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Lezione 15 Sequencing Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico)

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Presentazione sul tema: "Lezione 15 Sequencing Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico)"— Transcript della presentazione:

1 Lezione 15 Sequencing Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico)

2 Cos’è un sequencer Il sequencer è un dispositivo (hardware o software), utilizzato in campo musicale, che permette di: registrare creare modificare riprodurre sequenze di segnali di controllo, al fine di comandare uno o più strumenti elettronici. Non è un registratore/riproduttore audio: memorizza segnali di controllo, non forme d’onda. Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

3 Principali funzionalità (in MIDI)
Registrazione di eventi MIDI Esecuzione di eventi MIDI Salvataggio di sequenze MIDI SMF e formati proprietari Gestione e manipolazione multitraccia tramite interfaccia grafica: operazioni di modifica puntuale sugli eventi MIDI operazioni “cumulative” sulle tracce (cancellazioni, traslazioni, trasposizioni, …) Visualizzazione Esempi: lista testuale, piano roll, partitura Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

4 Descrizione simbolica degli eventi musicali
Rispetto alla forma d’onda, la descrizione simbolica presenta alcuni svantaggi: richiede HW dedicato per poter essere ascoltata il risultato è dipendente dalla qualità dell’HW ma molti vantaggi: è molto più compatta mantiene il significato semantico di ogni singolo evento, che può quindi essere trattato da un punto di vista musicale Esempio: trasposizione di una sola parte in un contesto polifonico nell’audio e nel simbolico Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

5 MIDI non è un formato simbolico
Codifica dell’altezza: il concetto di pitch fa collassare scritture differenti su un unico valore numerico Esempio: 67 è G#4 oppure Ab4? Codifica della durata: il concetto di durata in MIDI tick non tiene conto della scrittura musicale che origina tale valore Esempio: un quarto con segno di articolazione “staccato” che ne erode metà del valore è indistinguibile da un ottavo seguito da una pausa da un ottavo Numerosi simboli della scrittura musicale sono assenti Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

6 MIDI è un formato di performance
MIDI si colloca a metà strada tra la descrizione simbolica e quella audio della musica. Si definisce pertanto formato subsimbolico o di computer-driven performance Una visualizzazione corretta del MIDI è data dal Piano Roll, che non interpreta altezze e durate ma le rappresenta secondo i dati MIDI Una visualizzazione (spesso) erronea è la trascrizione automatica su pentagramma a partire da MIDI Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

7 Visualizzazione Piano Roll
Piano Roll di Cakewalk Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

8 Cenni storici sUI SEQUENCER
Sezione 15.1 Cenni storici sUI SEQUENCER Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

9 I primi sequencer hardware
Un sequencer hardware è una macchina dedicata Anni ‘50: Primi dispositivi elettromeccanici Wall of Sound ed Electronium, entrambi di Raymond Scott Anni ‘60: primi sintetizzatori analogici sequenza di tensioni elettriche controlla direttamente i VCO (Voltage Controlled Oscillator) del sintetizzatore, e quindi l'intonazione del timbro sintetizzato e Step Sequencer ripetizione ciclica di una (breve) sequenza di controllo preimpostando tutti gli step, ossia una serie di voltaggi che compongono la sequenza. Il segnale di controllo si usa per generare una melodia o per controllare altri parametri del sintetizzatore (ad es. la frequenza di taglio dei filtri) Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

10 Il Wall of Sound di Raymond Scott
Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

11 L’Electronium di Raymond Scott
Electronium: Instantaneous Composing/Performance Machine Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

12 I sequencer hardware negli anni ‘70
1971: Ralph Dyck sviluppa il prototipo di un sequencer analogico che sfrutta la tecnologia digitale per memorizzare gli eventi (circa 1000). 1976: Roland sviluppa il prototipo di Dyck e mette in commercio il sequencer MicroComposer MC8 ha molta più memoria del prototipo presenta otto tracce programmabili (pilota più di uno strumento o supporta polifonia su un unico strumento) adotta la tecnologia digitale solo per la memoria interna, mentre le uscite sono analogiche è programmabile tramite tastierino numerico Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

13 Roland MicroComposer MC-8
Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

14 Dall’approccio hardware all’approccio software
I sequencer hardware: hanno limiti di memoria non supportano segnali di controllo digitali sono difficili da programmare non sono interoperabili sono poco compatibili con altri dispositivi Intanto, negli anni ‘80: si afferma il PC, miniaturizzato e meno costoso si afferma il protocollo MIDI Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

