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Il mito e le caratteristiche del racconto mitico

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Presentazione sul tema: "Il mito e le caratteristiche del racconto mitico"— Transcript della presentazione:

1 Il mito e le caratteristiche del racconto mitico
Mito ed Epica Il mito e le caratteristiche del racconto mitico

2 1. Che cos’è il mito? Ha l’aspetto di un racconto attraverso il quale gli uomini del passato cercavano di dare risposta ai grandi interrogativi della vita o di spiegare fenomeni naturali misteriosi. La parola “mito” deriva dal latino mytho(n), a sua volta ripreso dal greco my´thos (= parola, discorso), nell’accezione di “discorso narrativo, narrazione”. Indica un racconto che nel tempo si è caratterizzato per i contenuti favolosi, legati all’ambito sacro e spesso ambientati in un’atmosfera fiabesca. Più precisamente, il termine designa un racconto orale sacro. Si contrappone nel pensiero filosofico greco al logos, ossia al discorso razionale che prevede dimostrazioni rigorose fondate su verità.

3 Quali sono i temi principali?
I miti appartengono a tutte le tradizioni culturali e raccontano: L’origine del cosmo L’origine dei fenomeni naturali e dell’uomo Il destino dell’umanità La nascita e la storia di una civiltà

4 Esempio: il mito di Demetra e Persefone
PER SPIEGARE LE STAGIONI PER SPIEGARE LA CARESTIA Attraverso il dolore della dea del raccolto Demetra, per il rapimento della figlia Persefone ad opera di Ade, il mito dà una spiegazione del fenomeno delle carestie: la divinità chiudendosi in se stessa trascura di far maturare il grano, e gli uomini ne pagano le conseguenze. A seguito dell’inganno di Ade, Demetra decretò che nei sei mesi che Persefone fosse stata nel regno dei morti, nel mondo sarebbe calato il freddo e la natura si sarebbe addormentata, dando origine all'autunno e all'inverno, mentre nei restanti sei mesi la terra sarebbe rifiorita, dando origine alla primavera e all'estate.

5 TEMPO… un passato lontano
Chi sono i protagonisti: Dei Esseri semidivini Eroi TEMPO… un passato lontano le vicende si collocano in un passato lontano e riflettono la mentalità dei popoli che le hanno tramandate. i racconti mitici rappresentano il patrimonio culturale delle civiltà più antiche

6 2. In quali culture si trovano i miti?
Non è raro che miti affini si ritrovino in popolazioni che non sono mai entrate in contatto tra loro. come è possibile? Gli studiosi parlano di ARCHETIPI: cioè di strutture basilari e costanti dell’esperienza umana ( ad es. la paura delle catastrofi, della morte, il conflitto fra generazioni..) : quando questi emergono nella mente umana danno vita a narrazioni che possono produrre esiti simili in contesti differenti.

7 Miti affini si ritrovano in popolazioni mai venute a contatto…miti transculturali
I GIGANTI: Mitologia greca: figli di Crono e Gea, fecero guerra agli dei dell’olimpo (Gigantomachia), secondo i greci i terremoti erano causati da quelle creature sepolte. Anche i Ciclopi, rappresentati in particolare da Polifemo nell’Odissea. Mitologia nordica o norrena : (TROLL)il mondo ebbe origine dai giganti (Ymir); rappresentano il caos ancestrale che minaccia in continuazione il mondo razionale e ordinato degli dèi ( come nella tradizione greca) Giganti biblici: La Bibbia riporta anche il famoso combattimento fra David e il gigante Golia.

