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L’inquinamento E le conseguenze
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INQUINAMENTO DELL’ARIA
Per inquinamento atmosferico si intende per l’appunto della presenza di sostanze chimiche e gassose che modificano e alterno la struttura naturale dell’atmosfera terrestre. Qualunque sostanza che modifica la composizione dell’aria può essere considerata sostanza inquinante. Le principali cause dell’inquinamento dell’aria sono dovute alle attività umane: i trasporti sono una delle maggiori con la quale l’uomo produce alti livelli di smog nell’aria. Il settore industriale dal quale provengono ingenti quantità di: solventi, nebbie acide, metalli pesanti e polveri rilasciate dalla lavorazione delle macchine. Anche il settore dell’agricoltura e del trattamento dei rifiuti. Per quanto invece riguarda i danni all’ambiente possiamo elencare tre tipologie principali di conseguenze: buco dell’ozono, effetto serra e piogge acide.
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L’inquinamento IDRICO
Ci sono due vie principali tramite le quali gli inquinanti raggiungono l'acqua, per via diretta e per via indiretta. L'inquinamento per via diretta avviene quando vengono riversate direttamente, nei corsi d'acqua, sostanze inquinanti senza alcun trattamento di depurazione. La via indiretta, invece, avviene quando le sostanze inquinanti arrivano nei corsi d'acqua tramite aria e suolo.
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Inquinamento industriale: quotidianamente vengono scaricate sostanze inquinanti in quantità elevate da parte delle industrie, provocando danni all'intero dell'ecosistema acquatico. Si evidenziano tra le maggiori responsabili dell'inquinamento idrico le industrie chimiche, che producono: acido nitrico, soda, acido fosforico, ammoniaca, acido solforico, acido cloridrico ecc. Inoltre, industrie quali cartiere, segherie e caseifici, liberano residui in grado di favorire l'accrescimento di muffe e batteri. Queste sono industrie che, insieme, causano la morte dei molti organismi viventi che ricevono questi scarichi e le acque calde utilizzate per i cicli produttivi. Inquinamento urbano: fa riferimento alle acque che derivano dagli scarichi di abitazioni, uffici e altre strutture che se non vengono sottoposte a trattamenti di depurazione andranno ad incidere nell'inquinamento idrico. È stato principalmente l'aumento della popolazione a rendere il problema dei rifiuti e degli scarichi di fogna una questione molto grave, in quanto sovente vengono inseriti nelle acque per via diretta, senza alcun trattamento di depurazione. Fu la storica rivoluzione Industriale a determinare l'inizio di un processo di dimensioni mirabili e che non trova un termine: l'urbanizzazione, forse, è la causa principale dell'aumento eccessivo di ogni tipo di inquinamento. A tutt'oggi, infatti, nelle grandi megalopoli formatesi in seguito a questo processo, non esiste ancora un adeguato sistema di smaltimento dei rifiuti e si genera, così, un ammasso di rifiuti vari (metalli, plastiche, carte e sostanze organiche) non smaltibili e contaminatori delle falde acquifere.
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Inquinamento degli oceani: è emerso dagli anni 2000 un nuovo tipo di inquinamento idrico che coinvolge mari e oceani invasi da plastiche e microplastiche galleggianti che tendono ad entrare nel ciclo dell'acqua e poi direttamente nella catena alimentare degli organismi acquatici marini e di conseguenza in quella umana; Inquinamento agricolo: deriva dall'utilizzo di fertilizzanti e pesticidi in quantità notevoli, e inoltre dallo spandimento di liquami provenienti dagli allevamenti. Queste sostanze possono arrivare alle falde acquifere sotterranee e ai fiumi per dilavamento dei terreni. Inquinamento naturale: è una fonte di inquinamento quasi irrilevante. Provocata da eventi atmosferici e stagionali, alluvioni e frane. Inquinamento da idrocarburi: è causato soprattutto dal petrolio che fuoriesce dalle petroliere, danneggiate o naufragate, o da quello presente negli scarichi delle acque usate per lavare le cisterne petrolifere. Inquinamento termico: è un tipo di inquinamento che va diffondendosi sempre più. Ne è causa l'eccessivo impiego dell'acqua per raffreddare gli impianti di industrie, in particolar modo nelle centrali termoelettriche. Quindi, vengono rilasciate nell'ambiente enormi quantità di acqua a temperatura differente da quella in cui viene immessa e ciò provoca alterazioni delle condizioni fisiche dell'acqua con moria degli organismi viventi presenti, giungendo così al fenomeno dell'eutrofizzazione. Altri inquinanti idrici sono le acque di scarico contenenti materiali organici che per decomporsi assorbono grandi quantità di ossigeno; parassiti e batteri; i fertilizzanti e tutte le sostanze che favoriscono una crescita eccessiva di alghe e piante acquatiche; i pesticidi e svariate sostanze chimiche organiche; il petrolio e i suoi derivati; metalli, sali minerali e composti chimici inorganici; sabbie e detriti; sostanze o scorie radioattive provenienti dalle miniere di uranio e torio e dagli impianti di trasformazione di questi metalli; dalle centrali nucleari, dalle industrie e dai laboratori medici e di ricerca che fanno uso di materiali radioattivi.
