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CORPORATE GOVERNANCE E 231
Adeguatezza organizzativa e prevenzione dei reati Avv. Benedetta Colombo
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Che cos’è il D.lgs. 231/2001? Il nostro ordinamento ha introdotto un meccanismo di responsabilità penale della societas. Ciò ha determinato il tramonto del tradizionale principio contenuto nel brocardo “societas delinquere non potest” in favore del nuovo principio indicato col brocardo “societas puniri potest”.
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Che cos’è il D.lgs. 231/2001? Si tratta di una forma di responsabilità autonoma e diretta delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni per i reati commessi (da persona fisica) nell’interesse o a vantaggio dell’ente collettivo con importanti riflessi civili (di natura risarcitoria), e commerciali (relativi agli interessi economici dei soci e di responsabilità degli amministratori).
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Il meccanismo del D.Lgs. 231/2001
La società risponde in sede penale in aggiunta alla persona fisica che ha commesso il reato se: è stato commesso uno dei REATI PRESUPPOSTO previsti dal Decreto; da SOGGETTI in posizione apicale o sottoposti alla direzione o vigilanza di questi ultimi; il reato è stato commesso NELL’INTERESSE o A VANTAGGIO della società; la società non ha adottato ed efficacemente attuato un MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO effettivo ed efficace per la prevenzione dei reati presupposto.
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I reati presupposto del D.Lgs. 231/2001
5 I reati presupposto del D.Lgs. 231/2001 1 Illecito dell’ente Reati Ambientali Salute e Sicurezza sul Lavoro Reati nei confronti della P.A. Reati societari e abusi di mercato Ricettazione, riciclaggio e autoriciclaggio Reati in materia di violazione del diritto d’autore Reati contro l’industria e il commercio
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Illecito dell’ente Reati transnazionali Reati di criminalità organizzata Impiego di cittadini extracomunitari non in regola Induzione a non rendere o a rendere dichiarazioni mendaci all’A.G. Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro Reati con finalità di terrorismo e Reati informatici
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«Presunzione di colpevolezza» «Presunzione di innocenza»
7 2 2 I soggetti responsabili: diverse conseguenze a seconda di chi commette il reato Soggetti Apicali Soggetti Sottoposti Coloro che rivestono funzioni di rappresentanza, amministrazione o direzione dell’ente o di una sua unità organizzativa. «Presunzione di colpevolezza» Coloro che sono sottoposti ai poteri di direzione e controllo dei soggetti “apicali” (ad es. dipendente, consulente, agente ecc.). «Presunzione di innocenza»
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RESPONSABILITÀ DELL’ENTE
8 3 L’interesse e il vantaggio dell’ente INTERESSE VANTAGGIO “Nei casi in cui l’autore abbia commesso il reato nell’esclusivo interesse proprio o di terzi” La persona ha deciso di commettere il reato per il suo ente L’ente ha tratto un’utilità dal reato, quale che fosse l’intenzione di chi l’ha commesso AUDIO VIDEATA 7 Proviamo ora a chiarire meglio cosa si intende con i termini «interesse» e «vantaggio» dell’ente. Il termine interesse ha una valenza soggettiva, riferita cioè alla volontà dell'autore materiale del reato. Il termine vantaggio ha una valenza di tipo oggettivo, riferita quindi ai risultati effettivi della sua condotta. In pratica, il legislatore ha voluto rendere punibile l'ente anche nell'ipotesi in cui, pur in assenza di un risultato concreto o vantaggio effettivo, la condotta produca comunque un interesse per l’ente (ad esempio, risparmio di costi, miglioramento dell’immagine aziendale, ecc.). Chiaramente, la Responsabilità è esclusa “nei casi in cui l’autore abbia commesso il reato nell’esclusivo interesse proprio o di terzi”. ESCLUSIONE RESPONSABILITÀ RESPONSABILITÀ DELL’ENTE 8
