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Didattica della filosofia modulo 2
lezioni 6-8
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Lezione 6 6/11/18
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Predicati + nomi = Enunciati atomici
Napolitano è italiano In Mattarella stima Napolitano Smn Nel suo articolo Carnap usa un simbolismo leggermente diverso. Con parentesi tonde e con nomi e predicati formati da due lettere. Esempio: It(na) invece di In
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Enunciati atomici + operatori logici: enunciati molecolari
Napolitano non è italiano In Napolitano è italiano e Mattarella stima Napolitano In & Smn se Napolitano è italiano allora Mattarella stima Napolitano In Smn
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I quantificatori (1) Saturno è materiale (1a) Ms
(2) Ogni cosa è materiale (2a) xMx (3) Qualcosa è materiale (3a) xMx (4) Niente è materiale (4a) xMx Distinzione tra forma grammaticale e forma logica
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Predicati di secondo livello
«niente» è analogo a «qualcosa» e «ogni cosa» E tutte sono analoghe ai numerali Sono predicati che predichiamo di altri predicati Stanno quindi per proprietà di proprietà e non di oggetti Qualcosa è un pianeta = ci sono pianeti = esistono pianeti = la proprietà di essere pianeta è esemplificata Ogni cosa è materiale = la proprietà di essere materiale è esemplificata da qualsiasi oggetto I pianeti sono nove = Ci sono nove pianeti = la proprietà di essere pianeta è esemplificata da nove oggetti Niente è un unicorno = non ci sono unicorni = la proprietà di essere unicorno non è esemplificata
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Gli errori di Heidegger secondo Carnap
(a) Errore sintattico: «Niente» viene usata come un nome del quale si predicano dei predicati, quindi come corrispondente a un oggetto al quale si attribuiscono proprietà o relazioni: (1) l’angoscia rivela il niente (1a) Ran (2) il niente esiste (2a) En (b) Errore semantico: Tra i predicati in questione c’è «nienteggia», che è privo di significato (3) Il niente nienteggia (3b) Nn
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Lezioni 7-8 7/11/18
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Torniamo all’indovinello
È meno efficace in italiano perché «niente» si associa tipicamente ad un «non» pleonastico. È compatibile con l’uso corretto della parola «nothing» nel linguaggio ordinario Funziona come indovinello perché ci aspettiamo di dover rispondere con un nome comune tipico (un predicato di primo livello), per esempio «saggezza» Ma anche «nothing» è una risposta adeguata perché a livello di forma grammaticale si usa come un predicato di primo livello The poor have WISDOM, the rich require WISDOM The poor have NOTHING, the rich require NOTHING
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Come «tradurrebbe» Carnap
The poor have WISDOM x(Px Wx) The poor have NOTHING x(Px yHxy)
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La questione fondamentale della metafisica a cui ci costringe il niente
C’è qualcosa piuttosto che niente Ci sono enti ed è falso che non ci sono enti xEx & xEx
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Analitici e continentali
Post-scriptum alla versione inglese del 1957: il bersaglio è la metafisica nel senso di Fichte, Schelling, Hegel, Bergson, Heidegger, che pretende di conoscere l’essenza delle cose che trascende la scienza induttiva empiricamente fondata; NON gli sforzi di sintesi e generalizzazione delle varie scienze. POTREMMO AGGIUNGERE: NON la metafisica/ontologia, in sintonia con la scienza, così come viene praticata nella FILOSOFIA ANALITICA nella tradizione di Russell. Peter Simons: "Probably no individual was more responsible for the schism in philosophy than Heidegger." (Quoted in Overgaard, et al., An Introduction to Metaphilosophy, Cambridge UP, 2013, 110.)
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Montague Nella tradizione analitica troviamo Richard Montague ( ), collega di Carnap a Los Angeles La cosiddetta «Montague Grammar» getta un ponte tra le lingue naturali e il linguaggio della logica «English as a formal language» (1970) I sintagmi nominali come «ogni uomo», «qualche uomo», «nessun uomo» E ANCHE «niente» sono trattati come predicati di predicati e così corrispondono a delle unità semantiche (classi di classi o proprietà di proprietà)
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Un possibile recupero delle frasi di Heidegger
(1) l’angoscia rivela il niente (1a) Ran (1b) xRax (1c) Ra[f x(fx)] (2) il niente esiste (2a) En (2b) xEx (2c) E[f x(fx)]
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Un’altra possibile chiave di lettura …
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Il misticismo orientale
NOTHINGNESS AND `SUUYATAA: A COMPARISON OF HEIDEGGER AND NISHITANI Fred Dallmayr «Philosophy East and West» Volume 42, Number 1(January 1992)
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As is well known, nothingness or emptiness stands at
the center of all forms of Buddhist thought, including Zen Buddhism; it is this aspect which, to Western minds, frequently suggests an attitude of complete withdrawal or world‐denial. Yet, as one should note, nothingness here does not simply mean negativity or denial; far from denoting a vacuum, the term designates the inner core of reality or the other side of being‐‐which carries life‐affirming and sustaining implications. … nothingness or nihility comes to the fore whenever the routine course of our life is disrupted by calamities or inner doubt
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Conclusioni L’analisi logica di Carnap è corretta
Questa analisi tralascia l’aspetto mistico/poetico/estetico Ma forse per coglierlo possiamo rivolgerci direttamente al Buddhismo Zen oppure (come suggerisce Carnap) a poesia, arte, musica?
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