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Le Competenze: una via percorribile
Formazione Insegnanti IC 19, 6 e 7 Settembre 2017
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PRIMA PARTE
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Primo incontro: Urgenze
Le vostre domande
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Due problemi Primo Problema: come si fa?
Secondo Problema: perché si fa?
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Il Primo Problema si risolve essenzialmente in progettazione e operatività.
Il Secondo Problema è molto più complicato da affrontare. Iniziamo dal primo.
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L’UDA disciplinare
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Profilo dello Studente IN 2012 / Certificato delle C
8 C Eu Profilo dello Studente IN 2012 / Certificato delle C Curricolo d’ Istituto Italiano Matematica Lingue Etc…
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SECONDA PARTE
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Secondo incontro Perché l’Uda disciplinare rischia di essere uno spreco di risorse? Non è solo perché gli insegnanti sono abituati a pensare per discipline. Le IN devono essere rischiarate e interpretate.
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Le Voci del Certificato delle Competenze
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La richiesta ministeriale
Ha una padronanza della lingua italiana tale da consentirgli di comprendere enunciati e testi di una certa complessità, di esprimere le proprie idee, di adottare un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni. Questa è la prima voce del Certificato delle Competenze. È, in sintesi, il risultato atteso alla fine della Terza Media nell’area di Competenza “Comunicazione in madrelingua”.
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È chiaro come la maggior parte di questa Competenza possa essere semplicemente il risultato della normale e tradizionale attività didattica. Solo la parte “adottare un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni” porta chiaramente fuori dalla classe. Può però indurre a leggere l’intera dicitura come descrizione di una attivazione di risorse attitudinali, emotive, culturali, strumentali, in una determinata situazione: questa è la definizione di Competenza.
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Se proseguiamo nell’analisi dei comparti, le conclusioni possono essere analoghe per le voci della prima parte (1 – 5 e 8 ), opposte per le voci 6, 7, 9, 10, 11, 12. Stesso discorso per il modello 2017: 1 – 4 e 8, disciplinari; 5 – 7 “situazionali”. Da ciò si deduce che una parte del Certificato è il risultato della tradizionale attività didattica, con una proiezione “nel reale”; una seconda parte è esclusivamente prodotto di Osservazione “nel reale”, “in situazione”.
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Si deduce che: 1. Le Indicazioni Nazionali prevedono una commistione tra DT e DpC. O meglio, DpC “contiene” DT. 2. Per una parte, il Certificato è “alimentato” dalla DT/Pagella. Qualcuno direbbe, “ne è copia”. 3. Vengono mantenuti tutti gli strumenti della DT; viene affidata (addossata?) alle scuole la responsabilità di costruire strumenti utili alla DpC.
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C’è il rischio di fare dei doppioni. Moltiplicare carte e documenti
C’è il rischio di fare dei doppioni? Moltiplicare carte e documenti? Si, se ci concentriamo sugli aspetti disciplinari delle C.
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Qual è il “buono” delle Competenze?
Una via Qual è il “buono” delle Competenze? Possiamo ribaltare la prospettiva e , al posto di guardare al documento finale, il Cert delle C, guardiamo al documento iniziale, il PdS.
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Il Profilo dello Studente
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DOMANDA: Qual è l’obiettivo del primo ciclo di Istruzione?
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La mia ipotesi è che il Primo Ciclo dovrebbe
EDUCARE ALLA RESPONSABILITA’ E ALLA RICERCA DEL SAPERE. Vedi IN p. 10. Autonomia e Responsabilità. Consapevolezza e attribuzione autonoma di senso all’esperienza sono forse obiettivi propri dei gradi di istruzione più elevati.
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La mia formula è in realtà sintesi del Profilo dello Studente, come interpretato da mio Collegio Docenti.
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Il “buono” Competenze Se scegliamo di lavorare sulla RESPONSABILITA’, ad esempio, ci rendiamo subito conto che nella didattica tradizionale (noi insegniamo già con modalità ibride) non ESISTEVA disciplina che annoverasse tra i suoi obiettivi specifici la voce “responsabilità”. In termini di Educazione alla Responsabilità, eccezione va fatta per le attività “eccentriche” (i Progetti, ad esempio) e per gli insegnamenti di Ed. Civica/Cittadinanza e Costituzione e Religione Cattolica (o i vari moduli, ormai spessissimo tralasciati, come l’Educazione all’Affettività, etc…): è possibile che uno degli obiettivi principali della scuola sia NON-A- SISTEMA? Tutto questo andava a finire nella valutazione del Comportamento?
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Il “buono” delle Competenze
La valutazione per C si propone di Osservare analiticamente anche questi aspetti della vita scolastica. Cioè le C “contengono” anche la DT. Ma non dobbiamo per forza rendere tutto C. Usiamo quell’ “in più” che è nella DpC: quando costruiamo Uda, lasciamo al disciplinare uno spazio “situazionale”, e costruiamo percorsi che esercitino la crescita “Personale”.
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Come operare? PARTIRE DAL CERTIFICATO DELLE COMPETENZE
Progettare UDA che siano relative alle Competenze che per quell’anno, per quella classe, il Collegio Docenti ha identificato come pertinenti. (Se in Prima Elementare la dicitura delle IN “rispetto di sé e degli altri” viene declinata in rispettare il silenzio e rispettare i turni di parola, questo può essere l’orizzonte di una UDA trasversale) In tal modo, le UDA producono dati utili alla Certificazione delle Competenze.
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Esercitare le Competenze
UDA non DISCIPLINARE
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Alcune idee: role play Il mercato mondiale (La scomposizione della Competenza e il mancato supporto delle IN) Il campionato studentesco (Due versioni) La città dei bambini
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TERZA PARTE
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La Progettazione LA PROGETTAZIONE
Il lavoro sul Profilo dello Studente e sul Curricolo d’Istituto deve essere funzionale all’attività dei singoli insegnanti.
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1. Rileggere le IN: la contraddizione tra PdS e Nuovo Umanesimo
2. Il ruolo del Curricolo d’Istituto in rapporto al PdS: il CdC come mediatore. 3. Un Curricolo con “previsione di Competenze”
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Profilo dello Studente IN 2012 / Certificato delle C
8 C Eu Profilo dello Studente IN 2012 / Certificato delle C Curricolo d’ Istituto Italiano Matematica Lingue Etc…
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Vedi File: un Curricolo che mostri i rapporti di derivazione.
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