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Un’ipotesi problematica
INFORTUNIO SUL LAVORO INTERESSE O VANTAGGIO EVENTO IN SE’ (Morte-lesione) CONDOTTA che ha determinato l’evento
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La parola alla Corte di Cassazione
INTERESSE O VANTAGGIO = RISPARMIO DI COSTI O DI TEMPO O AUMENTO DELLA PRODUTTIVITÀ
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Le sanzioni 4 Sanzioni pecuniarie Sanzioni interdittive
11 Le sanzioni 4 Sanzioni pecuniarie Sanzioni interdittive SANZIONI Pubblicazione della sentenza Confisca ANCHE IN FORMA CAUTELARE AUDIO VIDEATA 10 Il Decreto, all’art. 9, elenca tassativamente le sanzioni irrogabili all’ente in caso di commissione dei reati cosiddetti «presupposto» della Responsabilità Amministrativa. Tali sanzioni non sono alternative tra di loro, ma cumulabili, e sono di varia natura: sanzioni pecuniarie, che colpiscono il patrimonio sanzioni interdittive, che colpiscono l’apparato funzionale, ovvero la prospettiva dell’attività economica. confisca del profitto che l’ente ha tratto dal reato pubblicazione della sentenza di condanna Passa ora il mouse sulle diverse tipologie di sanzioni per approfondire. 11
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Le sanzioni pecuniarie
12 Le sanzioni pecuniarie L’art. 10 DLgs. 231/2001 stabilisce che per l’illecito amministrativo dipendente da reato si applica sempre la sanzione pecuniaria e la sua determinazione avviene secondo il meccanismo delle quote che si articola in due fasi: Prima fase: il giudice fissa l’ammontare del numero delle quote che non deve essere mai inferiore a cento né superiore a mille; ciò avviene grazie alla valutazione della gravità del fatto, del grado di responsabilità dell’ente (adozione di modelli organizzativi, codici etici, sistemi disciplinari), di condotte riparatorie e riorganizzative (sanzioni disciplinari) dopo la commissione del reato. Seconda fase: l’organo giurisdizionale determina il valore monetario della singola quota, che va da un minimo di 258 euro ad un massimo di euro, sulla base delle condizioni economiche e patrimoniali della persona giuridica. La somma finale è data dalla moltiplicazione tra l’importo della singola quota e il numero complessivo di quote che quantificano l’illecito amministrativo; la sanzione pecuniaria potrà quindi avere un ammontare che va da un minimo di euro ad un massimo di euro, in modo da adeguarsi alle condizioni dell’ente. AUDIO VIDEATA 10 Il Decreto, all’art. 9, elenca tassativamente le sanzioni irrogabili all’ente in caso di commissione dei reati cosiddetti «presupposto» della Responsabilità Amministrativa. Tali sanzioni non sono alternative tra di loro, ma cumulabili, e sono di varia natura: sanzioni pecuniarie, che colpiscono il patrimonio sanzioni interdittive, che colpiscono l’apparato funzionale, ovvero la prospettiva dell’attività economica. confisca del profitto che l’ente ha tratto dal reato pubblicazione della sentenza di condanna Passa ora il mouse sulle diverse tipologie di sanzioni per approfondire. 12
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13 Chi vigila sull’efficacia e sull’effettività del Modello e del Codice Etico? Requisiti dell’OdV Tra le condizioni di esonero della responsabilità amministrativa dell’ente, l’art. 6 comma 1 lett. b) individua la nomina di «un organismo dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo» Autonomia e indipendenza Professionalità Una Società deve pertanto nominare un Organismo di Vigilanza che soddisfi collegialmente i requisiti normativamente previsti. Di norma fanno parte dell’OdV, quali componenti interni, Resp. Ufficio Legale/Resp. Internal Audit/Resp. Compliance. Onorabilità Continuità d’azione 13
