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Lez. 9 b Lo scisma d’Occidente e l’età dei Concilii
Noi e gli altri [Roma e il mondo] appunti di storia medievale (IV-XV secolo) Lez. 9 b Lo scisma d’Occidente e l’età dei Concilii Prof. Marco Bartoli
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Dalla Christianitas medievale all’Europa
Per comprendere le ragioni del passaggio dalla Christianitas medievale all’Europa bisogna soffermarsi sulle evoluzioni interne alla Chiesa. 1377 il papa Gregorio XI tornava definitivamente a Roma, ma il 27 marzo 1378 moriva Il 18 aprile 1378, giorno di Pasqua veniva coronato pontefice il vescovo di Bari, Bartolomeo Prignano, con il nome di Urbano VI
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Lo scisma I cardinali (soprattutto quelli francesi) si pentirono dell’elezione di Urbano e il 20 settembre 1378, dopo ave dichiarato nulla l’elezione di Urbano) elessero un altro papa: Roberto di Ginevra, che prese nome Clemente VII Urbano VI Germania Inghilterra Fiandre Polonia Ungheria Italia delle Signorie Clemente VII Francia Regno di Sicilia Scozia Regni della Penisola Iberica
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Le conseguenze della divisione
Un’aspirazione alla Reformatio Ecclesiae In capite et membris : Pietro d’Ailly e Giovanni Gerson Una riflessione sulla Costituzione della Chiesa: Monarchica (come teorizzato da Bonifacio VIII nella Unam Sanctam) Conciliare (come teorizzato per la prima volta nella Epistola Concordiae di Corrado di Gelnhausen)
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Anche i santi si dividono
Come all’inizio dello scisma Caterina da Siena si era schierata decisamente per Urbano VI, suggerendo anzi l’idea di convocare un gruppo di uomini santi che pregassero per il papa Così altri santi, come Vincenzo Ferrer e Colette di Corbie si schierarono con il papa di Avignone.
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l Concili 1409 a Pisa, i cardinali delle due obbedienze promuovono un concilio, ma non ottengono l’abdicazione dei due papi e ne eleggono un terzo. Si formano tre obbedienze: Romana Avignonese Pisana 1414, il papa “pisano” Giovanni XXIII convoca il concilio a Costanza, cui è presente l’imperatore Sigismondo. Si chiesero le dimissioni dei tre pontefici (solo il papa “avignonese” Benedetto XIII si rifiutò) e si elesse un nuovo papa, Martino V, della famiglia Colonna (22 aprile 1418)
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I problemi religiosi Lo stesso Concilio di Costanza condannò Giovanni Hus, teologo boemo, che a Praga insegnava e predicava, seguendo le idee di Giovanni Wicliff. A nulla gli valse il salvacondotto dell’imperatore Sigismondo: venne messo sul rogo. Il Concilio aveva risolto il problema del contrasto tra i papi, ma aveva lasciato intatto il problema della Riforma della Chiesa.
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La crisi ussita Negli anni successivi al concilio di Costanza la frattura tra i seguaci di Hus e la chiesa ufficiale divenne insanabile. Gli ussiti si diffusero soprattutto nelle campagne della Boemia, ribattezzando località con nomi biblici, come il monte Tabor (ex Hradista). Essi godevano della protezione del fratello di Sigismondo, Venceslao, re di Boemia. Il 31 luglio 1419 Giovanni Ziska, capo degli ussiti, entrava con un esercito in Praga. Pochi giorni dopo (il 16 agosto) Venceslao moriva. La pretesa successione da parte di Sigismondo venne respinta.
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Moderati e radicali Tra gli ussiti, tutti persuasi della necessità di difendere l’identità nazionale boema, si crearono due correnti: Utraquisti che volevano la riforma della chiesa, la povertà del clero, la comunione sotto le due specie. Rifiutavano ogni accusa di eresia. Taboriti consideravano la gerarchia come chiesa dell’Anticristo; mantenevano solo due sacramenti, battesimo ed eucarestia (ma rifiutando la transustanziazione)
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Il Concilio di Basilea Martino V si era impegnato, al momento della sua elezione, a convocare un Concilio ogni 10 anni. Nel 1423 convocò un concilio a Pavia, che non ebbe seguito Nel 1431 convocò un concilio a Basilea, ma morì poco tempo dopo. Davanti al successore Eugenio IV, i padri conciliari proclamarono la superiorità del Concilio sul papa.
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Ancora il problema Ussita
Gli Utraquisti avevano accettato di partecipare al Concilio, e, in un secondo momento anche i Taboriti. Nel 1434, dopo una guerra in cui vennero sconfitti i Taborriti, si avviò una trattativa, che giunse Nel 1436 ai Compactata di Jihlava in cui: Si riconosceva il diritto di esistenza della chiesa utraquista, cattolica e obbediente a Roma, ma autonoma nella sua organizzazione Veniva riconosciuta la sovranità regia di Sigismondo.
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I rapporti con l’Impero d’Oriente
Nello scontro tra papa e Concilio, quest’ultimo decise di spostare il Concilio stesso a Ferrara (e poi a Firenze) 1439 I padri conciliari dichiararono eretico il papa ed elessero Amedeo VIII di Savoia, con il nome di Felice V L’imperatore Giovanni VIII Paleologo, alla ricerca di aiuto contro l’avanzata turca, preferì rivolgersi al papa. A Firenze venne proclamata l’unione tra le due chiese. Nel 1443 Eugenio IV bandiva una crociata contro i turchi, cui aderì solo l’Ungheria. Il 10 novembre 1444 l’esercito crociato venne sanguinosamente sconfitto a Varna.
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Le osservanze Il problema della Riforma della Chiesa non era sentito solo in capite, ma anche in membris. Molti ordini religiosi, nel periodo dello Scisma, avvertirono un’esigenza di rinnovamento, che venne caratterizzandosi come ritorno all’osservanza delle regole primitive. Così i seguaci di Caterina da Siena tra i domenicani (Raimondo di Capua) Così i seguaci di Pauluccio Trinci tra i Minori Tra di essi le 4 colonne: Giacomo della Marca Bernardino da Siena Alberto da Sarteano Giovanni da Capestrano
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I papi umanisti Dopo Eugenio IV, con Niccolò V inizia una serie di papi italiani, molto colti, che organizzarono a Roma una corte fastosa Nel frattempo, nel 1449 Felice V, abbandonato da tutti, abdicava (e si riconciliava) Nel 1453 Maometto II conquistava Costantinopoli Il papa Pio II, Enea Silvio Piccolomini, cercò di organizzare una crociata. L’unico successo: la battaglia di Belgrado del 1456 che vide protagonista Giovanni da Capestrano
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