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TECNICHE DI INTERVENTO IN PSICOTERAPIA SISTEMICA INTEGRATA I

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Presentazione sul tema: "TECNICHE DI INTERVENTO IN PSICOTERAPIA SISTEMICA INTEGRATA I"— Transcript della presentazione:

1 TECNICHE DI INTERVENTO IN PSICOTERAPIA SISTEMICA INTEGRATA I
COMMUNITY LAB DOTT.SSA BORIANI SANDRA

2 COMMUNITY LAB CHE COS’E’
E’ un nuovo metodo per l’innovazione nella PA applicabile a settori diversi, in cui si rende necessario favorire processi collettivi Consiste nell’analisi di casi concreti, nella lettura di bisogni in cui la risposta alle esigenze è prodotta in modo partecipativo, coinvolgendo i cittadini e non solo i tecnici Si parte dunque dal “bisogno” per arrivare alle soluzioni in modo condiviso.

3 COMMUNITY LAB COME SI METTE IN PRATICA: 1) LEGGENDO IL CONTESTO
Crisi delle istituzioni conseguente esodo dalla cittadinanza Mancanza di risorse sia pubbliche che private / aumento dei bisogni Istituzioni delegittimate Nuove vulnerabilità del ceto medio Conflitti tra i gruppi sociali Arroccamento/resistenze corporative

4 COMMUNITY LAB COME SI METTE IN PRATICA: 2) CONOSCENDO IL SUO DECALOGO
“METTERSI IN MOTO” e “IN GIOCO” “SIMPATIZZARE” con il cambiamento in atto. “RICOLLETTIVAZIONE”: riappropriarsi in modo collettivo dei bisogni/problemi e delle risposte/risorse della comunità e delle istituzioni “SPERIMENTARE” nuove modalità di relazione tra i cittadini e tra servizi “SI PUO’ FARE”: ridare fiducia: sostenere la consapevolezza di poter incidere nel proprio contesto, passando dall’individuale al collettivo

5 CONDIVISIONE E CIRCOLARITÀ delle informazioni e delle tematiche
FAVORIRE PRATICHE INCLUSIVE nel gruppo: avere cura delle relazioni, saper cogliere le potenzialità inespresse, i talenti nel rispetto dei ruoli istituzionali, delle competenze e dei saperi maturati SUPERAMENTO DELLA FRAMMENTAZIONE degli approcci per una visione globale OLTRE I TARGET: affrontare dimensioni nuove, trasversali del disagio sociale, includendo diverse fasce di età e gruppi sociali LA TRASVERSALITA’ porta al ripensamento degli “oggetti” di lavoro, intese come nuove tematiche e modificazioni delle denominazioni e dell’ampiezza dei problemi

6 COMMUNITY LAB COME SI METTE IN PRATICA:
3) Riflettendo sul significato di “WELFARE PUBBLICO PARTECIPATO” Pensare che il WELFARE SIA DEI CITTADINI; RIPENSARE alle modalità consuete di considerare i problemi, i destinatari, gli attori coinvolgibili e i settori su cui e con cui intervenire Usare un APPROCCIO SISTEMICO: fare rete nel rispetto delle competenze e dei ruoli, cercando maggior interazione e scambio Superare il concetto di PA/servizi come strumento destinato ai residuali: progettare e investire sul coinvolgimento della comunità (concetto della “ricollettivazione”); Avere una VISION PROGRAMMATORIA: essere visionari vuol dire innovare il processo programmatorio (interconnessione tra i vari livelli operativi/decisionali, macro/micro) Essere conservatori di “Cose Buone” ed essere un “Buon Gestore Dell’Oggi”

7 COMMUNITY LAB COME SI METTE IN PRATICA: 4) RENDENDOLO EFFICACE
Facilitare/ACCOMPAGNARE questo nuovo processo e metodologia: ogni innovazione è una nuova forma di vita che va accompagnata nella sua nascita, nella crescita e va protetta dalle dinamiche competitive e conflittuali che può produrre nei diversi contesti territoriali, organizzativi e relazionali. Affinchè un laboratorio partecipativo possa generare progettualità sono necessari dai 12 ai 18 mesi.

8 COMMUNITY LAB COME SI METTE IN PRATICA:
5) RIPORTANDO IL METODO AI TAVOLI DI PRIMO LIVELLO Sperimentazione del metodo all’interno del gruppo/tavolo di lavoro Creazione della “prima cabina di regia” Ampliamento della “prima cabina di regia” ad altri Riproduzione e distaccamento del tavolo per la sperimentazione di azioni concrete

9 COMMUNITY LAB COME SI METTE IN PRATICA:
6) FARE PERCORSI DI “CONDIVISIONE” L’attivazione e la cura di gruppi e individui con cui non è semplice interagire (momenti per piccoli gruppi, altri per grandi, forme di elaborazione razionale/emotiva..) Cabina di regia (amministratori, tecnici, terzo settore, cittadini, volontari, con persone) , poi cabina di regia allargata ( persone), porte girevoli (incontri con la cittadinanza, visibilità del processo, ecc. cene, camminata, eventi, ecc. ) Agganciare, non progettare. Le assemblee hanno delle regole

10 COMMUNITY LAB COME SI METTE IN PRATICA: 7) DEFINENDO GLI INVITATI
Tenere conto della ‘rappresentatività’ orizzontalità (gruppi coinvolti nel problema ma estranei tra loro)/verticalità (diversi livelli gerarchici) Grado di prossimità con le istituzioni (fiducia nelle istituzioni: dentro-dentro, dentro-fuori, fuori-fuori) Creatività in materia di comunicazione sociale (allargare il giro)

11 COMMUNITY LAB COME SI METTE IN PRATICA: 8) LAVORANDO COSI’…
Allestendo interventi rivolti alla cittadinanza che intercettano un ‘target’ ampio da cui emergono vulnerabilità di diverso tipo e risorse che hanno qualche ritrosia a proporsi Individuando l’oggetto di lavoro Chi deve impegnarsi deve identificarsi nell’oggetto altrimenti si avranno seguaci più che collaboratori (avere altri occhi e mani) Allestendo un sistema di collaboratori

12 COMMUNITY LAB METTERE A FUOCO NUOVE PROSPETTIVE ESSERE VISIONARI
LIBERARE le potenzialità inespresse RIAPPROPRIARSI INSIEME DEI BISOGNI E DELLE RISORSE COMMUNITY LAB


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