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Conoscenza e vita quotidiana

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Presentazione sul tema: "Conoscenza e vita quotidiana"— Transcript della presentazione:

1 Conoscenza e vita quotidiana
Sociologia dei processi culturali Francesca Comunello, Lumsa A.A. 2018/2019

2 Conoscenza e costruzione sociale della realtà
Durkheim guardava ai fatti sociali come «cose» (realtà oggettiva); Weber si soffermava sui significati soggettivi attribuiti dagli individui alle proprie azioni Le due prospettive non sono incompatibili: «La società effettivamente possiede una oggettiva fattualità, e la società è davvero costruita da un’attività che esprime significati soggettivi» (Berger e Luckmann): costruzione sociale della realtà Schutz: fenomenologia; necessità di analizzare sociologicamente quelle esperienze e quelle attività in cui siamo immersi per la maggior parte del tempo e sulle quali di norma non ci soffermiamo a riflettere Ciò che diamo per scontato; conoscenze preteoriche, conoscenze pratiche che riteniamo ovvie; conoscenza di senso comune, ciò che «tutti sanno». Facciamo esperienza della realtà della nostra vita quotidiana nei termini di un mondo intersoggettivo (ne condividiamo la familiarità con gli altri)

3 Conoscenza e costruzione sociale della realtà
«Comunicare mediante il linguaggio, assumere dei ruoli sociali già definiti dalle istituzioni, usare il denaro come mezzo per acquistare o vendere un bene, persino infrangere una norma sapendo di trasgredirla sono tutte attività banali», che comportano l’esistenza di un corpus di conoscenze condivise con gli altri Le routine della vita quotidiana vengono percepite come non problematiche; soc. della conoscenza: problematizzare l’ovvio Soc. d. conoscenza: «si deve occupare di tutto ciò che passa per ‘conoscenza’ nella società (…) conoscenza del senso comune piuttosto che delle idee» (Berger e Luckmann) Realtà sociale: dimensione oggettiva e soggettiva

4 La dimensione oggettiva della realtà sociale
La vita quotidiana è in larga parte composta da sequenze di azioni reciproche (interazioni) tra individui dotati di una comune conoscenza del mondo sociale del quale condividono le strutture significative (struttura temporale, atti espressivi, categorie nelle quali inquadrare le esperienze comuni) Tipizzazioni: invece di considerare isolatamente gli oggetti della propria esperienza, le persone operano delle astrazioni rapportandosi alle proprie esperienze precedenti o a quelle altrui; ogni singola esperienza della vita quotidiana richiede un confronto con altre esperienze «tipiche» La conoscenza di senso comune ci fornisce gli schemi di tipizzazione necessari per affrontare le varie routine quotidiane; tutti confidano in una corrispondenza fra le proprie tipizzazioni e quelle altrui All’interno della «realtà oggettiva», incarnata in particolare dalle istituzioni, possiamo rilevare un «campionario delle tipizzazioni socialmente disponibili» (Berger e Luckmann)

5 La dimensione oggettiva della realtà sociale
Affinché possa esserci un’istituzione è necessaria una qualche forma di controllo da parte della società nei confronti degli individui che appartengono a essa La dimensione istituzionale si impone a ogni collettività (e consente di trascendere la natura biologica degli esseri umani): famiglia, scuola, religione, mercato, potere politico sono tutte istituzioni distintive delle società umane, la cui forma varia a seconda della collettività presa in esame Ciascuna condotta istituzionalizzata richiede l’esistenza di ruoli specifici: colui che svolge un ruolo adotta una condotta che è caratteristica di quel ruolo; un ruolo è rappresentativo di un più vasto contesto di condotte istituzionali; la conoscenza specifica dei ruoli da parte degli individui dipende dalla distribuzione sociale della conoscenza in generale Crescente differenziazione Numero crescente di ruoli nella vita quotidiana (esperienza del mondo sociale frammentata)

6 La dimensione oggettiva della realtà sociale
Le società contemporanee sono pluralistiche: un universo-nucleo comune a tutti e dato per scontato che coesiste con differenti universi parziali (culture e mentalità differenti) L’ordine sociale richiede una continua legittimazione delle proprie istituzioni (deve cioè essere spiegato e giustificato agli occhi delle varie generazioni) Fra i vari fattori della legittimazione: centralità degli universi simbolici (Berger e Luckmann): «l’universo simbolico crea un ordine per la percezione soggettiva dell’esperienza biografica. Le esperienze appartenenti a sfere di realtà diverse sono integrate dall’incorporazione nello stesso universo simbolico che le abbraccia tutte» Le istituzioni sono l’espressione dell’oggettivazione della realtà sociale così come la percepiamo. Ciò nonostante, la capacità delle istituzioni di fornire a tutti i membri della società una visione del mondo unificata e coerente non può più essere data per scontata»: le società contemporanee pluralistiche non presentano un unico universo simbolico integrato

7 La dimensione soggettiva della realtà sociale
Il mondo istituzionale viene vissuto dagli individui come una realtà oggettiva ed esterna, eppure si tratta pur sempre di un prodotto degli esseri umani, cioè di un’attività umana «oggettivata». Interiorizzazione: il mondo sociale esterno e oggettivo «entra» nella coscienza dell’individuo grazie alla socializzazione S. primaria: processo nel corso del quale il bambino diventa membro della società, in termini oggettivi e soggettivi (la società viene introiettata nel bambino); apprendimento cognitivo ed emotivo); «altro generalizzato» (rappresentativo della società in quanto tale, capacità di identificare i ruoli sociali astraendo dagli individui che li interpretano). S. secondaria: accesso a «sottomondi» particolari, retti da regole e da istituzioni specializzate che prevedono ruoli specifici e sono basati sulla divisione del lavoro Es.: gioco, passaggio dal gioco spontaneo («play», emulazione di un ruolo) a «game» (giochi organizzati e retti da regole) Se nella s. primaria la realtà sociale interiorizzata è quasi automaticamente una realtà indiscutibile, nella socializzazione secondaria il più vasto macrocosmo della società deve essere reso «convincente» agli occhi dell’individuo Processo aperto (ristrutturazione della personalità, ridefinizione del sé)