15 Un sequencer software è un programma in esecuzione su una macchina
I sequencer software Un sequencer software è un programma in esecuzione su una macchina Esempi notevoli Steinberg Cubase (1989): scritto per computer Atari e successivamente prodotto anche per Apple Macintosh e Microsoft Windows Twelve Tone Systems Cakewalk (ora Cakewalk Sonar): principale contendente di Cubase Nascono entrambi come sequencer MIDI multitraccia “puri”, ma nelle nuove versioni introducono plug-in secondo lo standard VST (Virtual Studio Technology) per l’audio digitale Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

16 Confronto tra sequencer HW e SW
I sequencer hardware sono stati molto diffusi fino all'avvento dei più flessibili sequencer software Vantaggi dell’approccio software: uso di interfacce grafiche integrazione con i sintetizzatori virtuali espandibilità e flessibilità dei moderni computer adozione di un protocollo standard (MIDI) I sequencer digitali basati sull'elettronica sono ancora indispensabili componenti per alcuni strumenti musicali come sintetizzatori e drum machine Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

17 L’evoluzione verso le DAW
Una Digital Audio Workstation (DAW) è un sistema elettronico progettato per la registrazione, l'editing e la riproduzione dell'audio digitale Esempi Digidesign Pro Tools: supporta fino a 192 tracce a 96 KHz, 24 bit indipendentemente dall'hardware della piattaforma host Cubase, Logic Pro, Cakewalk: inizialmente sequencer MIDI Cockos Reaper: sequencer multitraccia con gestione di eventi MIDI e di audio digitale, disponibile con licenza shareware e liberamente utilizzabile per scopi non commerciali Altri esempi di DAW software free: Audacity e Ardour Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

18 RENDERE MENO ARTIFICIALI i FILE MIDI
Sezione 15.2 RENDERE MENO ARTIFICIALI i FILE MIDI Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

19 L’esecuzione perfetta e l’artificialità
Un’esecuzione pedissequa della musica, priva di imperfezioni, variazioni ritmiche ed agogiche, ecc. suona estremamente artificiale all’orecchio umano Esempio dei 16 violini primi di un’orchestra perfettamente all’unisono La sensazione di artificialità viene aumentata dall’utilizzo di timbri sintetici poveri o di suoni campionati di bassa qualità Obiettivo (discutibile): rendere più “umana” la performance di una sequenza MIDI Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

20 Quantizzazione MIDI La quantizzazione MIDI è il processo di allineamento degli eventi MIDI ai valori di una griglia predeterminata. Gli eventi intermedi vengono disposti nella posizione più prossima. Cosa succederebbe registrando un live performer senza impostare la quantizzazione? I sequencer tipicamente quantizzano gli eventi. Per rendere meno artificiale il risultato, può essere necessario disabilitare la quantizzazione. Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

21 Tecniche di sintesi e qualità dei campioni
Utilizzo di tecniche di sintesi raffinate (ad esempio a modelli fisici anziché FM) da parte del modulo sonoro Adozione di banchi estesi di suoni campionati per quanto riguarda il numero di timbri Adozione di banchi estesi di suoni campionati per quanto riguarda il campionamento di un singolo strumento campionamento in differenti condizioni di intensità, di tocco, di articolazione e con differenti effetti Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

22 Simulazione di un ensemble all’unisono
Raddoppio delle parti con assegnazione a timbri omologhi ma di banchi differenti Raddoppio delle parti con assegnazione a timbri simili dello stesso banco (ad es. flauto e ottavino GM, violoncello e contrabbasso GM, ecc.) Aggiunta di delay (piccolo numero di tick) e detuning (piccole discrepanze sull’accordatura degli strumenti) nella copia Attenzione: l’introduzione di un piccolo delay implica l’assenza di quantizzazione Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing

23 Arricchimento del corpo del suono tramite:
Altri effetti MIDI Arricchimento del corpo del suono tramite: panpot: posizionamento degli strumenti nel panorama sonoro eco e riverbero: ricostruzione della risposta acustica di un particolare ambiente chorus: aggiunta di piccoli ritardi e «stonature» variabili nel tempo Tutti gli accorgimenti descritti, a parte quelli su campioni e moduli sonori, possono essere descritti nello standard MIDI Programmazione MIDI (Prof. Luca A. Ludovico) 15. Sequencing


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