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Fil Ling 17-18 Lezioni 28-30
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Lezione 28 7/5/18
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Proposta date esami scritti
parte 1: 15 Maggio ore 9/ oppure 22 maggio ore 9 parte 1: 29 Maggio ore 9 (data del 1o appello ufficiale) parte 2: 11 Giugno ore 9 (data del 20 appello uficiale)
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Quine sull'indeterminatezza della traduzione
Quine arriva all'olismo del significato e all'indeterminatezza della traduzione perché non ammette significati "ipostatizzati" nel senso di Frege Al massimo per lui c'è un "significato stimolo" associato a certi termini (concezione comportamentista del linguaggio) Supponiamo che il termine "gavagai" di un linguaggio alieno si presenta sempre di fronte allo stesso tipo di stimolo (coniglio). Varie traduzioni sono ugualmente lecite.
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Gavagai coniglio parte non staccata di coniglio (sempre presente quando c'è il coniglio) stadio temporale coniglioso (parte di un "verme temporale") manifestazione di coniglinità/sta conigliando (come sta piovendo) Queste traduzioni attribuiscono ai nativi diverse ontologie e non c'è "truth of the matter" su quale attribuzione sia giusta
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Relatività ontologica
coniglio parte non staccata di coniglio (sempre presente quando c'è il coniglio) stadio temporale coniglioso (parte di un "verme temporale") manifestazione di coniglinità/sta conigliando (come per "sta piovendo") Queste ipotesi le possiamo fare anche per il nostro linguaggio e anche in questo caso non c'è "truth of the matter" (Per questi argomenti v. art. "Relatività Ontologica", p dell'antologia)
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Quadro riassuntivo su Carnap e Quine
Carnap. le verità analitiche sono il frutto di convenzioni semantiche (dipendono dalla scelta del linguaggio). Laddove Kant vede proposizioni sintetiche a priori vere, Carnap vede (a seconda dei casi) proposizioni analitiche (dovute al linguaggio, confermate qualunque cosa succeda nel mondo) o sintetiche (dovute a fatti del mondo confermate o respinte sulla base dell'esperienza). Quine. L'analiticità dipenderebbe dalla logica e dalla sinonimia, ma la sinonimia non può essere definita e quindi non c'è distinzione analitico- sintetico. Una teoria (sistema di credenze) fronteggia in blocco il tribunale dell'esperienza.
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Lezioni 29-30 8/5/18
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Piccola nota storica su Wittgenstein e la filosofia del linguaggio ordinario in Inghilterra
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Alle radici: Wittgenstein (1889-1951)
V. su questi punti l’introduzione a Wittgenstein in Casalegno et al., pp Il primo Wittgenstein: il Tractatus Il neo-positivismo (Carnap): la verificabilità come criterio di significanza. "insensatezza" degli enunciati di metafisica, etica ed estetica Il secondo Wittgenstein: le Ricerche filosofiche §§ 1-36 delle ricerche, pp in Casalegno et al.: Critica al primo Wittgenstein, all’immagine agostiniana del linguaggio (da un lato i nomi, dall’altro le cose) §§ , pp in Casalegno et al.: preannuncia la teoria di Putnam sui nomi di generi naturali ("i significati non stanno nella testa"; teoria della divisione del lavoro semantico) ...
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§§143-155, pp. 78-84 in Casalegno et al
§§ , pp in Casalegno et al.: il significato come uso, i giochi linguistici (uno dei quali è quello in cui si cerca di descrivere il mondo con frasi nel modo indicativo) da cui si origina la teoria degli atti linguistici (Austin, poi Searle in USA): In generale, nell'usare il linguaggio compiamo sempre delle azioni Una teoria generale del linguaggio è quindi una teoria di quelle particolari azioni che compiamo con il linguaggio: gli atti linguistici. Grice ...
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Implicature conversazionali
Un’introduzione
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Programma In alcuni celebri lavori degli anni 50-70, Paul Grice sviluppa la nozione di implicatura conversazionale. L’idea di fondo è che l’apparente violazione di massime conversazionali normalmente usate (per esempio, “dare un contributo alla conversazione tanto informativo quanto richiesto” oppure “essere pertinenti”) può indurre l’interlocutore ad attribuire al parlante una certa affermazione che non ha espresso esplicitamente. Per esempio, se si risponde “Giorgio va a New York frequentemente” alla domanda “Giorgio ha un’amante?” ciò può essere visto come l’affermazione implicita che Giorgio ha un’amante a New York. Discuteremo la teoria di Grice (tenendo conto di sviluppi recenti ad opera di S. Levinson e M. Sbisà) ( K. Bach ha arricchito la teoria di Grice con la nozione di implicitura conversazionale, uno strumento in atto, per esempio, quando grazie al contesto "completiamo" con un qualche aggettivo qualificativo un sintagma incompleto (per esempio, completiamo con "maggiorenne" il sintagma "ogni cittadino" nella frase "ogni cittadino ha diritto di voto". Non possiamo occuparcene per motivi di tempo).
