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PubblicatoMichela Leonardi Modificato 6 anni fa
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Cos’è la filologia filologìa s. f. [dal lat. philologĭa, gr. ϕιλολογία, comp. di ϕιλο- «filo-» e λόγος «discorso»; propr. «amore dello studio, della dottrina»]. – Insieme di discipline intese alla ricostruzione di documenti letterarî e alla loro corretta interpretazione e comprensione, sia come interesse limitato al fatto letterario e linguistico, sia con lo scopo di allargare e approfondire, attraverso i testi e i documenti, la conoscenza di una civiltà e di una cultura di cui essi sono testimoni
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Ricostruzione I testi antichi sono copie di un originale spesso perduto. Le copie non sono sempre esatte e l’errore materiale può compromettere anche il significato del testo. Per questo il filologo deve cercare di ricostruire il testo attraverso il confronto fra i vari manoscritti (o copie a stampa) Il confronto tra i vari testi si chiama COLLAZIONE La rappresentazione grafica della collazione è lo stemma codicum
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Ricostruzione: lo STEMMA CODICUM
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Ricostruzione :Edizione critica
Nella filologia o critica testuale, per edizione critica di un testo si intende una pubblicazione del testo stesso mirante a ristabilirne la forma originale, il più possibile rispondente alla volontà dell'autore, sulla base dello studio comparato (collazione) di ciascun passo dei diversi testimoni diretti e indiretti esistenti, siano essi manoscritti o testi a stampa. L'edizione si presenta perciò con un apparato critico che riporta le lezioni varianti. Può anche presentare uno stemma codicum riportante la familiarità tra i vari testi messi in relazione per rintracciarne l'archetipo.(Wikipedia) L’edizione critica è il primo prodotto scientifico della cultura occidentale : spiega il processo compiuto per arrivare al risultato ed è falsificabile (se, per esempio , viene scoperto un nuovo manoscritto non presente nelle stemma codicum tutto l’impianto viene messo in discussione ).
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Interpretazione: l’allegorismo medievale
Il Medio Evo interpreta in modo non filologicamente corretto i testi della classicità, rileggendoli in ottica cristiana: è quella che si definisce un’ interpretazione allegorica. Si pensava che gli autori classici , pur non conoscendo Dio fossero da lui ispirati,quindi occorreva ricavare dal testo il «vero» significato, ignoto anche all’autore . Es. Virgilio IV Bucolica(39 a.C.) : ritorna il regno di Saturno; ormai discende già dal cielo una nuova progenie. Sorridi benevola al Bambino nascente, con il quale cesserà l'età del ferro e sorgerà quella dell'oro in tutto il mondo, o casta Lucina [dea del parto], poiché già regna il tuo Apollo. Questo evo glorioso avrà inizio durante il tuo consolato, o Pollione [40 a.C.], quando i grandi mesi e cominceranno il loro corso. Sotto la tua guida qualsiasi traccia rimasta della nostra colpa svanirà, liberando la terra dalla sua perpetua paura. Egli [il Bambino] riceverà vita divina e vedrà 16 gli eroi mescolati con gli dei, e sarà lui stesso visto da loro. Ed egli dominerà un mondo reso pacifico dalla virtù del padre.
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Interpretazione: Dante e Lorenzo Valla di fronte a un falso storico.
Dante deplora la Donazione di Costantino e scrive, nella Divina Commedia (Inf. XIX): Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, non la tua conversion, ma quella dote che da te prese il primo ricco patre! Ma non ne mette in discussione la validità documentale . Lorenzo Valla, grande umanista, ne prova la falsità con argomentazioni logiche e storiche: E, ciò che è molto più assurdo e non rientra nella realtà dei fatti, come si può parlare di Costantinopoli come di una delle sedi patriarcali, quando ancora non era né patriarcale né una sede né una città cristiana né si chiamava così, né era stata fondata, né la sua fondazione era stata decisa? Infatti il privilegio fu concesso tre giorni dopo che Costantino si fece cristiano, quando Bisanzio esisteva ancora e non Costantinopoli. »
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Interpretazione: l’interpretazione del testo sacro.
La Chiesa cattolica parlava di quattro livelli di significato nella Scrittura, il fatto è che oltre al significato letterale i tre livelli più profondi erano tutti allegorici. Dunque, tutta la Scrittura era di fatto allegorica e il vero significato non poteva essere determinato a prescindere da un’allegorizzazione del testo sacro. Contrariamente a questa concezione, i riformatori sostennero il metodo storico-grammaticale. Con questo si voleva dire varie cose: che la Scrittura è la registrazione della rivelazione di Dio nella storia, e che un testo deve essere spiegato nel suo contesto storico. Per esempio, si deve comprendere ciò che il tempio significava per Salomone ed Israele quando fu costruito, per comprendere cosa Dio sta dicendo a noi oggi quando leggiamo della sua costruzione.
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Interpretazione: l’interpretazione del testo sacro
Dio scrisse la Scrittura nel nostro linguaggio in modo che la potessimo comprendere. Dio parlò di Se Stesso chiaramente. Calvino paragonò il modo di parlare di Dio con noi al "balbettìo" di una bambinaia che parla in un modo che un bimbo può capire. Con metodo storico-grammaticale i riformatori intendevano che la Scrittura deve essere presa alla lettera. Ovviamente ciò non deve essere applicato in modo rigido alle parti in cui sono impiegati simboli e figure, in modo da prenderli alla lettera. Lutero espresse questo concetto così: «Il lettore Cristiano dovrebbe, come primo suo compito, cercare quale sia il senso letterale, come viene chiamato. Perché esso soltanto è l’intera sostanza della fede e della teologia Cristiana» Questo senso letterale distrugge l’allegoria una volta per tutte. Lutero la condannò acutamente come "mero gioco di prestigio," "un vana ricerca," "trucchetti scimmieschi," e "linguaggio di babbei." I riformatori non negavano che alcune Scritture sono più difficili da comprendere rispetto ad altre, ma, come disse Lutero: "Un passaggio dubbio ed oscuro deve essere spiegato da un passaggio chiaro e sicuro« Ovviamente in questo modo si contestava la funzione principale della Chiesa cattolica: il suo ruolo di intermediazione fra la Bibbia e i fedeli.
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