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Compiti dell’Organismo di Vigilanza
VERIFICA DELL'EFFICACIA E DELL'ADEGUATEZZA DEL MOG Capacità del MOG di prevenire i reati 231 rilevanti per la società VERIFICA DELL'EFFETTIVITA' DEL MOG Effettivo allineamento dei comportamenti dei Destinatari alle misure previste dal MOG SUGGERIMENTI PER L'AGGIORNAMENTO DEL MOG Suggerimenti per adeguamento del MOG in relazione a cambiamenti normativi, organizzativi, ecc. FOLLOW UP PROPOSTE Verifica attuazione e funzionamento delle soluzioni proposte Compiti dell'OdV: Verificare l’efficacia e l’adeguatezza del Modello, ossia verificare che il Modello predisposto sia idoneo a prevenire il verificarsi dei reati di cui al Decreto; vigilare sull’effettività del Modello, ossia vigilare affinché i comportamenti posti in essere all’interno della Società corrispondano a quelli attesi dal Modello e che i Destinatari dello stesso agiscano nell’osservanza delle prescrizioni contenute nel Modello stesso; attivarsi affinché si provveda all’aggiornamento costante del Modello, al fine di adeguarlo alle modifiche normative, dell’attività e/o della struttura aziendale, attraverso proposte di adeguamento del Modello e verifica dell’effettiva funzionalità delle soluzioni proposte. svolgere attività di follow-up, ossia di verifica dell’attuazione e dell’effettiva funzionalità delle soluzioni proposte I componenti dell’Organismo di Vigilanza, pur avendo un ruolo di controllo, non sono né pubblici ufficiali, né incaricati di pubblico servizio Questo significa che, anche laddove dovessero emergere indizi di reato, non vi è alcun obbligo di denuncia e l’OdV riferirà solo internamente.
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Gli obblighi informativi verso l’OdV
L’Organismo di Vigilanza, per poter svolgere i propri compiti, deve essere portato a conoscenza di quello che succede in azienda. L’art. 6, comma 2 lett. d) D.Lgs. 231/2002 dispone che il modello debba «prevedere obblighi di informazione nei confronti dell’organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli» Possiamo affermare che il sistema di flussi informativi è una componente essenziale del complesso sistema organizzativo e del sistema di controllo interno
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Il meccanismo del D.Lgs. 231/2001
In sede processuale, l’ente potrà essere assolto se dimostrerà di aver fatto tutto il possibile per evitare la commissione del reato, che quindi si sarebbe verificato indipendentemente delle misure adottate dalla Società. Ragionevolmente, non si poteva chiedere nulla di più alla Società in termini di organizzazione e di controllo
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Effettività ed efficacia
Il sistema di governance dell’azienda e del gruppo societario devono essere finalizzati alla creazione di un sistema di governo e controllo, compatibile e funzionale con il sistema di business e, al tempo stesso, effettivo ed efficace rispetto alle norme e ai rischi rispetto ai quali si deve tutelare.
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Il Modello 231/01 e il sistema di controllo interno
Il sistema di controllo interno è l’insieme organico di regole, procedure, strutture organizzative e comportamenti aventi la finalità di: supportare il raggiungimento degli obiettivi strategici e operativi (ovvero di efficacia ed efficienza delle attività e di salvaguardia del patrimonio aziendale); prevenire o limitare le conseguenze di eventi negativi inattesi tramite opportune strategie di individuazione e gestione dei rischi; assicurare la conformità alle leggi e ai regolamenti applicabili; assicurare il controllo della corretta e trasparente informativa interna e verso il mercato.