8 2.1 L’eredità del mito: quali sono i discendenti del mito?
La diretta discendente del mito è la fiaba. Le vecchiette, le fate o le streghe che guidano il destino dell’eroe sono presenti in molte tradizioni folkloristiche Un altro erede del mito è la tragedia. Nella Grecia antica, i grandi tragediografi utilizzano i racconti mitici nelle loro opere, incentrate sull’indagine dell’animo umano (  ma anche la letteratura verrà influenzata dal mito)

9 Dal mito alla fiaba fino alla letteratura
Dal mito  Fiaba  Letteratura Le tre vecchiette spaventose che tengono in mano il destino dell’uomo: sono coloro che tessono la sorte degli uomini Le Moire della mitologia greca Le Parche di quella Latina Le Norne del mito scandinavo (Norn" (Nornir al plurale) che significa "[colei che] bisbiglia [un segreto]", esse vivono presso la fonte di Urðarbrunnr, ove tessono il filo del destino o, a seconda delle fonti, incidono le rune) Le parche reinterpretate nel Macbeth di Shakespeare come tre streghe) hanno in comune con le Norne irlandesi, oltre che il numero tre, anche l’idea di indirizzare il destino dell’uomo.

10 3. Le forme del mito Si definiscono miti etno-religiosi quelli che appartengono ad un popolo o a un culto specifico. Si tratta di racconti fondatori, anonimi e collettivi: rappresentano il patrimonio condiviso. Hanno il compito di rivelare l’irruzione del sacro e del soprannaturale nella quotidianità (es. spiegare le catastrofi e rispondere alle domande dell’origine della vita) È tramandato a voce e non ha un autore  tradizione orale anonima Sono modelli di comportamento morale e religioso: tramite apparizioni divine e prodigi che premiano gli uomini giusti e puniscono gli empi.

11 3.1 La trasmissione orale del mito: Aèdi
Il mito è un racconto che ha origine nella notte dei tempi e che veniva tramandato oralmente di generazione in generazione, diventando in tal modo parte della tradizione e del sapere fondante di un popolo. Trasmesso all’interno di una cultura che non conosce ancora la scrittura, il racconto mitico è affidato alla memoria popolare. I primi depositari di questa sapienza saranno stati di certo gli anziani Con la formazione di comunità autonome, ma unite da scambi commerciali e culturali, la memoria collettiva si allarga. Le esperienze vengono condivise e anche il mito subisce integrazioni e variazioni grazie agli apporti esterni. Non sono più solo i vecchi del villaggio a narrare le storie, ma emergono personaggi dotati di una tecnica mnemonica particolare. Si tratta di veri e propri cantori di professione, detti con termine greco aèdi I cantori riferivano questa loro capacità alla divinità. Al momento di iniziare il canto, l’aèdo invocava le Muse, figlie di Mnemosyne (personificazione della Memoria) e di Zeus. Si trattava di nove sorelle protettrici delle scienze e delle arti;

12 3.2 classificare i miti Non è facile classificare i vari tipi di mito, dal momento che i racconti di frequente si intersecano tra di loro. Tuttavia, sulla base dei temi che i miti trattano, è possibile individuare alcuni filoni fondamentali, spesso rintracciabili all’interno di racconti secondari.

13 Miti cosmogonici: descrivono la creazione e l’ordinamento del cosmo ad opera delle divinità.
Secondo i Greci, all’origine c’era una realtà oscura e indistinta, il Caos, dal quale si è autogenerato l’universo. Il poeta greco Esiodo (VIII-VII sec. a.C.) raccoglie le storie mitiche su questo argomento in Le opere e i giorni e nella Teogoniaes. “In principio dunque fu Caos»

14 Miti teogonici: incentrati sulla nascita e sull’affermazione degli dei.
Zeus si unisce a Meti, che aveva assunto molte forme per non accoppiarsi con lui; quando rimane incinta, si affretta a inghiottirla perché lei andava dicendo che, dopo la figlia che stava per dare alla luce, avrebbe generato un figlio che sarebbe diventato signore del cielo. Temendo che ciò avvenisse, Zeus la ingoiò. Quando giunse il momento della nascita, Promèteo, ma secondo altri Efesto, lo colpì con una scure alla testa e, dal cranio del dio, presso il fiume Tritone, balzò fuori Atena rivestita di armi. (Pseudo-Apollodoro, Biblioteca)

