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«La teoria sociologia contemporanea»

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Presentazione sul tema: "«La teoria sociologia contemporanea»"— Transcript della presentazione:

1 «La teoria sociologia contemporanea»
Corso di Sociologia Generale a.a. 2018/ Prof.ssa Claudia Santoni Terza Lezione (Cap.2 – pp.33-45) Materiale Didattico Testo d’esame R.A. Wallace, A. Wolf «La teoria sociologia contemporanea» Cap. 1,2,3,4,6

2 FUNZIONALISMO T. PARSONS (1902-1979)/2
Teoria dell’azione AZIONE SOCIALE: OGNI TIPO DI AGIRE DOTATO DI SENSO IN QUANTO TIENE CONTO DELL’AGIRE ALTRUI. Schema dell’azione: un ATTORE (motivato, sia individuo sia collettività) cerca di raggiungere uno SCOPO (desiderabile dal sistema culturale) e la sua azione si colloca in una SITUAZIONE caratterizzata da MEZZI (strumenti e risorse) + VINCOLI (difficoltà che si possono incontrare) e tutti questi elementi sono regolati dagli STANDARD NORMATIVI (norme) del sistema sociale. Le norme non possono essere ignorate dall’attore che riesce così ad agire in modo appropriato e quindi ottiene gratificazione. L’azione rappresenta le strutture ed i processi attraverso i quali gli individui danno vita ad interazioni «significative» (livello simbolico-culturale) e le attuano in situazioni concrete. I modelli culturali più generali danno ai sistemi d’azione un ancoraggio strutturale stabile (nessun individuo può creare un sistema culturale e solo in via marginale può contribuire a modificarlo) simile a quello fornito dal materiale genetico della specie. Il sistema comportamentale appreso da un soggetto costituisce la sua personalità che agisce sul raggiungimento dello scopo nell’azione.

3 FUNZIONALISMO T. PARSONS (1902-1979)/3
«Preferiamo il termine azione a quello di comportamento perchè non ci interessano gli eventi fisici del comportamento di per se stessi, bensì la loro strutturazione, i loro prodotti significativi strutturati (…) nonché i meccanismi e i processi che controllano tale strutturazione. L’azione umana è culturale in quanto i significati e le intenzioni che riguardano gli atti vengono formati in base a sistemi simbolici (comprendenti i codici attraverso i quali essi operano in strutture) che si incentrano per lo più intorno all’universale delle società umane, il linguaggio. «Ogni azione è, sotto un certo aspetto, l’azione di individui» Concetto di VARIABILI STRUTTURALI. Parsons le teorizza al fine di classificare le aspettative e le strutture delle RELAZIONI (la situazione dell’attore non è del tutto incerta..) e le distingue in due tipi: 1. ESPRESSIVE (relazioni tipiche delle società tradizionali dove i rapporti sono personali e stabili, es. parentela) e STRUMENTALI (tipiche della società moderna dove i rapporti sono impersonali e formali es. relazioni su base economica).

4 FUNZIONALISMO T. PARSONS (1902-1979)/3
Le variabili strutturali sono cinque, sono dicotomiche e pongono il dilemma di una scelta appropriata prima di intraprendere l’azione. 1. Ascrizione/Acquisizione (Qualità/Prestazione): comportarsi con gli altri in base a qualità ascritte (es. sesso) o in base a ciò che fanno o hanno fatto? 2.Diffusione/Specificità: scelta fra diverse gamme di richieste/offerte relazionali (relazione diffusa: gamma ampia es. amico /relazione specifica: gamma stretta) 3.Affettività/Neutralità affettiva: il dilemma è l’aspettativa o meno di una gratificazione emotiva (es. la scuola abitua a relazione via via più fredda). 4.Particolarismo/Universalismo: scelta tra relazioni basate su norme generali oppure su relazioni personali (es. appartenenza di gruppo). 5.Collettività/Individuo: scelta tra soddisfare interessi personali oppure assolvere obblighi collettivi (es. comportamento che dovrebbe avere un funzionario pubblico). Questo modelli non è netto; vi sono situazioni in cui la scelta non è semplicemente dicotomica. Ci si aspetta che gli attori socializzati rispondano alle aspettative della società ma un conto è la scelta appropriata e un conto quella presa.

