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Didattica della Filosofia Mod 2

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Presentazione sul tema: "Didattica della Filosofia Mod 2"— Transcript della presentazione:

1 Didattica della Filosofia Mod 2
Lezioni 1-3

2 Lezione 1 22/10/18

3 Ancora sulla sillogistica
Correggo alcune sviste e aggiungo qualcosa sul metodo dei diagrammi di Venn

4 i 4 modi validi della 1a figura (nuova slide 11 e 15 del file delle lezioni 4-7 del mod. 1)
Barbara. Ogni M è P, ogni S è M, quindi ogni S è P Celarent. Nessun M è P, Ogni S è M, quindi nessun S è P Darii. Ogni M è P, qualche S è M, quindi qualche S è P Ferio. Nessun M è P, qualche S è M, quindi qualche S non è P

5 Esempio di modo valido della seconda figura (nuova slide 16 del file delle lezioni 4-7 del mod. 1)
Cesare. Nessun P è M, tutti gli S sono M, quindi nessun S è M Si dimostra per riduzione a celarent mediante conversione della premessa negativa: Celarent. Nessun M è P, tutti gli S sono M, quindi, nessun S è P

6 Ferio Nessun M è P, qualche S è M, quindi qualche S non è P
Questo sillogismo risulta valido, sulla base del metodo dei diagrammi di Venn, così come è presentato da Varzi (e così come lo abbiamo utilizzato finora)

7 Darapti (3a figura) (i) Ogni M è P, ogni M è S, quindi qualche S è P.
Questo non è valido sulla base del metodo dei diagrammi di Venn, così come è presentato da Varzi. Motivo: non c'è impegno all'esistenza nelle premesse generali

8 Darapti (ii) Ogni M è P, ogni M è S, quindi qualche S è P.
Se aggiungiamo (inserendo una "x") l'impegno all'esistenza anche per premesse generali (come nella tradizione), allora il sillogismo risulta valido Vedi R. J. Fogelin, Understanding Arguments. An Introduction to Informal Logic, cap. 10

9 Ferio Nessun M è P, qualche S è M, quindi qualche S non è P
Questo sillogismo risulta valido, sulla base del metodo dei diagrammi di Venn, così come è presentato da Varzi (e così come lo abbiamo utilizzato finora)

10 Darapti (3a figura) (i) Ogni M è P, ogni M è S, quindi qualche S è P.
Questo non è valido sulla base del metodo dei diagrammi di Venn, così come è presentato da Varzi. Motivo: non c'è impegno all'esistenza nelle premesse generali

11 Darapti (ii) (slide 24 aggiunta)
Ogni M è P, ogni M è S, quindi qualche S è P. Se aggiungiamo (inserendo una "x") l'impegno all'esistenza anche per premesse generali (come nella tradizione), allora il sillogismo risulta valido Vedi R. J. Fogelin, Understanding Arguments. An Introduction to Informal Logic, cap. 10

12 HEIDEGGER ( ) versus CARNAP ( )

13 Abbagnano-Fornero (AF)
E' un'opera del 2003 in 6 voll. 1A-1B (fino alla scolastica), 2A-2B (fino a Hegel), 3A-3B. Ad Heidegger sono dedicati: 1) cap. 3, "Il primo Heidegger", in 3A, PS4, "L'esistenzialismo", (pp ) 2) cap. 1, "Il secondo Heidegger", in 3B, PS7 "Uomo, essere, linguaggio", (pp ), dove H. viene definito "il filosofo più letto e studiato del Novecento" (p. 700). In PS7 troviamo anche pp su Wittgenstein e sulla filosofia analitica (dove Russell viene appena menzionato all'inizio)

14 Su Carnap: 1) §6 "Carnap" in 3B, PS6 "Filosofia ed epistemologia" , (pp ) In questo PS6 troviamo anche 5+2 pagine dedicate a Russell, definito "tra le maggiori personalità della filosofia novecentesca" (p. 573) Una visione completamente distorta!