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Bibliografia di riferimento
Grice, P., Logica e conversazione, in P. Grice, Saggi su intenzione, significato e comunicazione, Il Mulino, Bologna,1993. Bach, K., Conversational Impliciture, "Mind and Language", 9 (1994),pp Bach, K., “Speaking Loosely: Sentence nonliterality”, Midwest Studies in Philosophy, 25 (2001), pp Levinson, S.C., Presumptive Meanings, MIT Press, Cambridge, 2000. Cosenza, G., La pragmatica di Paul Grice. Intenzioni, significato, comunicazione, Bompiani, Milano, Marina Sbisà, Detto non detto. Le forme della comunicazione implicita, Laterza, Roma - Bari, 2007
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Chi è Paul Grice professore di filosofia a Oxford, inglese, attivo nella seconda metà del ‘900. tra i più importanti esponenti nel campo della filosofia analitica del linguaggio. propone di ridurre la nozione di significato a quelle di intenzione e credenza (del parlante).
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Principio di Cooperazione
Conformare il proprio contributo conversazionale, nel momento in cui avviene, a quanto è richiesto dall’intento comune del dialogo nel quale si è impegnati.
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Massime conversazionali
QUANTITA': dare un contributo (QN1) tanto informativo quanto richiesto e (QN2) non più informativo di quanto richiesto. QUALITA’: cercare di dire il vero [non dire (QL1) ciò che si ritiene falso e (QL2) ciò per cui non si hanno prove adeguate]. RELAZIONE: essere pertinenti. MODO: essere perspicui [evitare (M1) oscurità, (M2) ambiguità, (M3) prolissità e (M4) seguire l’ordine degli eventi)]. Castaneda, Thinking and Doing, p. 64, popone dei principi analoghi alle massime della quantità e della relazione, ma li fa risalire a un articolo di Sellars del 1954, per quanto citi Grice (nota 1, p. 9O), il cui articolo “Logic and Conversation” è successivo (1975). Castaneda esprime la massima della quantità in questo modo, ceteris paribus, scegliere di asserire una proposizione più forte P, piuttosto che una più debole Q, dove P è più forte di Q se P implica logicamente Q, ma non viceversa. Riguardo alla quarta sottomassima del modo, Grice dice più sinteticamente: “be orderly”. Levinson 2000, p. 19, es. (9), sembra interpretarla nel modo qui indicatoper derivare un’implicatura sull’ordine temporale degli eventi dall’ordine dei congiunti in una congiunzione.
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Possibili atteggiamenti conversazionali
Non cooperazione esplicita: dissociarsi apertamente dal dialogo. Cooperazione simulata: violare nascostamente le regole conversazionali (menzogna). Cooperazione: accettare le regole conversazionali (situazione standard).
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Principio di Benevolenza o Carità (Quine, Davidson)
Interpretare ciò che dice l’interlocutore in modo da massimizzarne la verità, la razionalità e la sensatezza (ossia in modo che risulti, per quanto possibile, conforme al principio di cooperazione e alle massime conversazionali).
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Che cosa intendiamo per "implicatura conversazionale"
Possiamo intendere 3 cose. Vedi (1), (2), (3) dell'esempio nella diapositiva successiva
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Implicatura Conversazionale
ESEMPIO Rossana: “Nino ha una ragazza?” Vittorio: “Di recente va spesso a New York” [Proposizione P1] (1) Proposizione P2, Nino ha una ragazza a New York, che il ricevente (tipico) può inferire abduttivamente da certe assunzioni (v. prossima diapositiva) (2) La relazione logico-pragmatica, P1+>P2, che lega P1 [implicans] a P2 [implicatum] (nel contesto dato). (3) L’atto dell’inferire P2 da P1.
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abduzione (1) B (2) A implica/spiega B ___________ (3) A (presumibilmente, assumendo che altre ipotesi esplicative siano meno plausibili)
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Tre tipi di implicatura
Distingueremo 3 tipi di implicatura (1) standard (nella terminologia di Levinson; Sbisà la chiama "di prevenzione", perché nell'assumere che ci sia questa implicatura preveniamo l'idea che una certa massima sia stata violata) (2) da sfruttamento ("di riparazione" nella terminologia di Sbisà) (3) da conflitto (classificate a parte in questo modo da Grice, ma, secondo Sbisà, p. 100, riconducibili a (1) o (2))
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Implicatura standard il ricevente assume che tutte le massime sono osservate, ma fa leva in particolare su una certa massima utilizzando il fatto che sembra violata e assumendo che invece non lo è. ESEMPIO Giovanni: “ho finito le sigarette” Maria: “c’è un bar dietro l’angolo” (P1) Implicatura: il bar vende sigarette (P2). Il parlante fa leva sulla relazione (come nell'es. precedente con Rossana e Vittorio). Apparentemente P1 non è pertinente (specialmente per chi non sa che i bar vendono sigarette), ma lo diventa assumendo che il bar vende sigarette: P1 +> P2
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Altro esempio di implicatura standard
Marta: chi ha commesso il furto? Giovanni: non è stato Giorgio Si noti che una frase negativa come "Giorgio non ha commesso il furto" (P1), è molto meno informativa di frasi positive come per es. "Tommaso ha commesso il furto", "Mario ha commesso il furto ", ecc. Le frasi positive individuano un certo stato di cose, mentre quella negativa si limita ad escluderne uno (che Giorgio è autore del furto) Potrebbe sembrare quindi che sia violata la massima della quantità
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esempio (cont.) Una frase negativa, data la sua ridotta informatività, può evidenziare la necessità di SMENTIRE la corrispondente frase positiva (Sbisà, p. 140) Per es. si supponga questo contesto: diverse persone hanno accusato Giorgio di avere commesso il furto e Giovanni vuole smentire ciò per lasciare intendere che queste accuse sono ingiustificate. Giovanni fa leva sulla massima della quantità (perché dà un'informazione che, in quanto negativa, può apparire incompleta) ...