5 FUNZIONALISMO T. PARSONS (1902-1979)/4
MODELLO AGIL Tutti i sistemi di azione devono assolvere 4 funzioni («bisogni») fondamentali per sopravvivere A: risorse legate all’adattamento all’ambiente, alla capacità di gestirlo, di distribuire le risorse ad ogni sua parte (compito oggi delle istituzioni economiche, ricchezza). G: risorse per ottenere gli scopi prefissati con ordine di priorità (compito oggi delle istituzioni politiche). I: risorse con cui il sistema deve regolare e coordinare le relazioni tra le sue unità (compito oggi delle istituzioni giuridiche, implementazione delle norme). Integrazione dei comportamenti. L: risorse necessarie al sistema per mantenere il suo modello di valori condivisi impegnando l’attore a farlo (oggi compito delle istituzioni familiari, educative, religiose). A Adattamento (Organismo agente) G Raggiungimento dello scopo (Sistema della Personalità) L Mantenimento della struttura latente – gestione delle tensioni (Sistema Culturale) I Integrazione (Sistema Sociale)

6 FUNZIONALISMO T. PARSONS (1902-1979)/5
Il modello AGIL si basa sul concetto di equilibrio che designa in sostanza lo stato di armonia di un sistema: modello funzionale di una società basato su interdipendenza e auto-equilibrio. Può infatti verificarsi uno «squilibrio» che richiede intervento di forze che ristabiliscono equilibrio (entra qui in gioco il controllo sociale con sanzioni, obblighi..). Secondo il modello parsonsiano, l’assolvimento delle 4 funzioni sistemiche è garantito dalla socializzazione che, quando è ben riuscita, produce complementarietà delle aspettative: in un’interazione gli attori condividono valori culturali e aspettative, quindi, sono motivati a soddisfare le aspettative sociali e interagiscono in modo appropriato. Parsons infatti vede la socializzazione agente non solo nei primi anni di vita ma come un processo che dura tutta la vita! Queste capacità si apprendono in ogni nuovo livello di interazione e da imposte diventano più autonome. Un passaggio importante è dalla socializzazione (cioè dalla capacità di fare qualcosa) alla istituzionalizzazione (alla voglia di farlo). Le aspettative personali diventano così un ruolo. «La funzione primaria del ruolo nel sistema sociale è quella dell’adattamento. (…) Non esiste nessuna collettività senza ruoli per i suoi membri e, viceversa, nessun ruolo che non sia parte di una collettività. Né esiste un ruolo o una collettività che non siano regolati da norme…».

7 FUNZIONALISMO T. PARSONS (1902-1979)/6
Alcune critiche alla teoria parsonsiana Studiose femministe: rigidità della differenziazione dei ruoli di genere nella famiglia (padre ruolo di adattamento, economico, lavorativo) che può condurre ad una giustificazione dello status quo (madre/moglie solo ruolo nella gestione delle tensioni). Critiche da teorico del conflitto: la devianza deriva da un mero squilibrio che si deve risolvere con sistema delle sanzioni mentre ci potrebbe essere un origine legata a forme di disuguaglianza e/o di conflitto di interesse. Per Parsons ogni società reagisce allo squilibrio prontamente finchè non raggiunge un nuovo assetto. Problema generale del modello: non può essere utilizzato per prevedere quali tipi di istituzioni si svilupperanno in una società o quali funzioni svolgerà una data istituzione. Individua funzioni universali ma non può predire il modo come verranno assolte. Nonostante i vari approcci critici Parsons ha elaborato una delle più complesse e complete teorie della società.


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