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Presentazione sul tema: "1."— Transcript della presentazione:

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2 Lezioni di biochimica 2 2 2

3 Peptidi, proteine ed enzimi
Lezione 2 Peptidi, proteine ed enzimi 3 © Zanichelli editore, 2014 3

4 Gli amminoacidi possono formare catene
Due amminoacidi possono unirsi tra loro attraverso il legame ammidico detto legame peptidico, tra il gruppo –NH2 di un amminoacido e quello –COOH dell'altro amminoacido, con liberazione di una molecola d'acqua. L'unione di due amminoacidi genera un dipeptide. Più amminoacidi uniti tra di loro generano un biopolimero detto polipetide. © Zanichelli editore, 2014 4 4

5 Le proteine sono polipeptidi strutturati (I)
Le catene polipeptidiche possono ripiegarsi dando origine alle proteine, che sono quindi costituite da polimeri di amminoacidi. La differenza tra un polipeptide e una proteina propriamente detta, consiste nel fatto che la catena polipeptidica della proteina assume una particolare conformazione spaziale che le conferisce le sue caratteristiche funzionali (per esempio un enzima, un anticorpo, un recettore di membrana). © Zanichelli editore, 2014 5 5

6 Le proteine sono polipeptidi strutturati (II)
La struttura della proteina è determinata dalla sua composizione amminoacidica. In particolare, la natura delle catene laterali R determina il ripiegamento dei diversi segmenti della catena secondo strutture precise. © Zanichelli editore, 2014 6 6 6

7 I diversi livelli strutturali delle proteine (I)
In una proteina si distinguono: la struttura primaria, ovvero la sequenza lineare degli amminoacidi della catena polipeptidica; la struttura secondaria, determinata da forme di ripiegamento assunte spontaneamente da segmenti della catena polipeptidica, in funzione della loro composizione amminoacidica; © Zanichelli editore, 2014 7 7

8 I diversi livelli strutturali delle proteine (II)
la struttura terziaria, costituita da ulteriori ripiegamenti e interazioni tra le strutture secondarie delle varie porzioni della catena. Anche questa dipende dalla natura dei gruppi R degli amminoacidi; la struttura quaternaria, costituita dall'associazione di più catene polipeptidiche a formare proteine con più subunità. © Zanichelli editore, 2014 8 8 8

9 I diversi livelli strutturali delle proteine (III)
© Zanichelli editore, 2014 9 9 9

10 Struttura primaria: il legame peptidico
Il legame peptidico è rigido e impone una limitazione alle possibili conformazioni delle catene peptidiche. © Zanichelli editore, 2014 10 10 10

11 Struttura secondaria: l'alfa-elica
Le catene polipeptidiche possono avvolgersi lungo il proprio asse formando una struttura elicoidale detta alfa elica. Nella cheratina della lana, sette alfa eliche sono avvolte una sull'altra formando una fibra. α-cheratina dei capelli umani Struttura -elica © Zanichelli editore, 2014 11 11

12 Struttura secondaria: il foglietto beta
Se si scalda l'alfa-cheratina, si rompono i legami idrogeno tra le unità dell'elica e la proteina assume una forma più allungata e rigida: la beta-cheratina, fatta di foglietti beta. Per questo i parrucchieri per "stirare" i capelli li scaldano prima. Struttura del foglietto beta © Zanichelli editore, 2014 12 12

13 Struttura terziaria Le proteine sono costituite da catene polipeptidiche molto lunghe: una proteina "media" ha amminoacidi, ma ci sono proteine con migliaia di amminoacidi. Diversi segmenti di queste catene possono assumere conformazioni a foglietto , -elica o anche rimanere non strutturate. Le strutture secondarie a loro volta si ripiegano in complesse conformazioni spaziali, caratteristiche di ciascuna proteina. È questa la struttura terziaria. © Zanichelli editore, 2014 13 13

14 Il ripiegamento delle proteine (I)
Le proteine assumono la struttura terziara in un processo detto ripiegamento (folding). Un primo ripiegamento avviene già durante la sintesi proteica nella cellula, mano a mano che la catena polipeptidica esce dal ribosoma. In questa fase, nell'ambiente acquoso, i segmenti con amminoacidi idrofobici tenderanno a ripiegarsi all'interno, lasciando all'esterno i gruppi idrofili. Nelle proteine solubili, gli amminoacidi con gruppi idrofili (rappresentati dai quadrati) si dispongono sulla superficie. © Zanichelli editore, 2014 14 14

15 Il ripiegamento delle proteine (II)
La proteina parzialmente ripiegata entra poi nel reticolo endoplasmatico della cellula, dove il ripiegamento si completa grazie alla presenza all’intervento di particolari proteine che avvolgono la catena polipeptidica e favoriscono il processo di ripiegamento. Struttura terziaria dell’enzima lisozima © Zanichelli editore, 2014 15 15

16 Struttura terziaria e funzione
Le proteine con proprietà simili hanno spesso una struttura terziaria simile. Le proteine fibrose come la cheratina o il collagene hanno forma allungata, sono insolubili in acqua e formano strutture robuste. Le proteine solubili invece tendono a una forma sferica e sono dette globulari. I recettori proteici hanno un dominio idrofobico esteso che attraversa la membrana cellulare e uno globulare che sporge all'esterno. © Zanichelli editore, 2014 16 16