15 3. Miti eziologici: spiegano l’origine dei fenomeni,dei nomi, rituali e costumi di una popolazione, nonché dei sentimenti. Come l’origine di un rito religioso (Apollo che fonda il santuario di Delfi), la costruzione di una città (Romolo e Remo che fondano Roma), l’uccisione di mostri (Teseo che uccide il Minotauro), i fenomeni naturali (l’alternarsi delle stagioni, rappresentato dai Greci nelle storie di Persefone e Demetra, corrispondenti a quelle romane di Proserpina e Cerere), o l’origine dei nomi dei luoghi, come nella storia di cui sono protagoniste le Arpie ( sull’origine del cambiamento del nome del fiume Tigri che, dopo esservi caduta in combattimento una Arpia oggi è chiamato Arpi)

16 4. I miti degli eroi: Sono i miti che narrano le storie di personaggi che si collocano tra il divino e l’umano, i cui campioni greci sono Ercole, Giasone, Perseo, Teseo, Achille e tanti altri. I cicli degli eroi: il ciclo di Eracle in cui il più grande eroe dei Greci, conosciuto e adorato dai Romani con il nome di Ercole, è l’autore delle famose dodici fatiche che gli hanno valso gloria. il ciclo di Teseo, che narra le gesta di Teseo, eroe ateniese protagonista di imprese sin dalla gioventù, la più importante delle quali è l’uccisione del Minotauro a Creta. il ciclo troiano, nel quale sono raccontate le vicende della guerra decennale tra Greci e Troiani, della caduta della città e del ritorno degli eroi alle loro terre; il ciclo degli Argonauti, protagonista del quale è l’eroe Giasone. Insieme ai compagni, sulla nave Argo (da cui Argonauti), va alla conquista del vello d’oro, cioè della pelle del montone d’oro custodito da un drago in un bosco sacro in una terra posta al di là del mare, mai solcato dall’uomo; il ciclo tebano, è la narrazione delle vicende disgraziate di almeno tre generazioni di re di Tebe: Laio, Edipo e i due figli di quest’ultimo, Eteocle e Polinice.

17 4. Il mito letterario in un’epoca successiva, quando il mito non ha più funzione conoscitiva e religiosa e viene scalzato dal logos, a quello etno-religioso si affianca il mito letterario, che si caratterizza: Ha un autore ( non è più un racconto anonimo) Origine: Può nascere da miti antichi già noti = mito preesistente già tramandato oralmente Il mito può aver avuto origine in letteratura ed è ricavato da una o più opere letterarie. Esempio: il mito di Odisseo/ Ulisse è legato al poema che lo contiene, l’Odissea, e alla figura del suo leggendario autore, Omero, che avrebbe accorpato e ordinato racconti anonimi tramandati oralmente  vedi la questione omerica

18 TRASMISSIONE DEL MITO I miti hanno una genesi orale: all’inizio sono trasmessi solo oralmente. I primi poeti a fissare per iscritto l’intero patrimonio mitologico: OMERO: con i suoi capolavori epici ESIODO: che nel suo poema Teogonia tenta per la prima volta di riordinare in versi il repertorio mitico e religioso OVIDIO: sistemazione dei miti greco-romani nelle sue Metamorfosi

19 Le scelte espressive L’oralità  connota l’origine del mito e ne influenza la struttura narrativa, infatti con la trasmissione orale i personaggi sono ben delineati e le trame riconoscibili; Quando il mito incomincia ad essere fissato per iscritto  fino all’epoca è collegato alla forma poetica, risultando quindi complesso . Per comprendere appieno i contenuti archetipici saranno necessarie alcune operazioni di decodifica formale e del contenuto  LA PARAFRASI (Laboratorio di scrittura)

20 Ci sono miti moderni? Nel corso dei secoli sono divenuti miti letterari personaggi come : Amleto, Dr Faust, Don Chisciotte, Don Giovanni. La letteratura e il cinema horror hanno prodotto nuovi personaggi mitici come: Il conte Dracula di Bram Stroker Il mostro di Frankenstein di Mary Shelley Gli Zombi del regista George Romero Anche Internet sta generando nuove forme mitiche: Le leggende metropolitane (es. alligatori nelle fogne di NY; Bloody Mary allo specchio ti graffia la faccia; la vasca di ghiaccio e gli organi scomparsi; l’autostoppista fantasma; la gomma da masticare per digerirla impiega 7 anni… ) Creepypasta, le storie d’orrore prive di autori


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