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PubblicatoGiovanna Corradini Modificato 5 anni fa
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Buongiorno, sono Monica De Cristofaro una delle infermiere del DH Neurologico dell’ Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi
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Come prima cosa vorrei ringraziare la Professoressa Amato per avermi dato l’occasione di farvi conoscere il nostro reparto e come lavoriamo.
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Siamo un gruppo di 8 infermieri dedicati al DH, 7 donne e 1 uomo che ci sopporta e ci supporta.
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A dire il vero chiamarlo semplicemente Day Hospital è un po’ riduttivo, il nostro reparto è diviso in tre S.O.D. La prima è diretta dal Prof. Sorbiche con la sua equipe si occupa di : Demenze, Polineuropatie. Corea di Huntington; Sindorme di Parkinson SLA
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La seconda clinica è diretta dal Prof
La seconda clinica è diretta dal Prof. Massacesi che con la sua équipe si occupa di: Sclerosi Multipla Polineuropatie Cefalee Epilessia.
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Infine (last but not least. ), la S. O
Infine (last but not least!), la S.O.D nata da circa 5 mesi, ovvero quella della Riabilitazione Neurologica. È diretta dalla Prof.ssa Amato che con la sua équipe si occupa prevalentemente di sclerosi multipla.
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L’importanza di avere personale esperto nella cura delle malattie neurologiche croniche è quasi un obbligo.
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In particolar modo gli infermieri, poichè sono coloro che passano la maggior parte della degenza con i pazienti.
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Come ben sappiamo la Sclerosi Multipla è una malattia a carico infiammatoria demielinizzante cronica del sistema nervoso centrale, essa colpisce prevalentemente le donne di un’età compresa tra i 20 e i 40 anni.
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I pazienti a cui viene diagnosticata la S.M.
si sentono come una nave in mare aperto durante una tempesta, sono spaventati assaliti da mille dubbi e mille preoccupazioni su cosa accadrà a loro in futuro.
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Molto spesso associamo la S. M
Molto spesso associamo la S.M. ad una sedia a rotelle ,quindi al non riuscire più a camminare, a correre, a svolgere le proprio attività o i propri hobbies o non riuscire a realizzare i propri sogni.
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E’ proprio qui che entriamo in gioco noi infermieri
E’ proprio qui che entriamo in gioco noi infermieri. Il nostro compito è informarli correttamente, chiedere loro se hanno capito il medico quando ha comunicato loro la diagnosi, se è il caso rispiegarlo, ma soprattutto tranquillizzarli.
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Molto frequentemente dopo la comunicazione della diagnosi queste persone si tuffano nel mondo del “Dott Google”, come lo chiamo io, senza sapere che: “Dott google” non si è laureato nè a Cambridge nè ad Harvard. Anzi, spesso e volentieri sono siti dove scrivono persone poco competenti ,che non sono nè medici nè infermieri e quindi poco informate.
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Il nostro reparto si divide in: Degenza ordinaria
DH, che a sua volta si divide in regine ambulatoriale (per la maggior parte delle terapie) e diagnostico. Nel DH vero e proprio rientrano le punture lombari che serviranno per completare la diagnosi di una data malattia neurologica.
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Il nostro orario di lavoro è articolato dal Lunedi al Venerdi dalle h 07,00 alle h 19,00
Ed il sabato a turno qualore ve né fosse bisogno
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Dopo la diagnosi viene decisa la terapia da intraprendere, qualora ve ne fosse bisogno.
Essa può essere: Sottocute (interferoni), Orale (Fingolimod, demitifumarato, ecc) Endovenosa (cortisone (solo per le ricadute) Ciclofosfamide, natalizumab, rituximab,ocrelizumad, alemtuzumab.)
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Una volta decisa la terapia da intraprendere, il paziente viene affidato alle nostre cure.
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Per poter rendere più piacevole il suo soggiorno, nella nostra struttura abbiano cercato di creare un ambiente confortevole. Nelle stanze dove si eseguono le terapie, quindi, abbiamo decorato i muri con dei fiori e delle farfalle e abbiamo applicato dei quadri. Abbiamo inoltre comprato delle radio per ascoltare della musica in sottofondo durante la terapia.
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I nostri compiti principali sono quelli di:
Cercare di interagire con il paziente per fornirgli delle corrette informazioni; La risoluzioni di eventuali problemi
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Cerchiamo di relazionarci con loro in modo da creare un rapporto di fiducia con il malato (spesso i nostri paziente hanno il numero di cellulare personale di noi infermieri).
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Questo lo facciamo per fare in modo che il paziente si senta accolto ,ma soprattutto ascoltato, sicuro di poter avere una risposta alle mille domande che gli vengono in mente. Con questi pazienti un pò particolari è importante creare una speranza per il futuro.
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Vorrei raccontarvi una mia esperienza:
In una delle tante giornate di lavoro fece accesso presso la nostra struttura una giovanissima donna molto spaventa terrorizzata, dal pensioro di non riuscire più a realizzare i propri sogni e progetti. Mi sedetti accanto a lei sul letto e incomincia a parlarle anche con tono un po' scherzoso in modo da alleggerire la tensione.
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Le spiegai che cosa doveva fare, come si eseguiva un determinato esame e la sua terapia.
Alla fine del colloquio le lasciai il mio numero di telefono, dicendole che se aveva bisogno mi poteva chiamare in qualsiasi momento e per qualsiasi domanda. Dopo aver terminato la sua settimana di terapia, mentre tornavo a casa, mi è arrivato un messaggio dove c’era scritto:
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Ci vorrebbe una super Monica in tutti i reparti. Un abbraccio forte C.
Ciao Monica, sono C.G. il tuo incubo di questa settimana, scusa se ti disturbo so che sei a casa, ma ti volevo ringraziare con tutto il cuore. Voi infermiere, in particolar modo te, mi hai fatto superare lo choc iniziale ed affrontare questa brutta situazione con tutto l'ottimismo possibile, anche con qualche sorriso! Ci vorrebbe una super Monica in tutti i reparti. Un abbraccio forte C.
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Il mio motto e sempre stato:
“tratta i tuoi pazienti come vorresti essere trattata tu!” A volte mi chiedo come mi comporterei io se mi trovassi nella loro situazione, cosa farei?
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Non a caso si parla spesso di empatia, mantenendo la giusta resilienza.
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Quando sei un infermiere sai che tutti i giorni toccherai una vita e una vita inevitabilmente toccherà la tua.
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GRAZIE A TUTTI PER L’ATTENZIONE
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