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PubblicatoCarolina Valeri Modificato 5 anni fa
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Noi e gli altri [Roma e il mondo] appunti di storia medievale (IV-XV secolo)
Lez. 3 a I Franchi Prof. Marco Bartoli
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I longobardi e la chiesa di Roma
728 Liutprando è indotto da papa Gregorio II a ritirarsi e a donare Sutri al papato (il primo nucleo del Territorio di S. Pietro). Liutprando in lotta contro i bizantini e il papato occupa l'Emilia e le Marche e assedia Roma. 749 Astolfo, re dei longobardi, occupa Ravenna e la Pentapoli ( ) e attacca i territori della Chiesa.
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La svolta: Roma chiede aiuto ai Franchi
754 Chiamato dal papa Stefano II (753) scende in Italia il re dei franchi Pipino il Breve, che, battuto Astolfo, lo costringe con la pace di Pavia a “restituire” al papa le terre tolte ai bizantini. 756 Astolfo riprende le ostilità contro il papa e assedia Roma. Pipino il Breve scende nuovamente in Italia, sconfigge Astolfo e con il secondo trattato di Pavia lo obbliga a rinunciare all'esarcato e alla Pentapoli, che cede a sua volta al papa (donazione di Pipino).
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Dante così lo ricorda … E quando il dente longobardo morse la Santa Chiesa, sotto le sue ali Carlo Magno, vincendo, la soccorse. Paradiso VI, 94-96
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Chi erano i Franchi? Tutto era cominciato con Clodoveo ( ) che conquistò il regno di Siagrio e sottomise i turingi, gli alamanni, i burgundi. Nel 498 (circa) si fece battezzare dal cattolico vescovo di Reims, Remigio Nel 507 (battaglia di Vouillé) sconfigge i visigoti, cacciandoli nella penisola iberica.
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L’età merovingia Alla morte di Clodoveo il regno, idealmente unitario, fu diviso in frazioni territoriali Neustria Austrasia Aquitania Burgundia
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Un colpo di stato “benedetto”
I maestri di palazzo di Austrasia: i Pipinidi Pipino di Héristal Carlo Martello (732 battaglia di Poitiers) Pipino il breve nel 751 si fa nominare re prima consacrato da san Bonifacio poi confermato da Stefano II nasce il mito della “figlia primogenita della chiesa di Roma”: il papa promette di erigere una chiesa presso san Pietro a Santa Petronilla.
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Carlo (Magno) Alla morte di Pipino, nel 768, il regno viene diviso tra: - Carlomanno (Alemannia, Alsazia, Burgundia, Settimania e Provenza) - Carlo (Austrasia, Neustria, Aquitania) 771 muore Carlomano, Carlo riunisce nelle sue mani tutto il regno
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Le guerre di Carlo 772 guerra contro i Sassoni
dura circa 30 anni. Widukindo deve sottomettersi ed accettare il battesimo guerra contro i Bavari (il duca Tassilone riconosce la sovranità di Carlo) guerra contro gli Avari guerra contro gli “arabi” di Spagna (810 accordo con l’emiro di Cordoba: a nord del fiume Ebro si costituisce la Marca di Spagna) Nel corso di una spedizione, sulla via del ritorno vi è la scaramuccia di Roncisvalle nella quale, ad opera di bande Basche, muore Rolando 774 si completa la conquista del Regno dei Longobardi.
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La notte di Natale dell’anno 800
A Roma le diverse famiglie dell’aristocrazia esercitano pressioni sul papa Leone III chiama l’imperatore in sua difesa e, in pubblico giudizio, Carlo gli da ragione La notte di Natale il papa incorona imperatore a San Pietro il re Franco
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Come reagì Carlo? Il racconto di Eginardo mostra che Carlo non dovette essere molto soddisfatto: «In questo periodo prese il titolo di imperatore e di Augusto. Il che dapprima lo contrariò a tal punto che giunse a dichiarare che il quel giorno, anche se era una delle più grandi festività, mai sarebbe entrato in chiesa se avesse potuto supporre quale era il progetto del pntefice. In seguito però sopportò con grand etolleranza l’odio suscitato dall’aver egli assunto quel titolo, sdegnandosi soprattutto di ciò gli imperatori romani. Vinse la loro arrogante fierezza con la sua magnanimità, nella quale indubbiamente li superava di gran lunga, e ottenne ciò mandando loro frequenti ambascerie e chiamandoli fratelli nelle sue lettere»
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Con quale autorità il papa consacra un imperatore?
La cosiddetta “donazione di Costantino” Il ciclo di affreschi dei Santi Quattro Coronati
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Carlo e Roma «Fra tutti gli altri sacri e venerabili luoghi portava particolare devozione alla chiesa del beato Pietro apostolo a Roma, sui cui altari votivi ammassò un valore tanto in oro che in argento e gemme, e molti e innumerevoli fuorno I doni inviati ai pontefici. E per tutto il tempo del suo regno la cosa che ebbe sempre più a cuore fu questa: che la città di Roma tornasse all’antico prestigio grazie all’opera e all’impegno suoi e che la chiesa di S. Pietro risultasse non solo sicura e difesa dal suo intervento, ma anche adornata e arricchita dalle sue ricchezze al di sopra di tutte le altre chiese. Ma, pur tenendo questa chiesa in così grande considerazione, nei suoi 47 anni di regno partì alla sua volta per scuoglier voti e rivolgere preghiere solo quattro volte.» Eginardo, Vita Karoli, n. 27
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