17 Struttura terziaria e funzione: i recettori
I recettori proteici sono in grado di legare molecole o altre proteine presenti nello spazio extracellulare. Il sito di legame assume una struttura terziaria specifica per accogliere uno specifico ligando. © Zanichelli editore, 2014 17 17

18 Legame ormone-recettore
Un recettore è selettivo nei confronti di un solo enantiomero, come una mano che interagisce con un altro oggetto chirale. © Zanichelli editore, 2014 18 18

19 Struttura terziaria e funzione: gli enzimi
Un'altra importante classe di proteine le cui funzioni dipendono strettamente dalla struttura terziaria sono gli enzimi. Gli enzimi sono dei catalizzatori biologici la cui funzione è rendere possibile lo svolgimento delle reazioni chimiche del metabolismo cellulare. © Zanichelli editore, 2014 19 19

20 Le reazioni chimiche richiedono energia
In ogni reazione chimica, due o più molecole (chiamate substrati) si combinano per generare una o più nuove molecole (i prodotti). L'energia richiesta per rompere i legami i substrati e generare i prodotti è detta energia di attivazione, in quanto serve a portare le molecole dei substrati in uno stato di transizione o stato attivato, in cui possono combinarsi nei prodotti. © Zanichelli editore, 2014 20 20

21 A cosa servono gli enzimi
Alcune reazioni hanno una bassa energia di attivazione, per cui il calore presente nell'ambiente cellulare (circa 37°C) è sufficiente ad attivare i substrati. La maggior parte delle reazioni metaboliche (come la glicolisi o l'ossidazione degli acidi grassi) ha tuttavia un'energia di attivazione elevata e non avverrebbe praticamente mai spontaneamente nelle condizioni cellulari. © Zanichelli editore, 2014 21 21

22 Profilo energetico di reazione
Gli enzimi servono ad abbassare l'energia di attivazione per passare dai substrati ai prodotti, rendendo possibili le reazioni del metabolismo cellulare. Come si vede dall'immagine, il salto di energia necessario per attivare i substrati è minore in presenza degli enzimi (curva blu). © Zanichelli editore, 2014 22 22

23 Come funzionano gli enzimi
Gli enzimi possiedono pieghe chiamate siti attivi, in cui le catene R degli amminoacidi prendono contatto con i gruppi reattivi dei substrati facilitando la sintesi dei prodotti. © Zanichelli editore, 2014 23 23

24 Legame enzima-substrato
L'enzima forma con il substrato il complesso ES (enzima-substrato), grazie alla complementarietà del suo sito di legame in cui catene laterali R degli amminoacidi sono posizionate in maniera ottimale per interagire con le porzioni corrispondenti della molecola di substrato. © Zanichelli editore, 2014 24 24

25 Il complesso ES è un sistema dinamico
Il substrato entra nel sito di legame attraverso la complementarietà strutturale (modello chiave-serratura); l'interazione del substrato con l'enzima causa una modificazione della struttura terziaria di quest'ultimo che assume la conformazione attiva in cui i substrati sono correttamente posizionati per la catalisi (adattamento indotto). © Zanichelli editore, 2014 25 25

26 Gli enzimi sono regolati (I)
Oltre a rendere possibile le reazioni metaboliche, gli enzimi sono importanti punti di regolazione e la loro attività può essere regolata: dalla concentrazione dei substrati e dei prodotti; dal pH; da cofattori essenziali per la reazione come gli ioni metallici Ca2+, Mg2+, Mn2+, Zn2+; dalla temperatura. © Zanichelli editore, 2014 26 26

27 Gli enzimi sono regolati (II)
Esistono inoltre molecole o addirittura piccole proteine che, legandosi a un enzima, lo possono attivare o inibire. Agendo sugli enzimi, la cellula è in grado di operare una fine regolazione della velocità delle sue vie metaboliche. Schema generale della regolazione enzimatica: C e R indicano rispettivamente la subunità catalizzatrice e quella regolatrice dello stesso enzima © Zanichelli editore, 2014 27 27 27

28 Nomenclatura degli enzimi (I)
Le migliaia di enzimi esistenti possono essere raggruppati in 6 classi principali in base al tipo di reazione che catalizzano. A loro volta queste classi sono divise in sotto- e sotto-sottoclassi. © Zanichelli editore, 2014 28 28

29 Struttura quaternaria (I)
Molte proteine ed enzimi sono in realtà complessi formati da più subunità. Ogni subunità è una proteina essa stessa, ma solo la loro associazione conferisce al complesso le sue proprietà funzionali. Questa associazione è detta struttura quaternaria. (A) La proteina cro del fago λ (un virus) è formata da due subunità identiche (omodimero). (B) Il rivestimento esterno del virus del raffreddore (capside) è un eteromultimero costituito da 60 copie di quattro subunità diverse. © Zanichelli editore, 2014 29 29

30 Struttura quaternaria (II)
Un esempio è l'emoglobina, che ha quattro subunità di due tipi differenti. Grazie ai loro gruppi eme, le quattro subunità insieme generano il principale trasportatore di ossigeno cellulare. © Zanichelli editore, 2014 30 30 30


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