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PubblicatoGraziana Carlini Modificato 5 anni fa
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Violenza contro le donne. L’Italia sotto osservazione
Presentazione del “Rapporto ombra” delle associazioni di donne sull’applicazione della Convenzione di Istanbul in Italia in occasione della visita
del Gruppo di esperte sulla violenza contro le donne del Consiglio d’Europa (GREVIO) MARIA ROSA LOTTI, Associazione Le Onde Onlus Roma, 26 febbraio 2019
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CRITICITÀ (art. 7/8/9) Piano 2017/2020… Non fa adeguatamente riferimento ai servizi specializzati gestiti dalle associazioni di donne…, individuandoli come complementari agli interventi statali e destinati ad intervenire in emergenza... … incapacità di spesa e di selezione dei soggetti a cui devolvere le risorse a livello regionale e nessuna garanzia di continuità delle misure e dei servizi per le donne. (Art. 22) Prevale un’unica visione: “normalizzare” la violenza e collocarla in interventi socio assistenziali/sanitari, adottando un approccio neutro che nega professionalità e competenza delle ONG di donne che offrono il supporto specializzato alle donne e figli/e vittime di violenza. La prima criticità è frutto di una radicata cultura istituzionale che vede anche in questo ultimo Piano strategico (che pure declina compiutamente le 4 P della Convenzione) una sottovalutazione del ruolo chiave di Centri e Case nella loro funzione primaria di «alleanza» con le donne per fare emergere e fare fronte alle violenze subite e per cotruire percorsi di uscita dalla violenza con l’ausiliodi professionalità attraversate dal pensiero e dalle pratiche femministe. Cioè con un approccio non neutro. Risorse a «pioggia» con una logica di distribuzione territoriale e non di analisi dei bisogni e delle risposte necessarie anche in termini di qualità. A questo rimanda la seconda criticità, cioè il tentativo costante di riportare a canoni classici le risposte alle donne vittime di violenze, in una logica di risposta assistenziale e non di risposta complessiva alle istanze che segnala il disagio di cui sono portatrici, radicato nell’essere strutturale alla società della violenza contro le donne.
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RACCOMANDAZIONE Garantire la trasparenza delle informazioni e verificare gli standard dei servizi, favorendo quelli gestiti da ONG e associazioni di donne con pluriennale esperienza… Evitare la distribuzione “a pioggia” delle risorse disponibili a soggetti non in linea con i principi della Conv. Ist. (art. 7/8/9) Garantire la continuità delle prestazioni erogate da servizi specializzati di ONG di donne, … , con meccanismi di imputazione delle responsabilità pubbliche rispetto al sostegno e alla protezione forniti alle donne vittime di violenza. (art. 22/23) La richiesta di trasparenza e qualità risponde appieno alle criticità sopra delineate. Noi la vogliamo. Si rompe in questo modo la logica della destinazione indifferenziata delle risorse, basta che il servizio abbia accolto una donna vittima di violenza. Per noi prioritario è il vantaggio delle donne e la capacità di praticarlo con le professionalità nuove o tradizionali che si rendono disponibili sul percorso di uscita. E’ anche importante, in un approccio di rete di sostegno ai percorsi, che i servizi pubblici abbiano chiare le loro responsabilità e funzioni, ad ogni livello e in ogni ambito.
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