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Il Modello 231/01 e il sistema di controllo interno
I principi su cui il controllo si basa sono: la separazione dei compiti tra chi autorizza, chi esegue e chi controlla; l’attribuzione delle responsabilità tra i vari attori del sistema e di coerenti poteri autorizzativi e di spesa; l’identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio dei rischi assunti dal la Società; l’efficacia, efficienza, tempestività ed esaustività dei flussi informativi; L’esistenza di disposizioni aziendali e/o procedure formalizzate idonee a fornire principi di comportamento e definire modalità operative per lo svolgimento delle attività, nonché modalità di archiviazione della documentazione; la tempestività e completezza della comunicazione di eventuali anomalie agli adeguati livelli; la revisione costante dei processi sulla base dei principi del miglioramento continuo; l’adeguatezza, intesa come rappresentazione completa, corretta e veritiera, della registrazione dei fatti gestionali del la Società; la tracciabilità, intesa come verificabilità ex post del processo di decisione, autorizzazione e svolgimento delle attività.
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Il Modello Organizzativo
Il Modello deve essere elaborato e reso operativo dal singolo ente, calibrandolo sulle proprie: concrete caratteristiche organizzative, dimensionali, operative, strutturali e del background storico.
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L’allineamento al D.Lgs. 231/2001: il Modello Organizzativo
21 L’allineamento al D.Lgs. 231/2001: il Modello Organizzativo
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L’autovalutazione e l’identificazione delle attività sensibili
I principi fondamentali del D.Lgs. 231/01 devono essere calati nello specifico contesto aziendale In questo modo, una Società identifica le proprie ATTIVITÀ SENSIBILI: attività astrattamente esposte alla commessione dei reati presupposto
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I contenuti di un Modello Organizzativo adeguato
23 I contenuti di un Modello Organizzativo adeguato MODELLO Individuazione delle attività nel cui ambito possono essere commessi reati Previsione di specifici controlli sui passaggi critici dei processi operativi Individuazione delle modalità di gestione delle risorse finanziarie Previsione di obblighi di informazione nei confronti dell’Organismo di Vigilanza Costruzione di un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello
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24 In sostanza, nella gestione di ciascuna delle proprie attività, una Società deve attuare un principio fondamentale, quello della «conformità delle attività aziendali alle disposizioni normative, ai regolamenti, alle procedure ed ai codici di condotta» 24
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25 Opportunità di miglioramento: integrazione del Modello con altri sistemi aziendali Compliance integrata SSL Ambiente Privacy Qualità/ Norme ISO 25
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Un caso pratico: risk assessment per il reato di corruzione
26 Un caso pratico: risk assessment per il reato di corruzione
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Immaginiamo di dover procedere alla valutazione del rischio e all’individuazione di adeguati protocolli per la prevenzione del reato di corruzione in un Gruppo societario. Il Gruppo è governato da una holding, cui riportano quattro legal entity controllate che sviluppano specifiche attività di business (raffinazione, gpl, olii lubrificanti, bitumi…). La holding assicura una gestione coerente del gruppo attraverso l’erogazione uniforme di alcune attività stipulando contratti di service (Internal audit, HR, Legal, Acquisti)
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Il business e le aree di rischio
La società è un polo logistico per lo stoccaggio e la movimentazione di prodotti petroliferi. Costituisce un terminale per assicurare l’approvvigionamento del mercato di riferimento e in particolare garantisce circa il 70% della fornitura di jet fuel a due dei principali aeroporti italiani.
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Il business e le aree di rischio
Rapporti quotidiani con autorità pubbliche quali Agenzia delle Dogane e Agenzia delle entrate Vendita di prodotti che devono assicurare specifiche caratteristiche e proprietà Gestione di un impianto e soprattutto di oleodotti che potrebbero avere un notevole impatto sia ambientale che in termini di salute e sicurezza
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Corruzione ex art. 318 c.p. Il pubblico ufficiale, che, per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve per sé o per un terzo, denaro o altra utilità, o ne accetta la promessa , è punito con la reclusione da uno a sei anni. Dispositivo dell'art. 321 codice penale Le pene stabilite nel primo comma dell'articolo 318 si applicano anche a chi dà o promette al pubblico ufficiale o all'incaricato di un pubblico servizio il denaro o altra utilità.
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Corruzione tra privati (art. 2635 c.c.)