8 Le agenzie di socializzazione
Agenzie di socializzazione: gli ambiti specifici nei quali gli individui apprendono come si diventa membri della collettività (famiglia, educazione, comunicazione) Famiglia: gli antropologi hanno studiato i vari tipi di famiglia presenti nella pluralità delle culture; i sociologi si sono lungamente soffermati sulla famiglia «nucleare- coniugale» occidentale. Struttural-funzionalismo: dimensione educativa della famiglia; altri aspetti: differenza di genere, divisione sociale del lavoro, raport famiglia/stratificazione sociale Nei sistemi sociali moderni, la nascita di altre agenzie di socializzazione (scuola) ha sottratto alla famiglia alcune delle funzioni cui era inizialmente preposta (scuola e socializzazione secondaria, universo sociale più vasto e differenziato) Scuola: (oggi) la più grande istituzione formale esistente, seleziona gli individui, ne certifica le competenze, ne condiziona gli sbocchi occupazionali Mezzi di comunicazione: hanno trasformato quota significativa della nostra esperienza del mondo sociale in esperienza mediata

9 Conoscenza ordinaria e conoscenza scientifica
In ciascuna società, solo un gruppo ristretto riflette sulle Weltanschauungen, mentre tutti sono partecipi del processo di conoscenza del mondo sociale quotidiano Garfinkel (etnometodologia): ogni dettaglio della vita ordinaria può rivelare meccanismi che rendono possibile l’ordine sociale Schutz: gli individui non mettono in questione l’oggettività del mondo della vita quotidiana, nelle situazioni di routine conservano la propria fiducia nell’esistenza del mondo sociale, considerandolo come reale e oggettivo Etnometodologo: rendere visibili simili dinamiche; accounts (descrizioni e spiegazioni): unità di analisi rilevante Riflessività: le spiegazioni dei fatti quotidiani non possono essere distinte dai fatti che prendono in considerazione (accounts intellegibili solo in relazione a un contesto specifico)

10 Conoscenza ordinaria e conoscenza scientifica
Espressioni linguistiche con significato indicale (dipendente dal contesto) Es.: «Come va?»; chiedere spiegazioni sul senso preciso della domanda provoca una frattura nella normalità della conversazione Garfinkel: società e modalità di spiegazione della stesa sono inseparabili Microsociologia: interazioni f-t-f come unica unità da analizzare Cosa tiene unita una società, allora? Garfinkel: la realtà mantiene una sua integrità nel momento in cui nessuno la mette in questione; indicalità e riflessività sempre presenti, ma noi evitiamo di vederle (Collins) Etnometodologia: anche il sapere scientifico è il prodotto culturale di un’attività sociale

11 La sociologia della conoscenza scientifica
Rispetto ad altre forme sociali di conoscenza, la conoscenza scientifica ha un primato in termini di oggettività e universalità Differenza con altre forme di «credenza» (mito, magia, religione, senso comune): un assunto di senso comune è ritenuto vero in quanto collettivo, un asserzione scientifica diviene collettiva in quanto vera MA anche la scienza è soggetta al cambiamento ed è prodotto sociale Merton: condizionamento sociale della conoscenza scientifica, analisi sociologica della professione dello scienziato Anche la verità scientifica è il prodotto di pratiche cognitive radicate all’interno di un preciso sistema sociale Per decenni gli epistemologi hanno respinto l’idea che variabili sociali esterne alla scienza la potessero influenzare

12 Popper e Kuhn: la logica della conoscenza scientifica
Karl Popper, Logica della scoperta scientifica (1934): senza nuove congetture non potrebbero esserci nuove scoperte; nel corso della storia le teorie scientifiche sono soggette a revisione La validità scientifica di una teoria non risiede nella sua verifica empirica, ma nella falsificabilità di un sistema (sono scientifiche quelle teorie che si prestano ad essere falsificate, che sono valide fino a prova contraria) Thomas Kuhn: La struttura delle rivoluzioni scientifiche (1962), «Un elemento arbitrario, composto da accidentalità storiche e personali, è sempre presente, come elemento costitutivo, nelle convinzioni manifestate da una data comunità scientifica in un dato momento» Paradigma: L’intero complesso di credenze, valori e tecniche condivisi dai membri di una data comunità scientifica Le concrete «soluzioni-di-rompicapo» della scienza normale

13 Kuhn: scienza normale e rivoluzione scientifica
Nelle fasi di scienza normale, gli scienziati non sono impegnati a elaborare nuove teorie; ricerca basata in maniera stabile sui risultati raggiunti storicamente dalla scienza in un dato momento La scoperta di fenomeni nuovi può far sorgere rompicapo non risolvibili nel quadro della scienza normale: l’episodio dunque rompe lo sviluppo cumulativo della scienza normale Mutamento di paradigma; incommensurabilità dei due quadri concettuali Rivoluzione scientifica: rottura con la prassi tradizionale, introduzione di nuova p. Un paradigma governa in primo luogo un gruppo di ricercatori piuttosto che un campo di ricerca «Programma forte» soc. scienza: costruzione di credenze scientifiche vere può essere studiata dalla sociologia


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