Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
1
Didattica della filosofia mod. 1 AA 18-19
Francesco Orilia
2
Lezione 1 1/10/18
3
Programma generale Il corso di Didattica della filosofia si compone di tre moduli, opportunamente coordinati tra di loro: Modulo 1: Insegnamento della logica aristotelica Modulo 2: Confronto tra stili filosofici Modulo 3: Il pensiero e i suoi contesti (prof. Giglioni)
4
Programma Mod. 1 Nella prima parte verranno presentate le linee essenziali della logica aristotelica, in particolare il pr incipio di non contraddizione, il quadrato delle opposizioni ela sillogistica, e si accennerà alla loro ricezione nella logica contemporanea. Nella seconda parte, si identificheranno gli obiettivi formativi, le metodologie didattiche e i metodi di valutazione di un'unità didattica che ha come oggetto la logica aristotelica. Ci sarà spazio per prove di didattica fron tale da parte di singoli studenti o gruppi di studenti.
5
Valutazione La modalità di valutazione per questo modulo è la seguente. Si chiederà di presentare una parte dell'argomento di questo modulo con chiarezza espositiva adeguata a studenti delle scuole superiori, indicando gli obiettivi formativi, le metodologie di apprendimento e i criteri di valutazione. Agli studenti non frequentanti verrà anche chiesto di presentare un argomento a scelta (diverso da quelli scelti per gli altri due moduli) tratto da B. M. Ventura, In cammino. Idee e strumenti per l'esperienza filosofica in classe, Franco Angeli, 2006.
6
Logica aristotelica Introduzione
Testo scolastico di riferimento: Abbagnano & Fornero, Itinerari di filosofia, vol. 1A, PS 3 Quadrato degli opposti (così chiamato nel medioevo) Sillogistica Entrambi ci informano su connessioni logiche tra ENUNCIATI DICHIARATIVI
7
Enunciati dichiarativi
Lógos = pensiero, discorso, enunciato Lógos apófanticós = apófansis (lat., enuntiatio) = prótasis (lat., propositio) = enunciato dichiarativo = combinazione nome + verbo in forma di asserzione, che può essere vera o falsa (piuttosto che richiesta, preghiera, domanda) Per es.: "Socrate corre" piuttosto che "corri, Socrate!"
8
Didattica della filosofia
Lezione 2 2/10/18
9
DE INTERPRETATIONE: Lógos apófanticós = apófansis (lat., enuntiatio)
ANALITICI I: prótasis (lat., propositio) (di enunciati non dichiarativi si occupano poetica e retorica; de int., 4, 17a, 5)
10
De Int., 1-4 i suoni (segni acustici) sono simboli convenzionali di affezioni dell'anima, che sono immagini di cose nella realtà I grafemi (segni scritti) sono simboli dei suoni "Socrate" "corre" "Socrate corre": qui l'affezione dell'anima si potrebbe considerare un giudizio, inteso come atto mentale
11
Uso corrente enunciato (sentence, Aussage) = entità linguistica
proposizione (proposition, Satz) = significato (contenuto) dell'enunciato (indipendente dalla mente, da non confondere con il giudizio in quanto atto psichico)
12
Abbagnano Fornero p. 297 Poco chiaro!
13
Diversi tipi di enunciati dichiarativi
1) enunciati singolari. Il soggetto sta per una cosa particolare: "Socrate è bianco", Socrate non è bianco" 2) Enunciati universali. Il soggetto contiene un predicato che esprime un universale, per es. "uomo". Di questo universale si enuncia in modo universale. Per es., "ogni uomo". 3) Enunciati particolari. Il soggetto contiene un predicato che esprime un universale. Di questo universale si enuncia in modo non universale. Per es., "qualche uomo" (terminologia non del tutto aristotelica, ma tradizionalmente utilizzata)
14
Quadrato aristotelico degli opposti
In De Int, 6-7, Aristotele identifica delle connessioni logiche tra enunciati dichiarativi che si possono riassumere in forma diagrammatica in un quadrato La più antica rappresentazione scritta di questo quadrato a noi nota è in Introductiones in logicam di William of Sherwood (2a metà XIII sec.), ma schemi simili appaiono anche in testi anteriori (la voce SEP di Parsons cita Boezio)
15
Dal medioevo in poi è stato tramandato fino ai nostri giorni questo quadrato e così lo ritroviamo anche nei testi scolastici nella parte su Aristotele (Abbagnano Fornero, p. 298) Come vedremo, è dubbio che corrisponda pienamente a quello che afferma Aristotele.
16
Lezione 3 3/10/18
17
Il Quadrato tramandato dalla tradizione
Contradditorietà: non possono essere entrambi veri o entrambi falsi. Contrarietà: non possono essere entrambi veri, pur potendo essere entrambi falsi. Subcontrarietà: non possono essere entrambi falsi, pur potendo essere entrambi veri. Subalternità: l'universale implica la particolare
18
Il problema dei termini vuoti
Le relazioni logiche del quadrato sussistono soltanto presupponendo che non ci siano termini generali "vuoti", ossia senza corrispondenti oggetti, per es. "unicorno". Infatti: I. Qualche unicorno è bianco E. nessun unicorno è bianco O. qualche unicorno non è bianco I è falsa, se non ci sono unicorni. Di conseguenza, la contraddittoria E è vera Quindi, la subalterna O è vera. Invece, O deve essere falsa, se non ci sono unicorni. (v. anche Varzi p. 141)
19
termini vuoti e logica moderna
Questo problema è stato evidenziato dai logici dal secolo scorso in poi. E da allora ammettiamo esplicitamente che ci sono termini vuoti. Purtroppo questo punto non è evidenziato nei testi scolastici. Per es. non lo è in Abbagnano Fornero.
20
FOL (con termini vuoti)
Ogni S è P ∀x(Sx → Px) Nessun S è P ∀x(Sx → ¬Px) Qualche S è P ∃x(Sx & Px) Qualche S non è P ∃x(Sx & ¬Px) Presentazione ORGANON - UniMC 14/12/16
21
Vantaggi dell’avere termini «vuoti»
Aristotele potrebbe avere ragione nel leggere la forma «ogni S è P» del linguaggio naturale come implicante un impegno all’esistenza di almeno un S Tuttavia attualmente si preferisce renderla con ∀x(Sx → Px) perché (1) sembra opportuno poter fare generalizzazioni senza impegno esistenziale Tutti i trasgressori saranno puniti Tutti i tachioni superano la velocità della luce (2) L’impegno esistenziale si può facilmente aggiungere ∀x(Sx → Px) & ∃xSx Presentazione ORGANON - UniMC 14/12/16
22
Il quadrato ridotto A E I O
Con i termini vuoti rimangono solo le relazioni di contraddizione
23
Termini vuoti prima della logica moderna?
Si tende ad attribuire ad Aristotele e ai logici successivi fino al XX sec. l'idea che non ci siano i termini vuoti, o quanto meno che si possano ignorare (v. per es. Kneale & Kneale, Storia della logica, p. 73) Ma questa assunzione è molto dubbia Parsons nella voce SEP sul quadrato avanza un'altra proposta molto più plausibile, che rende compatibile il quadrato con l'esistenza di termini vuoti. L'idea di base è leggere la E come: Non (si dà il caso che) ogni S è P. NB: Questo è il modo in cui si esprime Aristotele in De Int.!!!!
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.