Sono puniti gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori, di società o enti privati che, anche per interposta persona, sollecitano o ricevono, per se' o per altri, denaro o altra utilità non dovuti, o ne accettano la promessa, per compiere o per omettere un atto in violazione degli obblighi inerenti al loro ufficio o degli obblighi di fedeltà, sono puniti con la reclusione da uno a tre anni. […] Si applica la pena della reclusione fino a un anno e sei mesi se il fatto è commesso da chi è sottoposto alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti indicati al primo comma.
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Soggetti attivi e passivi
Amministratori; Direttori generali; Dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari; Sindaci e i liquidatori; Sottoposti alla direzione o alla vigilanza di uno di tali soggetti; Coloro che svolgono, mediante l'esercizio di funzioni direttive, attività lavorativa diverse da quelle proprie dei soggetti di cui al precedente periodo. SOGGETTI APICALI ANCHE PER INTERPOSTA PERSONA
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La gestione dei flussi finanziari e altre attività strumentali
33 La gestione dei flussi finanziari e altre attività strumentali
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Codice di comportamento/Codice Etico
La convinzione di agire a vantaggio della Società non può, in alcun modo, giustificare l’adozione di comportamenti in contrasto con i principi dettati dal presente Codice di Comportamento, la cui generalizzata osservanza è di importanza fondamentale per il buon funzionamento ed il prestigio della Società. Nei rapporti con i Destinatari in genere, non sono ammesse offerte di denaro, regali o benefici di qualsiasi natura a titolo personale tendenti ad ottenere indebiti vantaggi reali o apparenti di qualsivoglia natura (es. promesse di vantaggi economici, favori, raccomandazioni, promesse di offerte di lavoro...).
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Codice di comportamento/Codice Etico
35 Codice di comportamento/Codice Etico Tutti i Soggetti destinatari del Codice devono perseguire i legittimi obiettivi aziendali, rifiutando ogni accordo illecito con esponenti della Pubblica Amministrazione e con esponenti di altre società. La Società ispira la propria condotta alla difesa intransigente del principio d’integrità e vincola i Destinatari a fare altrettanto, impegnandosi a perseguire col massimo rigore qualsiasi comportamento di carattere corruttivo nei confronti di terzi, in particolare di soggetti investiti di pubbliche funzioni.
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Stabilire dei principi generali di comportamento è necessario
Stabilire dei principi generali di comportamento è necessario. E’ però sufficiente?
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La gestione delle risorse finanziarie
Il Modello Organizzativo di norma individua i seguenti elementi di controllo:
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Denaro o altra utilità: quali possono essere le altre aree di rischio?
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Cosa significa strumentale?
Normalmente definiamo «strumentale» qualcosa che funge da mezzo per raggiungere scopi non direttamente o espressamente dichiarati. In ambito D.Lgs. 231/2001, si definiscono strumentali quelle attività nel cui ambito potrebbero crearsi i presupposti o i mezzi per la realizzazione di una molteplicità di reati.
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Strumentali rispetto a quali reati?
Corruzione, induzione indebita, corruzione tra privati Attraverso la movimentazione di risorse finanziarie possono crearsi i presupposti per la commissione di gran parte dei reati di cui al D.Lgs. 231/2001 Reati di criminalità organizzata e finanziamento del terrorismo Riciclaggio e autoriciclaggio Reati societari
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Secondo gli standard internazionali e l’esperienza giudiziaria, le seguenti aree sono quelle nelle quali è più elevato il rischio di, ovvero che possono risultare strumentali alla commissione di, comportamenti corruttivi: omaggi e spese di rappresentanza; beneficenze e sponsorizzazioni; rapporti con terze parti (fornitori e altri soggetti che prestano la loro collaborazione); acquisto, gestione e cessione di partecipazioni e altri asset; assunzione personale; sistema premiante e benefit aziendali; acquisto, gestione e cessione di beni immobili.
