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L'audacia della carità per un nuovo slancio missionario
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“Ed ecco, figlie mie, qual è stato il principio della vostra Compagnia
“Ed ecco, figlie mie, qual è stato il principio della vostra Compagnia. Come non era allora quello che è ora, è da credersi che non sia ancora quello che sarà in avvenire, quando Dio l'avrà messa al punto in cui la vuole;
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Certamente una Compagnia destinata ad uno scopo così gradito a Lui, ottimo in sé e tanto utile al prossimo, non può avere altro autore all'infuori di Dio medesimo” (Conferenza di San Vincenzo alle Figlie della Carità, 13 Febbraio 1646, ed.it p.245)
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"un nuovo slancio missionario”
La Compagnia…. cresce con la grazia di Dio e dobbiamo cercare di rispondere a questo dono con "un nuovo slancio missionario”
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La Compagnia è opera di Dio
La Compagnia è opera di Dio. La nostra responsabilità è quella di procedere con audacia e fiducia fin dove Dio ci vuole condurre.
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I poveri sono quelli che ci aiutano a conoscere Cristo; egli era, e continua ad essere trovato in loro. Essi continuano ad istruirci su di Lui e ci rendono capaci di conoscerlo meglio.
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Cristo è tra i poveri ed è lì che deve essere servito con audacia e fedeltà. Questo è il nostro punto di inizio come Figlie della Carità.
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Luisa e Vincenzo scelgono di fermarsi, osservano i loro bisognosi e poi fanno qualcosa per aiutarli.
Chi servire?
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Essi scorgevano i bisogni dei poveri e cercavano il modo più efficace per rispondervi, attraverso vie mai osate prima, essi hanno agito con audacia.
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Una delle caratteristiche dell’audacia della carità consiste nel tenere gli occhi aperti.
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La carità…non può essere per un tempo limitato ma la si deve fare in base alle esigenze dei poveri… Curarsi di loro richiede una risposta coraggiosa e continua.
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Vincenzo e Luisa ci offrono questa risposta semplice e generica: "i più miserabili ed i più abbandonati." Chi dobbiamo servire?
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In ogni tempo, le Figlie della Carità sono chiamate ad individuare le persone più povere ed abbandonate per rispondere alle loro esigenze con l’audacia della carità.
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Come servirli? Collaborazione
"Un grande numero di persone ha visitato la famiglia di malati, portando pane, vino, carne, ed altre provviste.”
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Vincenzo credeva nel potere del Vangelo e nella responsabilità delle persone di aiutarsi a vicenda.
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L’organizzazione «I poveri soffrono di più per la mancanza di un’assistenza organizzata che per la mancanza di persone caritatevoli.»
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[S. Vincenzo] sapeva come entusiasmare la gente a servire e sapeva come invitarli a svolgere il servizio efficacemente, riconoscendone i propri doni e limiti.
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Una dedizione personale.
C’è bisogno di conoscere e servire i poveri non astrattamente, ma con amore e cosa può essere più audace di questo?
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"…dovete servire il vostro povero malato con spirito di dolcezza e grande compassione" (S. Luisa, L 383)
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Quando riconosciamo i poveri e i loro bisogni…
Quando servire? Quando riconosciamo i poveri e i loro bisogni…
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“ Servendo i poveri servite Gesù Cristo. O figlie mie, come è vero
“ Servendo i poveri servite Gesù Cristo. O figlie mie, come è vero! Servite Gesù Cristo nella persona dei poveri … Una suora andrà dieci volte al giorno a visitare i malati e dieci volte al giorno vi troverà Dio…”(S. Vincenzo conferenza del 13 febbraio 1646)
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A volte, si deve lasciare la preghiera per servire Dio diversamente in un dato momento; e a volte può esserci il bisogno di lasciare il nostro servizio per trovare Dio nella nostra preghiera. In queste decisioni c'è l’audacia!
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Riconosciamo il nostro ruolo da serve, i poveri sono
“I nostri signori e padroni”
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Gesù non cessa di chiamarci, come ha chiamato il giovane ricco e gli apostoli, a "prendere il largo". (Lc 5,4). Facendo così, permetteremo alle nostre menti e alle nostre azioni di essere più audaci senza dimenticare nessuno. Che cosa fare?
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Donne consacrate che lavorano fuori dal convento: “per monastero le strade della città”
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Quant’erano audaci Vincenzo e Luisa nel prendere i simboli tradizionali e fondamentali della vita consacrata e tradurli nella realtà del nostro mondo!
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O, forse, nel considerare i luoghi ordinari del nostro mondo e trasformarli in immagini che rappresentano il sacro.
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Potrebbe venirci in mente quando celebriamo l’Eucaristia, ed il pane ed il vino comune diventano il corpo e il sangue di Cristo e dove le parole umane diventano la Parola di Dio.
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Un servizio che implica: “l’andare e il venire”
Tutte e due, “l’andare” ed il “venire”, definiscono chi siamo e contribuiscono a renderci chi dobbiamo essere. Un servizio che implica: “l’andare e il venire”
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“La carità di Gesù Cristo crocifisso ci sprona”
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Quell'amore che non conosce limiti trova la sua massima espressione in Cristo, nel suo abbandono di sé stesso sulla croce. Questo è l'amore che ci sprona.
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La nostra eredità ci indica come Vincenzo e Luisa hanno visto il Cristo ovunque ci fosse qualcuno che soffriva, ed entrambi conoscevano il significato della croce nella loro vita
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Possa lo Spirito Santo guidarci ad essere fedeli alla nostra chiamata e trasformati nella Compagnia che Dio chiama all'esistenza in questo tempo e luogo.
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Prendiamo Maria come nostro modello di audacia nel rispondere a ciò che Dio ci chiede.
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Compagnia delle Figlie dellaCarità 2015
Testo: “L’ audacia della carità in S. Vincenzo e S. Luisa …dal punto di vista carismatico”, Echi della Compagnia, No. 6, 2013 Musica: "Reawakening" Kevin MacLeod (incompetech.com) Distribuito sotto licenza Creative Commons: Attribuzione 3.0
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