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esempio (cont.) Giovanni genera così questa implicatura:
Giorgio non ha commesso il furto +> ci sono persone che mentono accusando Giorgio del furto
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Implicatura da sfruttamento
Il ricevente assume che una massima è stata violata apertamente per generare un’implicatura. ESEMPIO Mario: “Giovanni ha rivelato il mio segreto alle ditte rivali” Marta: “Che amico!” (P1 = Giovanni è un amico di Mario) Implicatura: Giovanni si è comportato immoralmente (P2) Il ricevente assume (per il pr. di benevolenza) che la qualità è stata violata (Giovanni si è rivelato un falso amico) per affermare P2 con ironia: P1 +> P2
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Implicatura da conflitto
Il ricevente assume che una massima è stata violata perché in conflitto con un’altra massima. ESEMPIO Giovanni: “Dove abita Mario?” Marta: “Da qualche parte nel sud della Francia” (P1) Implicatura: Marta non sa in quale città francese sta Mario (P2) il ricevente assume che la quantità è stata violata per non violare la qualità: P1 +> P2
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Oltre alle implicature conversazionali, Grice ci parla anche di implicature CONVENZIONALI
Su queste sorvoliamo (hanno a che vedere con le differenze ne significato convenzionale di certe parole che dal punto di vista strettamente logico sono equivalenti; per es. «ma», «sebbene», «e»)
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DOMANDE PER LA PARTE III
1) Spiegare il punto di vista (descrittivista) di Russell e Frege su nomi propri e deittici. 2) Spiegare il punto di vista di Kripke sui nomi propri, soffermandosi sia sulla pars destruens (critiche ai descrittivisti) che sulla pars construens (teoria causale del riferimento). 3) Discutere l’argomentazione di Kaplan contro l’approccio ai deittici di Frege, basata sull’esempio dei gemelli Castore e Polluce. 4) Spiegare a quali problemi va incontro l’approccio referenzialista ai nomi propri e ai deittici.
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5) Spiegare il punto di vista di Putnam sui nomi di genere naturale, mettendo in rilievo il ruolo giocato dall'esperimento mentale della terra gemella nell'elaborazione del suo approccio. 6) Confrontare il punto di vista di Kant e quello di Carnap in merito alle distinzioni a priori/a posteriori, analitico/sintetico, necessario/contingente. 7) Spiegare come Quine argomenta contro la distinzione tra giudizi analitici e giudizi sintetici. 8) Spiegare cos'è secondo Quine l'indeterminatezza della traduzione e come Quine argomenta a favore della sua esistenza utilizzando l'esempio della parola "gavagai" di una ipotetica lingua aliena.
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10) Analizzare le seguenti conversazioni sulla base della teoria delle implicature conversazionali di Grice. In particolare, individuare (i) l’implicans e l'implicatum conversazionale, (ii) la massima conversazionale che si utilizza nell'inferire l'implicatum, (iii) in che modo tale massima viene utilizzata, chiarendo quindi se l’implicatura è standard (la massima sembra violata), da sfruttamento (la massima è stata apertamente violata per generare un’implicatura), da conflitto (la massima è stata violata per evitare di violarne un’altra).
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Conversazione A Tommaso: È bello stare qui al mare, ma mi piacerebbe vedere la tappa di oggi del Tour de France Giovanna: C’è un ristorante vicino all’edicola. Conversazione B Giornalista: A cosa si deve la diminuzione dello spread? Rappresentate di un partito all’opposizione: Non alle misure adottate dal governo.
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Conversazione C Amedeo: Chi ha scritto questa canzone? Ilaria: un qualche cantautore canadese. Conversazione D Mario: mia moglie ha di nuovo bruciato le lasagne. Stefano: hai sposato proprio una brava cuoca. Conversazione E Studente 1: Che noia il prof. Bertoli! Studente 2: Il preside sta girando per i corridoi.
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