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Don Lorenzo Milani e Paulo Freire nanni.unisal.it
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“I care” (“me ne importa, mi sta a cuore”),
La scuola “I care” (“me ne importa, mi sta a cuore”), «il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica» L.P,p.14 «La scuola sarà sempre meglio della merda» (Lucio, L.P, p. 13: «(Ai) vostri ragazzi (…) non gli chiedete nulla. Li invitate soltanto a farsi strada» (L. P, p.14 «avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene fare scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto»? L.G., p. 34.
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Il maestro il maestro deve essere per quanto può “profeta”,
scrutare i “segni dei tempi”, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi oggi vediamo solo in confuso» (Don Lorenzo Milani, Lettera ai giudici) Il maestro
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…prete la sua passione educativa erano espressione di «risvegliare nelle persone l’umano per aprirle al divino». Infatti «la scuola per don Lorenzo non era una cosa diversa rispetto alla sua missione di prete, ma il modo concreto con cui svolgere quella missione, dandole un fondamento solido e capace di innalzare fino al cielo» (papa Francesco). «il prete “trasparente e duro come un diamante», (don Raffaele Bensi)
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L’educazione non cambia
il mondo: cambia le persone che vanno a cambiare il mondo “ la rivoluzione pedagogica”
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Nessuno libera (educa) nessuno.
Nessuno è liberato (educato) da nessuno; Ci si libera (ci si educa) insieme nel rapporto con il mondo
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Nell’oggi
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milani freire Le vicinanze
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Metodi didattici
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L’orizzonte Le due bellissime figlie della giustizia e della verità: l’indignazione e la dedicazione (sdegno/impegno) attribuita a sant’Agostino
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… la prossimità “Nella scuola io vedevo ciascun ragazzo come fosse il solo, e lo vedevo con la sua storia, le sue virtù e i suoi difetti, le sue gioie, i suoi dolori e la sua prepotente vitalità. E così io parlavo e dialogavo con ciascuno di questi ragazzi” (G.Nosengo, “Didattica della Religione nella scuola media “, Roma, 1963, pag. 16).
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