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Inquinamento del suolo
L’inquinamento del suolo può considerarsi, comunque, una diretta conseguenza dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua. Le sostanze inquinanti giunte al suolo con la pioggia o per gravità, subiscono processi di dissipazione o di degradazione che ne modificano le caratteristiche. La dissipazione trasforma le sostanze sulla base delle caratteristiche chimico-fisiche (volatilità, solubilità, grado di ionizzazione); la degradazione, invece, avviene ad opera di microrganismi del terreno per azione della luce. Le principali conseguenze dell’inquinamento del suolo possono essere: Contaminazione globale: dovuta all’immissione nel suolo disostanze tossiche e persistenti, che possono entrare nelle catene alimentari e dare origine a fenomeni di bioaccumulo. Trasferimento dell’inquinamento dovuto a sostanze tossiche dal suolo alle falde acquifere, con evidenti rischi per la salute umana. Alterazione dell’ecosistema suolo: Riduzione della fertilità; Perdita della biodiversità Riduzione del potere autodepurante.
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Il Campionamento I principali vantaggi di un’analisi su dati campionari, che a prima vista potrebbe apparire limitata e non esaustiva, possono essere sintetizzati nei seguenti quattro punti: - Costi ridotti Se si osservano le manifestazioni di un fenomeno analizzando un sottoinsieme della popolazione i costi complessivi per l’acquisizione dei dati risultano, evidentemente, inferiori rispetto a quelli che si sosterrebbero se si effettuasse il censimento di tutte le unità della popolazione. Di fatto, oggigiorno, il ricorso ai censimenti di tutta la popolazione italiana viene fatto quasi solamente dall’ISTAT, ogni 10 anni, per ottenere un quadro delle principali caratteristiche socio-economico-demografiche dell’intera popolazione. Tutte le altre indagini in ambito sociosanitario sono effettuate quasi sempre su campioni di popolazione. - Maggiore rapidità di acquisizione dei dati. I dati e le informazioni che si intendono raccogliere sono più rapidamente accessibili con rilevazioni parziali piuttosto che con quelle totali. La tempestività nel raccogliere i dati risulta di notevole rilevanza quando le informazioni e i risultati sono necessari nel più breve tempo possibile. - Maggiore possibilità di azione In alcune indagini poi, la raccolta dei dati, va affidata a gruppi di esperi, a persone altamente qualificate e specializzate che sono frequentemente di difficile reperibilità. In questi casi quindi, l’attuazione di un censimento risulta assolutamente impraticabile e pertanto l’indagine campionari appare come l’unica via per ottenere le informazioni sul fenomeno che s’intende analizzare. - Maggiore accuratezza In talune situazioni l’analisi risulta più approfondita in presenza di una numerosità limitata. Il campione permette allora lo svolgimento dell’indagine in maniera più accurata di quanto non lo permetterebbe uno studio complessivo di tutte le unità della popolazione in studio. Le indagini campionarie possono essere classificate in due tipi: descrittive e analitiche. Le prime mirano semplicemente ad ottenere informazioni su ampi gruppi di unità (esempio: numero di donne, uomini e bambini che ricorrono ai servizi offerti dalle ASL). Le seconde hanno come obbiettivo quello di effettuare confronti tra sottogruppi di una popolazione al fine di scoprire eventuali differenze e di verificare alcune ipotesi o formularne delle altre. Indipendentemente dallo scopo dell’indagine, va sempre elaborato un “piano di campionamento” , che costituisce una delle principali fasi di un’indagine campionaria. Nel piano di campionamento si stabilisce sia il metodo attraverso cui si estraggono gli elementi che entreranno a far parte del campione, sia la dimensione dello stesso.
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METODI DI CAMPIONAMENTO
Nell’ambito del campionamento aleatorio, si distinguono i seguenti metodi. CAMPIONI PROBABILISTICI CASUALE SEMPLICE METODI 1. SISTEMATICO SEMPLICE semplici 2. stratificato 3. A PIU’ LIVELLI (MULTI-STAGE)METODI 4. COMPLESSI CAMPIONI NON PROBABILISTICI Non è possibile applicare i precedenti quando: 1. si è costretti a campionare una parte della popolazione che risulta quella realmente accessibile; 2. negli esperimenti di laboratorio su animali in cui il ricercatore frequentemente è costretto ad “usare” quegli animali di cui dispone; 3. in campo sanitario in cui si è costretti a ricorrere a dei campioni ad hoc, i cui elementi sono dei “volontari” o comunque dei soggetti “disponibili” a sottoporsi alla ricerca ad esempio quando si indaga su situazioni delicate; 4. i questionari vengono inviati per posta e la percentuale dei non rispondenti potrebbe comunque alterare il campione; Nelle sperimentazioni cliniche è possibile introdurre la casualità (randomizzazione) nell’esperimento anziché nei soggetti; (nel confronto di due trattamenti i pazienti selezionati vengono casualmente attribuiti ad uno o all’altro trattamento, in tal caso le implicazioni statistiche (inferenza) saranno applicate ai trattamenti anziché ai soggetti.
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