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In tali aree, al fine di assicurare l’attuazione del principio generale di non tolleranza verso la corruzione, nella gestione dei processi operativi ci si deve attenere alle seguenti regole generali: separazione dei compiti, attraverso una corretta distribuzione delle responsabilità e la previsione di adeguati livelli autorizzativi, allo scopo di evitare sovrapposizioni funzionali o allocazioni operative che concentrino le attività critiche su un unico soggetto; chiara e formalizzata assegnazione di poteri e responsabilità, con espressa indicazione dei limiti di esercizio, in coerenza con le mansioni attribuite e le posizioni ricoperte nell’ambito della struttura organizzativa; corrette modalità di svolgimento delle attività medesime; tracciabilità degli atti, delle operazioni e delle transazioni attraverso adeguati supporti documentali o informatici; processi decisionali legati a predefiniti criteri oggettivi (ad esempio: esistenza di albi fornitori, esistenza di criteri oggettivi di valutazione e selezione del personale, ecc.); esistenza e tracciabilità delle attività di controllo e supervisione compiute sulle transazioni aziendali.
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La gestione delle risorse umane
Il Modello Organizzativo di norma individua i seguenti elementi di controllo: La selezione di personale deve avvenire esclusivamente sulla base di criteri di rispondenza ai requisiti professionali richiesti per lo svolgimento della mansione per la quale si richiede l’instaurazione del rapporto. I requisiti professionali dei candidati devono essere determinati formalmente dalla funzione richiedente, prima dell’avvio del processo di selezione. La selezione del personale deve avvenire sulla base di criteri oggettivi e meritocratici. Il processo di selezione deve coinvolgere almeno due valutatori che non si trovino in una posizione di conflitto di interessi (ad es. legami di parentela con il candidato). Ogni fase della selezione deve essere documentata per iscritto. Al candidato è richiesto di dichiarare l’esistenza di qualsiasi situazione potenzialmente idonea a creare conflitti di interesse. Qualora il candidato dichiari l’esistenza di tali rapporti, la proposta di assunzione dovrà essere sottoposta ad un’approvazione collegiale.
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La gestione degli omaggi, sponsorizzazioni e liberalità
per omaggio si intende: i. qualsiasi bene o utilità dato da un dipendente della Società, o da chiunque agisca su indicazione della Società stessa, a terze parti (partner commerciali, clienti e fornitori, altri soggetti/organismi, pubbliche amministrazioni); ii. qualsiasi bene o utilità ricevuta da terze parti (partner commerciali, clienti e fornitori, altri soggetti/organismi, pubbliche amministrazioni). b) per sponsorizzazione si intende il sostenimento di spese a favore di soggetti terzi per l’esposizione del marchio e la promozione dell’immagine della Società, con l’obiettivo ultimo di accrescere la notorietà ed il prestigio della stessa; c) per liberalità si intendono le somme donate od elargite a favore di soggetti terzi (organismi, associazioni o privati) per il sostegno di iniziative di carattere umanitario e sociale volte a creare un valore aggiunto per la Società anche in termini etici, civili e morali.
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La gestione degli omaggi, sponsorizzazioni e liberalità
Il Modello Organizzativo di norma prevede che: gli omaggi, liberalità e/o sponsorizzazioni non possano creare anche solo la semplice apparenza di un’eccessiva influenza. Tale restrizione si applica alla proposta di omaggi, liberalità e/o sponsorizzazioni a clienti, rappresentanti di clienti, anche potenziali, a fornitori o ad altri partners commerciali, pubbliche amministrazioni e a concorrenti nonché agli omaggi e liberalità offerti ai loro ed ai propri familiari e ad altri soggetti con cui siano intercorse relazioni personali. L’omaggio, liberalità e/o sponsorizzazione oggetto della proposta non deve mettere mai difficoltà la Società ne’ tantomeno creare nocumento alla reputazione della stessa. I pranzi/cene e gli intrattenimenti di lavoro oggetto della proposta non siano frequenti e siano conformi alle pratiche commerciali accettate, nonché giustificate dallo scopo di creare ulteriori relazioni commerciali. Tali pranzi/cene ed intrattenimenti non dovranno essere stravaganti per natura e non devono superare un certo importo a persona (ad es. 100€).
