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La lezione di oggi tratterà dei punti 2-3 in grassetto
Indice del modulo IV La gestione della politica fiscale nell’Unione Europea Principali aggregati di finanza pubblica Il cooordinamento delle politiche fiscali: regole fiscali o discrezionalità Il Trattato di Maastricht e le regole numeriche Il Patto di Stabilità e Crescita: Misurazione dell’obiettivo di medio termine La funzione preventiva del Patto La funzione dissuasiva del Patto e la procedura di deficit eccessivo Analisi di sostenibilità di lungo periodo del debito pubblico Le determinanti della spesa pubblica italiana e la gestione della finanza pubblica a livello nazionale La lezione di oggi tratterà dei punti 2-3 in grassetto
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Il coordinamento delle politiche fiscali: regole fiscali o discrezionalità
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Il coordinamento delle politiche economiche
Cos’è: definizione di obiettivi condivisi (spesso comuni), con strumenti comuni o country specific, con scambio di informazioni. NON è politica economica comune Come si realizza: Metodo del coordinamento aperto Regole giuridicamente vincolanti
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Perché serve coordinamento delle politiche fiscali a livello UE
Non esiste un’autorità fiscale centralizzata: Il budget dell’UE è molto piccolo (circa l’1% del PIL, e solo il 2.5% dei budget dei singoli paesi Non ci sono entrate fiscali auonome Non c’è capacità di stabilizzare il ciclo economico Redistribuzione tra aree geografiche e non tra persone Moneta unica ma politiche fiscali decentralizzate Necessità di disciplina fiscale (deficit e debito sotto controllo)
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La necessità della disciplina fiscale
Bassi tassi di interesse, con effetti positivi sugli investimenti privati Basso debito pubblico - bassa spesa per interessi – più spesa pubblica “produttiva” Spazio di manovra per rispondere a shocks congiunturali Prepararsi all’invecchiamento della popolazione Nell’Unione Monetaria, strumento per la crescita e l’occupazione
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Cosa insegna l’esperienza passata
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La necessità di regole fiscali nell’Unione
Sostegno alla politica della Banca Centrale Europea Effetti di spillover tra paesi “Miopia” dei governi Scarsa capacità dei mercati a “sanzionare” i paesi divergenti dall’obiettivo della disciplina fiscale L’UME si è data delle regole, il Trattato di Maastricht ed il Patto di Stabilità e Crescita
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Come si disegna una regola fiscale
Kopits e Symanski (1998), Buiter (2003): Ben definita (no vaghezza nei termini) Trasparente (basata su indicatori chiari, che non danno adito a interpretazioni) Semplice (facile monitoraggio, facile da capire per policy makers e cittadini) Flessibile (che si adatta a condizioni economiche differenti) Adeguata all’obiettivo Coerente con altre regole e obiettivi di politica economica Efficace (enforceability, sanzioni credibili, non viene modificata se non si riesce a rispettare) Avere senso nel lungo periodo Neutrale rispetto alle scelte sociali dei singoli stati Che tiene conto dell’eterogeneità tra paesi
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Regole nell’Unione Economica e Monetaria
Trattato di Maastricht (art. 99 e segg.) Patto di Stabilità e Crescita (formulato nel 1997, rivisto nel 2005) Un mix di regole numeriche e di procedure Nel trade-off tra semplicità e flessibilità delle regole, la scelta è ricaduta prevalentemente sulla semplicità – tenere conto delle diverse condizioni di finanza pubblica e istituzionali dei singoli paesi
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Il Trattato di Maastricht
Firmato nel 1992 – aggiornamento dei Trattati di Roma Nuovo capitolo sulla politica fiscale (art. 99 e segg.): Art. 99: concetto di coordinamento delle politiche economiche istituzione degli “indirizzi di massima per le politiche economiche” (BEPGs) – metodo del coordinamento aperto Art. 104: Concetto del disavanzo pubblico eccessivo Criterio del deficit e del debito Procedura di deficit eccessivo
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Articolo 99 Gli Stati membri considerano le loro politiche economiche una questione di interesse comune e le coordinano nell'ambito del Consiglio[…] Il Consiglio, [..] elabora un progetto di indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità […]. Il Consiglio europeo, deliberando sulla base di detta relazione del Consiglio, dibatte delle conclusioni in merito agli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità. Sulla base di dette conclusioni, il Consiglio […] adotta una raccomandazione che definisce i suddetti indirizzi di massima. […] Al fine di garantire un più stretto coordinamento delle politiche economiche e una convergenza duratura dei risultati economici degli Stati membri, il Consiglio, sulla base di relazioni presentate dalla Commissione, sorveglia l'evoluzione economica in ciascuno degli Stati membri e nella Comunità […] gli Stati membri trasmettono alla Commissione le informazioni concernenti le misure di rilievo da essi adottate nell'ambito della loro politica economica, nonché tutte le altre informazioni da essi ritenute necessarie. […] Qualora si accerti, secondo la procedura prevista al paragrafo 3, che le politiche economiche di uno Stato membro non sono coerenti con gli indirizzi di massima di cui al paragrafo 2 o rischiano di compromettere il corretto funzionamento dell'Unione economica e monetaria, il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata su raccomandazione della Commissione, può rivolgere allo Stato membro in questione le necessarie raccomandazioni.