15 Primo versus secondo Heidegger
Nella suddivisione di AF, nelle parti su vita e scritti, Il primo Heidegger include ESSERE E TEMPO, opera incompleta pubblicata nel 1927, e va "fino alle soglie degli anni 30", mentre Il secondo Heidegger comprende il periodo dal 1930 in poi Tuttavia il testo CHE COS'E' METAFISICA?, una prolusione del (pubblicata nello stesso anno), viene discusso nella parte sul secondo Heidegger, nel §4, "Dopo Essere e tempo" Abbagnano (1974) include CHE COS'E' METAFISICA nella prima fase, parla di una seconda fase a partire dal 1930 della quale dice che in essa "non c'è più traccia di esistenzialismo" (p. 847)

16 H. è esistenzialista? AF, nella parte sul primo Heidegger (3A, p. 385), spiegano che per molto tempo H. è stato considerato il maggior filosofo esistenzialista, mentre adesso si interpreta anche il primo Heidegger come estraneo all'esistenzialismo (Vattimo e altri), non come filosofo dell'esistenza, ma dell'essere. Sicché, dicono AF, nei testi odierni il cap. sull'esistenzialismo si riduce a Sartre e Jaspers. AF sono per una via di mezzo. Pur dicendo che H. non è storiograficamente classificabile come esistenzialista, mettono il primo H. nell'esistenzialismo: "il protagonista di Essere e tempo non è l'essere (che rimane sullo sfondo) bensì l'esistenza, che campeggia in tutta la sua specificità e rilevanza" (3A, p.386).

17 Abbreviazioni AF: Abbagnano e Fornero (riferimenti al cap. sul secondo Heidegger) ET1927: ESSERE E TEMPO CM1929: il testo CHE COS'E' METAFISICA? EF1928: L'ESSENZA DEL FONDAMENTO, saggio di Heidegger del 1928, pubblicato nel 1929 EV1930, L'ESSENZA DELLA VERITA', conferenza del 1930, testo pubblicato nel 1943 (AF non dà la data di questo scritto)

18 Contestualizzazione di CM1929 in AF
AF tratta CM1929 nel §4, "Dopo Essere e tempo", un paragrafo sulla fase immediatamente successiva a ESSERE E TEMPO, insieme a EF1928 e EV1930 (che possiamo lasciare da parte). AF spiegano che già in ET1927 vedere l'essere alla luce della temporalità portava a una "contrapposizione ... nei confronti della tradizione occidentale e della sua idea dell'essere in termini di "semplice-presenza" modellata sulle categorie di sostanza e permanenza. Da ciò la critica alla metafisica e alla sua storia, "componente di base del secondo Heidegger" (p. 705)

19 Tuttavia in questo periodo il concetto di metafisica non ha ancora valenza negativa: è "la riflessione che si pone il problema dell'essere oltre (metà) l'ente come tale", connaturata con l'esserci stesso dell'uomo (CM1929, p. 77, cit. da AF) EF1928 esamina il principio leibniziano di ragion sufficiente; arriva sostenere che il fondamento è l'esserci ... ma solo come assenza di fondamento e che l'essere non è l'ente ("differenza ontologica"), ma è l'orizzonte che, tramite l'esserci, rende visibile l'ente (AF pp )

20 CM1929 non si sofferma sulla metafisica in generale ma su un suo problema specifico, quello del nulla, "che a suo avviso costituisce la metafisica stessa, distinguendola dalle scienze particolari" (AF, p. 706) Ma vediamo in dettaglio quello che dice AF su quest'opera ...

21 Lezioni 2-3 24/10/18 il testo di Carnap si trova in A. Pasquinelli, IL NEOEMPIRISMO, UTET, 1969, pp Nella nostra biblioteca: FILOS Coll. IV.1, IV.2 Il testo di Heidegger si trova in rete

22 Calendario 1) Martedì 23 ott: abbiamo fatto lezione anche se purtroppo per errore non è stata messa in calendario. Considero presenti i 2 assenti e fornisco riassunto o registrazione della lezione 2-3) Mer 24 ott 2018 16: :00 Aula S/1 - Ex Monastero S. Chiara Mar 30 ott 2018 13: :00 Aula S/1 - Ex Monastero S. Chiara salta a causa di consiglio di sezione. Ma ufficialmente non la cancello, così nel calendario ufficiale risultano 10 lezioni (come di fatto è) 4-5) Mer 31 ott 2018 16: :00 Aula S/1 - Ex Monastero S. Chiara 6) Mar 6 nov 2018 13: :00 Aula S/1 - Ex Monastero S. Chiara 7) Mer 7 nov 2018 17: :00 Aula S/1 - Ex Monastero S. Chiara (NB: solo un'ora a causa di cons. dipartimento) 8) Mar 13 nov 2018 13: :00 Aula S/1 - Ex Monastero S. Chiara 10) Mer 14 nov 2018 16: :00 Aula S/1 - Ex Monastero S. Chiara

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25 Sottolineamo questi punti
per la scienza il niente è solo mostruosità o fantasticheria, non vuole saperne niente Il niente non esiste solo perché c'è il "non", la negazione; al contrario, c'è la negazione perché c'è il niente Il niente viene esperito come "la negazione completa della totalità dell'ente" (1929, p. 65) Come? "nell'angoscia intesa come esperienza emotiva del nulla di tutto l'ente, il quale, di fronte all'angoscia, pare dileguarsi e sprofondare nel non-essere" (A-F, p. 706)

