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PubblicatoGiovanni Berardino Modificato 6 anni fa
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A cosa è dovuta la presenza dei cetacei nel golfo di Taranto?
Molti di noi si staranno chiedendo per quale motivo i cetacei abbiano scelto la nostra città come zona di rifugio. Iniziamo con il dire che la città di Taranto ha come stemma proprio il delfino , quindi anche la mitologia testimonia la presenza di questi mammiferi sin dall’antichità. Scientificamente parlando sono due le condizioni che permettono la loro permanenza nelle nostre acque: L’assenza della piattaforma batiale, il che vuol dire che ci sono profondità dei fondali marini molto elevate anche vicino alla costa (nel golfo di Taranto si superano anche i m di profondità). Il sistema alimentario: l’abbondanza di fitoplancton, plancton e pesce azzurro permette ai cetacei di vivere permanentemente nelle nostre acque.
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Classificazione dei cetacei
-ODONTOCETI -MISTICETI
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Misticeti Comprendono 11 specie, sono un sottordine dei cetacei, si differenziano dagli odontoceti per la presenza dei “fanoni”, che sostituiscono i denti. I fanoni sono organizzati su due file parallele simili a spessi denti dei pettini per capelli e sono fissati alla mascella. A seconda della specie di balena, ogni fanone può essere lungo da 0,5 a 3,5 metri e sono maggiormente larghi vicino alle gengive. I fanoni sono come un setaccio che trattengono l’acqua e fanno passare il plancton di cui si cibano. Balenottera Minore (4-10 metri) Balenottera Comune (maggiore di 10 metri)
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ODONTOCETI: Comprendono 69 specie, sono un sottordine dei cetacei e si differenziano dai misticeti per la presenza di denti ‘’veri’’. Si suddividono in base alla lunghezza , alla forma e al colore
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Stenella Tursiope Delfino Comune Grampo Steno
Lunghezza: 0 – 4 metri Stenella Tursiope Delfino Comune Grampo Steno
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Stenella Striata La sua caratteristica principale è la fiamma che parte dall’occhio e arriva fino alla pinna dorsale E’ la specie più presente nel golfo di Taranto. Dal 2007 ne sono state individuate circa 800 individui. Ha il corpo snello e slanciato (2m) e vive tra i 200 e i 500 metri. La caratteristica che la differenzia dagli altri delfini è la presenza di una “fiamma”(striatura) bianca che parte dall’occhio e finisce alla pinna dorsale, questa fiamma separa la parte superiore di colore grigio scuro dai fianchi di colore grigio chiaro, il ventre è sempre bianco.
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Tursiope Delfino dal naso a bottiglia, infatti presenta un rigonfiamento del melone, della mascella e della mandibola , le quali vanno a formare un rostro tozzo e allungato. E’ un delfino più costiero, infatti vive tra i 50 e i 200 metri di profondità. La pinna dorsale ha una forma triangolare, mentre le pinne pettorali sono chiamate ‘’flipper’’, ed è come un impronta digitale, infatti permette di distinguere individuo da individuo. Il colore è grigio con varie sfumature sul dorso e bianco sul ventre. E’ lungo tra i 3 e i 4 metri.
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Grampo Il Grampo non ha il rostro, ma ha la testa arrotondata (globosa). Presenta delle striature bianche sul dorso (depigmentazione), che cambiano da individuo a individuo, permettendo così di distinguerli. Vive intorno agli 800 metri di profondità.
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Delfino Comune Il delfino comune è definito così proprio perché è (era) il più diffuso. E’ caratterizzato dalla presenza di due macchie gialle di forma allungata presenti su entrambi i fianchi. Nel golfo di Taranto ne è presente solo uno, soprannominato dall’associazione “Jonian Dolphin Conservation” BIG GOLD (per la sua caratteristica). Big Gold essendo l’unico esemplare nella nostra zona vive con una famiglia di stenelle, come se fosse stato adottato. La sua caratteristica è la macchia gialla allungata presente su entrambi i fianchi
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Orca Globicefalo Pseudorca Zifio
Lunghezza: 4 – 10 metri Orca Globicefalo Pseudorca Zifio
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Lunghezza: maggiore di 10 metri
Capodoglio
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Capodoglio Il capodoglio è il più grande odontocete ed è l’apneista per eccellenza, infatti si immerge per circa 3 ore a profondità di 3000 metri, dove trova i calamari giganti. Per immergersi ha bisogno di zavorrarsi: raccoglie acqua all’interno della testa per solidificare la sostanza oleosa presente nel capo (da cui deriva il suo nome ”Capo d’Olio”).
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