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… continua con la procedura di deficit eccessivo
Articolo 104 Gli Stati membri devono evitare disavanzi pubblici eccessivi. La Commissione sorveglia l'evoluzione della situazione di bilancio e dell'entità del debito pubblico negli Stati membri, al fine di individuare errori rilevanti. In particolare esamina la conformità alla disciplina di bilancio sulla base dei due criteri seguenti: a) se il rapporto tra il disavanzo pubblico, previsto o effettivo, e il prodotto interno lordo superi un valore di riferimento, a meno che — il rapporto non sia diminuito in modo sostanziale e continuo e abbia raggiunto un livello che si avvicina al valore di riferimento; — oppure, in alternativa, il superamento del valore di riferimento sia solo eccezionale e temporaneo e il rapporto resti vicino al valore di riferimento; b) se il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo superi un valore di riferimento, a meno che detto rapporto non si stia riducendo in misura sufficiente e non si avvicini al valore di riferimento con ritmo adeguato. I valori di riferimento sono specificati nel protocollo sulla procedura per i disavanzi eccessivi allegato al presente trattato. … continua con la procedura di deficit eccessivo
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I valori di riferimento per la politica fiscale
I valori di riferimento sono: 60% per il rapporto debito/PIL 3% per il rapporto deficit/PIL Riprendiamo l’equazione della dinamica del debito pubblico: b = dt – ybt-1 . Per avere una condizione di stazionarietà nel lungo periodo di debito/PIL al 60% e deficit/PIL al 3%, c’è implicita l’ipotesi di un tasso di crescita dell’economia del 5% annuo. Infatti: b = dt – ybt-1 = 0 . d=yb 0,03=0,05*0,6
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La procedura di deficit eccessivo (art. 104)
3. Se uno Stato membro non rispetta i requisiti previsti da uno o entrambi i criteri menzionati, la Commissione prepara una relazione. La relazione della Commissione tiene conto anche dell'eventuale differenza tra il disavanzo pubblico e la spesa pubblica per gli investimenti e tiene conto di tutti gli altri fattori significativi, compresa la posizione economica e di bilancio a medio termine dello Stato membro. La Commissione può inoltre preparare una relazione se ritiene che in un determinato Stato membro, malgrado i criteri siano rispettati, sussista il rischio di un disavanzo eccessivo. 4. Il comitato previsto dall'articolo 114 formula un parere in merito alla relazione della Commissione. 5. La Commissione, se ritiene che in uno Stato membro esista o possa determinarsi in futuro un disavanzo eccessivo, trasmette un parere al Consiglio. 6. Il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata su raccomandazione della Commissione e considerate le osservazioni che lo Stato membro interessato ritenga di formulare, decide, dopo una valutazione globale, se esiste un disavanzo eccessivo. 7. Se, ai sensi del paragrafo 6, viene deciso che esiste un disavanzo eccessivo, il Consiglio formula raccomandazioni allo Stato membro in questione al fine di far cessare tale situazione entro un determinato periodo. Fatto salvo il disposto del paragrafo 8, dette raccomandazioni non sono rese pubbliche.
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La procedura di deficit eccessivo (art. 104) (2)
8. Il Consiglio, qualora determini che nel periodo prestabilito non sia stato dato seguito effettivo alle sue raccomandazioni, può rendere pubbliche dette raccomandazioni. 9. Qualora uno Stato membro persista nel disattendere le raccomandazioni del Consiglio, quest'ultimo può decidere di intimare allo Stato membro di prendere, entro un termine stabilito, le misure volte alla riduzione del disavanzo che il Consiglio ritiene necessaria per correggere la situazione. In tal caso il Consiglio può chiedere allo Stato membro in questione di presentare relazioni secondo un calendario preciso, al fine di esaminare gli sforzi compiuti da detto Stato membro per rimediare alla situazione. 10. I diritti di esperire le azioni di cui agli articoli 226 e 227 non possono essere esercitati nel quadro dei paragrafi da 1 a 9 del presente articolo. 11. Fintantoché uno Stato membro non ottempera ad una decisione presa in conformità del paragrafo 9, il Consiglio può decidere di applicare o, a seconda dei casi, di intensificare una o più delle seguenti misure: — chiedere che lo Stato membro interessato pubblichi informazioni supplementari, che saranno specificate dal Consiglio, prima dell'emissione di obbligazioni o altri titoli; — invitare la Banca europea per gli investimenti a riconsiderare la sua politica di prestiti verso lo Stato membro in questione; — richiedere che lo Stato membro in questione costituisca un deposito infruttifero di importo adeguato presso la Comunità, fino a quando, a parere del Consiglio, il disavanzo eccessivo non sia stato corretto; — infliggere ammende di entità adeguata.
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I limiti dell’art. 104 del Trattato
Non specifica cosa sia “eccezionale, temporaneo e vicino al valore di riferimento” Non specifica cosa sia una “riduzione sufficiente ad un ritmo adeguato” del rapporto debito/PIL Non specifica cosa siano i fattori da tenere in conto nella relazione della Commissione Non specifica qual è il periodo entro il quale un paese deve ridurre il deficit eccessivo Non specifica qual è il tempo per prendere delle azioni efficaci per correggere il deficit Non specifica l’ulteriore termine entro il quale vanno prese le misure necessarie se il primo termine è stato disatteso Non specifica l’entità dell’ammenda e del deposito infruttifero
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Regole fiscali effettive?
Forte riduzione nei deficit tra il 1993 ed il 1997
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