26 il nulla nulleggia si noti che in AF non è citata la celebre frase "il nulla nulleggia" criticata da Carnap Ma vediamo più in dettaglio il contenuto di CM

27 Was ist Metaphysik? (1929) H. all'inizio ci spiega che rinuncia a un discorso sulla metafisica in risposta a questa domanda e passa piusttosto a una "questione metafisica determinata", così che la metafisica possa "presentarsi da sé" la questione determinata, come si vedrà, è questa: "che ne è del niente?" Ci sono 3 parti: svolgimento di un domandare metafisico, elaborazione della domanda, risposta alla domanda

28 Lo svolgimento di un domandare metafisico
il domandare metafisico deve essere posto in modo totale e a partire dalla situazione essenziale dell’esserci (Dasein) che domanda”; “L’uomo, che è un ente fra gli enti, fa «scienza». [il contesto è una prolusione accademica; l'università è il luogo dove si fa scienza] L'esser-ci scientifico indaga sul mondo, sull'ente stesso "e nient'altro" La scienza non si occupa del Niente: rifiuta il Niente e lo abbandona come nullità […] Che cosa può essere per la scienza il Niente se non una mostruosità e una fantasticheria […] del Niente la scienza non vuol saperne niente.

29 L’elaborazione della domanda
Per la scienza il Niente è semplicemente ciò che «non c’è». E tuttavia, dice Heidegger, ci interroghiamo: che cos’è il Niente? Prima ancora della scienza, per la logica la domanda è illegittima "perché il pensiero, che essenzialmente è sempre pensiero di qualcosa, qui, come pensiero di niente, dovrebbe agire contro la sua propria essenza". Eppure l'intelletto ci porta a dire Il Niente è la negazione completa della totalità dell’ente (definizione di Heidegger criticata da Hilbert) Secondo l’insegnamento sovrano e mai intaccato della «logica» la negazione è una pura operazione dell’intelletto”

30 David Hilbert , Mathematische Annalen, 104 (1931):
“Il Nulla è la pura e semplice negazione della totalità dell’ente” (Heidegger, Che cos’è metafisica?). Questa proposizione è istruttiva per il fatto che, a dispetto della sua brevità, esemplifica tutte le principali violazioni che si possono commettere nei confronti dei principi stabiliti dalla mia teoria assiomatica.

31 Superamento della logica
C'è il niente perché c'è il "non", cioè la negazione? Oppure è vero il contrario, ossia che c'è la negazione e il "non" solo perché c'è il niente? ... Da parte nostra affermiamo che il niente è più originario del "non" e della negazione Dove cerchiamo il niente? Dove lo troviamo? Secondo Heidegger, la noia profonda ... rivela l'ente nella sua totalità, mentre L’angoscia rivela il Niente La paura è paura di qualcosa, mentre l'angoscia è uno spaseamento ... nell'insieme Quando superiamo l'angoscia diciamo ciò di cui e per cui ci angosciavamo non [negazione non presente nel testo tedesco] era "propriamente" niente. In effetti il niente stesso, in quanto tale, era presente. Nello stato d’animo fondamentale dell’angoscia noi abbiamo raggiunto l’accadere dell’esserci nel quale il Niente è manifesto, e dal quale si deve partire per interrogarlo. Che ne è del Niente?”

32 La risposta alla domanda
La risposta alla questione del che cos’è il niente va trovata dunque nell’esserci, nella trasfomazione dell'uomo nel suo esser-ci, che ogni angoscia fa accadere in noi. Il Niente si svela nell’angoscia, ma non come ente, e tanto meno come oggetto. L’angoscia non è un cogliere il Niente […] nell’angoscia il Niente viene incontro insieme all’ente nella sua totalità . Che vuol dire insieme? Nell’angoscia l’ente nella sua totalità vacilla, infatti l’ente non viene annientato dall’angoscia in modo che resti il Niente […] Il Niente si manifesta piuttosto espressamente con l’ente e nell’ente in quanto questo si dilegua nella sua totalità. Il Niente non attrae l’esserci, ma piuttosto lo respinge verso l’ente. Ciò rivela l’essenza del Niente: la nientificazione (Nichtung). Essa non è un annientamento dell’ente, e neppure scaturisce da una negazione. La nientificazione non è nemmeno commisurabile all’annientamento e alla negazione. È il Niente stesso che nientifica (Das Nichts selbst nichtet).


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