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1c: il giovane ricco (P. Maggi, Assisi 2010)
Corso per operatori pastorali Termoli, 24 ottobre 2017
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Leggiamo il brano (Mc 10,17-30)
17Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». 18Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo.19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». 20Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». 21Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!».
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… 22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. 23Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». 24I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio!25È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 26Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». 27Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». 28Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». 29Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, 30che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.
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Tutto è spiegato all’inizio
Mentre andava per la strada (v.17). Gesù aveva raccontato la parabola del seminatore, del seme che cade per strada. Che fine fa? Gli uccelli lo portano via. Il seme della Parola fallisce, come Gesù verso il giovane ricco. La strada, quindi, più che un luogo geografico, rappresenta la chiave di lettura della vicenda.
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Non potrà farcela Quel “tale” corre verso Gesù (come l’indemoniato) e si inginocchia davanti a lui (come il lebbroso). “Correre” è sinonimo di disonore (come vorrebbe fare il figlio prodigo): è sinonimo di mancanza di libertà. “Inginocchiarsi” è sinonimo di malattia. Pertanto, il giovane non è libero verso le sue ricchezze ed è “malato” nel possederle.
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Tutto qui? Cosa posso fare per la vita eterna?
A una domanda inaspettata e banale (lui sapeva) Gesù offre un’altrettanta risposta sorprendente: ignora i primi tre comandamenti, cita alcuni sul prossimo e ne aggiunge uno: non frodare, forse perché sapeva come si comportavano molti ricchi.
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Una cosa sola? Il Tesoro in cielo
Letteralmente “L’uno” … non è una cosa aggiunta ad altre, ma l’essenziale. Manca ciò per cui ha corso e si è inginocchiato. Avrai un tesoro in cielo = non è la ricchezza trasferita in cielo, ma un posto nel cuore di Dio … perché gli hai dato il giusto spazio, lo hai messo al primo posto, e sarai stato capace di rinunciare a tutto il resto.
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… e ora …. PAUSA!
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Incupito, rattristato …
È la reazione del giovane ricco. Quello che per Gesù è Vangelo, bella notizia, per quel tale è una brutta notizia perché tocca i suoi interessi e le sue certezze. E’ tragico quello che l‟evangelista ci descrive. Dopo l’incontro con Gesù il lebbroso venne purificato, l’indemoniato torna in sé. Il ricco, invece, pur di non rinunciare a quanto possiede, ha scelto di vendersi ancora una volta a quel che veniva definito “mammona”, il dio denaro. Credeva di possedere i beni, invece era da essi posseduto.
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Ricchezze … spirituali?
Gesù non lo segue, non lo trattiene, non dice “beh, andiamo per gradi, adesso l’importante che ti distacchi spiritualmente dalle tue ricchezze”. Si è creato l’equivoco per cui “puoi tenere le ricchezze, purché spiritualmente distaccato”. Il problema però è un altro. Chi è ricco e possiede tante ricchezze difficilmente saprà distaccarsene. Gesù chiama a condividere anziché avere, scendere anziché salire, servire anziché comandare, tutte cose che un ricco non può fare.
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Pietro non ci sta …. Forse i discepoli ci restano male quando il tale va via. Bastava una sua offerta e si poteva mangiare. Gesù non lo trattiene. Pietro allora prende la parola e ricorda che loro hanno lasciato tutto ma finora hanno visto ben poco. Pietro parla così perché finora ha accompagnato, ma non seguito. La sequela però è un’altra cosa. Il Messia non è il trionfatore sui Romani, per questo poi lo rinnegherà. Gesù ricorda l’immagine della cruna e del cammello. E i discepoli si chiedono ancora una volta come sia possibile “campare”. Nulla è impossibile a Dio = per l’uomo la sicurezza è nell’accumulo di ricchezze, per Dio la certezza consiste nel dare.
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Cosa ottieni? Non c’è nessuno che ha lasciato = vengono elencati gli impedimenti, che sono sette per rappresentare ogni tipo di ostacolo. Non guadagniamo la stessa cosa moltiplicata (case, fratelli, madri, …) ma la benevolenza di Dio, che ci ridà tutto questo sotto altra forma. Nei raffronti manca la figura del padre, a indicare che nella nuova comunità non ci saranno “padri” che dovranno dire cosa fare, ma ognuno ragionerà con la propria testa e l’unica guida sarà lo Spirito.
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… e persecuzioni … Gesù aggiunge questo particolare per ricordare che la scelta non sarà indolore dianzi al mondo, che ragiona invece con categorie diverse. Dio però non mancherà di sostenerci, perché sta sempre dalla parte dei perseguitati e non dei persecutori.
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