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Le realtà di gruppo Il tema riguarda il «propagarsi» della responsabilità all’interno dei gruppi di impresa. Al riguardo è necessario ricordare che: Il fatto che, formalmente, società facenti parte di un gruppo siano giuridicamente autonome ed indipendenti, non esclude, in caso di commissione di un reato, il coinvolgimento della capogruppo quando soggetti della medesima controllante abbiano concorso alla realizzazione del reato.
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Responsabilità ex D.Lgs. 231/2001 e gruppi di società
Il D.Lgs. 231/2001 non disciplina espressamente il fenomeno dei gruppi societari che operano sotto la direzione ed il controllo finanziario di una società capogruppo L’estensione della responsabilità verso la controllante per fatti commessi dal personale delle controllate è stata argomentata sulla base di: interpretazioni della nozione di interesse prevista dal D.Lgs. 231/2001; analisi della struttura e del funzionamento di gruppi di società; analisi delle modalità realizzative dei reati 231.
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L’orientamento giurisprudenziale
È ammissibile una responsabilità, ai sensi del D.Lgs. 231/2001, della società capogruppo per reati commessi nell'ambito dell'attività delle società da essa controllate a condizione che il soggetto che agisce per conto della holding concorra con il soggetto che commette il reato per conto della persona giuridica controllata e possa ritenersi che la holding abbia ricevuto un concreto vantaggio o perseguito un effettivo interesse a mezzo del reato commesso nell'ambito dell'attività svolta da altra società. (Cass. Pen. n /2016)
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Il Whistleblowing Ai sensi della L. 179/2017, le società devono mettere a disposizione dei canali per le segnalazioni, assicurando al whistleblower riservatezza circa la propria identità e la tutela nei confronti di eventuali azioni ritorsive o discriminatorie (ad esempio licenziamento, demansionamento, trasferimento, etc.). Ovviamente è garantita anche la riservatezza del segnalato e sono puniti i casi di segnalazione in malafede. In particolare, ai sensi del nuovo comma 2-bis del D.Lgs. 231/01, il MOG prevede le seguenti misure aggiuntive: Uno o più canali che consentano ai soggetti indicati nell’articolo 5, comma 1, lettere a) e b), di presentare, a tutela dell’integrità dell’ente, segnalazioni circostanziate di condotte illecite, rilevanti ai sensi del decreto e fondate su elementi di fatto precisi e concordanti, o di violazioni del modello di organizzazione e gestione dell’ente, di cui siano venuti a conoscenza in ragione delle funzioni svolte;
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Il Whistleblowing Tali canali garantiscono la riservatezza dell’identità del segnalante nelle attività di gestione della segnalazione; almeno un canale alternativo di segnalazione idoneo a garantire, con modalità informatiche, la riservatezza dell’identità del segnalante. Il divieto di atti di ritorsione o discriminatori, diretti o indiretti, nei confronti del segnalante per motivi collegati, direttamente o indirettamente alla segnalazione. Nel sistema disciplinare adottato ai sensi del comma 2, lettera e), sanzioni nei confronti di chi viola le misure di tutela del segnalante, nonché di chi effettua con dolo o colpa grave segnalazioni che si rivelano infondate.
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Focal point Il governo dell’impresa non è l’applicazione di uno schema matematico-organizzativo Ogni sistema di corporate governance cammina sulle gambe e con la testa di chi lo deve interpretare e applicare E’ uno strumento che deve servire e proteggere il business, secondo logiche e principi che, apparentemente, potrebbero sembrare non funzionali al business stesso
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Focal point Modello Organizzativo effettivo ed efficace
Protezione dalla sanzione Controllo dei rischi Protezione e ottimizzazione del business
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Grazie
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