensano che verranno messi sotto accusa dall’organizzazione e dall’opinione pubblica. Perciò, le situazioni emergono solo quando il “conflitto” esplode, o non emergono affatto. Slides tratta da M. Di Rienzo. Webinar IFEL su “Imparzialità dell’amministrazione e prevenzione della corruzione” –

25 Collegamento di interessi Disclosure (emersione del collegamento)
Evita che si degeneri in corruzione Avv. D. Bolognino

26 Intensità dei rapporti
Fattispecie corruttiva/ di malamministrazione Primazia di interessi “altri “ rispetto all’interesse della PA. contesto Intensità dei rapporti Avv. D. Bolognino

27 Astensione in caso di conflitto di interesse.
Soggetti: il responsabile del procedimento; i titolari degli uffici competenti ad adottare i pareri, le valutazioni tecniche, gli atti endoprocedimentali e il provvedimento finale Comportamento richiesto: 1. DOVERE di astenersi in caso di conflitto di interessi, - 2. Segnalare ogni situazione di conflitto, anche potenziale.” Riferimento normativo: Art. 1, comma 41, della l. n. 190 INTRODUCE Art. 6 bis nella l. n. 241 del 1990, “Conflitto di interessi”. Avv. D. Bolognino

28 Astensione in caso di conflitto di interesse.
“Il dipendente si astiene dal partecipare all'adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere: interessi propri, ovvero di suoi parenti affini entro il secondo grado, del coniuge o di conviventi oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale, ovvero, di soggetti od organizzazioni con cui egli o il coniuge abbia causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito significativi, ovvero di soggetti od organizzazioni di cui sia tutore, curatore, procuratore o agente, ovvero di enti, associazioni anche non riconosciute, comitati, società o stabilimenti di cui egli sia amministratore o gerente o dirigente. Il dipendente si astiene in ogni altro caso in cui esistano gravi ragioni di convenienza. Tipizzazione situazioni sintomatiche: Clausola di chiusura Avv. D. Bolognino

29 Astensione in caso di conflitto di interesse.
Sull'astensione decide il responsabile dell’ufficio di appartenenza. (art. 7 Cod. comportamento) Il dirigente destinatario della segnalazione: 1. valutare espressamente la situazione sottoposta alla sua attenzione 2. deve rispondere per iscritto al dipendente medesimo sollevandolo dall’incarico oppure motivando espressamente le ragioni che consentono comunque l’espletamento dell’attività da parte di quel dipendente. Da verificare con versione finale PNA Avv. D. Bolognino

30 Astensione in caso di conflitto di interesse.
Nel caso in cui sia necessario sollevare il dipendente dall’incarico Incarico sarà affidato dal dirigente ad altro dipendente ovvero, in carenza di dipendenti professionalmente idonei, il dirigente dovrà avocare a sé ogni compito relativo a quel procedimento. Da verificare con versione finale PNA Qualora il conflitto riguardi il dirigente a valutare le iniziative da assumere sarà il responsabile per la prevenzione. Avv. D. Bolognino

31 Astensione in caso di conflitto di interesse.
La violazione della norma, comporta responsabilità disciplinare del dipendente Sanzioni solo a seguito di conclusione del procedimento disciplinare, Possibile fonte di illegittimità del procedimento e del provvedimento conclusivo dello stesso, quale sintomo di eccesso di potere sotto il profilo dello sviamento della funzione tipica dell’azione amministrativa. Avv. D. Bolognino

32 Codice di comportamento
Applicabile ai destinatari del PTPCT Integrazione contratti Implementa la dimensione etica Favorisce l’emersione disclosure Avv. D. Bolognino

33 Elementi fondamentali
La tutela del whistleblower – la riforma del 2017 Rafforzata la tutela della riservatezza sulla identità del segnalante; Rafforzato il divieto di discriminazione nei confronti del whistleblower; Esclusione della segnalazione dall’accesso ex l. n. 241 del 1990. Elementi fondamentali dell’art. 54, bis, d.lgs. n. 165/01: Avv. D. Bolognino

34 Coinvolgimento cittadini associazioni
Forme di consultazione e di coinvolgimento di cittadini e di organizzazioni portatrici di interessi collettivi. MAGGIORE EFFICACIA DELLA STRATEGIA ANTICORRUZIONE Strategia interna Coinvolgimento cittadini associazioni Ipotesi: 1. Incontri 2. via web Avv. D. Bolognino


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